La Geobiologia si basa sulla metodica di percezione rabdomantica e uno studio scientifico di ampia portata ha dimostrato che la rabdomanzia esiste e funziona, al di là di ogni illazione sulla “lettura della vegetazione” da parte dei rabdomanti. Lo studio dimostra precise individuazioni in zone aride prive di vegetazione di fratture della roccia contenenti acqua in scorrimento veloce, di conseguenza può a ragione essere utilizzata all’interno delle abitazioni.
Presentiamo qui la traduzione del “abstract” dello studio:
Prova sul campo delle metodiche rabdomantiche in zone aride
Abstract da: Hans-Dieter Betz – Dipartimento di Fisica dell’Università di Monaco di Baviera, Coulombwall 1, Germania. Volume 9 Numero 1, pagina 1
Questo rapporto presenta nuove intuizioni nella scelta non convenzionale di localizzare riserve d’acqua contando sulla rabdomanzia e da parte di chi fa affidamento sulla prospezione rabdomantica.
L’efficacia di questo metodo è ancora giustamente discussa.
Ora, comunque, studi estesi sul campo – in linea con resoconti storici dimostrabili ed affidabili – hanno dimostrato che alcuni rabdomanti attentamente selezionati sono sicuramente in grado di scoprire faglie e fratture della roccia con relativa sveltezza e una sorprendente precisione in aree con formazioni rocciose cristalline o calcaree.
Una serie di progetti della Deutsche Gesellschaft Technische Zusammen Arbeit (GTZ) comprendenti questo tipo di prospezione è stato eseguito in zone aride con una alta percentuale di successo.
In particolare è stato possibile localizzare un gran numero di scorrimenti acquiferi sotterranei relativamente modesti in aree scarsamente popolate e perforare pozzi nei luoghi dove c’era necessità di acqua; la portata dei pozzi era modesta ma sufficiente per l’intero anno utilizzando pompe manuali.
Trovare o localizzare un numero sufficiente di fratture relativamente piccole utilizzando le tecniche convenzionali in tali zone aride avrebbe richiesto una quantità di tempo ben maggiore.
La validità del metodo utilizzato (prospezione rabdomantica) è stata esaminata sotto vari aspetti.
Da una parte sono state scelte aree con differenti caratteristiche geologiche e, dall’altra, le circostanze attinenti e i risultati del progetto sono stati attentamente esaminati da geologi esperti.
Finora né la considerazione critica di tutte le obiezioni possibili, né i tentativi di ragionamento hanno prodotto un chiarimento in ambito convenzionale per il successo dell’uso della tecnica rabdomantica.
Una conseguenza quale è stata corroborata da una quantità di specifici e controllati esperimenti e testi comparati.
L’andamento delle ricerche documentate è concordante con quello delle recenti scoperte scientifiche come, ad esempio, quelle di un istituto di Geologia svedese e dell’Università di Monaco di Baviera.
A patto che certe condizioni siano rispettate, i risultati ottenuti dimostrano che la rabdomanzia è una seria alternativa alle tecniche convenzionali per l’approvvigionamento idrico.
Da questi attuali esperimenti si può concludere che la probabilità di localizzare acqua sotterranea in certe situazioni idrogeologiche può essere significativamente elevata se sono state organizzate convenzionalmente squadre il cui funzionamento comprende il far uso addizionale di rabdomanti appropriatamente esaminati e selezionati.
Seguendo questi criteri, un modello di integrazione che è già stato testato su scala pilota in alcuni progetti presentati qui dal GTZ è stato discusso e proposto per un futuro utilizzo temporaneo.
L’alto numero di successi descritti in questo rapporto suggerisce la necessità di ulteriori prove specifiche per un utilizzo futuro, che potrebbero portare ad un chiarimento in ambito scientifico del fenomeno della rabdomanzia.
Allo stesso tempo vi è la possibilità di un vantaggioso trasferimento di conoscenze pratiche sulla ricerca delle risorse idriche.
Infine, a causa del suo risvolto biofisico, il problema potrebbe avere un’importanza a livello bionico.
In futuro un lavoro di ricerca dovrebbe mirare alla simulazione tecnica del bench di verifica, sull’effetto rabdomantico, che non è ancora spiegato, per creare una nuova e più effettiva procedura di misurazione.