si è tenuto con successo il primo CORSO DI PROGETTAZIONE CONSAPEVOLE da 6 crediti formativi organizzato dall’Ordine degli Architetti e realizzato da GEA

corso con Ordine di Asti

Abitiamo un pianeta che è un superorganismo pulsante e in continua trasformazione, così come il nostro organismo. La Terra e l’unità umana di corpo-mente sono in continua comunicazione, attraverso un ininterrotto scambio energetico. La dinamica energetica del sito fornisce molte informazioni che illustrano la quantità di energia scaricata lentamente o costantemente dalle masse rocciose in compressione o distensione, l’assorbimento o il rilascio di energia da parte dei substrati del terreno, il grado di gradevolezza sull’abitare sul terreno in esame, le zone più idonee da dedicare all’abitare o alle attività produttive, le zone più idonee per case di riposo, ospedali, asili-nido, o altro ancora. Tanti processi sono invisibili, ma costituiscono gran parte dello scambio di energia tra noi e l’ambiente.

Relatori:
dott. Marco Devecchi – docente Facoltà di Agraria di Torino
Presidente dell’Ordine dei Dottori agronomi e forestali della Provincia di Asti, Presidente dell’Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano, Vice Presidente Centro studi paesaggio culturale Monferrato

arch. Mariangela Migliardi, esperta in Analisi Geobiofisica del Territorio – responsabile progetto Scuola Istituto GEA

arch. Claudia Tartara, esperta in Analisi Geobiofisica del Territorio – esperta in conduzione gruppi, leadership e comunicazione

geom. Marino Zeppa, esperto in Analisi Geobiofisica del Territorio – Vice Presidente Istituto GEA

EVENTO FORMATIVO – Fase 1: 23/09/2015, ore 14,00-18,00
presso  ……

Programma

  • Registrazione dei partecipanti al Seminario (dalle ore 13,30)

  • Saluti di benvenuto, presentazione Istituto GEA e programma lavori

  • Lo scambio energetico tra l’uomo e l’ambiente

  • La matrice energetica di un territorio – Tipologie di matrice energetica

  • Reazione delle persone alla matrice energetica di un terreno

  • La Vocazione Territoriale e sua importanza nella programmazione territoriale

  • Caratteristiche del territorio locale: l’Astigiano

  • Il paesaggio come fattore strategico di qualità della vita

  • Il benessere abitativo in relazione ai campi energetici naturali

  • L’indagine geobiofisica dei campi elettromagnetici naturali

  • Conclusioni e dibattito

EVENTO FORMATIVO – Fase 2: 2/10/2015, ore 14,00-18,00
Percorso didattico-percettivo presso il sito del Sacromonte di Crea

(In caso di eventi meteorologici sfavorevoli l’incontro si effettuerà in data da destinarsi)

I Percorsi didattico-percettivi® (Laboratori di Geologia Percettiva® – GEA) sono la modalità esperienziale mediante la quale si accompagnano i fruitori alla conoscenza del territorio attraverso la percezione psicofisica.
I Percorsi didattico-percettivi® costituiscono una interessante esperienza, che fornisce ad ognuno le basi necessarie a percepire se stesso in relazione al luogo in cui si trova e in relazione alle differenti caratteristiche geologiche che si incontrano.
I Percorsi didattico-percettivi® sono un ponte tra il sapere geologico e geofisico attuale e la percezione personale e biologica del diverso scambio energetico del terreno nella varie situazioni geologiche e dei suoi differenti effetti sulle persone. Introduce alla consapevolezza delle variazioni nel proprio benessere psicofisico insorte nel camminare su territori dal substrato diverso ed alla consapevolezza della percezione dello scambio energetico tra territorio ed essere umano.
I Percorsi didattico-percettivi® uniscono situazioni apparentemente differenti del territorio, evidenziando le correlazioni tra siti ad interesse geologico, idrogeologico, naturalistico e siti di interesse storico-culturale.
Le caratteristiche geologico-strutturali che caratterizzano i diversi Percorsi didattico-percettivi® sono documentate da cartografia e da studi scientifici (Carta Geologica d’Italia, Carte Geologiche dell’Ispra, Carta del C.N.R. “Structural Model of Italy”, studi dell’I.G.M. su movimenti del suolo in zone salienti d’Italia, etc.)
Il sito del percorso didattico-percettivi® proposto è riferito a:
– Sacro Monte di Crea, collocato sulla Ruga di Salabue (anticlinale, vedi fogli 56 e 57 CGI) segnata dalla presenza di una faglia significativa

Programma:

–        Incontro nel sito prescelto e presentazione del percorso e dei partecipanti

–        Esercizi per il miglioramento della capacità percettiva

–        Escursione guidata (con compilazione scheda di riscontro)

–        Condivisione finale e illustrazione delle caratteristiche geologico/geofisiche del percorso.

Il percorso verrà effettuato con un minimo 20 partecipanti ed un massimo 50 partecipanti
Costo a copertura delle spese: euro 35,00: complessivi della 1a e 2a fase
Saranno riconosciuti n. 6 crediti formativi

Iscrizioni al Seminario

al Seminario dà diritto per i professionisti Architetti all’acquisizione di 6 crediti formativi a fronte della partecipazione completa ai lavori, previa iscrizione e versamento tramite bonifico bancario – a titolo di contributo spese – di euro 35,00 sul conto dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Asti Codice IBAN: IT54 G060 8510 3000 0000 0029 463. Il corso chiuderà l’accettazione delle iscrizioni al seminario tecnico formativo raggiunti i 25 partecipanti. Se vi saranno ulteriori interessati il corso verrà ripetuto successivamente.
Specifiche informazioni per l’iscrizione verranno fornite dalla segreteria dell’Ordine degli Architetti .

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
Ordine degli Architetti P.P.C della Provincia di Asti
infoasti@archiworld.it
Tel. 0141.55.73.33 – Fax 0141.35.67.07

Valutazioni teoriche e sperimentali sulla radioattività dei materiali da costruzione per avere un’idea del tenore di radiazione dovuta agli edifici

Il testo che segue, pur essendo molto tecnico, permette di colmare una carenza di informazioni riguardo alla radioattività, aspetto della radiazione naturale che è poco curato nelle comunicazioni di Bioarchitettura e Geobiologia. Leggendolo ci si può fare un’idea – scientificamente sostenuta – del tipo di emissioni causate dai materiali edili, sostegno teorico di una eventuale misurazione con un Geiger da parte dell’esperto.
Alcuni link che possono essere utili per una informazione di base sulla radioattività sono i seguenti:
https://www.arpa.umbria.it/resources/documenti/radiazioni_ionizzanti/Calandra.pdf – per i materiali edili
http://utenti.romascuola.net/smsanguillara/ricerche.htm
http://radiosurplus.it/pdf/Radioattivita.pdf – sulla nocività della radioattività

https://www.naz.ch/it/aktuell/messwerte.html – fonte svizzera

Inseriamo anche alcune immagini esplicative (fonte internet):
l'Uraniodecadimento radioattivopenetrazione particelle radioattive nel corpo

 

 

 

 

spessori materiali schermanti radioattivita?

 

 

 

 

 

 

autore: dr. Ing. Silvano Cazzoli,  Presidente ANPEQ

Sommario

La radioattività delle famiglie naturali contenute nei materiali da costruzione è responsabile in certa misura nell’equivalente di dose riferibile al fondo naturale delle radiazioni. Tale radioattività dà luogo a due contributi di dose: la dose gamma esterna e la dose alfa interna legata alla emanazione e all’accumulo del radon nonché ad contenuto radioattivo materiali ediliun contributo dovuto all’inalazione di polveri nelle quali le concentrazioni dei capostipiti naturali sono alte.
Prima di procedere ad effettuare delle misure è stata determinata mediante l’uso di un modello di calcolo la correlazione fra attività specifica e dose (alfa e gamma). Questa analisi ha permesso di concludere che, per la maggioranza dei materiali da costruzione, il contributo dovuto alla dose alfa è assai limitato; inoltre è risultato che il contributo alla dose gamma della famiglia dell’U-238 è dovuto sostanzialmente ai radionuclidi che si trovano a valle del Rn-222. Tali risultati sono stati utili ai fini di selezionare i radionuclidi oggetto delle misure.
Il metodo descritto in questo lavoro permette di misurare la radioattività naturale nei terreni e nei materiali da costruzione con l’uso di un analizzatore multicanale accoppiato ad un rivelatore al germanio intrinseco; tale metodica è stata applicata in un’indagine sistematica su materiali per l’edilizia, nei quali sono stati determinati i valori di attività specifica relativi alle famiglie di U-238, U-235, Th-232 e al K-40.
Il suddetto metodo di misura presenta il vantaggio di essere relativamente rapido e semplice e di avere i necessari requisiti di precisione, potere risolutivo e sufficiente sensibilità.

1 Introduzione

Negli ultimi anni, il valore scontenuto di Th nei materiali edilitimato dell’equivalente di dose efficace che viene assorbita mediamente dagli individui della popolazione a causa dell’esposizione alle sorgenti radioattive naturali è notevolmente aumentato.
Fino a pochi anni fa, infatti, tale dose veniva valutata dallo United Nations Scientific Committee on the Effect of Atomic Radiation (UNSCEAR) dell’ordine di 1 mSv/a; successivamente, stime più accurate hanno attribuito alla dose pro capite da radiazioni naturali il valore di 2 mSv/a (1), e più recentemente, di 3,3 mSv/a (2) (14).
Questi valori di dose sono comprensivi dei contributi derivanti dalla radiazione cosmica, dai radionuclidi cosmogenici e dai radionuclidi primordiali; l’UNSCEAR attribuisce, tuttavia, a questi ultimi un contributo di gran lunga preponderante rispetto agli altri (circa 2 mSv/a).
I radionuclidi primordiali appartengono, per la maggior parte, alle famiglie radioattive naturali, i cui capostipiti (Thorio-232, Uranio-238 e Uranio-235) sono presenti nella crosta terrestre in concentrazioni variabili, con valori medi dell’ordine di quelli riportati indicativamente nella tabella 1 (3).

TABELLA 1
Concentrazioni medie dei capostipiti delle famiglie radioattive naturali nella crosta terrestre
(3)

Nuclide

 

Tempo di dimezzamento (miliardi di anni)

 

 

Concentrazione

ppm Bq/Kg
Th-232 14.1 8.5 34
U-235 0.7 0.02 1.5
U-238 4.5 2.7 33

Tra i radionuclidi primordiali che non appartengono a queste famiglie, quello che riveste maggiore importanza dal punto di vista radiologico è il K-40, il quale è contenuto nel potassio naturale con una concentrazione isotopica dello 0.0118 % ed è responsabile, secondo le stime UNSCEAR, di un contributo alla dose esterna pari a 0.15 mSv/a, oltre che di una dose interna valutata in 0.18 mSv/a (corrispondente a un “body burden” di circa 4 kBq).
Dal momento che tutti questi radionuclidi sono diffusi nella crosta terrestre, essi sono presenti anche nei materiali da costruzione, i quali, dunque, sono responsabili di una parte della dose da radiazioni naturali assorbita dalla popolazione. Indagini sulla radioattività dei materiali da costruzione più comunemente impiegati sono state effettuate in tutto il mondo; alcuni dati relativi all’Italia, che sono riassunti in tabella 2 (4), mettono in evidenza, in particolare, l’elevato contenuto di radioattività di alcuni materiali che sono largamente impiegati in tre regioni italiane (Lazio, Campania ed Umbria).

TABELLA 2
Concentrazioni di uranio, torio e potassio, in alcuni materiali da costruzione in Italia (Bq/kg)
(4)

Materiale Luogo di origine K-40 (Potassio)
U-238 (Uranio)
Th-232 (Thorio)
Tufo

Pozzolana

Lazio

Campania

Umbria

1900-2370

1950-2250

1468-1925

350-390

130-390

136-242

275-350

85-135

468-541

 

Pietra

 

Lazio

Campania

Umbria

 

4-68

 

 

1-38

 

 

 

Mattoni

 

Varie

regioni

365-1060

 

28-81

 

40-148

 

Cemento

 

Varie

regioni

4-780

 

10-100

 

10-240

 

nel decadimento dei radionuclidi naturali che essi contengono ed è dunque legata direttamente alla concentrazione di questi nel materiale. Un ulteriore contributo va messo in relazione all’accumulo negli ambienti chiusi degli isotopi del radon che da essi vengono emanati, ed in particolare al Rn-222, i cui figli a vita breve sono responsabili di una dose alfa interna. La sola conoscenza del livello di radioattività non è sufficiente a quantificare il valore di tale dose, dal momento che l’emanazione del Rn-222 è fortemente influenzata dalle caratteristiche fisiche del materiale.

Per analizzare il legame che esiste fra dose e concentrazione è stato impiegato un modello che permette di correlare la dose esterna ed interna con le attività specifiche dei radionuclidi naturali, contenuti nei materiali da costruzione. Le correlazioni sono state ottenute calcolando la dose ricevuta da un individuo che si trova al centro di una stanza standard, nell’ipotesi che le pareti, il pavimento ed il soffitto abbiano lo stesso spessore e la stessa composizione, anche riguardo ai radionuclidi presenti.

Le espressioni che si ottengono sono del tipo:  (1) (2)

dove (HE)1 in (mSv/a) è la dose gamma esterna dovuta ai radionuclidi appartenenti alle famiglie dell’uranio e del torio e al K-40, presenti nel materiale, rispettivamente, nelle concentrazioni CU, CTh e CK (Bq/kg), mentre a, b e c sono coefficienti che dipendono, tra l’altro, dalla composizione e dallo spessore; (HE)2 (mSv/a) è la dose alfa interna dovuta al radon emesso dai materiali, e è il coefficiente di emanazione del Rn-222 e h e k sono coefficienti che dipendono, tra l’altro, dallo spessore, dalle caratteristiche morfologiche del materiale e dal tasso di ventilazione della stanza.

Nel caso di pareti di mattoni, le relazioni (1) e (2) permettono di ricavare gli andamenti di figura 1 (nell’ipotesi di CU=CTh e 350<CK<1100 Bq/kg).

Figura 1 – Dose gamma e alfa dovuta ai materiali da costruzione.figura 1 dose gamma

L’esame dei risultati ottenuti con questo modello permette di ricavare alcune importanti considerazioni utili ai fini delle misure. In primo luogo si può affermare che l’equivalente di dose efficace dovuto al radon (HE)2 risulta per molti materiali assai limitato soprattutto a causa dei bassi valori che generalmente assume il coefficiente di emanazione (vedi tab.3).
In secondo luogo risulta evidente che il maggior contributo alla dose gamma è attribuibile ai radionuclidi delle famiglie radioattive naturali ed in particolare a quelli che si trovano a valle degli isotopi del radon. A titolo esemplificativo nella figura 2 sono riportati i tassi di emissione dei membri della famiglia dell’U-238 (in percentuale relativa al valore totale di energia gamma emessa pari a 1,757 in condizioni di equilibrio secolare).
Come si puo notare più del 97% di tale energia è attribuibile a due soli radionuclidi (Bi-214 e Pb-214).

Figura 2 – Valore in % del tasso di emissione di energia gamma da parte dei membri della famiglia dell’U-238 in equilibrio secolare
figura 2 valore perc

TABELLA 3
Valori di concentrazione di Ra-226, del tasso di emanazione e del coefficiente di emanazione del Rn-222, per alcuni materiali da costruzione (5)

 

NAZIONE

 

 

Materiale

 

Numero dei

campioni

Ra-226

Bq/Kg

 

Tasso di emanazione

(Bq/Kg s)

Coefficiente di emanazione

 

URSS

 

 

Calc. leggero

Calc. compatto

Mattoni rossi

18

19

12

66

141

50

0.32

0.41

0.16

0.035

0.021

0.017

UNGHERIA

 

Calcestruzzo

Mattoni rossi

100

200

13

55

0.78

0.39

0.28

0.036

POLONIA

 

 

Ceneri volanti

Scorie

Fosforite

Mattoni rossi

33

11

6

3

96

67

705

18

0.0054

0.0070

0.20

0.023

DANIMARCA

 

 

 

Calcestruzzo

Calc. (argille e solfati)

Mattoni

Pannelli gesso

4

 

1

2

1

 

0.47

 

44

0.017

0.023

 

NORVEGIA

 

 

Calcestruzzo

Mattoni

Argilla espansa

137

18

12

28

63

52

0.01-0.20

0.01

0.01-0.20

USA

 

 

Calcestruzzo

Calcestruzzo (ceneri volanti)

Mattoni rossi

Gesso

106/21 1)

 

8

6

12

9-32

 

19

45

12

0.43-1.26

 

1.04

0.10

0.63

0.13-0.25

 

0.26

0.01

0.28

1) Tasso di emanazione del Rn-222 misurato per 106 campioni da 10 città; concentrazione del Ra-226 e coefficiente di emanazione misurati su 21 campioni da 7 città.

2 – Metodo di misura

A seguito dell’interesse dimostrato da parte di diverse realtà industriali ed amministrative dell’Emilia Romagna nei confronti delle misure di radioattività naturale nei materiali da costruzione, è stata effettuata una serie di misure mediante un metodo il più possibile rapido e semplice.
Le misure sono state eseguite presso il laboratorio misure radiometriche dell’ENEA del Centro Ricerche Energia del Brasimone (Bologna), con le metodiche normalmente utilizzate per misure su radioisotopi artificiali.
Alcuni risultati che sono stati ottenuti con questo metodo di misura si riferiscono a campioni selezionati in modo da essere rappresentativi delle materie prime, dei prodotti finiti e dei fanghi di scarico relativi alle principali produzioni ceramiche commerciali italiane. Sono state pure effettuate misure su campioni di sabbia, calcare, marna, cemento.
Per effettuare le misure, si è fatto ricorso ad un analizzatore multicanale dotato di un rivelatore al germanio intrinseco (IG).
Questa scelta è in linea con i metodi seguiti da altri autori per misure su materiali da costruzione (mattoni, cemento, sabbia, gesso, calcare, ecc.) – (4, 6, 7, 8, 9, 10, 11). Attualmente vi sono altri tipi di rivelatori che consentono una misura rapida e precisa di questi materiali.
L’impiego di questi rivelatori presenta alcuni aspetti che li rendono particolarmente adatti a questo tipo di misura. Infatti lo spettro dei gamma emessi dai materiali esaminati è estremamente complesso e presenta alcune situazioni di picchi molto vicini tra loro (vedi figura 3)., che possono essere discriminati solo se si utilizza un rivelatore ad alto potere risolutivo.

Figura 3 – Spettro di emissione gamma, tipico di un materiale da costruzione, utilizzando un rivelatore IG.

figura 3 spettro

Il metodo impiegato permette di ottenere per i picchi ed i tempi di conteggio prescelti, valori riproducibili entro approssimazioni di qualche unità per cento. Le misure vengono di norma effettuate su campioni a bassa granulometria, ottenuti per macinazione di polveri e di prodotti cotti monolitici finiti. Sono state effettuate anche misure su materiali monolitici (piastrelle), allo scopo di evidenziare una eventuale differenza con quelle relative allo stesso materiale in polvere.
I campioni vengono contati all’interno di un becher di Marinelli della capacità di 1 litro, per periodi di 1-3 ore, per permettere il conteggio di un sufficiente numero di colpi, date le basse attività dei campioni.
La scelta dei picchi da contare tiene conto dell’esigenza che questi siano sufficientemente discriminati ed intensi ed inoltre siano significativi agli effetti radioprotezionistici, come più dettagliatamente esposto nel precedente paragrafo.
Seguendo questo criterio sono stati scelti il picco a 609.3 keV del Bi-214 e quello a 352.0 keV del Pb-214, per la famiglia dell’U-238 e il picco a 238.6 keV del Pb-212, per la famiglia del Th-232. Per il K-40, è stato effettuato il conteggio dei fotoni a 1460.7 keV. I risultati che così si ottengono permettono di ricavare le concentrazioni dei membri delle famiglie del U-238 e del Th-232, nell’ipotesi che essi siano tra loro in equilibrio secolare. Una tale ipotesi non è lecita per alcune rocce naturali, per le quali la bibliografia riporta situazioni di disequilibrio per la famiglia del U-238 (12): bisogna tuttavia sottolineare che il disequilibrio osservato riguarda i membri a monte del Ra-226, che, come già detto contribuiscono in misura non rilevante alla dose gamma attribuibile alla famiglia stessa.
Una situazione di disequilibrio della quale bisogna tener conto per i materiali da costruzione ed in particolare per i prodotti dell’industria ceramica è quella indotta dall’eventuale rilascio del radon dalle matrici solide in seguito ad operazioni di macinazione e/o di cottura ad alta temperatura.
A questo proposito, è utile ricordare che il tempo necessario a ristabilire una nuova situazione di equilibrio è dell’ordine di un mese.
Tale nuova situazione può riprodurre l’equilibrio secolare (che si riscontra frequentemente per i solidi a bassa superficie specifica) oppure mostrare valori di attività specifica differenti tra i membri a monte e a valle del Rn-222. Per questo motivo i campioni devono essere contati dopo un periodo di almeno un mese dalla macinazione.

3 – Applicazione del metodo

Il metodo descritto è stato applicato per soddifare alcune richieste specifiche riguardanti i seguenti materiali:

– materie prime per l’edilizia (sabbia, marna, calcari,argilla, feldspati, rocce naturali)

– materiali per l’edilizia (cementi, mattoni, laterizi, piastrelle ceramiche)

– fanghi di scarico dell’industria ceramica.

A titolo di esempio si riportano i risultati di una campagna di misura effettuata sui prodotti ceramici.
I risultati delle misure effettuate sono riassunti nella tabella 4. Come si può vedere i campioni di argilla non hanno rivelato un contenuto particolarmente elevato di radioattività naturale, ed i valori delle attività specifiche di U-238, Th-232 e K-40 che sono stati riscontrati per questi materiali sono in linea con quelli misurati per altri materiali da costruzione di uso comune in Italia (4).
Anche i livelli di radioattività dei feldspati sono risultati relativamente bassi. I fanghi di scarico mostrano, in alcuni casi, valori più elevati rispetto alle materie prime, specie quelli che contengono sensibili quantità di zirconio, messe in evidenza da analisi chimiche sui campioni secchi. Analogamente, i risultati delle misure eseguite sui campioni ottenuti da piastrelle ceramiche sono stati caratterizzati da una notevole uniformità, con l’eccezione dei campioni di gres porcellanato bianco, che hanno mostrato i valori di concentrazione del torio e dell’uranio più elevati.
Questa circostanza può essere correttamente interpretata se si pensa che il colore bianco viene ottenuto aggiungendo all’impasto quantità variabili di sabbie zirconifere (1-5 %).
Nei minerali zirconiferi, infatti, sono contenuti uranio e torio in concentrazioni elevate, variabili a seconda della provenienza del materiale stesso, ciò risulta confermato dai valori misurati in alcuni campioni di sabbie zirconifere riportati nell’ultima riga della tabella 4.

Tabella 4
Risultati delle misure (Bq/Kg)

CAMPIONE U-238 Th-232 K-40
Argilla 26-30 38-51 658-919
Feldspati 54-58 63-73 422-1286
Fanghi 68-354 30-119 266-427
Piastrelle 27-247 42-72 544-997
Gres Porcellanato Bianco 118-209 40-89 528-1000
Sabbie zirconifere 2084-2334 858-880


4. Dose da inalazione di polveri ad alto contenuto di radioattivita naturale.

Come abbiamo visto nelle pagine precedenti oltre al contributo di dose da emanazione di Radon nei materiali da costruzione vi è anche un contributo alla dose ai lavoratori, forse molto più importante, dovuto alla inalazione di polveri provenienti dalla lavorazione di particolari materiali da costruzione.
L’industria ceramica, sia per la produzione di piastrelle che di sanitari, l’industria per la produzione dei refrattari ed altri, utilizzano quantità sempre crescenti di minerali ricchi di zirconio ed in particolar modo di sabbie zirconifere.
Il Decreto Legislativo 26 maggio 2000 n. 241 inserisce nel campo di applicazione della normativa di radioprotezione, al Capo III bis, le attività lavorative implicanti l’uso e lo stoccaggio di materiali abitualmente non considerati radioattivi, ma che contengono radionuclidi naturali e provocano un aumento significativo dell’esposizione dei lavoratori e, eventualmente di persone del pubblico.
Di seguito si indicano le modalità di valutazione rischi, nonché gli atti di competenza dell’esperto qualificato e del datore di lavoro per assicurare la sorveglianza fisica di radioprotezione nelle attività di detenzione, macinazione, uso di quantitativi considerevoli di sabbie che hanno un contenuto di radioattività naturale generalmente più alto di quello delle sabbie comuni.

4.1. Proprietà’ delle sabbie zirconifere

Il materiale in oggetto viene indicato nella terminologia tecnica e commerciale in vari modi. Le dizioni più ricorrenti sono quelle di “Sabbie Zirconifere” o ” Sabbia di Zirconio”. I materiali più pregiati, con poche impurezze, in genere di provenienza australiana, vengono anche indicati come “zircone concentrato”.
Detto materiale trasportato via mare e via terra , viene poi macinato con un procedimento a umido oppure a secco (mulini rotativi “MALWERKE” con corpi macinanti di allumina) al fine di ottenere una granulometria opportuna che ne consenta l’impiego come materiale di ricoprimento secondo le tecniche in uso nella produzione dei materiali da rivestimento ceramici, oppure fuso in forma di sabbia tal quale per ottenere i materiali refrattari.
Da un punto di vista strettamente mineralogico il materiale viene identificato come “zircone”. Esso é quindi un “silicato di zirconio” e dal punto di vista strutturistico appartiene al gruppo dei neosilicati, con tetraedri, SiO4 che costituiscono isole indipendenti equilibrate da ioni Zr4+.
In natura, isomorfe con lo zircone, ed in cristalli con lo stesso abito si trovano anche la Torite, ThSiO4 e la Uranotorite, (U,Th)SiO4 .
L’isomorfismo sopra menzionato é riscontrabile, seppure in piccola misura, anche nel materiale oggetto della presente relazione nel quale la sostituzione dello ione Zr4+ avviene oltre che ad opera dello ione Hf4+ anche ad opera degli ioni U4+ e Th4+ . Per questi ultimi mediamente, in peso (0,023% e 0,015%) rispettivamente.
I nuclei degli ioni U4+ e Th4+ sono costituiti, come è noto, da isotopi capostipiti delle cosiddette famiglie naturali dell’Uranio e del Torio che sono appunto radioattive.

4.2. L’Uranio naturale

L’uranio è l’elemento più pesante presente in natura con numero atomico 92. Si riportano di seguito le percentuali isotopiche e le attività specifiche dei principali isotopi naturali dell’uranio.

Tabella 5

___________________________________________________________________________

Nuclide                     % isotopica.                                     Attività specifica (MBq/g)

___________________________________________________________________________

U-234                         0,0055%                                            231,3

U-235                         0,7200%                                            0,08

U-238                         99,2745%                                          0,0125

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I principali stati di ossidazione dell’uranio sono 4+ e 6+; l’U(VI) tuttavia è presente non come ione idrato ma come UO2 2+
Come si vede dalla Tabella 1 il contenuto medio di U nella crosta terrestre è circa 3 ppm. L’uranio è un costituente essenziale di circa 100 minerali: i più importanti sono l’Uraninite (UO2) e la Pechblenda (ossidi misti da UO2 a U3O8)

4.3. CARATTERISTICHE RADIOATTIVE DELLE SABBIE.

Le caratteristiche delle sabbie in oggetto sono quelle di un minerale con concentrazioni specifiche delle famiglie radioattive dell’Uranio e del Torio più alte del normale.
Le misure spettrometriche effettuate riportano l’attività delle famiglie radioattive naturali.ed il contenuto in peso di Uranio-238, calcolato sulla base dell’attività specifica dell’U-238, generalmente inferiore a 4.000 Bq/kg che risulta pari a 0,2-0,3 g/kg.
Un parametro molto importante per il calcolo delle dose è la determinazione della grandezza delle polveri: le polveri comuni non sono pericolose perché difficilmente le sabbie comuni possono entrare nei fluidi corporei attraverso i polmoni; ciò è possibile solo per le sabbie di dimensioni molto piccole (attorno ai 10- 5 mm e più piccole ).

4.4. Dose da irraggiamento esterno.

La valutazione dell’incremento del rateo di equivalente di dose efficace da irraggiamento esterno gamma che eccede fondo ambiente viene effettuato sulla base delle misure dirette in vari punti dello stabilimento ed in particolare nei punti critici dell’impianto. Al valore misurato deve essere sottratto il valore del fondo ambiente da rilevarsi in aree lontane che non siano disturbate dalla presenza delle sabbie.
Valutazione di dose

Il recente Decreto Legislativo del 26 maggio 2000 n. 241 che recepisce la direttiva 96/29 in materia di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti fissa nella Tabella IV.1 dell’Allegato IV i coefficienti di dose efficace impegnata per unità di introduzione per inalazione e per ingestione per i lavoratori.
Per l’inalazione la tabella contiene valori relativi a diversi tipi di assorbimento polmonare (F=fast, M=medium, e S=slow).
I valori riportati in tabella sono uguali agli ultimi valori aggiornati delle più recenti ICRP.

Tabella 6
Coefficienti di dose efficace impegnata per unità di introduzione per inalazione per i lavoratori espressa in Sv/Bq.

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238U                                                                                                232Th

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Silk                             All IV                                     Silk                             All. IV

238U   5,7 x 10-6       (9%)               5,7 x 10-6                   232Th 1,2 x 10-5       (20%)1,2 x 10-5

234Th 5,9 x 10-9       (0%)               5,9 x 10-9                   228Ra 1,2 x 10-5       (21%)1,7 x 10-6*

234Pa  5,8 x 10-10     (0%)               5,8 x 10-10                 228Ac 1,2 x 10-8       (0%) 1,2 x 10-8

234mPa2,4 x 10-12    (0%)               5,9 x 10-9                   228Th 3,2 x 10-5       (54%)3,2 x 10-5

234U   6,8 x 10-6       (11%)             6,8 x 10-6                   224Ra 2,8 x 10-6       (5%) 2,4 x 10-6

230Th 7,2 x 10-6       (11%)             7,2 x 10-6                   220Rn

226Ra 3,8 x 10-5       (58%)             2,2 x 10-6*                 216Po 3,7 x 10-12     (0%)

222Rn                            –                       –                            212Pb 1,6 x 10-7       (0%) 3,3 x 10-8*

218Po 3,1 x 10-9       (0%)                                                  212Bi  4,2 x 10-8       (0%) 3,9 x 10-8

214Pb 1,8 x 10-8       (0%)               4,8 x 10-9*                 208Tl  9,8 x 10-12     (0%)

214Bi  2,3 x 10-8       (0%)               2,1 x 10-8                  212Po 1,5 x 10-17     (0%)

244Po 6,2 x 10-15     (0%)                     –                                         –

210Pb 4,5 x 10-6       (7%)               1,1 x 10-6*                               –

210Bi  8,3 x 10-8       (0%)               6,0 x 10-8                                –

210Po 2,8 x 10-6       (4%)               2,2 x 10-6*                               –                             _______________________________________________________________________________

Totali  6,5 x 10-5       (100%)           2,5 x 10-5                               6,0 x 10-5       (100%)4,8 x 10-5
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* vengono evidenziati i valori con differenze consistenti.
Non vengono riportati i coefficienti per la famiglia dell’U-235 perché trascurabili ai fini del calcolo della dose.

5.  Calcolo della dose efficace impegnata da inalazione.

Per il calcolo della dose efficace impegnata da inalazione si deve porre attenzione sulle modalità corrette di valutazione della quantità introdotta nel corpo umano e poi nella scelta dei coefficienti di dose efficace impegnata per unità di introduzione per inalazione per i lavoratori contenuti nella Tabella IV.1 dell’Allegato IV al D. Lgs 241 del 26 maggio 2000.
Per il calcolo della introduzione si devono fare le seguenti ipotesi.
a) Il parametro respiratorio é fissato in 1,2 m3/h.
b) equilibrio secolare dei capostipiti delle famiglie del 238U, del 235U e del del 232Th con tutti i rispettivi discendenti.
c) conservazione dell’equilibrio secolare nel prodotto prima della macinazione e dopo la macinazione, escludendo quindi effetti di riduzione dell’attività o di concentrazione della stessa.

Per la determinazione dei coefficienti di dose efficace impegnata per unità di introduzione per inalazione per i lavoratori si devono fare le seguenti ipotesi:
d) i parametri della distribuzione granulometrica in attività sono gli stessi della distribuzione in massa.
e) comportamento di epurazione all’interno dell’apparato respiratorio paragonabile a quello dei composti di tipo S (Slow)
f) comportamento di tutti i radionuclidi figli delle varie catene come quello dei rispettivi capostipiti.

In questo modo, conoscendo l’attività nel prodotto dei capostipiti delle tre famiglie, si possono calcolare le dosi dovute al contributo di ciascun membro della famiglia.

6. CALCOLO PARAMETRIZZATO

Si propone ora un metodo semplificato per la determinazione della dose efficace impegnata sulla base di una determinazione di dose oraria efficace impegnata conseguente all’introduzione oraria di radionuclidi.
La dose oraria efficace impegnata sarà data dalla somma della dose esterna da irraggiamento diretto ( che viene determinata mediante misurazioni ambientali) più la dose efficace impegnata oraria da introduzione in un’ora dei capostipiti U-238 e Th-232 del materiale in esame.
Per la dose efficace oraria impegnata da inalazione.
Dalla Tabella 3 si possono calcolare i seguenti valori per le due famiglie espressi in mSv/h/(mg/mc)/(Bq/g), dove:
mSv/h = dose efficace oraria impegnata per inalazione;
mg/mc = polverosità dell’ambiente in cui opera il lavoratore:
Bq/g = attività specifica di ogni capostipite del materiale trattato.
Applicando i coefficienti di dose efficace impegnata di tabella 3 si trova:
H50,U-238 = 30 mSv/h/(mg/mc)/(Bq/mg);
H50, Th-232 = 58 mSv/h/(mg/mc)/(Bq/mg)

Catalogo delle zone di disturbo naturali e artificiali in Geobiologia e Elettrobiologia

a cura dell’Istituto GEA, scuola di Analisi Geobiofisica e Geobiologia (copyright Istituto GEA 2006/2015)

ZONE DI DISTURBO DI ORIGINE NATURALE DI CUI È COMPROVATA L’ESISTENZA*

in ordine di pericolosità (dalla più nociva alla meno nociva)

Zone di disturbo di origine naturale patogene
con la permanenza in loro corrispondenza per alcuni anni (2-4), soprattutto nel periodo del sonno, il rischio dell’insorgenza di una patologia è molto elevato, la patologia sarà a carico del distretto corporeo interessato dalla zona di disturbo e di una tipologia presente nella suscettività genetica della persona.

Zone sulla verticale dei seguenti fenomeni di origine geologica/idrogeologica e di origine non conosciuta (elettromagnetismo naturale):

  1. faglia trascorrente (scorrimento laterale, crea informazione di torsione e compressione con forte emissione di radiazioni a largo spettro comprendenti UV e raggi X)
  1. faglia inversa (sovrascorrimento o subduzione, crea informazione di compressione con forte emissione di radiazioni a largo spettro comprendenti UV e raggi X)
  1. linea di faglia diretta (punto di allontanamento delle masse rocciose, crea informazione di lacerazione e più lontano di distensione con forte emissione di radiazioni a largo spettro comprendenti infrarossi, UV e raggi X)
  1. dislocazione locale delle masse rocciose (fratture della roccia con movimento verticale di una delle due parti o di entrambe, creano informazione di compressione e forte emissione di radiazioni)
  1. scorrimento di acqua sotterranea confinata nella roccia o in paleoalveo (il movimento di rotazione delle molecole di acqua creato dallo scontro con i materiali e con i bordi crea un campo magnetico a bassissima intensità verticalizzato, paragonabile a quello emesso da un cavo dell’alta tensione interrato)
  1. punto di massima intensità (incrocio) del reticolo energetico parallelo al Nord detto di Hartmann
  1. punto di massima intensità (incrocio) del reticolo energetico diagonale al Nord detto di Curry
  1. emissione spiraliforme sinistrogira (sezione a cerchi concentrici, crea informazione di rotazione sinistra e   sprofondamento)
  1. emissione spiraliforme con due o più corone alcune sinistrogire e alcune destrogire (sezione a cerchi concentrici,crea informazione di rotazione sinistra e sprofondamento in un’area e di rotazione destra con innalzamento in un’altra area, tipicamente ha una direzione nel centro e quella contraria nella corona)
  1. emissione spiraliforme bidirezionale (sezione a cerchi concentrici, crea informazione di rotazione sinistra con sprofondamento e poi destra con innalzamento, il tempo di inversione della rotazione è di alcuni secondi)
  1. “caminella” dovuta ad anomalie geologiche verticali (si presenta come la sezione di una canna fumaria tonda)
  1. vene minerarie di magnetite o ferrite, giacimenti di carbone
  1. vuoti naturali confinati (grotte chiuse per crolli, senza ricambio di aria).
  1. campo spiraliforme destrogiro (sezione a cerchi concentrici, crea informazione di rotazione destrogira e     innalzamento, dà benessere per un periodo di esposizione breve, ma non si può dormire in sua corrispondenza per l’eccesso di cessione energetica)
  1. vuoti, grotte non confinate con acqua in scorrimento (con ricambio di aria e con scorrimenti d’acqua non in pressione più o meno cospicui)
  1. resti umani (non fossilizzati, causano malessere fisico e psichico fino a vere e proprie patologie)

Zone di disturbo di origine naturale non patogene:
con la permanenza in loro corrispondenza soprattutto nel periodo del sonno si ha un disturbo percepito come più o meno fastidioso a seconda della persona, che potrebbe limitare il benessere.

Zone sulla verticale dei seguenti fenomeni di origine geologica/idrogeologica e di origine non conosciuta (elettromagnetismo naturale):

  1. “parete” del reticolo energetico parallelo al Nord detto di Hartmann (i reticoli sono formati da “pareti” di energia che si dispongono con il nord magnetico e si incrociano perpendicolarmente formando i punti di massima intensità, o “incroci”, per il momento le “pareti” del reticolo di Hartmann sono state trovate tra 700 metri di profondità e 5000 metri di altitudine, non se ne conosce però l’origine)
  1. vuoti, grotte non confinate (con ricambio di aria e senza scorrimenti d’acqua)
  1. “parete” del reticolo energetico diagonale al Nord detto di Curry
  1. substrato con torbe (residui organici in decomposizione: moltissima assorbanza e informazioni di morte e decomposizione)
  1.  resti animali (non fossili)
  1. fratturazione della roccia senza dislocazione (le masse rocciose sono solo fratturate senza traslazione)
  1. discontinuità tra i materiali del substrato (si creano gradienti elettrici tra materiali a diversa conducibilità, es. sabbie quarzifere che confinano con limo argilloso dovuto a differenti depositi fluviali)
  1. substrato a ex palude o stagno (residui organici e melma: molta assorbanza e informazioni di decomposizione)
  1. substrato con molte falde confinate (più strati acquiferi diffusi confinati e cospicui, molta assorbanza)
  1. “incrocio” del reticolo energetico parallelo al Nord detto “Kleine” (“piccolo”, con maglia di cm 50/55 x 50/55)
  1. variazioni del Nord magnetico naturale maggiori di 4° rispetto alla direzione media nel resto del territorio (oltre i 90° provocano nervosismo e disturbi del sonno).


ZONE DI DISTURBO DI ORIGINE ARTIFICIALE
in ordine di pericolosità (dalla più nociva alla meno nociva)

Zone di disturbo di origine tecnologica patogene:

  1. entro 150 metri per lato dalla proiezione a terra del cavo dell’alta tensione a 380 000 Volt
  1. entro 100 metri per lato dalla proiezione a terra del cavo dell’alta tensione a 220/230 000 Volt
  1. entro 50 metri per lato dalla proiezione a terra del cavo dell’alta tensione a 132 000 Volt
  1. entro 10 metri per lato da un cavo di alta tensione messo sotto marciapiede (interrato di pochi centimetri)
  1. entro 10 metri di raggio da cavi a 20 000 o 10 000 Volt
  1. entro 4-5 metri di raggio da cavi a 380 Volt (servitù condominiali, cavi di ascensori, ecc.)
  1. in tutte le zone dove l’intensità del campo magnetico tecnico a 50 Hz supera 0,05 MicroTesla (misurando con strumentazione isotropica calibrata)
  1. entro 500 metri da un’emittente televisiva nel cono principale di irradiazione
  1. entro 300 metri di raggio da un’emittente radiofonica in modulazione di frequenza (FM)
  1. entro 150 metri di raggio da una torre di ripetitori radiobase extraurbani (torri a traliccio alte, con parecchi ripetitori in tutte le direzioni)
  1. entro 30 metri di raggio da un ripetitore radiobase urbano (tipicamente con un solo ripetitore posto su un tetto)
  1. in tutte le zone dove l’intensità del campo elettromagnetico tecnico dovuto ad antenne emittenti di teletrasmissione supera 0,20 Volt/metro o, se dovuto a emissioni “wi-fi”, supera i  5,00 microWatt/metro quadrato (misurando con strumentazione isotropica calibrata)
  1. sulla verticale di canali e fiumi intubati, o di grossi tubi, con molta acqua in scorrimento veloce (la nocività massima è ai bordi dove le molecole d’acqua acquistano moto vorticoso)
  1. sulla verticale di vuoti artificiali confinati adibiti a sepoltura (informazioni di morte)
  1. sulla verticale di vuoti artificiali confinati e senza aerazione (vani interrati dimenticati, vespai chiusi)
  1. sulla verticale di vuoti artificiali non confinati (gallerie di vecchie miniere, gallerie per altri usi, con ricambio d’aria)
  1. aree precedentemente utilizzate come discarica (informazioni di decomposizione, inquinamento chimico)
  1. sulla verticale di canali fognari (provocano senso di nausea e disturbi generalizzati)
  1. abitazioni o loro parti dove l’emissione radioattiva totale superi 0,03 milliRoentgen/ora.

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  • Le cosiddette “Ley lines” non sono riportate nel “Catalogo” in quanto in più di vent’anni di rilievi geobiologici non sono mai state rintracciate da esperti dell’Istituto GEA, nemmeno cercandole direttamente nei siti dove sono state segnalate da radiestesisti su pubblicazioni varie. Anche i maggiori rappresentanti del Forschungskreis für Geobiologie “dr Ernst Hartmann” hanno confermato di non averne mai trovate. Si ritiene quindi che non esistano e siano frutto di una errata interpretazione dei segnali energetici presenti sul territorio o di una presunzione puramente teorica, soprattutto quando dovrebbero congiungere luoghi particolari con templi o cattedrali.
  • Le zone naturali in cui il gas Radon supera la misura di 50 Bequerel per metro cubo di aria o il terreno supera 0,03 milliRoentgen/ora sono ugualmente patogene ma non costituiscono “zone di disturbo” propriamente dette e confinate per cui non sono inserite nel Catalogo.

2006-2015 dr. Pier Prospero per Istituto GEA – Copyright Istituto GEA