SOGLIE adottate dall’Istituto GEA per la valutazione dell’intensità dei CEM

Per una valutazione corretta della situazione energetica del sito è indispensabile l’analisi della presenza e dell’intensità di eventuali campi magnetici tecnici dovuti al trasporto e all’utilizzo dell’energia elettrica e di eventuali campi elettromagnetici dovuti a trasmettitori e ripetitori di radio onde.
Il Parlamento Europeo nel 2011 ha emesso una raccomandazione agli Stati Membri in merito all’inquinamento elettromagnetico in cui chiede che i Paesi membri della UE  “intraprendano tutte le ragionevoli misure per ridurre l’esposizione ai CEM in particolare dei bambini e dei giovani che sembrano essere maggiormente a rischio per quanto riguarda i tumori alla testa“.
Chiede inoltre che i Paesi membri “fissino soglie preventive per l’esposizione a lungo termine alle microonde e in tutte le zone all’interno (indoor), in accordo con il Principio di Precauzione, che non superino gli 0,6 Volt/metro e nel medio termine riducano questo valore a 0,2 V/m … Riguardo alla protezione dei bambini sviluppino con diversi ministeri (educazione, ambiente e salute) campagne specifiche di informazione dirette a insegnanti, genitori e alunni per allertarli sui rischi specifici sull’utilizzo precoce, sconsiderato e prolungato di cellulari e altri dispositivi che emettono microonde; per i bambini in generale e in particolare nelle scuole e nelle classi, si dia la preferenza a connessioni internet cablate, e si regoli severamente l’uso dei cellulari da parte degli alunni nei locali della scuola“.
Questa Raccomandazione contiene le soglie più basse finora proposte ufficialmente per le radiofrequenze nei Paesi Occidentali, ad eccezione della soglia di 0,02 V/m proposta dal Governo di Salisburgo.
Ma un E.A.G.L. dell’Istituto GEA non può basare la sua valutazione rispetto al benessere dell’intensità di campo misurata in un sito sulle normative dei Paesi Occidentali e nemmeno solo su questa raccomandazione. Vediamo quindi quali sono le soglie, i limiti massimi da non superare, dell’intensità dei vari campi tecnici adottate dall’Istituto GEA:

Misurazione dei Campi Elettromagnetici Tecnici e valutazione dei valori riscontrati, soglie adottate dall’Istituto GEA
Meglio avere chiara anche la definizione di Tecnopatia: sono chiamate “tecnopatie”, o patologie da campi tecnici, le patologie dovute all’energia elettromagnetica artificiale (tecnologica) che spaziano dagli effetti della radioattività agli effetti termici delle microonde (morte della cellula per “cottura”), agli effetti non termici (stress cronico) dei campi elettromagnetici deboli e dei campi elettrici e magnetici a bassa frequenza; comprendono inoltre gli effetti dei campi tecnici statici elettrici e magnetici.

Per quel che riguarda il campo magnetico emesso dal trasporto, dalla trasformazione e dall’utilizzo della corrente elettrica alternata, i normali materiali edili non sono in grado di schermare le case dalla penetrazione del campo magnetico e in generale sono pochi i materiali che riescono a schermare le basse frequenze magnetiche: oltre al costosissimo Mu Metal, sono ora in commercio speciali leghe metalliche che schermano dal 60% a oltre l’ 80% di questo campo.
Se gli apparecchi che lo emettono non sono già schermati o predisposti per il massimo annullamento possibile del campo magnetico, la migliore difesa sta nella lontananza dalle fonti, infatti, l’intensità del campo decresce velocemente quando ci allontaniamo dalla sua sorgente (cavo, cabina di trasformazione, elettrodomestico, trasformatore) fino ad arrivare ad un certo punto in cui il campo non è più presente.
Se nelle vicinanze non vi è la presenza di elettrodotti, in un ambiente domestico con impianto a norma di legge e provvisto di punte di scarico a terra efficienti, in media si misurano valori di intensità di campo magnetico minori di 0,02 microTesla a seconda del carico presente in quel momento nell’impianto, valori per i quali si può dire che il campo non procura alcun disturbo.
Questo significa che in ambienti privi di dispersioni e con impianti eseguiti a norma di legge e a regola d’arte (o bioecologici) dovrebbe essere misurabile un’intensità massima non superiore a 0,02 microTesla.

Per quanto riguarda le teletrasmissioni (antenne trasmittenti) si ha una possibile nocività sia per la presenza di antenne trasmittenti radio-televisive, anche se poste ad una certa distanza, sia per la presenza di antenne radiobase di telefonia mobile, se poste nelle immediate vicinanze dell’abitazione. Inoltre si ha una nocività abbastanza alta per le emissioni di campi pulsati provenienti da apparecchi domestici come i telefoni cordless (tipo DECT) e gli emettitori Wi-Fi in quanto sono molto vicini alle persone, o da apparati esterni più potenti come i radar.
Gli edifici e i materiali edili in genere sono quasi trasparenti a questi campi, ma possono creare fenomeni di parziale riflessione, schermando un po’ soprattutto i campi in GigaHertz della telefonia cellulare.

Eseguire misurazioni di campi elettromagnetici tecnici, anche con strumentazioni sofisticatissime e precisissime, senza adeguati parametri di soglia di riferimento non serve a nulla.
La correttezza del valore di soglia adottato dall’operatore è molto più importante della estrema precisione della strumentazione, che comunque deve essere professionale e provvista di certificato di calibrazione altrimenti non si hanno valori reali. Strumenti senza queste caratteristiche tecniche danno valori di intensità di campo privi di significato poiché molto lontani da quelli reali.

I parametri di soglia indicano l’intensità limite di ciascun campo, oltre la quale il rischio di incorrere in una patologia diventa troppo alto oppure non è più bilanciato dai vantaggi dell’utilizzo di quella stessa tecnologia.
Le soglie che emergono dagli studi medici più accreditati, come quello del Karolinska Institutet di Stoccolma (l’Istituto che attribuisce i Premi Nobel) sono sempre molto più basse di quelle della normativa dei vari Paesi, ma sono spesso ancora molto più elevate di quelle considerate utili dalla Baubiologie tedesca o da singoli esperti quali il fisico teorico di rilevanza internazionale Emilio Del Giudice.

Valori di soglia adottati per l’elettrosmog
Normalmente i valori di soglia adottati dalle normative in vigore nei vari Paesi sono frutto di compromessi con gli interessi dei gestori dei servizi che si avvalgono di queste emissioni e hanno poco o niente a che fare con il benessere degli abitanti e la reale prevenzione delle patologie. Qui si fa invece riferimento ai valori di soglia indicati dal ricercatore tedesco Wolfgang Maes che sono utilizzati nella Bioarchitettura tedesca (IBN) e ai valori ritenuti opportuni dall’Istituto GEA.

Campo elettrico a 50 Hz (corrente industriale e impianto elettrico domestico)
per persone elettrosensibili e bambini
la soglia da non superare è di 1 V/m
per le abitazioni
comprese le aree dei letti si fa riferimento al valore di 5 V/m

valori suggeriti dall’istituto Maes.
Il campo elettrico a 50 Hz è relativamente il meno dannoso poiché nell’organismo agisce a livello più superficiale, sulla muscolatura e sullo strato connettivo mettendoli in tensione, ma non riesce ad influire a livello cellulare. Si assiste però a un dilagare della sindrome da elettrosensibilità con casi anche gravemente acuti per cui i valori ritenuti ottimali per la media della popolazione risultano invece molto dannosi per queste persone.

Campo magnetico a 50 Hz (corrente industriale, impianto elettrico domestico, elettrodomestici)
per
persone elettrosensibili e bambini si farà riferimento al valore limite di 0,02 microTesla

indicato dall’Istituto Maes.
Per le aree dei letti il valore limite è di 0,02 microTesla indicato per le zone-letto dall’Istituto Maes anche se l’assenza di campo magnetico tecnico alternato ad intensità normalmente misurabili è considerata la situazione ottimale poiché recenti ipotesi scientifiche sul funzionamento della membrana cellulare (prof. Emilio Del Giudice) indicano una possibile nocività del CM a 50 Hz anche per intensità molto basse, a partire da 0,02 microTesla.
Per le altre zone delle abitazioni il valore massimo è di 0,05 microTesla, valore di soglia che rappresenta nella realtà il migliore compromesso raggiungibile con la necessità di essere dotati di impianto elettrico e di elettrodomestici.
Per gli ambienti di lavoro si fa riferimento al valore massimo di 0,1 microTesla, soglia proposta dal prof. Wolfgang Maes.
La soglia di 0,2 microTesla, basata sulle indicazioni del Karolinska Institutet di Stoccolma è ritenuta troppo elevata per una reale salvaguardia della salute, soprattutto per i bambini.

Campo elettromagnetico da radioonde (teletrasmissioni)
si divide in campi lievemente pulsati (radiofrequenze e micro onde) e campi fortemente pulsati (cordless DECT e Wi-Fi). Inoltre abbiamo due diverse indicazioni, una per le abitazioni in generale e per i posti di lavoro, e una per le zone dove sono i letti. L’Istituto Maes ha introdotto anche una diversa indicazione tra le persone adulte sane e i bambini (le persone elettrosensibili sono equiparate ai bambini).

a) Campi lievemente pulsati (RadioFrequenze, MicroOnde, antenne trasmittenti radio TV e telefonia)
Per persone elettrosensibili e bambini
si fa riferimento al valore limite delle “Guidelines SBM 2008” che è di 0,02 V/m (sebbene sia ormai molto difficile poterlo misurare dal momento che il “fondo” è superiore quasi ovunque).

Per le aree dei letti si fa riferimento al valore limite di 0,14 V/m riportato nelle “Guidelines SBM 2008” indicate dal ricercatore tedesco W. Maes.
Per le altre zone delle abitazioni si fa riferimento al valore limite di 0,20 V/m indicato dalle ricerche indipendenti svolte dal neozelandese prof. Neil Cherry come limite ultimo di precauzione per la salute.
Di conseguenza si giudica essere assolutamente troppo elevato per una vera salvaguardia della salute il limite di 6 V/m del Decreto Legge 381 del 10/09/1998 e non vi si fa alcun riferimento. Analogamente per l’Ordinanza Federale Svizzera che pone la soglia a 5 V/m. E’ importante per la diffusione della consapevolezza della nocività dell’elettrosmog, ma è comunque una battaglia di retroguardia anche quella molto diffusa per portare i limiti ufficiali a 0,6 V/m, poiché per Maes si tratterebbe di “forte anomalia” cioè di forte nocività, e lo studio del prof. Neil Cherry è chiaro nell’indicare 0,2 V/m come limite massimo transitorio da abbassare gradualmente nel tempo fino a dieci volte di meno.

b) Campi fortemente pulsati (radar, UMTS, W-LAN, cordless DECT, Wi-Fi, ecc.)
Per persone elettrosensibili e bambini: per le “Guidelines SBM 2008” il valore con nessuna anomalia è di 0,1 microWatt/m2
Per le aree dei letti
: il valore limite è di 1 microWatt/m2
Per le altre zone delle abitazioni e per i luoghi di lavoro
: il valore limite è di 5 microWatt/m2 (debole anomalia 0,1 – 5 microW/m2 in “Guidelines SBM 2008”)

Radon
per la concentrazione di questo gas radioattivo nell’aria si adotta la soglia proposta dall’Istituto Maes e dall’IBN tedesco di 50 Bq/m3 (Bequerel per metro cubo). Si ricorda anche che la raccomandazione dell’EPA (Environmental Protection Agency) USA è di non superare 150 Bq/m3. Oltre questa soglia l’EPA ritiene che il rischio sia molto grave, tale da causare neoplasie con una probabilità molto elevata.

Riepilogo delle soglie GEA di salvaguardia del benessere rispetto alle misure strumentali  (in presenza di persone elettrosensibili la soglia da adottare è quella riguardante i bambini):

– campo magnetico a 50 Hz:
aree dei letti di bambini e adulti: 0,02 microTesla
abitazioni: 0,05 microTesla
luoghi di lavoro: 0,1 microTesla

– campo elettromagnetico tecnico
a) Campi a radioonde da trasmissioni radio-TV e da antenne radiobase di telefonia mobile:  

aree dei letti di bambini:         0,02 V/m
aree dei letti di adulti:             0,14 V/m
abitazioni e luoghi di lavoro:  0,20 V/m

b) Campi fortemente pulsati (Wi-Fi, UMTS, WLAN, DECT, radar, ecc.) risultano molto più nocivi, si fa quindi riferimento all’unità di misura specifica che indica l’intensità dell’impatto della potenza irradiata sull’unità di superficie:
aree dei letti di bambini: 0,1 microW/m2
aree dei letti di adulti e zone con presenza di bambini: 1 microW/m2
abitazioni e lavoro: 5 microW/m2

COMMENTO

L’inquinamento elettromagnetico all’esterno e all’interno delle case si divide in due tipologie: la dispersione di campo dovuta al trasporto e all’utilizzo della corrente elettrica e l’emissione di radiofrequenze e microonde.

Il primo tipo di elettrosmog è a 50 Hz ed è legato alla presenza di cavi dell’alta tensione (132 kW-230 kW-380 kW), media tensione (20 kW-10 kW) e tensione di utilizzo (380 V-230 V). Ad una distanza fissa l’intensità è proporzionale alla potenza dei cavi e al carico cui sono sottoposti (“amperaggio”).
L’impianto elettrico domestico avrà solo la potenza di utilizzo (380 V condominiale e 230 V domestica) ma vi sono anche gli utilizzatori come gli elettrodomestici e i trasformatori o, nel caso di un condominio, gli ascensori e le pompe per le caldaie.
Per questo tipo di elettrosmog si dovrà misurare l’intensità del campo elettrico e soprattutto quella del campo magnetico.
Per misurare l’intensità del campo elettrico a 50 Hz della corrente elettrica industriale si utilizza il Volt/metro.
Per misurare l’intensità di flusso del campo magnetico a 50 Hz della corrente elettrica industriale si utilizza il microTesla (mT) – la precedente unità di misura era il Gauss che ormai è obsoleta; non conviene quindi utilizzare strumenti che diano i risultati in Gauss o milliGauss.

Per il secondo tipo di elettrosmog si hanno due categorie: le emissioni dovute ad antenne trasmittenti esterne e le emissioni dovute ad apparecchi interni alla casa come cellulari, router wi-fi e cordless DECT.
Le radiazioni esterne sono quasi sempre di campo continuo, cioè non pulsate, a meno che non si tratti del wi-fi comunale.
Le radiazioni interne alle case invece sono di campo pulsato eccetto quelle emanate dai telefoni cellulari che però ad intensità nocive interessano non più di un metro e mezzo dal cellulare emettitore in chiamata o quando suona.
per misurare l’intensità di questi campi elettromagnetici si usa il Volt/metro che misura la loro componente elettrica, oppure il Watt su metro quadrato che misura la densità di potenza su un metro quadrato, oppure per questo tipo di misure, il microWatt su metro quadrato.
Le due misure si convertono con una tabella per cui si possono utilizzare entrambe, ma per i campi fortemente pulsati è consigliabile utilizzare uno strumento che dia le misure in microW/mq.
E’ bene sapere che i valori di intensità in microWatt/metroquadrato dei campi lievemente pulsati (telefonia, radio, televisioni, ecc.) non sono pragonabili a quelli dei campi fortemente pulsati (wi-fi, W-lan, radar, ecc.) per via della diversa nocività; le soglie per questi ultimi sono quindi molto più basse.

Se si misura l’intensità del campo campo elettromagnetico da teletrasmissioni nel nostro Paese normalmente si usa il Volt/metro e le soglie italiane in genere si esprimono in questa unità di misura; invece le soglie tedesche e di altri Paesi misurano la densità di potenza sull’unità di superficie e utilizzano quindi il Watt/metro quadrato.
Sugli strumenti tedeschi si troverà quindi questa misura o meglio il suo sottomultiplo microWatt/metro quadrato, perciò è utile disporre di una tabella di conversione.
La tabella messa a disposizione è una conversione da microW/mq a milliV/m, ma basta sapere che 1 milliV/m equivale a 0,001 V/m per avere i valori in V/m (es.: 100 microW/mq = 194 mV/m = 0,194 V/m da cui si ha che 0,20 V/m = 100 microW/mq).
Per i segnali non pulsati analogici (telefonia cellulare, radio-televisione, ecc.) i valori medi e i valori di picco non differiscono di molto e si può usare la misura in V/m, mentre per i segnali pulsati (wi-fi, cordless DECT, radar, ecc.) i valori di picco possono essere nettamente più alti di quelli medi ed è meglio usare la misura in microW/mq). Per esempio, la potenza di picco emessa dalla base di un telefono DECT può essere fino a 100 volte più alta della potenza media.
Nella valutazione delle misure si dovranno quindi considerare i valori medi per i segnali analogici e i valori di picco per i segnali pulsati.

Per la maggioranza delle abitazioni all’interno i valori medi di intensità delle radiofrequenze si attestano intorno ai 0,18-0,20 V/m e non eccedono 0,30 V/m.
Inoltre, per le abitazioni esposte a sorgenti di microonde, come stazioni radio base telefoniche, i valori medi molto raramente eccedono 1 V/m all’interno.
Il range di intensità che si può misurare in un appartamento, salvo casi particolari, va dunque da “0” (ma bisogna correttamente dire “inferiore alla sensibilità dello strumento”) a 1 V/m (3000 microW/mq).
Sulla base di un ampio numero di studi si evince che le intensità dei campi elettromagnetici nelle zone dedicate al riposo notturno devono essere quanto più basse possibile e comunque al di sotto di 0,05 V/m.
Ad es.: sulla base dei dati di questo studio Navarro 2004 il consiglio sarebbe di rimanere sotto a 0,02 V/m, soglia che è pari a una densità di potenza di 1 microW/mq, che è il valore di esposizione all’interno delle residenze proposto sulla base dell’evidenza empirica dall’Ufficio per la Salute Pubblica del Governo di Salisburgo nel 2002.
Livelli di intensità inferiori a 0,05 V/m (circa 6,5 microW/mq) all’interno delle case sono difficili da misurare in presenza di sorgenti di RF (stazioni radio base telefoniche o altre) nel raggio di alcune centinaia di metri, senza seri interventi di schermatura.

Si riportano infine per un confronto i valori di soglia stabiliti dall’Istituto W. Maes presi a riferimento dalla bioarchitettura tedesca e internazionale (Building Biology Guidelines) basati sul Principio di Precauzione:

campo elettrico alternato a 50 Hz
nessuna anomalia <1 V/m
debole anomalia 1-5 V/m
forte anomalia 5-50 V/m
estrema anomalia >50 V/m

campo magnetico alternato a 50 Hz
nessuna anomalia <0,02 microT
debole anomalia 0,02-0,10 microT
forte anomalia 0,10-0,50 microT
estrema anomalia >0,50 microT

radiofrequenze
nessuna anomalia <1 mW/mq (0,02 V/m)
debole anomalia 1-50 mW/mq (0,02-0,14 V/m)
forte anomalia 50-1000 mW/mq (0,14-0,60 V/m)
estrema anomalia >1000 mW/mq (0,60 V/m)

radiofrequenze fortemente pulsate
nessuna anomalia <0,1 mW/mq (0,006 V/m)
debole anomalia 0,1-5 mW/mq (0,006-0,04 V/m)
forte anomalia 5-100 mW/mq (0,04-0,20 V/m)
estrema anomalia >100 mW/mq (0,20 V/m)

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