I nostri contenuti
Che cosa facciamo?
L’Istituto GEA interviene culturalmente soprattutto in tre settori che sono collegati tra loro e hanno come fine il mantenimento del benessere e la prevenzione delle patologie: la Geobiofisica, la Geobiologia e l’Elettrobiologia.
I contenuti elaborati dall’Istituto sono descritti nel Capitolo 2 del libro a cura dei docenti M. Grosso e G. Scudo “Progettazione ecocompatibile dell’architettura”, Sistemi Editoriali-Esselibri, 2005.
La geobiofisica
L’istituto GEA ha un patrimonio di conoscenze molto vasto nell’analisi percettiva dell’ambiente.
Il contributo più originale dell’Istituto GEA è condensato nella parola “Geobiofisica”, termine che è emerso nel confronto col mondo della Geologia e della Geofisica.
Un altro contributo originale è la pratica degli esercizi bioenergetici (Qi Gong e Autoregolazione Bioenergetica) che permettono la conoscenza dei flussi energetici nel corpo umano, consapevolezza che è alla base della comprensione dello “scambio energetico” tra luogo e persone.
L’Istituto GEA ha creato una nuova terminologia per indicare la ricerca svolta attraverso la particolare sensibilità di un operatore specializzato che utilizza se stesso come “strumento” e ha chiamato questa ricerca “Analisi Geobiofisica”.
L’Analisi Geobiofisica del sito è l’analisi dello scambio energetico che è in atto tra il substrato geologico e la superficie, completata dalla valutazione delle conseguenze per i viventi, soprattutto sul benessere degli abitanti.
Infatti, se l’intensità dell’emissione energetica o dell’assorbimento energetico del substrato geologico è eccessiva crea nelle persone uno stress cronico che provoca blocchi energetici dovuti a eccessiva carica o scarica energetica.
L’Analisi Geobiofisica permette di stabilire se in un dato luogo vi è prevalenza di assorbanza o di emittanza nello scambio energetico, cioè se è maggiore l’energia assorbita o quella emessa dalle componenti geologiche, e di esprimere considerazioni sulla vocazione energetica di quel luogo.
Anche gli stati di tensione o distensione della crosta terrestre, a livello locale hanno un’incidenza importante sul benessere delle persone.
Si può quindi determinare il grado di compatibilità tra la Matrice Energetica del sito e la struttura bio-energetica delle persone.
La Geologia Percettiva, posta alla base dell’Analisi Geobiofisica, è un ponte tra il sapere scientifico geologico/geofisico e la percezione biofisica dello scambio energetico del terreno e dei suoi effetti.
L’uso dell’autopercezione, attraverso l’Energetica Cinese e l’approccio Bioenergetico, permette di essere consapevoli delle variazioni del proprio stato psicofisico dovute alla permanenza su territori costituiti da varie tipologie di substrato geologico, e di riconoscere lo scambio energetico tra territorio ed essere umano.
L’istituto GEA inoltre ritiene che l’Analisi Geobiofisica sia un contributo alla salvaguardia dell’ambiente, considerando in particolar modo l’ambiente energetico che ci circonda.
Da questo deriva la “filosofia” di adeguarsi alla situazione energetica ambientale evitando le zone con emissioni energetiche a noi nocive senza pretendere di modificare o sopprimere tali emissioni.
La geobiologia
La Geobiologia si può riassumere nella risposta alla domanda il tuo letto è al posto giusto, o dormi in corrispondenza di una zona di disturbo? Risposta in realtà piuttosto complessa. L’Analisi Geobiologica si occupa della relazione tra le zone di disturbo naturali e la salute. Per mantenere il benessere occorre evitare di esporsi a lungo all’irradiazione delle zone di disturbo. Determinanti sono il tempo di esposizione e l’effetto dannoso sul sistema immunitario.
La radiazione di queste zone è di bassa intensità ma può causare effetti dannosi alla salute (geopatologie) se l’esposizione è ripetuta nel tempo per un numero molto elevato di ore, perciò le posizioni più rischiose sono quelle fisse, come accade con i letti.
Inoltre durante il sonno il sistema immunitario è al massimo della sua attività e l’ulteriore stimolo della zona di disturbo rischia di scatenare il processo di infiammazione-invecchiamento-degenerazione dei tessuti organici che è alla base di gravi patologie.
A dimostrazione della nocività delle zone di disturbo vi è uno studio scientifico condotto dal medico prof. Otto Bergsmann: “Fattore di rischio del sito, ricerca scientifica sul problema dell’influsso delle zone ‘rabdomantiche’ sugli esseri umani”, Facultas Universitäts Editrice, Vienna 1990. Le conclusioni a cui lo studio è arrivato sono molto importanti poiché dimostrano che avviene una reale variazione di alcuni parametri che coinvolgono lo stato di salute, dalle alterazioni dello stato ormonale (Serotonina) all’aumento della VES che conferma l’effetto infiammatorio. Il dr Bergsmann afferma: «È certo che una delle misure di prevenzione più importanti è realizzare una condotta di vita flessibile con cui evitare da un lato lo stress prolungato dovuto alla permanenza in una zona di disturbo e dall’altro ridurre i disturbi vegetativi. …Risulta quale conseguenza logica che il cambiamento del posto (del letto) può essere di sostegno alla terapia medica anche se non può sostituirla.».

L’Istituto GEA ha formalizzato un elenco delle zone di disturbo che hanno effetti sul benessere e sulla salute comprovati dai raffronti con le diagnosi mediche.
Le zone di disturbo più frequenti sono dovute ai punti di massima intensità (incroci) dei due reticoli energetici, parallelo al Nord (detto di Hartmann) e diagonale al Nord (detto di Curry). Molto frequenti sono anche gli scorrimenti veloci di acqua sotterranea in fratture o in paleoalvei, meno comuni ma più pericolose sono le faglie e le linee di dislocazione delle rocce del substrato. L’esposizione prolungata a queste zone di disturbo provoca una “focalizzazione” che causa un eccesso di attivazione immunitaria cui può conseguire l’autoaggressione immunitaria.
Incrociando i risultati dell’Analisi Geobiologica con le diagnosi mediche si può facilmente riscontrare che le patologie insorgono proprio nei distretti corporei irradiati dalle zone di disturbo.
Questa situazione di sofferenza può essere prevenuta con l’Analisi Geobiologica e la conseguente disposizione dei letti in zone non irradiate.
Seguendo l’insegnamento del dr Hartmann, l’Istituto GEA propone perciò di far analizzare con scrupolo le stanze da letto per avere la mappa delle zone di disturbo presenti e disporre i letti in modo che non siano in corrispondenza di radiazioni naturali nocive.
A tal fine occorre rivolgersi a Esperti molto qualificati, che non vendano nulla e che agiscano secondo metodologie sperimentate. Per questo L’Istituto GEA ha creato e pubblicato il Registro degli Esperti in Analisi Geobiofisica/geobiologica dei Luoghi (E.A.G.L.) in cui sono presenti esperti affidabili e selezionati.
A sostegno della percezione “rabdomantica”, praticata dagli Esperti per individuare le zone di disturbo naturali, vi è uno studio scientifico del prof. Hans-Dieter Betz dell’università di München: “Ricerca non convenzionale di acqua sotterranea, prova sul campo della metodica rabdomantica in zone aride” pubblicato nel 1993 dal GTZ, Società Tedesca per la Cooperazione Tecnica.
Vedi gli approfondimenti sulla Geobiologia
L'elettrobiologia
L’elettrobiologia è lo studio degli effetti sulla salute delle tecnologie basate sull’elettromagnetismo.
Il moderno ambiente di vita è fatto anche dalle emissioni elettromagnetiche dovute alla tecnologia, in special modo alle teletrasmissioni di radio, televisione, telefonia, satelliti, all’uso di telefoni cellulari e ripetitori wi-fi, al trasporto a distanza dell’energia elettrica, all’utilizzo di elettrodomestici con motori o trasformatori. Come tutte le tecnologie, anche queste hanno due facce: sono utili ma possono anche nuocere. Dipende da come si usano.
L’Istituto GEA ritiene che, per produrre un’analisi energetica completa, sia necessario conoscere anche l’intensità dei campi magnetici ed elettromagnetici tecnologici.
L’intensità di campo che supera determinati valori può essere rischiosa, se non addirittura patologica. Ci sono molti studi indipendenti che lo dimostrano e che aiutano a stabilire le soglie da non superare per preservare la salute di chi si espone alle radiazioni elettromagnetiche.
Basandosi sul principio di precauzione, l’Istituto GEA ha individuato per ciascun tipo di campo elettromagnetico valori di soglia molto cautelativi che i suoi Esperti sono tenuti ad utilizzare per il confronto con i valori misurati negli ambienti analizzati. Inoltre i soci Esperti sono tenuti ad utilizzare strumenti di tipo professionale e a saper condurre le misurazioni secondo le “tecniche internazionali di buona misurazione”. L’Istituto GEA mette a disposizione dei suoi soci Esperti l’aggiornamento costante anche in questo campo.