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FAQ

FAQ

Ecco le domande più frequenti che ci vengono poste su:

Domande sulla Geobiologia
Che cos’è la Geobiologia ?

Il dr. Ernst Hartmann utilizzò per primo la parola “Geo-biologie” nel significato di “biologicità del terreno” volendo rimarcare che perché gli abitanti restassero in salute il substrato della loro casa (geo) doveva essere biologicamente confacente, cioè adatto alla vita delle persone (biologico). Il termine esisteva già come specifico scientifico indicante la relazione tra l’evoluzione geologica del Pianeta e l’evoluzione della vita sul Pianeta e vi sono facoltà universitarie anche in Italia che propongono corsi o insegnamenti di Geobiologia in questo senso, ma ovviamente non hanno alcun riferimento a quanto inteso dal dr Hartmann. Infatti, sull’esempio del termine “Geo-biologie” quando in Germania venne fondata l’architettura attenta alla salute degli abitanti fu definita “Bau-biologie” cioè “biologicità del costruito” con una sintesi linguistica non ben traducibile in italiano. In pratica la “geobiologia” si occupa di individuare le zone di disturbo e quindi di stabilire la corretta posizione dei letti. Attualmente per indicazione dello stesso dr. Hartmann è integrata con la “Elettro-biologie” cioè con la misurazione strumentale dell’intensità del campo elettrico, del campo magnetico e delle radio onde. E’ un’analisi dell’abitazione che in Germania è richiesta da moltissime persone poiché fa parte del loro concetto di “igiene abitativa”: nel passato gli Heilpratiker (naturopati) si occupavano di vedere se le abitazioni possedevano le norme igieniche relative ad arieggiamento, illuminazione, riscaldamento, ecc., ora si occupano di verificare anche le condizioni di “igiene elettromagnetica”, altrettanto importanti per l’inquadramento diagnostico dei pazienti da parte dei medici curanti. Non vi è quindi in origine alcun collegamento tra la “geobiologia” e il concetto, fatto passare attualmente dalle ditte produttrici di pseudoschermature, di “bonifica” o di “schermatura” degli ambienti abitativi; nemmeno il concetto di “domoterapia” formulato come medico dal dr. Hartmann aveva nulla a che fare con la disposizione di pseudoschermature poiché indicava la necessità di modificare la situazione in cui vivevano i pazienti cambiando posizione ai letti se fossero stati in coincidenza di zone di disturbo ed evitando i materiali e le sostanze chimiche nocive. Riassumendo: “geobiologia” vuol dire analisi delle stanze, eseguite da esperti qualificati, per rintracciare le zone di disturbo da evitare; “geobiologia” non vuol dire acquisto di stuoie o altri oggetti pseudo-schermanti.

Cosa sono le “zone di disturbo” a cui fate riferimento?

Le zone di disturbo sono “microzone” energeticamente attive dovute a fenomeni geologici quali scorrimenti di acqua sotterranea, linee di fratturazione o dislocazione delle rocce del substrato, faglie e ai punti di massima intensità dei reticoli energetici (nel sito si può trovare il catalogo completo delle zone di disturbo stilato dall’Istituto GEA). Questi fenomeni causano un campo energetico in superficie, molto verticalizzato come una “parete” invisibile, e questo campo può coinvolgere chi dorme. La nocività delle zone di disturbo è data dal permanere a lungo esposti all’irradiazione di queste “microzone” attive. Questa esposizione provoca la “focalizzazione” che tenendo in continua irritazione una parte dell’organismo crea una ipertrofia immunitaria locale che causa autoaggressione e, alla lunga, esaurisce le difese immunitarie generali, permettendo così che si possano instaurare o aggravare le patologie che sono peculiari della genetica e della tipologia caratteriale della persona. Si può riscontrare l’insorgenza delle patologie proprio nei distretti corporei interessati dalle zone di disturbo che insistono sull’organismo a riposo, o – più raramente – le patologie si riscontrano negli organi legati energeticamente secondo la Medicina Tradizionale Cinese o per catena ormonale a quello irradiato.

Cosa succede se dormendo si è esposti ad una “zona di disturbo” e perché è così importante il posto dove si dorme?

Nelle parti del corpo irradiate da una zona di disturbo si ha una “focalizzazione” che avvia o alimenta il processo di infiammazione, invecchiamento e degenerazione dei tessuti. Questo processo di “ipertrofia immunitaria locale” dà origine alle patologie autoimmuni o degenerative croniche, e alla fine anche ai tumori. Non esiste una correlazione tra l’esposizione alle zone di disturbo e una singola patologia precisa: la patologia che si potrà scatenare dipende dall’ereditarietà e dallo stile di vita, ma sarà quasi sicuramente a carico di un organo o di un tessuto compreso nella porzione di corpo che è stata irradiata per molto tempo. Il posto del letto è importante perché l’irradiazione delle zone di disturbo naturali è a bassissima intensità e per causare effetti (geopatologie) deve essere ripetuta nel tempo per un numero elevato di ore, quindi le posizioni più pericolose sono quelle dei letti dove, se vi è una zona di disturbo, ogni notte si ripete l’esposizione per 7-8 ore arrivando a 2300-2600 ore l’anno. Nel sonno il sistema immunitario è già in iperattivazione, quindi è più suscettibile di innescare l’aggressione autoimmunitaria perciò dormendo siamo più esposti ai danni delle irradiazioni e delle informazioni nocive. La ripetizione continua dell’esposizione all’irradiazione delle zone di disturbo diventa una fonte di infiammazione per gli organismi coinvolti. Questa situazione di reiterazione si ha tipicamente per il posto in cui si dorme che spesso resta fisso per decenni. Fortunatamente nelle abitazioni sono sempre presenti “zone neutre” dove disporre i letti e solo in casi molto rari ed estremi l’intera estensione della casa può risultare coinvolta da una zona di disturbo (grandi faglie).

Ci sono degli studi scientifici che dimostrino la nocività delle “zone di disturbo”?

La Geopatologia ha ottenuto la dimostrazione che il protrarsi nel tempo dello stress creato dal luogo è un fattore di rischio molto importante per la salute da quando è stato condotto lo studio scientifico “Fattore di rischio del sito, ricerca scientifica sul problema dell’influsso delle zone “rabdomantiche” sugli esseri umani”, Bergsmann dr. Otto (“Risikofaktor Standort, Rutengängerzone und Mensch”), edito da Facultas Universitäts Verlag, Wien 1990, e finanziato dallo stato austriaco per verificare se davvero insorgono alterazioni alla salute con la permanenza in zone considerate “di disturbo” individuate con metodiche “rabdomantiche”. Questo studio, condotto da un medico inizialmente scettico, è molto importante poiché ha dimostrato che anche con la breve permanenza di 30 minuti in queste zone di disturbo avviene una reale variazione dello stato ormonale (serotonina) e di altri parametri che coinvolgono lo stato di salute (24 parametri biologici analizzati su 985 persone con 6943 esami) tra cui la VES che conferma l’effetto infiammatorio. Le conclusioni cui giunge questo studio sono i più validi supporti scientifici alla necessità di non permanere, almeno mentre si sta dormendo, in corrispondenza dell’irradiazione di microzone con caratteristiche disturbanti (zone di disturbo). Si riportano alcuni passi di queste conclusioni: – “…In questo caso su 24 parametri o fenomeni analizzati, in 12 si era riscontrato un influsso molto significativo dovuto al luogo sul comportamento della regolazione, in 5 una tendenza, in 6 nessun influsso. Per come è strutturata la nostra ricerca, la variazione di un solo parametro sarebbe già una prova dell’effetto del sito… L’effetto dei fattori ambientali sui sistemi di regolazione dell’organismo umano è senza dubbio suffragato da questo fatto… Se i risultati della ricerca sono catalogati e valutati in base alla significatività biometrica sono in posizione di primo piano il comportamento della Serotonina e della VES… La Serotonina si riduce nella zona di disturbo ed il suo precursore metabolico, il triptofano, si alza tendenzialmente. Questo può essere interpretato come un processo di compensazione… La serotonina è da un lato il neurotrasmettitore del sistema parasimpatico, che ha il compito di predisporre l’energia; d’altro lato, in questa sua caratteristica ha un effetto tranquillante per cui viene anche definita come un “sonnifero”. Dalle nostre ricerche non è possibile cogliere come e perché si arriva ad una riduzione della Serotonina. Bisogna prendere atto del risultato come di un fatto. Bisogna però anche tener presente che alcuni sintomi di eccitazione attribuiti all’effetto del sito, quali per es. insonnia, nervosismo, ecc. possono essere attribuiti alla carenza di Serotonina… l’iperattività è presente in caso di carenza di Serotonina … L’effetto del sito non dà luogo ad un processo che conduce inevitabilmente alla malattia. È piuttosto un fattore di rischio, il quale può intensificare l’effetto di diversi fattori patogeni… solo nell’interazione con questi altri fattori, il fattore di rischio dovuto al luogo può acquisire un’importanza patogena. … È certo che una delle misure (di prevenzione) più importanti è realizzare una condotta di vita flessibile con cui evitare da un lato lo stress prolungato dovuto alla permanenza in una zona perturbata e dall’altro lato ridurre i disturbi vegetativi. … Risulta quale conseguenza logica che il cambiamento del sito non può sostituire la terapia medica, ma può tuttavia essere di sostegno alla terapia medica.”-

Vorrei avere una consulenza per la mia casa sulle zone geopatogene. Come posso trovare informazioni in proposito e un consulente vicino a dove abito?

Tra gli articoli contenuti in questo sito geobiologia.it c’è modo di farsi un’idea di come la pensiamo noi di GEA riguardo alla Geobiologia e alle indagini geobiologiche, quindi credo abbia la possibilità di capire come si comportano i nostri Esperti. Può vedere il Regolamento Operativo deontologico a cui ci atteniamo in un’altra pagina del sito. Inoltre può vedere l’elenco degli Esperti nella pagina dedicata e scegliere quello che abita più vicino a lei.
Di solito si fanno analizzare le stanze dove si dorme ed eventualmente i posti dove si sosta di più soprattutto per il relax; la ricerca delle zone di disturbo richiede alcune ore e si conclude con la trasposizione su una planimetria dell’appartamento delle zone di disturbo trovate; l’esperto le invia poi una relazione con la mappa delle zone di disturbo individuate, le spiegazioni e i consigli. Questi sono gli elementi che compongono una consulenza di un nostro esperto che è tenuto a non consigliare in alcun modo “schermature” di qualsiasi natura per le zone geopatogene, mentre per eventuali emissioni tecniche può consigliare a suo piacimento ma possibilmente più di una ditta, dato che per statuto non ci vincoliamo a nessuno con accordi commerciali.
Posto che il costo di un’indagine geobiologica NON dipende dal tempo impiegato né dal numero di esperti che la esegue, ma dai mq della superficie analizzata, i costi della consulenza sono liberamente scelti da ciascun esperto, con una cifra minima stabilita dal Consiglio Direttivo dell’Istituto sotto la quale non può scendere.

Ho un problema di insonnia cronica e mi è successo di vagare da un medico all’altro, sottopormi a un sacco di esami clinici senza risolvere niente. L’unica risposta che ho ottenuto finora è che è un problema psicosomatico. So invece che molti fattori possono essere causa di insonnia; mi chiedo perciò se può essere la posizione del letto a causarla.

L’allergia alimentare provoca sintomi come l’insonnia, ma bisogna considerare anche altri fattori come l’eventuale esposizione a campi elettromagnetici naturali o artificiali, specialmente se ad essere più esposta è la testa.
Consigliamo quindi per l’immediato di provare ad eliminare tutte le apparecchiature elettriche dai dintorni del letto, comprese lampade da comodino ecc. lasciando solo apparecchi a batteria. Poi, se non dovesse cambiare nulla, di spostare il letto di un po’ per provare ad evitare un eventuale disturbo naturale, sapendo però che operando lo spostamento alla cieca, senza la mappa delle zone di disturbo fornita dall’analisi di un nostro Esperto, non si ha la garanzia di uscire dall’eventuale disturbo; ma provare non nuoce. É evidente inoltre che se vi fosse una origine esterna di un campo elettromagnetico tecnico come un cavo dell’alta tensione o un’antenna trasmittente molto vicini, questi consigli sarebbero inutili, però è opportuno dare un’occhiata fuori e accertarsi della presenza o meno di questi fattori di disturbo.

Mio marito vive in questa casa da 50 anni senza problemi. Viviamo insieme da 15. Io quando sono nella camera da letto sono spesso agitata, in tensione e, da sempre, ho dei problemi a dormire. Mio marito invece non accusa alcuna problematica. Come si può spiegare?

E’ normale che tra i due coniugi la sensibilità ad eventuali disturbi geobiofisici o geobiologici sia diversa e che prevalga in uno mentre l’altro sembri non accorgersene molto; vi è anche il fatto che suo marito è cresciuto in quella casa standoci per 50 anni quindi si è abituato (assuefatto) al tipo di scambio energetico presente nel substrato geologico e ad eventuali microzone di disturbo locali; mentre lei è arrivata lì 15 anni fa e quindi sente maggiormente eventuali disagi; sicuramente sarebbe interessante per lei ricordare le primissime sensazioni provate nel dormire in quella stanza, prima di abituarsi. Per l’aspetto elettromagnetico, il possibile irraggiamento nocivo dovuto a fonti tecnologiche o naturali, la nostra esperienza ci porta a pensare che potrebbe esserci una situazione geobiofisica (lo scambio energetico del substrato con le persone) che a lei non è confacente e che invece suo marito tollera bene; mentre a livello particolare della sua stanza potrebbe esserci una zona di disturbo locale che coinvolge solo lei.

Abbiamo già fatto uno spostamento del letto all’interno della stanza che essendo piccola non consente molte manovre. Ma la situazione non è migliorata così mi piacerebbe chiedere un’analisi geobiologica. Sono però molto preoccupata per l’esito della consulenza perchè per vari motivi l’ipotesi di cambiare casa non è praticabile.

Potrebbe esserci una zona di disturbo abbastanza estesa o disposta in modo tale da influire su comunque anche dopo lo spostamento del letto; non si può saperlo da lontano, i nostri esperti non sono “maghi” ma soggetti ipersensibili al magnetismo che utilizzano questa dote genetica per individuare le zone di disturbo naturali per le quali non vi sono ancora strumenti elettronici di misurazione e per capire come avviene lo scambio energetico del territorio dove si trova, se cioè è in assorbanza (assorbimento di energia), in emittanza (emissione di energia) o “bilanciato”, ma devono essere sul posto, cioè devono fare un sopralluogo. Noi dell’Istituto GEA sappiamo che si tratta di elettromagnetismo naturale, perciò rifuggiamo l’esoterismo (pur non chiudendo la porta alle possibilità). Ma per valutare dove è bene mettere il letto l’esoterismo non serve, anzi danneggia; serve invece il pragmatismo, e la metodologia, cose che insegnano in Germania al corso del Forschungskreis fur Geobiologie “dr Ernst Hartmann”. La sua preoccupazione rispetto all’ipotesi di cambiare casa è comprensibile, ma è una possibilità davvero molto rara: in tanti anni di consulenze i nostri esperti lo hanno dovuto consigliare solo a pochissime persone che vivevano in situazioni totalmente compromesse da faglie o da estesi paleoalvei (scorrimenti veloci di acqua sotterranea); invece a qualche persona in più hanno dovuto dire di cambiare stanza, mentre per la grande maggioranza dei casi è stata trovata una adeguata posizione del letto nella stessa stanza già occupata. Speriamo che sia così anche per lei, anche se ha una stanza piccola, al massimo dovrà cambiare le funzioni abitative trasformando in camera matrimoniale uno studio o la camera degli ospiti. Il compito dei nostri esperti è quello di fornire una mappa corretta e una relazione che la illustri e di dare dei consigli riguardo alla possibile posizione del letto. Le scelte poi le farete voi, e prima di farle potrà anche consultarsi con il suo medico una volta che avrà mappa e relazione da mostrargli.

Ho un gatto che predilige alcuni posti della casa per dormire, uno di questi posti è il mio letto; ho sentito in un programma televisivo che i gatti dormono sui “nodi” geopatici: devo preoccuparmi e spostare il letto?

Da decenni ogni volta che si parla di geobiologia esce sempre l’esempio del gatto che dormirebbe sugli incroci del reticolo energetico parallelo al nord (detto di Hartmann) e pare che siano stati proprio alcuni collaboratori del dr. Hartmann a mettere in giro questa voce molti anni fa, sebbene a noi questa voce richiami molto l’assurda accusa medievale contro i gatti “complici” delle streghe e per questo perseguitati, invece di essere tenuti in gran conto perché cacciatori dei topi le cui pulci portavano la peste (solo la Repubblica di Venezia proteggeva i gatti per questo motivo con pene severe per chi li avesse molestati o uccisi). L’esperienza di alcuni nostri esperti che hanno in casa gatti ci dice però che quando dormono completamente rilassati, voltati a pancia in su, sono sempre in posti non disturbati; quando dormono accoccolati con un occhio solo (un solo cervello) alla volta, possono anche essere su zone disturbate poiché per un certo periodo non ne risentono, anzi al contrario di noi e della maggior parte degli altri mammiferi, possono utilizzarle per caricarsi. Possono non vuol dire devono: infatti a nostro parere i gatti sono dei veri esperti di Feng Shui nel scegliere i posti e in genere li scelgono in modo tale da “dominare” l’ambiente e controllare le vie di accesso e le persone, più che perché vi sono zone di disturbo. Inoltre, nonostante nei programmi televisivi si esprimano in questo modo scorretto, nel nostro modo di esprimerci mutuato da quello del Gruppo di Ricerca per la Geobiologia del dr. Hartmann “nodi” non significa niente, si parla invece di zone di disturbo, alcune delle quali sono dovute ai punti di massima intensità (detti “incroci”) dei reticoli energetici, altre alla situazione geologica; il luogo può essere “geopatogeno” cioè generatore di patologia dovuta al terreno, non “geopatico” che invece significa “che è ammalato per il luogo” al pari di “cardiopatico”: che è ammalato per il cuore. Rispetto infine ad un eventuale spostamento del letto, per dire che vi è una zona di disturbo non ci si può fidare della scelta del gatto per riposarci, ma si dovrebbe farlo dopo aver avuto una mappa delle zone di disturbo presenti nella stanza in modo da andare a colpo sicuro. Però se proprio vuol provare dovrebbe osservare se, dopo aver spostato il letto, il gatto va ancora nello stesso posto (ad esempio sempre in corrispondenza al punto in cui dorme lei) oppure si sposta di conseguenza cercando nuovamente il punto che si sospetta disturbato. Ma attenzione: i gatti a volte ci scherzano, tanto a loro queste zone di disturbo non fanno molto male!

Ho letto che le radiazioni cosmo-telluriche (oltre a quelle tecniche) divengono pericolose durante il sonno in quanto dormendo l’organismo umano si ritrova con le difese immunitarie ridotte al 30%.?Inoltre gli effetti di dette zone aggressive sono amplificati per la presenza di varie griglie ortogonali o reti. Cosa c’è di vero?

Gli studi scientifici più recenti hanno dimostrato proprio il contrario, cioè che mentre si dorme il sistema immunitario è al massimo dell’attivazione, per questo c’è un pericolo ad esporsi alle radiazioni delle zone di disturbo naturali che stimolando ulteriormente il sistema immunitario possono portarlo all’autoaggressività e quindi a innescare patologie autoimmuni.

In una conferenza il relatore ha detto che nei casi accertati di disturbi geopatogeni si sistema nel letto un biodispositivo, una stuoia, che ha un effetto schermante delle radiazioni telluriche e tecniche e si studiano nel tempo gli eventuali effetti.?Ha sostenuto che sono stati condotti alcuni esperimenti con il biodispositivo per chiarire meglio la capacità schermante del biodispositivo stesso; infatti dalla lettura dei dati a disposizione ha affermato di aver potuto effettivamente rilevare un miglioramento dei soggetti che utilizzano il biodispositivo. È consigliabile acquistare questa stuoia schermante?”

Chi vende la stuoia ha un interesse diretto a dimostrare che il suo “biodispositivo” funziona, perciò è l’ultima persona che dovrebbe eseguire esperimenti e tirare conclusioni sul “biodispositivo” stesso. Le molte e ripetute prove del Forschungskreis für Geobiologie, condotte in cieco, hanno sempre dimostrato che queste stuoie non hanno alcun effetto, e questo è anche il risultato degli esperimenti in cieco condotti dall’Istituto GEA. Quindi noi non consigliamo affatto l’acquisto di simili prodotti inutili, ma consigliamo di richiedere una analisi geobiologica da parte di un esperto qualificato (come quelli che si possono trovare all’elenco pubblicato in questo sito) che compili una “mappa delle zone di disturbo naturali” e di evitare di conseguenza di dormire o riposare in loro coincidenza.

Ho letto in un sito web sulle “zone energetiche” della Sardegna che un geobiologo ha scoperto che nei nuraghi non ci sono “linee Hartmann” e che pertanto sono un luogo puro, neutro. È possibile tutto ciò?

Andare nei nuraghi e fare la ricerca dei reticoli energetici (se si sa fare davvero) dimostra facilmente il contrario. Semmai è interessante vedere come sono disposti questi monumenti rispetto ai reticoli. Si tratta di affermazioni “teoriche” basate su presupposti sbagliati e non comprovate da alcuna verifica pratica. Sarebbe più intelligente non scrivere simili cose in un sito web se non si ha la capacità di eseguire rilievi percettivi dei reticoli energetici e quindi di controllare se corrispondono alla realtà.

Nello stesso sito web era affermato che le “tombe di giganti” producono una elevata vibrazione che nei tempi antichi permetteva la guarigione. So che molte persone vanno in alcune di queste tombe per provare a guarire, sono illusioni o c’è qualcosa di vero?

Le “tombe di giganti”, monumenti megalitici del secondo millennio a.c., sono state disposte in aree dove lo scambio energetico è molto elevato e favorevole al benessere, quindi entro certi limiti permanendo e digiunando, è verosimile che nell’antichità avvenissero degli sblocchi, delle “guarigioni” autoindotte dalla riattivazione delle forze di reazione guaritiva interne all’organismo stesso. La responsabilità di queste “guarigioni” è però del terreno e del suo tipo di energia, non delle tombe che invece sono state poste proprio lì per sfruttare quell’energia dato che non erano pure e semplici tombe, ma luoghi di culto legati alla rinascita dopo la morte. Ancora una volta il pensiero magico scambia i termini delle cose e non capendo niente di emissioni energetiche del substrato geologico attribuisce ai manufatti archeologici “poteri” emissivi di misteriose onde guaritrici, come fossero specie di antenne trasmittenti, poteri che non possiedono affatto. L’analisi geobiofisica di questi luoghi archeologici permette attualmente di comprendere la situazione energetica e i suoi effetti sulle persone, quindi se si lascia via il pensiero magico infantile e si usa il pensiero ragionevole degli adulti si capisce che gli antichi costruttori di questi monumenti riuscivano a percepire lo scambio energetico dei luoghi e a scegliere di conseguenza i posti adatti ad ogni funzione significativa e sacra, in quei posti venivano edificati i templi di pietra a servizio delle comunità che popolavano la zona.

Ho letto che le dimensioni della Rete H sono influenzate dalla composizione del sottosuolo, da come è fatto il palazzo, dalle strutture metalliche che tendono a infittire la rete e dai campi elettromagnetici che vi possono essere. A questo punto come si può fare per non esporsi agli incroci?

Migliaia di persone con anni e anni di esperienza nella individuazione dei campi energetici reticolari concordano sul fatto che le dimensioni e la forma della griglia della rete H in qualsiasi situazione di sottosuolo o di campi elettromagnetici tecnici restino regolari e si scostino di poco da quelle canoniche di m 2 x 2,50. Per scrivere il contrario è evidente che non si è capaci di rilevare il reticolo.
L’esperienza del Forschungskreis für Geobiologie e dell’Istituto GEA è concorde nel ritenere che il reticolo H non subisca influenze di sorta dalla composizione del sottosuolo, dalla forma dell’edificio, dalle strutture metalliche, né dai campi elettromagnetici.

Ho assistito ad una conferenza in cui un geobiologo ha affermato che per calcolare dove arriva l’influenza di un nodo possiamo immaginare una circonferenza del diametro di circa un metro e mezzo con al centro una colonna energetica di 21 centimetri; lì vi è l’intensità massima che pian piano decresce fino ad annullarsi quando ci allontaniamo di circa un metro e mezzo dal centro. ?Quindi dormendo a 60 centimetri dal centro del nodo la sua influenza ci colpirà “di striscio” e non sarà così intensa come se l’energia del nodo colpisse in pieno un organo. Non avevo mai sentito che gli incroci del reticolo espandessero la loro energia per così tanto spazio attorno. Se fosse così sarebbe praticamente impossibile evitarli. Voi che esperienze avete a riguardo?

Solo non riuscendo a rilevare i reticoli energetici si possono fare affermazioni tanto sbagliate. La conoscenza empirica diffusa tra gli esperti che sanno individuare i reticoli è che si tratti di “pareti” verticali che rimangono tali salendo da un piano all’altro senza inclinarsi, allargarsi o restringersi, perciò una analisi eseguita ad un piano è valida anche per il piano sotto e per quello sopra. La nostra esperienza quindi è che non vi sia alcuna influenza dei reticoli e dei loro incroci nello spazio intorno, anzi ci dice che si tratta di campi energetici “confinati” verticalmente, come delle pareti. I “bordi” delle pareti dei reticoli sono ben percepibili per un esperto ipersensibile ed è chiaro che prima del bordo non vi è alcuna influenza del campo reticolare o alcun decrescere dell’intensità del campo reticolare. Si tratta di errori di rilevazione dovuti a capacità sommarie e all’ignoranza dei metodi di percezione messi a punto dal Forschungskreis für Geobiologie e dall’Istituto GEA.

Ho letto in un sito web che non tutti i nodi hanno la stessa intensità e quindi la stessa carica negativa. Secondo questo sito è stimato che solo 1 su 7 possiede energia per noi veramente deleteria e che la grandezza dei rettangoli dipende dai seguenti fattori: la fase della Luna, la vicinanza di linee ad alta tensione che influenzano il reticolo per centinaia di metri, la presenza di corsi d’acqua sotterranei a forte portata, le condizioni climatiche, l’intensità delle radiazioni cosmo telluriche. Quindi non tutti gli incroci sarebbero nocivi e la loro grandezza sarebbe variabile?

La stima di 1 su 7 devono averla fatta col pendolo su una mappa, come usano i radiestesisti.
Se invece si va sul posto, come fanno gli esperti dell’Istituto GEA, e si individuano realmente gli incroci dei reticoli energetici si vede intanto che sono dei quadrati e non dei rettangoli, e poi che sono tutti uguali, hanno tutti la stessa nocività e che la Luna, gli elettrodotti e gli scorrimenti di acqua sotterranea, il clima e le radiazioni “cosmotelluriche”, non influenzano né la loro posizione né la loro intensità. Sembrano vaneggiamenti di persone completamente slegate dalla realtà di questa materia.

Ho sentito dire che il campo magnetico all’interno della zona neutra si differenzia sensibilmente da quello misurato su uno dei ‘muri invisibili’, e più ancora, nei punti d’incrocio all’intersezione delle linee nord-sud ed est-ovest. Perciò si può ottenere una rilevazione tecnica strumentale degli incroci dei reticoli. Perché non la proponete?

Sono state condotte moltissime misurazioni con geomagnetometri di precisione rilevando solo che all’interno delle abitazioni queste misurazioni non hanno alcun senso per la presenza di troppi elementi ferromagnetici che inquinano i dati. Solo in aperta campagna, lontano da qualsiasi elemento ferromagnetico, si può fare qualche considerazione, ma finora nessuno ha fatto questo esperimento, nemmeno noi di GEA. Nelle abitazioni in ogni caso il geomagnetometro è inutile ed è necessario procedere con la rilevazione percettiva da parte di un esperto ipersensibile.

Ho letto di “camini cosmotellurici della rete di Curry” che sarebbero dei condotti verticali che rendono possibile il fluire di energie dal cielo alla terra e viceversa. La loro dislocazione è ovunque ed indipendente dalle reti. Le loro forme sono cilindriche con diametro variabile da un camino ad un altro. Si compongono di un nucleo che ha un’attività più intensa della circonferenza. La loro funzione risiede nel fatto che permettono un flusso di inspirazione/espirazione della terra. Ero convinto che il reticolo di Curry e i camini cosmotellurici fossero due cose differenti, invece è possibile che si tratti dello stesso fenomeno?

È incappato in assurdità date per vere sulla base di speculazioni mentali avulse da qualsiasi riscontro con la realtà. Prima di scrivere simili stupidaggini queste persone dovrebbero avere l’umiltà (e l’intelligenza) di conoscere abbastanza bene la materia, soprattutto di conoscerla in pratica. Il reticolo energetico diagonale al nord, detto di Curry, non ha niente a che vedere con i “camini cosmotellurici” che sono altri e diversi fenomeni energetici, ma non sono nemmeno i fenomeni descritti nell’articolo che ha letto che invece sono un tipo di “campi a spirale” (quelli cosiddetti “periodici” che ruotano cioè per un periodo in un senso e poi per lo stesso periodo nell’altro).

In un programma televisivo hanno parlato di “ley lines”: letteralmente piste diritte, che costituiscono una rete di tracciati che uniscono luoghi ad alta energia distanti anche centinaia di chilometri. Hanno mostrato su una carta geografica che una delle più importanti unisce Carnac in Francia, con Karnak in Egitto passando per il centro di Lione e per i Fori Imperiali a Roma. Importante è anche quella che unisce Mont Saint Michel in Normandia con Monte Sant’Angelo in Puglia passando per la Sacra di san Michele in Piemonte. Mi sembra però che nel vostro sito non parliate mai di questo fenomeno. Come mai?

Per prima cosa bisogna tracciare le linee su un mappamondo, e non sulle carte, dal momento che le carte geografiche sono redatte con una proiezione, come quella di Mercatore che è la più diffusa, che distorce molto la dimensione e le forme dei continenti, e per seconda cosa bisogna andare sul posto e percepire se ci sono davvero. A noi non è mai successo di trovare qualcosa che potesse assomigliare alla descrizione delle ley lines, ma nemmeno qualche forma di energia a noi sconosciuta alla quale far risalire l’idea delle ley lines, in nessun posto dove abbiamo effettuato analisi geobiologiche, compresi nuraghe, tombe di giganti e monumenti come Castel del Monte, nei quali altri autori affermano che vi sia il passaggio di queste forme di energia. La stessa cosa succede anche agli esperti del Forschungskreis für Geobiologie che hanno molti più anni di lavoro alle spalle di noi. Perciò preferiamo non parlare di fenomeni “teorici” dei quali nessuno di noi, né dei nostri referenti tedeschi, ha mai fatto esperienza concreta.

Nella stessa trasmissione hanno detto anche che esiste una “rete Crowned” o “rete Coronata” o “largo-zona” che è considerata un’estensione della rete di Hartmann, ha un orientamento ortogonale forma una griglia con maglie di 100 chilometri per lato collegando i grandi “santuari” del pianeta come il complesso reticolo delle chiese francesi dedicate a Nostra Signora. Neanche di questo fenomeno fate mai cenno nel vostro sito.

A nostro parere non si può dare bada a simili affermazioni che non possono essere state in alcun modo tratte da una pratica di rilievo percettivo in loco, ma tendono solo a far colpo su ascoltatori poco critici e poco colti. In ogni caso non abbiamo alcun interesse per questo eventuale fenomeno dal momento che è sicuramente una speculazione mentale, più ancora delle ley lines.

Ho letto che l’acqua, passando fra le rocce, provoca una corrente elettrica proporzionale alla velocità di scorrimento che è in grado di influenzare l’ambiente in superficie. L’effetto sarà più o meno intenso a seconda che si tratti di acqua piovana, più pura o di acque ricche di sali minerali dotate di una maggior conduttività. È dunque per questo che bisogna evitare questi scorrimenti?

In quello che ha letto vi è un errore poiché è abbastanza noto che la corrente elettrica non oltrepassa materiali conduttivi e nel sottosuolo anche uno strato un po’ umido la ferma e semmai la convoglia comportandosi come un cavo conduttore senza lasciarla uscire in superficie. Non è il campo elettrico emesso dall’acqua in scorrimento veloce (e con moto vorticoso) che oltrepassa i materiali del terreno, ma il relativo campo magnetico a bassissima frequenza. Questo campo è il responsabile della nocività degli scorrimenti veloci di acqua sotterranea. Esemplificando molto, dormire in corrispondenza di uno scorrimento di acqua sotterranea è come dormire sulla verticale di un cavo dell’alta tensione interrato.

Ho letto in un sito web che in molti casi non si può evitare una zona geopatica senza vendere la casa, traslocare o affrontare ricostruzioni costose. Perciò si deve proteggersi dalle zone geopatiche schermandosi. Nel sito si dice che già gli antichi egiziani usavano mettere intorno al letto pietre di agata o le fissavano al letto stesso, oppure vari rimedi che vanno dalla spirale di filo di rame fino all’amuleto e agli “scongiuri”. Il sito sconsiglia piatti o fogli di metallo poiché vi è il pericolo che l’effetto di protezione venga perso dopo un certo tempo attraverso la ionizzazione o il caricamento del materiale. Il sito consiglia invece i cosiddetti “raddrizzatori” che sono adatti all’eliminazione del reticolo globale ed anche delle radiazioni più deboli che si originano da corsi d’acqua e da faglie. È Chiaro che io non potrei cambiare casa o fare dei lavori costosi, quindi dovrei ricorrere a un sistema di schermatura. Voi quale consigliate?

Queste frasi che ha letto sono molto interessanti perché mettono in evidenza l’origine, il substrato, del pensiero radiestesico che mescola la Geobiologia con gli amuleti e gli scongiuri degli antichi. Questo tipo di pensiero ci riporta indietro a periodi e luoghi in cui l’umanità viveva ottenebrata da religioni terribili e oscure atte a mantenere il potere di ristrette élite in teocrazie assolute. Alla faccia dell’evoluzione del pensiero umano verso la democrazia. Comunque noi consigliamo di NON acquistare alcun materiale o oggetto pseudo-schermante poiché inutili, ma di ricorrere ad un esperto qualificato che fornisca la mappa delle zone di disturbo da evitare. Molto difficilmente la situazione sarà tale da dover consigliare di cambiare casa. Si tratta di rari casi molto pericolosi. Normalmente l’esperto consiglia una soluzione per la posizione dei letti che garantisce di non esporsi alle radiazioni delle zone di disturbo. Inoltre l’intervento professionale dell’esperto è quasi sempre più economico dell’acquisto di un materiale pseudo-schermante.

Un amico bioarchitetto mi ha detto che tutte le strutture metalliche modificano le onde elettromagnetiche quindi è meglio non collocare grandi strutture di metallo come librerie nelle camere o anche nei vani sottostanti. Inoltre la caldaia e l’auto nel garage sotto la camera da letto possono avere un effetto amplificante. Ho il garage sotto la camera da letto, devo quindi preoccuparmi e lasciare fuori l’auto?

Queste affermazioni non sono vere ed è dimostrato dalla pratica del rilievo geobiologico e della misurazione con strumentazione professionale dei campi elettromagnetici tecnici. Caldaie e automobili sotto le camere da letto non apportano alcuna problematica né nei campi energetici naturali, né nei campi elettromagnetici tecnici. Si tratta di vecchie frasi fatte della prima “baubologie” derivate dalla misurazione con geomagnetometri all’interno delle case: le anomalie riscontrate dai geomagnetometri non sono anomalie nel campo magnetico terrestre ma effetti della presenza di metallo ferromagnetico sul geomagnetometro stesso. Per capire meglio la realtà energetica dei luoghi è necessario saper abbinare la percezione ipersensibile con la corretta lettura delle misure strumentali. Perciò per noi può lasciare pure l’auto in garage senza subire nessuna conseguenza. Se vuole può fare una riprova in cieco facendo in modo di non sapere se l’auto è in garage o meno e valutando come ha dormito. Vedrà che non cambia niente.

Mi è stato detto che per neutralizzare gli effetti delle radiazioni telluriche in camera da letto si può ricorrere a dei materiali con proprietà schermanti: un rimedio efficace sarebbe il filo di rame intrecciato su stuoie o coperte di lana pura, e che avrebbero proprietà parzialmente isolanti il legno, il sughero, il bambù e la lana, tutti materiali naturali e non troppo costosi. Li proponete anche voi?

Mi è stato detto che per neutralizzare gli effetti delle radiazioni telluriche in camera da letto si può ricorrere a dei materiali con proprietà schermanti: un rimedio efficace sarebbe il filo di rame intrecciato su stuoie o coperte di lana pura, e che avrebbero proprietà parzialmente isolanti il legno, il sughero, il bambù e la lana, tutti materiali naturali e non troppo costosi. Li proponete anche voi?

Quanto può costare un’analisi geobiologica?

E’ difficile prevedere la spesa di queste analisi poiché ogni Esperto applica parametri diversi al calcolo del preventivo di spesa. Limitando il campo a chi propone solo l’analisi geobiologica senza vendere nulla, le parcelle possono essere abbastanza abbordabili, a seconda dell’operatore.
Non parliamo qui di chi fa pagare il “tentativo di vendita” di un prodotto che dovrebbe avere delle proprietà magicamente schermanti, facendolo passare per un’analisi geobiologica, poiché si tratta di una truffa nella truffa in quanto nel commercio i tentativi di vendita con dimostrazione del prodotto devono essere gratuiti; è chiaro quindi che qualsiasi costo per una finta analisi geobiologica, che in realtà è una dimostrazione di un prodotto per tentare di venderlo, non può assolutamente essere paragonato alle parcelle professionali chieste dagli esperti seri.
Per quel che riguarda gli Esperti presenti nel Registro E.A.G.L. curato dall’Istituto GEA il preventivo di spesa dipende dalla natura delle aree da analizzare – se terreni o appartamenti – dalla superficie da analizzare e dall’approfondimento richiesto nell’analisi. Non vi sono costi aggiuntivi per l’analisi geobiofisica che è svolta a premessa indispensabile alla rilevazione geobiologica delle zone di disturbo. Gli esperti dell’Istituto GEA forniscono un’analisi completa, corredata da una relazione esplicativa e dalla mappa delle zone di disturbo individuate, e formulano un preventivo di spesa basandosi principalmente sulla natura e l’ampiezza del sito da analizzare e NON SUL TEMPO IMPIEGATO per effettuare l’analisi. Inoltre non possono svolgere analisi gratuitamente se non con il permesso del Consiglio Direttivo dell’Istituto GEA per casi particolari, e hanno una tariffa minima che devono rispettare, cioè non possono chiedere una cifra inferiore a quella stabilita e aggiornata come parcella minima dal Consiglio Direttivo dell’Istituto GEA. Ovviamente oltre al rimborso delle spese vive.

Quanto può costare l’analisi geobiologica della mia camera matrimoniale?

I costi delle analisi variano da esperto ad esperto; l’Istituto GEA indica ai suoi Esperti solo i costi minimi da chiedere comunque, quindi sarà richiesto un costo uguale o superiore a quanto da noi proposto come tariffa minima, questo significa che i nostri esperti devono chiedere una parcella per qualsiasi lavoro di analisi geobiofisica-geobiologica, per quanto piccolo sia, più il rimborso spese. Seguendo le indicazioni date dal dottor Ernst Hartmann per cui il fattore economico non dovrebbe impedire a nessuna famiglia di ottenere un’analisi geobiologica, in generale i costi degli interventi dei nostri esperti sono sostenibili da tutti e sono sempre molto minori di quelli per l’acquisto di una “stuoia schermante” che in realtà non serve a niente.

Le “schermature” vendute per ripararsi dagli effetti geopatogeni possono far male?

A nostro modo di vedere le cosiddette “schermature” sono nocive INDIRETTAMENTE poiché fanno credere a chi li acquista di essere così diventati “immuni” dagli effetti delle zone di disturbo quando invece si continua ad essere sottoposti a queste dannose irradiazioni. Come materiali in genere le “schermature” sono inerti, tutt’al più si potranno fare delle critiche rispetto all’ecologicità, alla riciclabilità, ecc. ma in genere sono oggetti inerti investiti di poteri eccezionali solo dall’aura magica con cui sono venduti.
Ci sono delle eccezioni costituite da quegli oggetti che hanno dentro un trasmettitore di radioonde di varie frequenze o da quelle stuoie che hanno dentro delle bande magnetizzate o dei magneti: questi strumenti sono attivi perché immettono nell’ambiente circostante un campo elettromagnetico o magnetico che può avere un’influenza negativa sull’organismo umano soprattutto se ne viene in contatto per molte ore al giorno e a distanza ravvicinata; i fabbricanti non eseguono test e non dichiarano nulla a proposito di effetti collaterali o cautele da tenere, ad esempio in caso di portatori di pace-maker, mentre la somministrazione di un campo elettromagnetico o magnetico sul lungo periodo può avere effetti paragonabili a quelli di un farmaco chimico, effetti collaterali compresi.
La nocività indiretta che hanno le stuoie “schermanti” e tutti gli altri oggetti “antidisturbo” è dovuta al fatto che inducono un’illusoria sicurezza nelle persone che credono di essere così magicamente protette dagli effetti del contatto con l’irradiazione della zona di disturbo o del campo elettromagnetico tecnologico e quindi non prendono precauzioni rimanendo però esposti alla nocività e al danno conseguente, dato che tutti gli oggetti e le stuoie in commercio non hanno alcun effetto sulle emissioni elettromagnetiche tecniche e sulle zone di disturbo naturali. Non possono avere effetti schermanti poichè si ha a che fare con radiazioni, tecniche o naturali, e sia la ragionevolezza, sia l’esperienza pratica di chi come noi è ipersensibile (e quindi in grado di percepire bene questi campi) dicono che ci vorrebbe ben altro che una stuoia “schermante” per irradiazioni che oltrepassano spessi strati di terreno. In pratica gli oggetti antidisturbo fanno male poiché lasciano le persone esposte alle zone di disturbo convinte di non subire alcun danno, inconsapevoli, e questo peggiora la situazione per la persona esposta rispetto anche al non sapere niente di geopatologia o al non crederci. Secondo il FFG “dr. E. Hartmann” (gruppo tedesco fondato dal medico Ernst Hartmann per studiare la geobiologia e la geopatologia) l’effetto placebo indotto dall’acquisto di uno di questi oggetti antidisturbo dura da uno a tre mesi, raramente di più; dopo di che la persona si rende conto che non è cambiato nulla e allora ha due strade davanti: proseguire nel pensiero magico della chimera della “schermatura” e andare alla ricerca della “stuoia giusta” o dell’ “oggetto antidisturbo migliore” imboccando una via che porta a spendere molti soldi per niente in una spirale perversa simile a quella in cui cadono gli sprovveduti clienti dei “maghi”, oppure ammettere che queste “schermature” non servono a niente e che è meglio chiamare un Esperto per sapere dove dormire per non essere coinvolti dalle irradiazioni nocive.

Si sente parlare di “geopatia” e di “geopatologia”, le due parole hanno significati diversi?

In Medicina Funzionale si indica come geopatia il malessere dovuto alla permanenza in corrispondenza di zone di disturbo o di aree non adatte alla permanenza umana, malessere che non si configura ancora come una vera e propria patologia. È la situazione che di solito emerge dall’analisi geobiofisica del sito. Si indicano invece come geopatologie le vere e proprie patologie dovute, come causa principale, all’esposizione alle zone di disturbo. È la situazione che emerge da una diagnosi medica approfondita in questo senso e che può essere prevenuta con l’analisi geobiologica del sito e la conseguente disposizione dei letti in zone non irradiate. Se si può fare una correlazione diretta tra l’insorgenza di una patologia e una determinata zona di permanenza questa zona si definisce “zona geopatogena” o, come introdotto dalla Geobiologie tedesca, “zona di disturbo” (non certo quindi “geopatia” come fanno alcuni geobiologi!). L’evidenza clinica dei medici più evoluti, esperti in Medicina Tradizionale Cinese e in Medicina Funzionale, dimostra che dormendo o sostando a lungo in corrispondenza delle zone di disturbo si altera notevolmente la normale funzionalità del sistema immunitario che instaura un’iperattività con autoaggressione nel settore irradiato e una corrispondente mancanza in altri settori, fino alla caduta delle difese. Il sistema immunitario quindi si squilibra fino ad arrivare al pericolo grave. Questa situazione è definita “geopatologia”.

Quale metodologia utilizzano gli esperti dell’Istituto GEA per localizzare i nodi di Hartmann e Curry; quali soluzioni consigliano per annullare gli effetti nocivi dei “nodi” ?

Il modo di vedere la Geobiologia di chi si esprime così dipende da quello proprio della radiestesia ed è molto diverso dal nostro. Per capire la differenza tra le due visioni spieghiamo i seguenti punti:

  • noi dell’Istituto GEA non crediamo che le radiazioni naturali che compongono i reticoli energetici si possano “schermare” con qualcosa che sia disponibile attualmente. Questo perché sono state fatte prove in cieco con schermature tecniche industriali sia per le bassissime frequenze che per le alte frequenze senza alcun risultato.
  • Il problema sta però nel metodo: per ottenere dei risultati che abbiano qualche significato in questa materia occorre eseguire le prove con il metodo scientifico utilizzando il metodo del cieco e se possibile del doppio cieco. Se si utilizza anche solo il metodo in cieco ogni pretesa schermante dei vari oggetti messi in circolazione da radiestesisti e rabdomanti viene subito a cadere. Questo è per noi far ricorso a un pensiero ragionevole e adulto.

Quanto alla metodologia che utilizziamo per le rilevazioni dei reticoli energetici è quella insegnata in Germania al corso del Forschungskreis, con una variante legata alla ricerca dell’Istituto GEA che è consapevole che a percepire sono il corpo e il biocampo della persona e non la mente.
Si tratta di individuare i disturbi presenti camminando verso nord (per il reticolo di Hartmann) o a 45° sul nord (per il reticolo di Curry) cercando di riconoscerli dal tipo di effetto che fanno su di noi; il presupposto è di aver già conosciuto in sicurezza ciascuno dei disturbi cercati per poterlo poi riconoscere durante le indagini.
Dal momento che a percepire è la persona, lo strumento che amplifica la reazione di percezione è abbastanza indifferente. Si escludono biotensori e bacchette a “L”, strumenti che non sono stabili camminando e quindi non si possono utilizzare, così come i pendoli molto leggeri, perché si muovono comunque al movimento del corpo.
I nostri Esperti non propongono soluzioni per risolvere gli effetti nocivi degli incroci o delle altre zone di disturbo poiché non ce ne sono.
Per gli scorrimenti d’acqua sotterranea, emettendo campo magnetico a bassissima frequenza, è solo questione di mancanza di ricerca.
Per i reticoli energetici, dopo studi durati circa 10 anni presso le università di München e di Heidelberg, ancora non si sa nemmeno da cosa siano prodotti e non se ne conosce con certezza niente di più che la disposizione spaziale.
Seguendo le indicazioni del dr Ernst Hartmann si deve invece indicare il posto giusto dove mettere il letto in modo che la persona che ci dorme non sia soggetta a radiazioni naturali nocive, e per farlo occorre saper rilevare con precisione le zone di disturbo, mapparle e poi consigliare una posizione adatta per i letti, dal momento che i reticoli si compongono di “pareti” energetiche ben confinate e quindi non causano problemi nello spazio circostante.
Questo è quello che insegnamo all’Istituto GEA e nei corsi dell’associazione “sorella” GEA Elvezia del Canton Ticino.
Del resto se si è su una radiazione localizzata che si sa che è nociva, la cosa più ragionevole e pratica da fare è spostarsi, non acquistare qualcosa che dovrebbe “schermarla” e rimanere sulla radiazione, lamentandosi poi che si sta comunque male e cercando un qualcosa ancora più costoso che dovrebbe essere più “efficace”.
Restare sulla radiazione cercando di “esorcizzarla” con qualche oggetto o stuoia è usare il pensiero magico, un pensiero che in Geobiologia è costoso, inefficace e rischioso.

Istituto Gea