Bambini e cellulari è un opuscolo che illutra la pericolosità dei cellulari per i bambini redatto a cura del Gruppo di Ricerca Kompetenzinitiative e pubblicato in italiano dal Centro Tutela Consumatori e Utenti di Bolzano
di Pier Prospero — da “Living Land, i territori dell’abitare” n. 1/2001 (rivista specializzata edita dal Centro HSA Torino) —
La Geobiologia è un vasto contenitore non ancora formalizzato ufficialmente in cui si trovano varie branche di studi e di professionalità.
Si va dallo studio dell’interazione tra ambiente abiotico e ambiente biotico nell’evoluzione della vita sul pianeta, oggetto di corsi di laurea in alcune università, alle indagini sugli effetti dell’acqua sotterranea sulla salute.
Ma purtroppo non è di questo che si occupano i media quando parlano di Geobiologia.
Fa notizia solo il fatto che ci siano persone strane che “percepiscono” i campi energetici e in genere queste notizie sono date come descrizioni di fenomeni del mistero o del paranormale.
Invece nell’Analisi Geobiofisica e geobiologica dell’Ambiente non vi è spazio per il paranormale, il mistero, l’occulto o la magia, poiché in quest’ambito si studiano il più possibile scientificamente le varie interazioni tra le tre “sfere” inscindibili ed interdipendenti che compongono il pianeta: quella energetica, quella biologica e quella abiotica.
L’Analisi Geobiologica si può considerare perciò l’applicazione di una scienza di frontiera che ha molto da scambiare con la nuova fisica e con il pensiero olistico, antimeccanicista.
Per noi però occorre ridimensionare anche la pretesa della scienza che un fenomeno esista solo se ha una spiegazione scientifica, pretesa che dà origine alla falsa e pericolosissima idea che con la tecnologia ci sia una soluzione per ogni problema. Infatti, se si andasse a vedere quali sono le attuali conoscenze scientifiche sulla “sfera energetica” del nostro pianeta si potrebbe rimanere davvero amareggiati dal numero di “forse”.
Anche nell’analisi energetica dell’ambiente si trovano i germi del modo di pensare magico infantile, e sono soprattutto laddove si segue la via dello “schermare” dal danno, dando per scontato e necessario che il danno debba avvenire per poi agire a posteriori;dove cioè si utilizza una tecnologia per vendere rimedi sfruttando la diffusa costruzione nociva delle abitazioni. Questo pensiero magico è estremamente funzionale alla vendita di qualsiasi cosa e alle applicazioni distorte della scienza in quanto mantiene in uno stato non conflittuale la popolazione. Infatti, tale filone di pensiero consegue due risultati per noi molto negativi:
utilizza le conoscenze sulla nocività dei vari sistemi, dall’edilizia alle teletrasmissioni, ottenute da parte di coraggiosi ricercatori in anni di lavoro spesso in condizioni di ostracismo, contro gli intenti dei ricercatori stessi per lasciare le cose come stanno e creare l’illusione di una falsa sicurezza individuale ottenuta con l’acquisto di una “schermatura”;
impedisce che nelle persone si instauri il concetto della prevenzione che è fondamentale per migliorare la situazione della salute.
Personalmente sono rimasto molto a disagio quando, ricevendone il depliant pubblicitario, ho realizzato che un convegno al quale ero invitato come relatore (in qualità di Presidente dell’Istituto GEA), era sponsorizzato al pari della biocasa presentata nell’area espositiva anche da una ditta che produce “pseudo-schermature” sia per i campi elettromagnetici tecnici, sia per quelli naturali. Una parte di me avrebbe voluto che io dicessi subito al pubblico presente in sala che il dottor Ernst Hartmann era stato perito del tribunale civile tedesco nelle cause contro i fabbricanti e i venditori di strumenti di presunta “schermatura”, alcuni dei quali anche per merito suo erano stati costretti a risarcire i danni e a ritirare i loro prodotti dal mercato. Ma un’altra parte di me si è rifiutata di entrare in polemica e ha preferito limitare il contributo che portavo al convegno al minimo indispensabile, sentendomi come un ospite sgradito. Perché reagire così, quando le principali associazioni di bioarchitettura e di architettura bioecologica presentano nelle varie fieredel naturale o dell’arredamento le proposte di “casa bioecologica” inserendovi tranquillamente le “schermature” contro le zone di disturbo naturali e le “schermature” ai campi tecnici (da telefonia, radio, televisione, ecc.)? Non è un bene che le case sane siano anche protette dalle interferenze ambientali che potrebbero nuocere alla salute dei loro abitanti?
Chiariamo intanto il concetto di “schermatura”: per schermatura s’intende un prodotto che posto tra l’origine di una irradiazione e il possibile recettore, sia in grado di impedire totalmente o parzialmente il passaggio dell’irradiazione. Il paragone più immediato è con il piombo che è posto a protezione dei radiologi in speciali giubbotti che devono indossare quando lavorano: i raggi X non riescono ad oltrepassare la lamina di piombo e così non raggiungono il corpo dell’operatore. Un altro tipo di schermatura si ottiene con l’energia elettromagnetica: infatti si può annullare un campo magnetico o elettromagnetico opponendogli un altro campo uguale e contrario. Per produrre questo secondo campo si dovrebbe comunque utilizzare energia elettrica, utilizzare un’antenna e disporla nel modo opportuno. Forse l’inquinamento elettromagnetico complessivo in questo modo aumenterebbe e questo tipo di sistema non è certo il migliore da utilizzare. Infatti, sono cose che piacciono molto ai militari di ogni Paese per oscurare le trasmissioni radio-televisive dei “nemici”. Più semplicemente si studiano dei materiali che riescano ad essere impermeabili al passaggio di queste onde come una fittissima “gabbia di Faraday” che può essere utilizzata per proteggere la casa quale estremo rimedio al dilagare delle trasmittenti. Ma in questo caso se si tratta di avvolgere la casa in una una perfetta “gabbia di Faraday” gli esperimenti hanno dimostrato che può essere nociva, infatti, dentro le gabbie di Faraday le cavie si ammalano. La soluzione per noi non sta quindi nell’avvolgere le abitazioni bioecologiche in schermature che per essere efficaci isolano totalmente dall’esterno, ma nel tentare una lotta contro la disposizione delle trasmittenti nei pressi delle abitazioni. La filosofia che ci guida non è quella della casa impermeabile alle radiazioni, ma è l’idea di trovare un giusto compromesso tra le esigenze tecnologiche e la salute umana, tra le esigenze abitative e la situazione del territorio, tra la casa e l’energia dell’ambiente in cui è costruita. Per questo ci chiamiamo “Istituto per l’Analisi Geobiofisica dell’Ambiente“, perché mettiamo al primo posto la salvaguardia delle condizioni energetiche naturali dell’ambiente e sosteniamo un “adattamento intelligente” delle attività umane a queste condizioni. Per esempio per noi la soluzione migliore rispetto alla nocività da esposizione a zone di disturbo naturali rimane sempre quella dell’ “adattamento intelligente” al luogo: cioè quella di scegliere per dormire le zone neutre della casa e non quelle che causano stress. Fin qui si è parlato di “schermature” efficaci, cioè di prodotti che sono stati testati scientificamente e sono in grado di schermare parzialmente o totalmente alcune bande di frequenza ciascuno (nessuno sinora scherma tutti i range di frequenze). Si va dal reticolo di rame in grado di schermare il solo campo elettrico, ai pannelli in lega metallica in grado di schermare il campo magnetico a 50 Hertz, alle reti sottilissime di fili metallici superconduttori in grado di schermare le microonde, al piombo in grado di schermare alcune radiazioni ionizzanti. Deve essere chiaro che qui non si parla dei cosiddetti sistemi di compensazione i quali agiscono attraverso l’invio di informazioni veicolate su campo magnetico, perciò non sono “schermature”, ma si ascrivono al settore della magnetoterapia. Questi sistemi – anche se studiati e prodotti scientificamente – non modificano l’ambiente energetico naturale circostante, se non immettendovi il proprio debole campo il quale si somma agli altri campi presenti. L’eventuale effetto di queste magnetoterapie è basato sulla qualità delle informazioni che riescono a portare all’organismo, non sulla schermatura di alcunché, ed un esempio concreto ne è l’apparecchio Bicom per la terapia MORA, non certo altri congegni venduti scorrettamente come “schermanti”. Per chi, come noi di GEA, mantiene un vivo interesse per la bioarchitettura/architettura bioecologica è sempre stato chiaro che il pensiero dei suoi fondatori andava ad una casa trasparentealle onde, che possa beneficiare di quello che la natura ha posto come energia nel luogo dove è costruita e riparare i suoi abitanti dagli eventuali eccessi. In quest’idea fondante, la difesa dalle zone di disturbo naturali è realizzata scegliendo per costruire, o almeno per disporre le stanze da letto, luoghi non disturbati in tal senso, e la difesa dai campi tecnologici è realizzata mantenendo la casa ad una adeguata distanza dalle sorgenti di questi campi sfruttando la legge fisica per cui l’intensità del campo decade in modo esponenziale all’aumentare della distanza dalla sua origine.
Inizieremo a discutere seriamente delle “schermature” alle zone di disturbo naturali solo quando ve ne sarà la materia, cioè quando – come per i campi tecnici – saranno prodotti sistemi efficaci, ma data la situazione di pressione da parte dei produttori, poiché ci preme un corretto rapporto con la casa bioecologica e con la bioarchitettura, riteniamo necessario chiarire come la pensiamo in proposito. Oltre agli oggetti magici, alle fialette belghe, e alle altre cose palesemente irrazionali, molto frequenti sono le proposte di cosiddette “schermatura alle geopatie” sotto forma di stuoie da porre sotto il pavimento in costruzione o di coprimaterasso damettere nel letto. In questi prodotti sono presenti reticoli di rame e/o bande magnetiche, a volte con qualche altro fantasioso congegno “raccoglitore di onde nocive” a cui sono collegati. Sembrando forse più un po’ più razionali degli altri oggettini troppo esplicitamente simili ad amuleti, sono proprio questi sistemi di stuoie a far breccia nelle situazioni di cui ci stiamo occupando. Ma vediamo quali sono in genere i loro elementi e le rispettive funzioni:
il reticolo di rame o di un altro metallo conduttore ha la funzione di raccogliere l’energia elettrica statica e di scaricarla, ha solo questa funzione, oltre a non far passare eventuali campi elettrici.
le bande magnetiche restituiscono un segnale che vi è stato registrato (come su un nastro magnetico) e lo fanno arrivare alle persone che vi dormono sopra sfruttando un campo magnetico statico a volte intenso e nocivo: si tratta perciò di ben conosciuti effetti favorevoli o avversi di magnetoterapia. Non possono schermare nulla, né il loro campo è uguale e contrario ad alcuno di quelli tellurici che del resto non essendo ancora misurabili, evidentemente, non si trovano nello stesso ordine di cose.
i raccoglitori di onde nocive contengono per lo più cristalli e acque mariane (diluizioni dell’acqua proveniente da qualche sorgente miracolosa che, come dice giustamente il prof. Emilio Del Giudice, altro non sono che medicine omeopatiche naturali) o anche nulla. Dovrebbero risucchiare non si sa per quale magia le “onde nocive” da campi tellurici e/o tecnici presenti nella zona, oppure annullarle o modificarle, partendo dal presupposto che le altre parti della “schermatura” le blocchino e se ne impregnino, e quindi che – a saturazione avvenuta – potrebbero a loro volta cederle all’ambiente, quindi ogni tot tempo bisogna acquistare un sistema nuovo.
eventuali supporti organici vengono pretesi come ulteriori schermanti, mentre è chiaro che materiali come sugheroo altro non oppongono alcuna resistenza ai campi tellurici o ai campi tecnici.
Se qualcuno di questi sistemi funzionasse, cioè avesse la capacità di impedire ai campi tellurici di raggiungere le persone, potremmo tranquillamente infischiarcene delle incongruenze, della non scientificità, della irrazionalità e utilizzarlo dove necessario; noi non siamo scientisti ideologici e non neghiamo che esista dell’altro che la scienza ancora non sa, non capisce o non vuole vedere. Ma di fatto nessuna di queste “schermature” funziona. Si vede subito appena si esegue una prova in cieco, cioè se si rileva comunque la presenza di zone di disturbo non sapendo che è presente uno di questi dispositivi. Oltre ad alcune prove fatte di proposito, ma ancora suscettibili di qualche critica metodologica, è la nostra esperienza pratica di lavoro che ci ha fornito i migliori esempi sui più svariati oggetti e materiali “pseudo-schermanti”. Nella parte dedicata al rilievo geobiologico dell’indagine geobiofisica dei luoghi, spesso dopo aver concluso di rintracciare le zone di disturbo presenti nella camera ho fatto spostare il letto per ricavare la posizione precisa delle zone e segnarla sulla mappa, e così facendo ho scoperto un oggetto che il committente aveva disposto secondo le istruzioni del venditore per annullare ogni influenza di “geopatie” e non aveva rimosso, né mi aveva avvertito della sua presenza, proprio perché – consciamente o inconsciamente – voleva una conferma della sua efficacia. La reazione dei committenti messi al corrente della scoperta dell’oggetto a indagine completata, cioè di fronte alla migliore dimostrazione dell’inefficacia dell’oggetto stesso, di solito è quella di dichiarare che avevano già il sospetto che non funzionasse perché pur avendolo acquistato da tempo i loro sintomi non erano affatto scomparsi. L’obiezione tipica di venditori e dei produttori di questi oggetti inutili a questo punto è che l’oggetto non fosse disposto correttamente come da istruzioni, ma le persone sono avvisate e per esempio tutti i miei committenti dai quali ho scoperto casualmente un simile oggetto hanno affermato o di averlo scrupolosamente lasciato nella posizione messa dal venditore o di aver chiamato una seconda volta il venditore a disporlo bene non trovando benefici. Obiezione respinta, quindi.
Quando l’Esperto in Analisi Geobiofisica annuncia che una zona della casa è da evitare perché vi è una zona di disturbo, spesso si innesca una crisi poiché la casa è quasi sempre già arredata e troppo piccola per permettere cambiamenti e spostamenti, le prese dell’elettricità sono nei punti sbagliati, non si può cambiare casa, ecc. per questo i committenti vorrebbero tanto sentirsidire che con una “pillola” oggetto magico antigeopatia passano tutti i loro mali, così da non dover cambiare nulla della loro casa e della loro vita. Del resto siamo stati tutti indottrinati in questo modo fin da piccoli: non dobbiamo cercare la prevenzione dei problemi, ma comperare la pillola del colore giusto per il nostro caso e il colore giusto ce lo indica il “tecnico” di turno. Prese tutte le pillole necessarie siamo a posto e continuiamo a intossicarci, a inquinarci, a stressarci come prima per poi stupirci, dopo anni di questo maltrattamento, che “esca” – chissà da dove – una patologia. Per noi dell’Istituto GEA l’Esperto in Analisi Geobiofisica dei Luoghi non è un venditore: non può vendere un rimedio ed essere sereno nella ricerca delle zone di disturbo poiché anche inconsciamente troverà il disturbo giusto per proporre il suo rimedio. Ogni esperto in Analisi Geobiologica dovrebbe dare esclusivamente una prestazione professionale, una consulenza sullo stato energetico della casa, dovrebbe resistere alla tentazione e non illudersi e illudere i suoi clienti che qualche rimedio sia la “panacea” contro la nocività della zona individuata. L’Istituto GEA garantisce l’utente dagli errori dovuti all’abbinamento delle indagini nelle abitazioni con la vendita di oggetti vari perché vieta ai suoi Esperti di vendere o consigliare qualsiasi tipo di rimedio per le zone di disturbo. Abbiamo avuto già da tempo (1990) la dimostrazione, con un test svolto in cieco da alcuni bioarchitetti tedeschi per l’Istituto Maes, che se nell’esperto vi è l’intento di vendere, questo intento prevale e l’esperto individua una situazione proiettiva, non reale, funzionale allo strumento che intende vendere; questo avviene anche con persone in buona fede, per un processo inconscio.
L’utente per difendersi dai tentativi di vendita di questi oggetti inutili ha a disposizione la possibilità di scegliere nel Registro degli Esperti in Analisi Geobiofisica dei Luoghi curato dall’Istituto GEA un Esperto che sia professionalmente preparato e operi professionalmente e deontologicamente.
campi energetici reticolari con punti di massima intensità (rosso = H – verde = C)
di Pier Prospero —
La Geobiologiasi differenzia dalla Rabdomanzia perché studia in particolare la presenza e la nocività dei Campi Energetici Reticolari che avvolgono la superficie terrestre con strette maglie di pochi metri e sono orientati dal Nord magnetico terrestre.
Si tratta soprattutto del reticolo energetico parallelo al Nord Magnetico, detto di Hartmann, con maglie (al 45° parallelo) di 2,05/2,10 metri verso Nord-Sud e metri 2,55/2,60 verso Est-Ovest, con le “pareti” larghe 21 centimetri, e del reticolo energetico diagonale al Nord magnetico, detto di Curry (dall’ing. Manfred Curry, austriaco, che lo ha proposto per primo al pubblico) con maglie più variabili in un intorno dei tre metri e mezzo per tre metri e mezzo, con le “pareti” larghe circa 40 centimetri. I campi energetici reticolari sono indipendenti tra loro e non si interferiscono, quindi non vi sono “incroci” tra le pareti del reticolo di Hartmann e le pareti del reticolo di Curry. Inoltrenon sono interferiti, né modificati dagli altri campi energeticidi varia natura che si trovano nell’ambiente nè da oggetti o da menhir ecc.
La rabdomanziainvece si è dedicata per secoli alla individuazione di scorrimenti sotterranei di acqua da captare o di vene metallifere da intercettare con scavi minerari; a questo proposito ci sono giunti anche alcuni dettagliati manuali del 16° secolo, ed è plausibile pensare che in mancanza di qualsiasi conoscenza geologica l’individuazione delle zone dove scavare fosse affidata ai rabdomanti, persone ipersensibili alle variazioni di campo che erano, e sono, in grado di percepire la conformazione del substrato. I reticoli energetici probabilmente erano percepiti fin dall’antichità come fenomeni “magici”, espressione della forza della Terra, ed erano usati come “guida” per le costruzioni sacre, considerando che le rendessero magiche o che le rafforzassero. Erano conosciuti, ma la loro ricerca non era “utilitaristica” bensì sacra e spirituale, per cui era appannaggio delle classi sacerdotali. L’attuale ricerca dell’Istituto GEA ha verificato che molte chiese romaniche, in posti lontani tra loro, hanno il perimetro, o altri elementi importanti della struttura, in coincidenza con le “pareti” dei reticoli energetici e questo ci permette di pensare che la posizione di queste “pareti” energetiche sia stabile, almeno nell’arco di ottocento-novecento anni, dando per scontato che l’aver posizionato le strutture delle diverse chiese dove si percepiscono le “pareti” dei reticoli non si possa configurare come pura coincidenza, data la sua ripetizione e in posti molto diversi e distanti tra loro, ma in un medesimo periodo storico.
Solo all’inizio del Novecento si torna a parlare di reticoli energetici in senso laico con intento scientifico e si ipotizzano come forme di energia naturale. Infine negli anni cinquanta-sessanta il dr Ernst Hartmann col fratello Robert riuscirono a formalizzare il modello preciso del reticolo parallelo al Nord (che di conseguenza prende il nome da loro) individuandone la maglia di due metri per due metri e mezzo e scoprendo e dimostrando la nocività e la grave pericolosità per la salute degli “incroci” delle “pareti” del reticolo, punti dove il reticolo ha la massima intensità energetica.
reticoli energetici parallelo al nord (in rosso) e diagonale al nord (in verde)
ICampi Energetici Reticolari che avvolgono la superficie del pianeta da qualche centinaio di metri sottoterra fino alla ionosfera potrebbero essere dovuti ciascuno ad una coppia di fonti con emissione uguale o simile (su un’armonica) che creano “pareti” energetiche verticali e perpendicolari. Queste onde si intersecano nei punti di massima intensità (chiamati comunemente “incroci”) nei quali le due emissioni, entrando in fase, si rinforzano reciprocamente. Qualcosa di analogo è osservabile nel far cadere contemporaneamente dalla stessa altezza due pesi uguali in uno specchio di acqua ferma. Alla piccola scala questi campi sembrano avere maglie ad andamento rettangolare. A grande scala se ne vede una leggera curvatura.
reticolo H rilevato per 50 metri: si percepisce una sua leggera curvatura
Questa curvatura rende impossibile la proiezione del reticolo su una mappa, dati alcuni punti rilevati, anche in un’area limitata, poiché oltre i 10 metri di proiezione l’errore diventa eccessivo falsando tutto il disegno. Occorre quindi ricorrere a unespertoipersensibile per farsi fare la mappa delle zone di disturbo naturali con il suo sopralluogo in ciascun sito che ci interessa. Non si conoscono, per ora, né la natura né le origini dei campi energetici reticolari, e nemmeno la loro composizione energetica, anche se avendo un comportamento verticale sono stati pensati come espressione delle onde “scalari”. Inoltre dal momento che le loro informazioni sono registrabili con sofisticati apparecchi medici quali il MoRa e il Bicom che registrano frequenze di bioelettromagnetismo si deve per forza
apparecchio Bicom per la Medicina Bioelettronica
ritenere che abbiano una componente elettromagnetica (esperimenti condotti dall’Istituto GEA hanno dimostrato che le frequenze elettromagnetiche ci sono e sono riconoscibili).
E’ accertato che i punti di massima intensità dei reticoli energetici parallelo al Nord, detto di Hartmann, e diagonale al Nord, detto di Curry, possono nuocere gravemente, nel senso di creare punti di focalizzazione nel nostro corpo. Si comportano perciò come radiazioni localizzate. In genere le maglie di questi campi energetici reticolari sono orientate dal campo magnetico terrestre e si alterano solo quando anche il campo geomagnetico si modifica. Seguono quindi il magnetismo terrestre anche nelle sue torsioni e variazioni. Non subiscono invece l’influenza delle energie emesse a livello idrogeologico, ed è completamente falso che una costruire una struttura megalitica con grossi massi permetta di “manipolare” in modo temporaneo o stabile la configurazione geobiologica locale.
La direzione delle “pareti” energetiche che compongono questi reticoli non varia nemmeno in presenza di grosse masse metalliche: si tratta di una incomprensione dei fenomeni dovuta all’applicazione del “pensiero magico” da parte dei rilevatori, pensiero che nel suo infantilismo non comprende ad esempio che il campo geomagnetico non cambia al variare della direzione dell’ago della bussola se a far girare l’ago sono delle masse metalliche; il campo geomagnetico è sempre nella stessa direzione in quanto non viene influenzato da masse metalliche relativamente modeste che invece attraggono l’ago della bussola. I reticoli energetici seguono il campo geomagnetico, non l’ago della bussola, ma questo è “pensiero logico” o per meglio dire “ragionevole” e difficilmente fa presa su chi ha una visione distorta e falsa di questi fenomeni.
Nemmeno i campi elettromagnetici tecnologici dovuti alle normali teletrasmissioni sono in grado di alterare le maglie dei campi reticolari, nonostante le ripetute affermazioni in tal senso che sono reperibili in rete e nelle pubblicazioni a stampa. Basta provare.
Questi disturbi tecnologici alterano solo la percezione degli operatori e se affermano che invece a deformarsi sono i reticoli vuol dire solo che non ne sono consapevoli, non conoscono il loro biocampo e non sanno che può far sbagliare la rilevazione.
Il campo geomagnetico, e con lui la direzione delle maglie dei reticoli energetici, è deviato invece dagli effetti di faglie trascorrenti o da altre situazioni geologiche particolari e ”forti”.
declinazione del campo magnetico terrestre
Sono comunque disponibili le mappe del campo magnetico con le sue alterazioni (ma l’Italia ne è poco interessata). Gli esperti del Gruppo di Ricerca fondato dal dr Hartmann hanno dimostrato che nel nord della Germania, nelle zone dove vi sono notevoli deviazioni del campo magnetico terrestre, la maglia del reticolo parallelo al Nord (di Hartmann) segue il campo mgnetico nella sua deviazione. Non sono certo le strutture metalliche delle case o le grandi pietre infisse nel terreno ad avere qualche effetto sui reticoli! A questo proposito è bene evidenziare che se vi sono anomalie nella maglia dei reticoli in prossimità di un menhir o di un monumento archeologicoè per “segnalare” queste anomalie che nel passato vi è stato posto in coincidenza un menhir o un altro monumento megalitico, non è certo il menhir o il monumento a creare l’anomalia nel reticolo!
Non è questo nostro pensiero quello “rovescio”: sono i radiestesisti che applicando il pensiero magico infantile invertono le cose, non ne sono consapevoli e strombazzano ovunque le loro “verità” esponendo l’intera Geobiologia agli attacchi degli scettici e al ridicolo.
La prima teoria moderna sulla natura di questi campi energetici reticolari era basata su assunti scientifici: alcuni autori si rifacevano alle scoperte di G. Lakhovsky, un ricercatore degli anni trenta del secolo scorso, e ritenevano che i campi reticolari traessero origine dalla rifrazione delle Onde Cosmiche dovuta alla diversa permeabilità del terreno poiché i vari substrati geologici hanno una diversa capacità di assorbimento o di riflessione rispetto a queste onde. A quei tempi le Onde Cosmiche erano state scoperte da poco e ancora poco conosciute, mentre con le conoscenze attuali questa ipotesi tende a decadere. Successivamente il gruppo di ricerca che faceva capo al dr Hartmann formulò un’altra ipotesi con R. Endross e K. E. Lotz che pensavano questi campi energetici come effetto della fuoriuscita di neutroni dai processi di decadimento degli isotopi degli elementi pesanti della crosta terrestre. I neutroni in fuga non verrebbero assorbiti dalle rocce della crosta e fuoriuscendo creerebbero dei “muri” di energia dal basso verso l’alto ad andamento perpendicolare fra loro. Sembra che poi la teoria si decaduta dal momento che è stato dimostrato che i neutroni in fuga non si dispongono in modo regolare e non formano “pareti” ma interessano intere aree. Il dottor W. Ludwig, collaboratore di consulenti della NASA per lo studio dei campi elettromagnetici naturali da riprodurre nelle stazioni spaziali, ha formulato negli anni novanta del secolo scorso un’ulteriore teoria che vede i campi energetici reticolari come fenomeni ondulatori dovuti all’effetto di risonanza prodotto dalla ionosfera e dalla crosta terrestre (compresi gli oceani), che sono masse sferiche concentriche e costituiscono un enorme “risonatore sferico” che emette un’onda portante a 7.8 Hz, detta Onda di Schumann, della quale i reticoli energetici potrebbero, secondo Ludwig, costituire delle armoniche in sequenza, interagenti con il campo magnetico del pianeta e da ciò la loro polarizzazione con il Nord magnetico. Il Forschungskreis für Geobiologie del dr Ernst Hartmann nello stesso periodo ha studiato per un decennio la natura del reticolo energetico parallelo al Nord ma questi studi, condotti anche in collaborazione con importanti università tedesche, non hanno avuto esiti significativi. Probabilmente tutte queste ricerche costituiscono solo alcuni tasselli di un mosaico del quale non si riconosce ancora il disegno.
L’unica cosa che in realtà negli anniè stata dimostrata in modo sempre più convincente è la nocività dei punti di massima intensità, o incroci,dei reticoli energetici poiché si sono intraprese delle analisi comparate in cieco che hanno messo in relazione la diagnosi medica con l’analisi geobiologica del posto del letto del paziente. Questo è molto importante, e per noi è più che sufficiente per evitare di dormire con il corpo esposto all’irradiazione di uno di questi punti (in realtà si tratta di piccoli quadrati di superficie, 21 x 21 cm per il reticolo parallelo al nord e 40 x 40 cm per il reticolo diagonale al Nord). Quindi da queste esigenze di ricerca medica viene rafforzata la necessità di disporre di una “mappa delle zone di disturbo” della propria abitazione in modo da disporre l’arredamento, e soprattutto i letti, in zone in cui non sono presenti le radiazioni naturali a noi nocive degli “incroci” dei reticoli energetici e quelle dovute alla geologia e all’idrogeologia.