di Pier Prospero —
INDICE DELLA RELAZIONE —
1. Cenni generali sull’analisi della situazione energetica di un sito —
Si spiega cos’è l’analisi geobiofisica e a cosa serve nell’ambito del mantenimento del benessere —
Si spiega cos’è l’analisi geobiologica e a cosa serve per il mantenimento della salute, cosa sono le zone di disturbo naturali e come intervengono sulla salute.
Si spiega l’impatto sulla salute dei campi tecnici (artificiali). Si riportano i valori di soglia adottati dall’Istituto GEA per l’elettrosmog
2. Descrizione del sito in relazione all’analisi geobiofisica, geobiologica e tecnica
Si citano alcuni aspetti generali di Geologia, Geofisica e Geobiofisica per passare poi a descrivere gli aspetti particolari della geologia, della geofisica e della geobiofisica del sito analizzato.
Si descrive la mappa delle zone di disturbo individuate e si illustra la convenzione cromatica e la resa grafica dell’analisi geobiologica svolta.
Si commentano i risultati delle misurazioni dell’intensità dei campi tecnici rispetto alle soglie adottate e alla salute
3. Valutazione della situazione rispetto alle zone di disturbo naturali e tecniche
Si dà una valutazione dello scambio energetico locale rispetto al benessere e alla salute.
Si analizza la situazione rispetto alle zone di disturbo naturali e tecniche presenti; si forniscono dei suggerimenti per una corretta disposizione dell’arredo.
Si sconsiglia l’uso delle cosiddette “schermature” sostenendo che si tratta solo di cose inefficaci con pretese “magiche”.
FIRMA dell’esperto e sue qualifiche
Si dice di appartenere al registro degli E.A.G.L. e si rinvia alla sua visione nel sito istitutogea.it; si dichiara di aderire al Regolamento Operativo proposto dall’Istituto GEA
Allegato
Si allega la Mappa delle zone di disturbo individuate nel sopralluogo
L’INDICE DELLA RELAZIONE di Pier:
1. Cenni generali sull’analisi della situazione energetica di un sito
1.1. L’analisi geobiofisica per la prevenzione degli effetti geopatogeni del luogo.
1.2. L’analisi geobiologica, le zone di disturbo naturali e la salute.
1.3. Le zone di disturbo dovute all’intensità di campi tecnici (artificiali) e la salute.
2. Descrizione del sito in relazione all’analisi geobiofisica, geobiologica e tecnica
2.1. Analisi Geobiofisica: individuazione dello scambio energetico locale.
2.2. Analisi Geobiologica: individuazione delle zone di disturbo naturali.
2.3. Analisi tecnica: misure dell’intensità dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.
3. Valutazione della situazione rispetto alle zone di disturbo naturali e tecniche
3.1. Suggerimenti per una corretta disposizione dell’arredo.
3.2. Le cosiddette “schermature”: solo cose inefficaci e con pretese “magiche”.
3.3. Sistemi di controllo.
MODALITA’ DI REDAZIONE DELLA RELAZIONE DI UN’INDAGINE SULLA SITUAZIONE ENERGETICA DI UN SITO (GEOBIOFISICA-GEOBIOLOGICA-TECNICA)
1. La mappatura delle zone di disturbo individuate
La prima cosa da fare è “mettere in bella copia” la mappa delle zone di disturbo individuate nel sopralluogo.
Durante il sopralluogo saranno state riportate in una carta millimetrata dove avete tracciato i confini della stanza o del sito da analizzare in scala 1:50 (1 cm sulla mappa = 50 cm reali), non usate una scala minore per le abitazioni altrimenti è molto difficile riportare bene senza sovrapposizioni e confusioni quanto individuate sul posto (per i terreni è necessaria la planimetria in scala 1:100).
Questa bozza deve essere successivamente controllata e finita (ad es. controllare se la distanza tra un incrocio H e l’altro è di circa 2 m o 2,50 m, se le “pareti” dei reticoli mappati sono abbastanza perpendicolari tra loro, se i reticoli rispettano abbastanza il Nord, ecc.).
Le note successive sono intese ovviamente per chi non sia già un esperto utilizzatore di autocad.
La mappa rifinita su carta millimetrata deve essere riportata su lucido e poi fotocopiata in modo da dare al cliente una planimetria facile da capire e correttamente in scala (date una fotocopia a colori del lucido, il quale invece terrete per vostra documentazione: capita spesso che il cliente telefoni dopo un certo tempo chiedendo ragguagli di vario tipo).
Le zone da non occupare con letti o altre posizioni di lunga permanenza o relax sono colorate di rosso (dall’acqua, alle faglie, ai reticoli) per indicare pericolo. La distinzione standard nei vari colori si fa solo con i metri e i nastri adesivi o i segnalini mentre si è sul luogo per non confondersi*.
Alla fine del rilievo, prima di andarsene, ci si deve ricordare di levare tutto il nastro adesivo e tutti i segnalini in modo che i clienti non abbiano riferimenti e siano costretti a pagare (possibilmente subito e non alla consegna della relazione).
Sapendo che i propri clienti possono sempre chiedere l’analisi anche ad altri esperti e operare un eventuale confronto tra indagini diverse è meglio non scendere nei particolari nella mappa e non indicare nella relazione nello specifico a cosa sono dovute le zone di disturbo di origine geologica.
Che la zona di disturbo sia una dislocazione secca o che ci sia acqua che scorre al cliente non interessa molto: gli basta che la zonizzazione sia esatta e lo aiuterà la spiegazione generale sulle zone di disturbo che trova inserita all’inizio della relazione. Se non gli avete indicato se per voi c’era o meno l’acqua non sarà possibile all’eventuale successivo esperto smentirvi e farvi passare per incapaci agli occhi del cliente (di solito quelli esterni all’ambito di GEA sono abituati a cercare di “sputtanare” il più possibile tutti gli altri).
Con la suddivisione semplice in zone neutre e zone di disturbo si caratterizza meglio l’analisi Geobiologica come lavoro di prevenzione rispetto alla salute degli abitanti.
Una volta messa a punto e controllata bene la mappa si può passare alla relazione esplicativa.
2. La relazione
La relazione è un grosso “biglietto da visita” che si mette nelle mani del cliente ma che sarà fatto vedere ad amici e parenti di quel cliente ogni volta che parleranno degli spostamenti dei letti che hanno fatto o delle diverse scelte progettuali che hanno dovuto pensare. Quindi è un modo importante per ottenere altri clienti con il “passaparola” dovuto ai contenuti e alla “bella presenza” della relazione e della mappa.
E’ vero che l’importante è capire dove sono le zone di disturbo ed evitarle ma è anche vero che certe mappe, ad esempio quelle standard dei naturopati tedeschi, sono orribili a vedersi e creano repulsione.
Tutto gioca a favore o contro il fatto di essere chiamati o meno da altri clienti.
La relazione va pensata divisa in due blocchi fondamentali: una prima parte con la spiegazione generale e per sommi capi di cosa siano l’analisi geobiofisica, l’analisi geobiologica e le zone di disturbo, e una seconda parte con l’analisi e la valutazione di quanto emerso dal sopralluogo e il suggerimento delle eventuali posizioni da occupare o delle modifiche da apportare all’arredo o alla progettazione. Devono essere “suggerimenti”, “consigli”, non obblighi poichè la vostra responsabilità di esperti incaricati dell’analisi geobiofisica-geobiologica-tecnica termina con la consegna della mappa delle zone di disturbo individuate. Le scelte successive sono di esclusiva pertinenza del cliente, ed eventualmente del suo tecnico progettista (naturalmente questo vale solo se non siete voi stessi anche il tecnico progettista del cliente in quella occasione).
Gli “obblighi” si traducono in prescrizioni e le possono fare solo i medici.
Le considerazioni in merito ai campi tecnici si inseriscono nella relazione dopo l’analisi e la valutazione dei campi naturali.
Per le dispersioni di campi tecnici superiori alle soglie adottate dell’Istituto GEA il colore da utilizzare per evidenziare le zone da evitare è il giallo.
Uno schema per mantenere una certa chiarezza suddivide la seconda parte della relazione nei vari tipi di analisi svolte:
a) analisi geobiofisica
b) analisi geobiologica
c) misurazione dell’intensità dei campi tecnici
In questo caso la trattazione dei risultati ottenuti con il sopralluogo sarà distinta per tipo di analisi e per ciascuna analisi si forniranno analisi dei risultati, valutazioni, consigli.
E’ importante alla fine accennare fermamente all’inopportunità e all’inutilità dell’utilizzo dei vari sistemi di pseudo-schermatura.
Ogni altro cliente sottratto ai venditori di pseudo-schermature è un cliente potenziale per voi.
Mappa e relazione di un esperto EAGL devono dare il senso di massima professionalità e serietà, di massima lontananza dai modi new-age e di massima differenziazione dalla cialtroneria tipica degli altri geobiologi che al massimo danno uno schizzetto con due note a margine. Le nostre relazioni devono “assomigliare” a quelle di un geologo o di un altro professionista.
Molti anni fa un dirigente dell’ANAB ci disse che il prezzo della consulenza era da commisurare a quel che avremmo dato al cliente e ci fece vedere una relazione con molte mappe di un radiestesista che aveva analizzato una stanza da letto: c’erano 5 o 6 mappe di diversi “andamenti energetici” e una decina di pagine di spiegazioni e prescrizioni (che appunto vi invitiamo a non fare); questo materiale agli occhi del dirigente ANAB scusava un costo di più del doppio di quanto prendeva chi chiedeva di più dentro GEA ai tempi. Erano tutte scemenze, purtroppo, ma facevano scena e quindi “acquistavano valore”. E’ stata una lezione importante e da quella volta le nostre relazioni sono ben corpose anche se la mappa resta sempre una sola perchè non avrebbe senso dividere le varie tipologie di zone di disturbo in varie mappe dal momento che il cliente, o il suo tecnico, devono aver presente tutta la situazione per fare le loro scelte.
Oltre alla “bella presenza” ci vuole anche il contenuto, naturalmente, quindi occorre impegnarsi una prima volta per redigere la prima parte della relazione che si terrà uguale per ogni cliente e mettersi in mente che occorre anche produrre le analisi e le valutazioni di quanto trovato col sopralluogo: fa parte del lavoro per cui si è pagati, non si può non farlo.
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* i colori “internazionali” (stabiliti dal FFG) per definire le varie zone di disturbo in geobiologia sia in fase di ricerca sia sulle mappe sono:
rosso per reticolo parallelo al nord (globale o di Hartmann)
verde per reticolo diagonale al nord (o di Curry)
blu per acqua che scorre
marrone per fratture o dislocazioni della roccia e linee di faglia
altri colori utilizzati solo nella disposizione dei metri o dei segnalini in fase di ricerca sono:
metro bianco e giallo o segnalino bianco o giallo per il reticolo piccolo
metro giallo per discontinuità non nocive nei materiali del substrato
segnalino nero per zone con informazione di morte
ESEMPIO DI GEOREFERENZIAZIONE DEL SITO ANALIZZATO
per la relazione da allegare alla mappa delle zone di disturbo individuate
di Marino Zeppa
Si propone qui un esempio della parte della relazione su un’analisi geobiofisica-geobiologica chiamata “georeferenziazione” cioè l’indicazione delle coordinate geologiche di riferimento dell’area dove è situato il sito analizzato:
Si propone di inserire l’immagine scannerizzata dell’area presa dalla carta geologica di cui si dispone e su questa immagine si facciano dei segni di evidenziazione in questo modo:
– un cerchio azzurro individua l’area in cui è ubicato l’edificio.
– Linee rosse continue, sono le faglie geologiche cartografate.
“L’area indagata è ubicata su un rilievo collinare che raggiunge circa i 320 metri di elevazione sul livello del mare, a circa 2,5 chilometri a Nord-Ovest dell’abitato di Odalengo Grande (vedi stralcio planimetrico della Carta Geologica d‘Italia – Foglio 57/Vercelli).”
La zona in oggetto:
“geologicamente è costituita da alternanze regolari di strati centimetrici di argille più o meno marnose verdognole e di sabbie ad elementi serpentinosi (Membro di Camagna, O 3-2) e da marne grigio-verdastre con frattura conoide, a stratificazione maldistinta, localmente alternate a livelli sabbiosi o arenacei (Marne di Antognola, M1 – O3);”
“a livello di giacitura degli strati si trova sul lato settentrionale di un anticlinale il cui asse è orientato Est-Ovest, al cui nucleo affiorano le litologie più antiche (Oligocene, Eocene).”
“Il fabbricato analizzato è situato proprio nella zona in cui avviene il contatto litologico, settore tra l’altro caotico dal punto di vista delle vicissitudini tettoniche dell’area più antica del Monferrato (terreni che hanno subito intense dislocazioni verticali durante le varie fasi tettoniche che hanno interessato la zona).”
“Dal punto di vista geofisico e per quanto riportato nei punti precedenti, l’edificio è ubicato in un’area di significativa emissione energetica. “
UNA PARTE CHE E’ BENE INSERIRE SEMPRE:
L’analisi geobiologica, le zone di disturbo naturali e la salute
La ripetizione continua dell’esposizione all’irradiazione delle zone di disturbo diventa una fonte di infiammazione e stress per gli organismi coinvolti. Questa situazione di reiterazione si ha tipicamente per il posto in cui si dorme che spesso resta fisso per decenni. Fortunatamente nelle abitazioni sono sempre presenti “zone neutre” e solo in casi rari ed estremi l’intera estensione della casa può risultare coinvolta da una zona di disturbo (grandi faglie; estesi paleoalvei).
È stato condotto uno studio scientifico (“Fattore di rischio del sito, ricerca scientifica sul problema dell’influsso delle zone “rabdomantiche” sugli esseri umani”), finanziato dallo stato austriaco, per verificare se insorgono alterazioni alla salute con la permanenza in zone considerate “di disturbo” rilevate con indagini geobiofisiche. Questo studio, condotto dal medico prof. Otto Bergsmann, è molto importante poiché ha dimostrato che con la permanenza in queste zone di disturbo avviene una reale variazione dello stato ormonale (serotonina) e di altri parametri che coinvolgono lo stato di salute (24 parametri biologici analizzati su 985 persone con 6943 esami) tra cui la VES che conferma l’effetto infiammatorio. Le conclusioni cui giunge questo studio sono i più validi supporti scientifici alla asserita necessità di non permanere, almeno mentre si sta dormendo, in corrispondenza dell’irradiazione di microzone con caratteristiche disturbanti. Si riportano alcuni passi di queste conclusioni: – …In questo caso su 24 parametri o fenomeni analizzati, in 12 si era riscontrato un influsso molto significativo dovuto al luogo sul comportamento della regolazione, in 5 una tendenza, in 6 nessun influsso. Per come è strutturata la nostra ricerca, la variazione di un solo parametro sarebbe già una prova dell’effetto del sito… L’effetto dei fattori ambientali sui sistemi di regolazione dell’organismo umano è senza dubbio suffragato da questo fatto… Se i risultati della ricerca sono catalogati e valutati in base alla significatività biometrica sono in posizione di primo piano il comportamento della Serotonina e della VES… La Serotonina si riduce nella zona di disturbo ed il suo precursore metabolico, il triptofano, si alza tendenzialmente. Questo può essere interpretato come un processo di compensazione… La serotonina è da un lato il neurotrasmettitore del sistema parasimpatico, che ha il compito di predisporre l’energia; d’altro lato, in questa sua caratteristica ha un effetto tranquillante per cui viene anche definita come un “sonnifero”. Dalle nostre ricerche non è possibile cogliere come e perché si arriva ad una riduzione della Serotonina. Bisogna prendere atto del risultato come di un fatto. Bisogna però anche tener presente che alcuni sintomi di eccitazione attribuiti all’effetto del sito, quali per es. insonnia, nervosismo, ecc. possono essere attribuiti alla carenza di Serotonina… l’iperattività è presente in caso di carenza di Serotonina … L’effetto del sito non dà luogo ad un processo che conduce inevitabilmente alla malattia. È piuttosto un fattore di rischio, il quale può intensificare l’effetto di diversi fattori patogeni… solo nell’interazione con questi altri fattori, il fattore di rischio dovuto al luogo può acquisire un’importanza patogena. … È certo che una delle misure (di prevenzione) più importanti è realizzare una condotta di vita flessibile con cui evitare da un lato lo stress prolungato dovuto alla permanenza in una zona perturbata e dall’altro lato ridurre i disturbi vegetativi. … Risulta quale conseguenza logica che il cambiamento del sito non può sostituire la terapia medica, ma può tuttavia essere di sostegno alla terapia medica.-
da: Bergsmann dr. Otto, “Risikofaktor Standort, Rutengängerzone und Mensch”, Facultas Universitäts Verlag, Wien 1990
DI SEGUITO TROVATE COME TRACCIA PARTE DELLA RELAZIONE DI PIER (se possibile cercate di riscrivere la vostra relazione con parole vostre, Pier è spesso molto prolisso):
La nocività dello scambio energetico del luogo:
se l’intensità dell’emissione o dell’assorbimento energetici del substrato geologico, o le informazioni dovute al substrato e trasportate dal campo magnetico terrestre, creano uno stress nelle persone si ha uno stress cronico, causato dal luogo, che provoca blocchi energetici o in carica o in scarica energetica; questa situazione normalmente è diffusa ad un’area abbastanza vasta del territorio che supera sempre le dimensioni della singola abitazione. Entro certi limiti le persone originarie del luogo si adeguano e sopportano meglio questo stress di quelle venute da altri posti. L’analisi geobiofisica permette di stabilire la prevalenza di assorbanza o di emittanza nello scambio energetico del luogo e di esprimere considerazioni sulla vocazione energetica del luogo. Inoltre permette di stabilire se la correlazione tra sito analizzato e abitanti è più o meno compatibile con la salute e il benessere.
La nocività delle singole zone di disturbo è data dalla permanenza all’esposizione all’irradiazione di una o più zone di disturbo locali o “microzone” quali scorrimenti di acqua sotterranea, linee di fratturazione o dislocazione delle rocce del substrato, faglie, punti di massima intensità dei reticoli energetici, ecc. questa esposizione provoca la “focalizzazione” che tenendo in continua irritazione una parte dell’organismo crea una ipertrofia immunitaria locale che causa autoaggressione e, alla lunga, esaurisce le difese immunitarie generali, permettendo così che si possano instaurare o aggravare le patologie che sono peculiari della genetica e della tipologia caratteriale della persona. Si può riscontrare anche l’insorgenza delle patologie proprio nei distretti corporei interessati dalle zone di disturbo che insistono sull’organismo a riposo, o – più raramente – le patologie si riscontrano negli organi legati energeticamente o per catena ormonale a quello irradiato.
Se si può fare una correlazione diretta tra l’insorgenza di una patologia e una determinata zona di permanenza questa zona si definisce “zona geopatogena” o, come introdotto dalla Geobiologie tedesca, “zona di disturbo”.
L’evidenza clinica dei medici esperti in Medicina Tradizionale Cinese e in Medicina Funzionale dimostra che dormendo o sostando a lungo in corrispondenza delle zone di disturbo si altera notevolmente la normale funzionalità del sistema immunitario che instaura un’iperattività con autoaggressione nel settore irradiato e una corrispondente mancanza – fino alla caduta delle difese – in altri settori, il sistema immunitario quindi si squilibra fino ad arrivare al pericolo grave.
Altre fonti che possono creare stress e danni alla salute sono le emissioni elettriche, magnetiche ed elettromagnetiche tecnologiche, dovute cioè all’utilizzo della corrente elettrica e delle teletrasmissioni.
Per una valutazione corretta della situazione energetica del sito è indispensabile l’analisi della presenza e dell’intensità di eventuali campi magnetici ed elettrici tecnici dovuti al trasporto e all’utilizzo dell’energia elettrica e di eventuali campi elettromagnetici dovuti all’irraggiamento di trasmettitori e ripetitori di radio onde.
Eseguire misurazioni di campi elettromagnetici tecnici, anche con strumentazioni sofisticatissime e precisissime, senza adeguati parametri di soglia di riferimento non serve a nulla. La correttezza del valore di soglia adottato dall’operatore è molto più importante della estrema precisione della strumentazione, che comunque deve essere professionale (isotropica e provvista di certificato di calibrazione) altrimenti non si hanno valori reali. Strumenti senza queste caratteristiche tecniche danno valori privi di significato molto lontani da quelli reali.
I parametri di soglia indicano l’intensità limite di ciascun campo, oltre la quale il rischio di incorrere in una patologia diventa troppo alto oppure non è più bilanciato dai vantaggi dell’utilizzo di quella stessa tecnologia.
Scendendo nel particolare del sito qui considerato, che si colloca nella collina appenninica di Reggio Emilia, l’analisi geobiofisica e l’analisi geobiologica sono state condotte con la percezione dovuta all’ipersensibilità dell’esperto, durante un sopralluogo in cui:
– è stato analizzato lo scambio energetico del substrato geologico e sono state valutate le sue conseguenze sul benessere;
– sono state individuate le zone di disturbo naturali;
– sono stati rilevati i livelli di intensità dei campi tecnici (da corrente a 50 Hertz e da teletrasmissioni) con adeguate strumentazioni elettroniche professionali.
…
Inoltre, con strumentazione e cartografia, sono stati individuati i seguenti elementi:
– Deviazioni del l’ago della bussola: con tripla bussola professionale non sono state rilevate deviazioni significative (> 4°) della direzione della bussola all’interno dell’abitazione rispetto alla direzione del campo magnetico statico terrestre rilevata all’esterno.
– Geologia generale della zona: la situazione generale del substrato roccioso della zona, rilevata sulla mappa del CNR “Progetto Finalizzato Geodinamica: Structural Model of Italy“, è di circa 1500 metri di depositi alluvionali del Quaternario che compongono le colline moreniche a sud del Lago di Garda. Calcari bioplastici, arenarie, limi e argille.
– Geologia particolare della zona: la situazione geologica particolare del sito, rilevata sul Foglio 62 “Mantova” della Carta Geologica d’Italia, è di alluvioni sabbioso-ghiaioso-ciottolose dell’ “Alluvium” e del “Terrazziano”.
– Situazione geodinamica della zona: la situazione strutturale (geofisica) della zona, rilevata sulla mappa del CNR “Progetto Finalizzato Geodinamica: Structural Model of Italy“, è caratterizzata dalla linea di spinta distensiva appena sopra il sito, a 500 metri in linea d’aria, che allarga verso sud.
Dall’analisi geobiofisica emerge che il sito è ubicato nell’ambito di influenza di un sistema di spinte principali che determinano distensione / compressione, di cui è percepibile il rilascio energetico.
L’assorbanza (assorbimento di energia elettromagnetica soprattutto nell’infrarosso vicino) è dovuta in parte minore all’humus e in parte maggiore all’acqua dell’acquifero diffuso e ai sedimenti, molto spessi, assieme alle rocce sedimentarie del substrato profondo.
L’emittanza (emissione di energia elettromagnetica in varie frequenze) è dovuta alla situazione generale del territorio che vede un movimento in distensione. Di conseguenza l’emittanza è dovuta principalmente all’emissione delle faglie. È / Non è presente una spinta dal basso verso l’alto.
Bilancio Energetico:
Alla percezione geobiofisica il bilancio energetico tra l’assorbanza e l’emittanza è a netta prevalenza dell’emittanza. Il tenore energetico locale del substrato è perciò medio-alto.
Nel sito analizzato si ha la predominanza di emittanza e vi è un tenore energetico medio-alto, perciò il substrato cede abbastanza energia e le persone la ricevono acquisendo un “tono”.
Valutazione relativa all’analisi geobiofisica:
le aree geobiologicamente “neutre” nel sito analizzato sono comunque adatte alla permanenza prolungata, per la caratteristica di non intervenire troppo sull’equilibrio dell’organismo pur cedendo abbastanza energia. In questo caso sono vissute abbastanza bene da tutti, pur diversificandosi comunque le reazioni delle varie tipologie caratteriali alla permanenza nel lungo periodo. Infatti sono vissute molto meglio da persone ipotese o tendenzialmente ipotese, scariche, con una dinamica energetica personale in cui la carica energetica è sempre bassa e non trova sufficienti fonti per una naturale ricarica. Gli altri invece tendono ad agitarsi lievemente e, se non è presente un adattamento dovuto alla nascita nella zona, potrebbero avere problemi relativi al riposo notturno.
Il sito si trova in una situazione energetica generale che apporta/non apporta stress poiché il substrato geologico ha una cessione energetica eccessiva che è sfavorevole alle persone, crea o aumenta i blocchi energetici e può agitare o mettere in ansia. Inoltre in corrispondenza delle faglie vi sono emissioni di tipo ionizzante, anche se di intensità molto lieve, la cui pericolosità nel lungo periodo è sicura.
L’indagine geobiologica consiste nella mappatura delle zone di disturbo presenti nel sito ed è stata condotta percorrendo tutti gli spazi possibili; in questo modo sono state individuate le zone di disturbo prodotte in superficie dalle anomalie geologiche caratteristiche del sito e dai punti di massima intensità dei reticoli energetici; le zone di disturbo individuate sono state riportate in rosso nella tavola allegata. É importante sapere che le zone di disturbo naturali (escluse le linee di faglia) influiscono solo sulla loro verticale.
Nelle zone di disturbo è possibile sostare per periodi limitati senza subire effetti significativi nei momenti di attività e di veglia, ma non è possibile restarvi per un periodo prolungato o ripetere regolarmente l’esposizione per un certo tempo, come succede ad esempio dormendoci ogni giorno, senza incorrere in danni alla salute psicofisica, come dimostrato dallo studio del prof. Otto Bergsmann. Il tempo necessario perché si arrivi ad una patologia ed il tipo di patologia che si può innescare variano secondo le caratteristiche genetiche e le tipologie caratteriali delle persone. Dormendo o sostando a lungo in corrispondenza delle zone di disturbo a tutti si altera notevolmente la normale funzionalità del sistema immunitario che nelle zone del corpo irradiate reagisce con infiammazione e instaura un’iperattività con autoaggressione (autoimmunità) mentre si ha una corrispondente carenza immunitaria, fino alla caduta delle difese, in altri settori del corpo; il sistema immunitario quindi si squilibra fino ad arrivare al pericolo dell’insorgenza di una patologia grave poichè nella porzione di corpo interessata l’irradiazione incrementa sensibilmente (o gli dà origine se non è ancora in atto) il processo di infiammazione-invecchiamento-degenerazione dei tessuti organici.
La planimetria allegata è orientata a Nord e mostra il rapporto tra il sito e il Nord magnetico; si può dedurne quindi il rapporto del sito con l’energia costituita dal campo magnetico statico terrestre ed anche con quella data dall’illuminazione solare. Nelle aree lasciate in bianco non vi sono disturbi elettromagnetici locali (zone di disturbo), quindi si ha una condizione relativamente “neutra”. In queste aree si progetteranno le posizioni di riposo e di relax, o di lavoro se di lunga permanenza (PC o altro). Vi potrà però essere una predominanza di emittanza (emissione energetica) o di assorbanza (assorbimento energetico) soprattutto nelle bande dell’infrarosso dovuta alle caratteristiche geologiche e geofisiche generali della zona. Questa predominanza determina la differenza di qualità delle diverse zone “neutre” rispetto al benessere provato nel permanervi.
Si utilizza qui la convenzione cromatica consigliata dall’Istituto GEA agli esperti inseriti nel Registro Professionale degli Esperti in Analisi Geobiofisica dei Luoghi curato dall’Istituto GEA:
Zone lasciate
In bianco |
Zone neutre dove non vi è alcuna interferenza energetica oltre
alla situazione generale del luogo
|
Zone colorate
in Rosso |
Zone di disturbo di origine geologica e punti di alta intensità dei
reticoli energetici (eventuali zone di disturbo di fondo molto
estese = tratteggio rosso)
|
Zone colorate
in Giallo
|
Eventuali zone di disturbo dovute a emissioni elettromagnetiche
tecniche |
Analisi tecnica: misure dell’intensità dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali.
Sono state effettuate:
– la misurazione strumentale dell’intensità del campo magnetico a 50 Hz, eseguita con EMDEX Mate (strumento a lettura triassiale – isotropico – con certificato di calibrazione e range di misura da 1 a 100 Hz),
– la misurazione del campo elettromagnetico da teletrasmissioni eseguita con Microrad HT310P (strumento isotropico con certificato di calibrazione e range di misura da 100 MHz a 2500 MHz)
– e la misurazione del campo da wi-fi o radar effettuata con HFW35C della Gigahertz Solutions (strumento anisotropico con certificato di calibrazione e range di misura da 2,4 GHz a 6 GHz).
Nella camera matrimoniale,
sul letto e in tutta la stanza all’altezza di chi dorme sul letto l’intensità media di campo magnetico a 50 Hz è di 0,02 microTesla; la misura massima è di 0,03 microTesla (soglia a 0,02 microTesla). Il campo emesso dalla radiosveglia scende sotto i 0,02 microTesla a 60 cm di distanza.
Per quanto riguarda le emissioni delle antenne trasmittenti (radiofrequenze e microonde) in corrispondenza dei cuscini del letto si sono rilevati valori medi di intensità di 0,19 V/m; i valori massimi misurati nella stanza sono di 0,30 V/m (soglia a 0,14 V/m).
L’intensità media dei campi compresi tra 2,5 e 6 GHz (WI-FI) è di 3,0 microW/mq e il valore massimo misurato è di 6,5 microW/mq (soglia a 1microW/mq).
Le zone di disturbo sono da evitare per mantenere il massimo benessere e in funzione di una permanenza non breve: infatti, rimanendo solo per pochi giorni in una situazione anche gravemente nociva non si va mai incontro all’insorgere di patologie; persone sensibili possono però accusare malesseri o non riuscire a dormire, situazioni che restano transitorie e che passano cambiando posto.
L’indagine geobiologica dell’ambiente ha messo in evidenza le zone perturbate presenti nel sito.
La misurazione strumentale dell’intensità dei campi magnetici ed elettromagnetici tecnici ha evidenziato eventuali zone di disturbo di origine tecnica.
Di conseguenza si è suggerita una posizione adeguata per i letti in modo da evitare l’irradiazione delle zone di disturbo durante il riposo.
Rispetto all’esposizione alle “pareti” dei reticoli (segnate sulla mappa con linee rosse o verdi che congiungono i punti di massima intensità) in genere si è del parere che arrechino solo un lieve disturbo e si possano quindi considerare alla stregua di una zona neutra. In questa sede per eccesso di precauzione si preferisce – quando è possibile – evitare che ne sia irradiata la testa di chi dorme, poiché per quanto bassa sia l’intensità di queste irradiazioni, potrebbe comunque essere disturbato il sonno. Inoltre, sempre per lo stesso principio di precauzione si preferisce evitare la corrispondenza delle “pareti” dei reticoli con zone del corpo già colpite da patologie. Perciò le zone suggerite per i letti sono scelte secondo le maggiori vulnerabilità delle persone interessate, cioè ponendo in zone completamente neutre le parti del corpo più sensibili o già affette da patologie.
Per quanto riguarda i campi tecnici la misurazione dell’intensità di Campo Magnetico a 50 Hz ha stabilito che nell’abitazione non è presente C.M. emesso da sorgenti esterne come elettrodotti, cavi condominiali sotto tensione, centrali di trasformazione o di rialzo, cabine di trasformazione locale.
Alla luce delle misurazioni fatte non emergono problemi nella permanenza nel sito rispetto ai campi elettrici e magnetici a 50 Hz.
Per quanto riguarda i campi elettromagnetici da radioonde e microonde (emissioni di antenne trasmittenti) l’intensità misurata supera appena la soglia nella camera matrimoniale.
Per quel che riguarda le emissioni del wi-fi si supera di molto la soglia, e vige la fondata convinzione che tale intensità di campo sia nociva, soprattutto per i bambini.
Per l’eccesso di campo magnetico a 50 Hz nella camera matrimoniale si consiglia di schermare l’origine del campo con uno dei seguenti prodotti industriali:
– Lamierino (30 cm x tot metri) di lega ferromagnetica dolce “scudotech” della ditta Selite – vedere il sito http://seliteskudotech.it/ – distributore: 0295343080
– Pannelli della ditta SATI – sito: www.sati.it – vedere nella homepage alla voce “schermature elettromagnetiche” il link “bassa frequenza”.
– Canaline e tessuti per abbattere il campo magnetico a 50Hz prodotti (anche su misura) dalla ditta: www.g-iron.it (vedi INNTEX ing. Marchesi) di Arezzo e facendo riferimento all’ing. Marco Alvelli (telefono 0575-381823).
Per l’eccesso di campo elettromagnetico dovuto alle antenne trasmittenti:
per rientrare nella soglia di 0,14 V/m nelle camere da letto è opportuno procedere alla schermatura delle finestre, punti dal quale penetra la maggior parte del campo, o meglio delle intere pareti esterne delle stanze disponendo delle tende schermanti scelte tra le seguenti sostanzialmente con la stessa resa intorno al 70% di schermatura:
– tessuto per la schermatura elettromagnetica elettrosmog-tex, Sati Italia, sito: www.sati.it – si può acquistare con un ordine alla e-mail ordini@elettrosmog-tex.com o al n. tel. 06 3340092
– tessuto schermante “Topas” in tessuto sintetico della Biologa in vendita presso Naturalia-Bau di Merano tel 0473 201272 – fax: 0473 201237 – e-mail: info@naturalia-bau.it – sito: www.naturalia-bau.it
– tenda “Ideascudo” con il reticolo metallico largo 0,5×0,5 cm in tre versioni e colori del Gruppo Creamoda di Merate (LC) – sito: www.ideascudo.com
Occorre fare attenzione al fatto che le opere schermanti in presenza di un emettitore all’interno della casa come un apparecchio wi-fi o un telefono cordless funzionerebbero da “trappole” facendo rimbalzare il campo all’interno in tutte le direzioni con l’effetto di elevarne la nocività.
È necessario anche sapere che il telefono cordless, se non è un modello “ecoDECT”, emette dalla sua base un segnale anche quando non è utilizzato. I telefoni cordless DECT (tutti quelli recenti e quelli dati dalle compagnie) emettono un segnale pulsato in GigaHertz e la loro nocività è superiore a quella di un normale telefono cellulare. Se ne sconsiglia pertanto l’utilizzo.
Suggerimenti per una corretta disposizione dell’arredo
Le posizioni suggerite sulla mappa allegata rappresentano il miglior compromesso possibile con la situazione attuale poiché in una casa già costruita e arredata vi sono dei grossi limiti alla disposizione dei letti evitando le zone di disturbo, soprattutto di quelli matrimoniali.
Rispetto alla situazione evidenziata dall’analisi geobiologica e dall’analisi tecnica:
Nella camera matrimoniale tra le possibili posizioni del letto, la migliore è suggerita sulla mappa (linee continue = posizione attuale, tratteggio = posizioni consigliate). Nella posizione suggerita si fa in modo che il punto A si collochi al centro del letto non coinvolgendo nessuno dei due dormienti. Le posizioni delle teste delle persone dormienti sono prive di disturbi. La posizione suggerita rappresenta un compromesso compatibile con la salute. Per prevenire eventuali geopatologie il letto dovrà essere disposto evitando che i punti A, B, H il punto L e la zona di disturbo 1 coinvolgano le persone che dormono.
Consigli generali sul benessere abitativo
La stanza: nelle stanze da letto l’utilizzo di tessuti naturali per le tende e per la biancheria del letto garantirà a chi dorme la minima dose possibile di cariche elettrostatiche e quindi di non subire il relativo disturbo;
la disposizione dei cavi elettrici nelle camere dovrebbe seguire le pareti ed è necessario che non vi siano cavi o scatolette di derivazione dietro la testata del letto ad una distanza inferiore a 20-30 cm dalle persone. Eventuali trasformatori, o elettrodomestici con trasformatori, dovrebbero preferibilmente essere tolti dalle stanze da letto o comunque stare sempre ad almeno un metro dalle persone. I cavi dell’antenna televisiva non sono in grado di emettere un campo nocivo, ma è meglio se non vi sono televisori nelle stanze da letto per il loro accumulo di elettrostaticità anche da spenti, e perché spesso rimangono in stand by per cui emettono un notevole campo elettrico per tutta la notte.
I cavi telefonici non causano disturbi di entità rilevabile, ma non si dovrebbero tenere telefoni cordless (con i relativi trasformatori) troppo vicini e tanto meno i telefoni cellulari sotto ricarica (trasformatore).
Wi-Fi e Telefoni cordless DECT: il wi-fi per il collegamento ad internet, secondo il gruppo tedesco Forschungskreis fur Geobiologie è un segnale pulsato che è molto più nocivo delle altre emissioni a pari intensità di campo.
Il 27 maggio 2011 il Parlamento Europeo, con la risoluzione n. 1815/2011, ha chiesto che i Paesi membri della UE “intraprendano tutte le ragionevoli misure per ridurre l’esposizione ai CEM in particolare dei bambini e dei giovani che sembrano essere maggiormente a rischio per quanto riguarda i tumori alla testa“, chiede inoltre che i Paesi membri “fissino soglie preventive per l’esposizione a lungo termine alle microonde e in tutte le zone all’interno (indoor), in accordo con il Principio di Precauzione, che non superino gli 0,6 Volt/metro e nel medio termine riducano questo valore a 0,2 V/m … Riguardo alla protezione dei bambini sviluppino con diversi ministeri (educazione, ambiente e salute) campagne specifiche di informazione dirette a insegnanti, genitori e alunni per allertarli sui rischi specifici sull’utilizzo precoce, sconsiderato e prolungato di cellulari e altri dispositivi che emettono microonde; per i bambini in generale e in particolare nelle scuole nelle classi, si dia la preferenza a connessioni internet cablate, e si regoli severamente l’uso dei cellulari da parte degli alunni nei locali della scuola“
Le cosiddette “schermature”: solo cose inefficaci e con pretese “magiche”
Non bisogna dar credito ai tanti articoli e libri in cui si trovano informazioni errate sulle zone di disturbo e sui reticoli energetici; tali scritti molto spesso affermano sciocchezze, ad esempio che i reticoli si spostano ciclicamente oppure che si spostano per l’intervento di masse metalliche, che i punti di incrocio seguono le strutture metalliche dell’abitazione, eccetera, finendo sempre per dire che si possono annullare o schermare solo applicando vari “rimedi”. Questi “pareri”, che nulla hanno di oggettivo o di verificato nella pratica, sono tenacemente combattuti dal Forschungskreis “dr. E. Hartmann” proprio per gli insegnamenti in senso contrario del fondatore, il dottor Ernst Hartmann, di cui sono portatori gli attuali dirigenti che lavorarono direttamente con lui. Se si potesse escludere la deliberata volontà di far credere che lo spostamento del letto sia inefficace o superfluo per meglio vendere questi “strumenti antidisturbo”, nelle poche persone in buona fede simili idee derivano dalla difficoltà di individuazione di questi reticoli energetici e dalla ignoranza dei fattori di confondimento che possono portare a sbagliare. Le molteplici esperienze di più di 40 anni di ricerca svolte in Germania, nonché le recenti ricerche dell’Istituto GEA in Italia, pur non avendo ancora spiegato l’origine dei reticoli energetici, hanno assodato in modo incontrovertibile due cose: la prima è che si tratta di una forma di elettromagnetismo naturale; la seconda è che la loro disposizione in un luogo è stabile nel tempo, salvo tensioni tettoniche forti e contrastanti in zone ad alto rischio sismico, che comunque per spostare i reticoli energetici devono produrre anche effetti rilevanti di spostamento del Nord magnetico. La possibilità che i reticoli energetici subiscano spostamenti è quindi in relazione con i fenomeni che producono deviazioni significative e verificabili del Nord magnetico in ampi tratti di territorio; perciò i reticoli energetici non risentono certamente della presenza di antenne metalliche o di tondini di ferro nella struttura dell’edificio, né tanto meno si spostano per lo “sforzo di volontà” di uno o più operatori, come sostengono alcuni radiestesisti nelle loro pubblicazioni e nei loro siti internet. Si tratta di campi elettromagnetici, perciò di campi che “convivono” con tutti gli altri campi elettromagnetici presenti nell’ambiente, naturali e tecnologici.
risulta ovvio che su questi reticoli energetici, così come sulle zone di disturbo prodotte dalla situazione geologica e idrogeologica non si può ottenere alcuna modificazione utilizzando disegni, simboli, cristalli, fiale, stuoie coprimaterasso, stuoie di sughero con fili di rame, “antenne” di varia natura, massi per “agopuntura della terra”, magneti, campi elettromagnetici per magnetoterapia, ecc., dovunque e in qualsiasi modo siano essi disposti.
L’unica cosa efficace e razionale da fare è evitare l’irradiazione di tali zone di disturbo, quindi si tratta di progettare l’arredo conoscendo la posizione dei punti di alta intensità (incroci) dei reticoli energetici e la posizione delle altre zone di disturbo in modo da evitarne l’irradiazione durante il sonno e il riposo (si ricorda che le zone di disturbo naturali – escluse le vere e proprie faglie – si comportano come “pareti” per cui irradiano solo sulla loro verticale e non ai lati, proprio come i cavi dell’alta tensione se interrati a profondità sufficiente).
Illusioni “magiche” e spese inutili: è assolutamente da evitare la disposizione nell’ambiente di oggetti strani, piastrine magnetiche, fialette, antenne, stuoie o altri strumenti che dovrebbero possedere le proprietà “magiche” di annullare (“assorbire”, “schermare”, “drenare e scaricare” ecc.) la presenza dei campi elettromagnetici naturali e artificiali (tecnici). Questi oggetti non solo si rivelano completamente inefficaci al proposito, quando non sono nocivi, ma sono anche inutilmente molto costosi.Tra questi oggetti quelli di derivazione radiestesica (piastrine, disegni, forme, antenne) si devono considerare come veri e propri “amuleti”. Le pretese sulla loro efficacia risultano perciò frutto di un inganno che sfrutta il pensiero magico per convincere all’acquisto. È facile dimostrare la completa inefficacia di qualsiasi “strumento antidisturbo” semplicemente svolgendo un’analisi del luogo in cieco, cioè senza vedere né sapere se ci sono di questi oggetti nell’ambiente da analizzare. In questa analisi tutte le zone di disturbo saranno sempre individuate con la loro stessa nocività, allo stesso modo che nell’analisi svolta in assenza totale di “strumenti antidisturbo”. Questa semplice esperienza, eseguita in modo corretto e controllato, è stata ripetuta più volte sia dal Forschungskreis “dr E. Hartmann” di Waldbrunn, sia dall’Istituto GEA, ed ha ottenuto sempre lo stesso risultato negativo: la conferma che gli “strumenti antidisturbo” non possono in alcun modo agire sui campi elettromagnetici naturali o tecnici. Un’altra categoria è quella degli strumenti con una reale emissione di campi magnetici o elettromagnetici, statici o a diverse frequenze e a bassa intensità (quasi sempre sotto forma di stuoie coprimaterasso con bande magnetizzate, ma anche sotto forma di veri e propri emettitori, completi di batterie). Questi strumenti non possono fornire alcuna schermatura dalle zone di disturbo, e sono in realtà strumenti magnetoterapeutici che, emettendo particolari frequenze, possono attuare una terapia (alla persona, naturalmente, e non all’ambiente circostante come spesso viene affermato) che dovrebbe aiutare il sistema immunitario a rimanere regolato. Però all’attuale stato dei riscontri non si può affermare che queste apparecchiature abbiano questo effetto, e non siano invece più probabilmente nocive, poiché le ditte produttrici non rendono disponibili né test né studi scientifici sugli effetti dell’utilizzo dei loro apparecchi, studi tanto più necessari in quanto la terapia elettromagnetica, come quella farmacologica, quando è protratta nel tempo può essere nociva o avere effetti collaterali nocivi. E alla fine, esponendo l’organismo ad un campo elettromagnetico con effetti reali ma non controllati, la possibilità che vi siano degli effetti nocivi purtroppo è abbastanza elevata. Inoltre se l’effetto è realmente quello di stimolare il sistema immunitario, dato che le principali e attualmente più diffuse patologie sono patologie autoimmuni, questa stimolazione di un sistema immunitario già autoaggressivo è di per sé un danno che – se protratto per lungo tempo – equivale a quello causato dall’esposizione alle zone di disturbo.
La soluzione migliore rimane sempre quella dell’ “adattamento intelligente” al luogo. Cioè quella di scegliere per dormire, riposare e studiare le zone neutre della casa e non quelle con la presenza di zone di disturbo.