Ischia, guida “percettiva” al percorso da Sant’Angelo a Serrara – Prima parte: presentazione del percorso e link alla stampa della scheda per i punti di percezione

GEOLOGIA PERCETTIVA A ISCHIA —
PASSEGGIATA DA SANT’ANGELO A SERRARA: UN PERCORSO PERCETTIVO —

di Pier Prospero, Geobiologische berater del Forschungskreis für Geobiologie “dr. Ernst Hartmann” di Waldbrunn (Heidelberg) —

PRIMA PARTE – PRESENTAZIONE DEL PERCORSO  —

s angelo-serrara 2-034 Il percorso pedonale che congiunge Sant’Angelo a Serrara è conosciuto da chiunque sia stato almeno una volta a Sant’Angelo, l’unico borgo di Ischia in cui non possono passare le automobili, posto in una bellissima posizione all’estremo sud dell’isola.
La frazione si compone di due zone, una sul mare col porticciolo e una a monte, detta “Madonnelle”, con la chiesa.
Da questa parte alta dell’abitato inizia il sentiero che porta a Serrara con un dislivello di circa 300 metri.
Si tratta di due chilometri di salita a tornanti in mezzo a fiori e piante di ogni tipo, anche rare, con panorami stupendi verso il mare e, a monte, rocce vulcaniche impressionanti per dirupi, spaccature e colorazioni.
La frequentazione di queste zone è attestata fin dall’ottavo secolo a.c. da parte di coloni greci mentre la formazione dei sentieri che congiungono il mare e le sorgenti termali ai villaggi alle pendici dell’Epomeo è attestata al quarto secolo a.c., può essere quindi che il percorso di cui parliamo sia davvero molto antico.
Nel 1937 il percorso è così descritto: “dalla scorciatoia mal tracciata ed erta di masse di lava, di ciottoli e di asperità nel terreno, una vecchietta reca il messaggio fin giù a Sant’Angelo e ritorna, infaticabile, per lo stesso ripido sentiero1.
La prima volta che mi sono recato a Sant’Angelo di Ischia per una vacanza, molti anni fa, il vecchio sentiero era stato da poco pulito, pavimentato e provvisto di luci per cui era possibile andarci anche di sera ed era diventato una passeggiata suggestiva e romantica. Purtroppo la mancanza di manutenzione e l’incuria più totale di questi anni lo rendono ora privo di illuminazione, a tratti franato e impervio, difficile in alcuni punti; in compenso adesso si ha l’impressione di essere immersi in una selva di piante con dei fiori stupendi che, dato che nessuno taglia l’epanorama dal Floreana copiarba e per via della molta energia ceduta dal terreno, crescono eccezionalmente rigogliosi.
E sicuramente è comunque un po’ meglio di com’era nel ’37.
Il “premio” per chi affronta la salita è il belvedere di Serrara da dove si vede la costa da Capo Grosso (dopo i Maronti) fino a Capo Negro a ovest. Inoltre al bar ci si può gustare una spremuta fresca ottima e abbondante.
La conformazione geologica e le spinte tettoniche dovute al vulcanismo e alle faglie, in questa zona sono particolari e “forti”, provocano quindi sensazioni visive, ma anche percettive, particolari e intense ed anche questo è un bel “premio”.
s angelo-serrara 1Dopo averlo percorso innumerevoli volte negli anni, confrontando con mia moglie le sensazioni che avvertivamo via via salendo, ho finalmente pensato al sentiero come ad un “percorso percettivo” di quelli che periodicamente proponiamo come Istituto GEA per far capire cosa sia lo “scambio energetico” tra il terreno e le persone.
L’ho quindi ripercorso più volte prendendo nota sul mio “moleskine” delle sensazioni provate e delle percezioni relative alle spinte tettoniche, appunti che sono poi diventati questa “guida” un po’ particolare.
Sono convinto che molti tra i visitatori di Sant’Angelo a Ischia abbiano un’idea abbastanza chiara di cosa sia la rabdomanzia, mentre forse anche tra loro è ancora poco conosciuta la percezione e la valutazione geobiofisica del terreno, peculiarità dell’Istituto GEA. Rinviando chi volesse approfondire questa tematica ad altri articoli di questo sito in cui questa materia è affrontata esaustivamente, riassumo molto brevemente di cosa si tratta: la percezione geobiofisica è una facoltà umana sviluppata in vari gradi nelle persone; alcuni hanno una vera e propria ipersensibilità che li mette in grado di accorgersi subito e in modo chiaro delle variazioni di informazione che gli arrivano attraverso il campo magnetico terrestre o attraverso altri campi elettromagnetici tellurici, quindi possono fare da apripista e introdurre anche gli altri alla percezione di questi messaggi della Terra, non più segreti, inviati dall’ambiente geofisico in cui ci si trova.
Non vi è nulla di magico o di esoterico nella percezione geobiofisica, vi è solo la consapevolezza che la Terra comunica attraverso messaggi elettromagnetici che se ascoltati e decodificati rendono piena e completa la fruizione dell’ambiente e possono trasformare una passeggiata come questa in un’esperienza “totale” che non si dimenticherà facilmente, recando una grande soddisfazione nell’averla compiuta.
L’intento, nel descrivere il sentiero come “percorso percettivo”, è quello di mettere a disposizione di chi fosse curioso rispetto a questa inusuale esperienza una piccola “guida energetica e percettiva” al percorso in modo che lo possa fare con l’attenzione alle informazioni energetiche ricevute dall’ambiente anche se materialmente non è presente uno di noi dell’Istituto GEA a guidare i partecipanti come avviene di solito nei nostri seminari di Geologia Percettiva.
Più precisamente l’idea sarebbe di percorrere una prima volta il sentiero andando a Serrara senza aver letto questa “guida”, ma solo in silenzio, concentrandosi sulle sensazioni fisiologiche ed emotive che si provano via via che si cammina.

ci si annotano le percezioni copiaIL METODO:
Per prima cosa si dovrebbe scaricare
dal download della home page la scheda redatta per poter annotare le sensazioni ai punti di percezione , tenerla con sè camminando e  fermarsi nei punti indicati per segnare, tra quelle proposte sulla scheda, la situazione che più si avvicina a quella che si sta vivendo, oppure annotarvi quanto si è percepito, compresa la variazione degli stati d’animo.
Poi
, solo quando si è arrivati alla fine del percorso e si è seduti comodi, si dovrebbe leggere la nostra “guida” e confrontarne le spiegazioni ai vari punti di percezione per verificare quali sono le cause delle percezioni e delle variazioni nel benessere e nello stato d’animo che si sono provate.
Perché la passeggiata diventi un vero e proprio percorso percettivo si deve camminare in silenzio, assorti nel cercare di percepire le minime variazioni del proprio respiro dovute alla tensione o al rilascio del diaframma, la maggiore o minore fatica fatta salendo rispetto alla pendenza, le eventuali tensioni e distensioni dei muscoli che interessano le proprie eventuali parti dolenti (vertebre cervicali, muscoli facciali, schiena, ginocchia, ecc.).
Inoltre si dovrebbe camminare con le ginocchia lievemente flesse e le gambe non rigide, sorreggendosi sui muscoli e non sulle ossa.
Per capire bene gli effetti del diverso scambio energetico ci si dovrebbe conoscere un po’, nel senso di conoscere la propria circolazione energetica, ma anche se fosse la prima volta che si pensa alla propria circolazione energetica non ci saranno molti problemi a percepire almeno i cambiamenti più vistosi.

terrazza arrivo casa Garibaldi copiaCome punto di partenza del percorso percettivo ho scelto Casa Garibaldi (punto A) poiché è dove alloggio in vacanza e di solito inizio da lì la passeggiata, ma come punto di incontro e di inizio può andare benissimo anche il vicino slargo all’incrocio tra la via che sale e quella che si apre con l’indicazione “Monte Zunta”, dove c’è il negozio di alimentari “Da Tina”.

Il percorso percettivo finisce al “belvedere” di Serrara in corrispondenza del bar “Floreana” (punto B).
Serrara ha uno dei più spettacolari belvedere dell’isola di Ischia, che si affaccia su Sant’Angelo e verso Forio con scorci panoramici sul Vesuvio, sulla costiera sorrentina con Punta Campanella e su Capri.

Schermata 09-2457273 alle 22.19.20Detto questo, si prende la scheda, una penna, e si parte.

La scheda si stampa da qui

All’inizio del percorso si deve porre attenzione alla respirazione e al proprio grounding per prepararsi alla percezione.  Ci si mette quindi nella posizione di grounding iniziale con le gambe aperte alla larghezza del bacino, le ginocchia lievemente flesse, i piedi paralleli.
In questa posizione si fanno alcune respirazioni in questo modo: inspirando si scende un po’ sulle ginocchia; espirando ci si rialza stendendo le gambe senza arrivare a tenderle. Si ripete almeno tre volte.
Poi si annota il proprio stato iniziale (le risposte possono essere più di una).
Occorre dire che nel contattare la stessa situazione energetica alcune reazioni di malessere o benessere possono essere inverse nelle due tipologie in cui si dividono grossolanamente le persone secondo la Medicina Costituzionalistica, cioè il tipo picnico (corporatura larga e corta, mani larghe e dita grosse) e il tipo leptosomico (corporatura allungata e sottile, mani lunghe e dita affusolate) e se si ha la tendenza alla pressione alta o alla pressione bassa, perciò se fate il percorso1 panorama dal sentiero copia 2 in compagnia alcune risposte sulle varie schede potrebbero essere differenti, soprattutto nei punti più “forti”.
Buona passeggiata “percettiva”.

Dopo aver finito il percorso, scheda alla mano, ci si legge la Seconda parte con la spiegazione dei motivi geologici ed energetici delle percezioni e si confrontano le spiegazioni con quanto ci si è annotato durante il percorso.

Ischia, guida “percettiva” al percorso da Sant’Angelo a Serrara – Seconda parte: spiegazioni delle percezioni ai punti della scheda

GEOLOGIA PERCETTIVA A ISCHIA – DA SANT’ANGELO A SERRARA: UN PERCORSO PERCETTIVO —
di Pier Prospero, Geobiologische berater del Forschungskreis für Geobiologie “dr. Ernst Hartmann” di Waldbrunn (Heidelberg) —

SECONDA PARTE – SPIEGAZIONI E VERIFICA DELLE PERCEZIONI ANNOTATE AI PUNTI DELLA SCHEDA —

Adesso che avete finito il sentiero e vi siete annotati sulla scheda le percezioni avute salendo, mettetevi comodi e leggete questa seconda parte per capire la geologia del luogo, e come il territorio che è stato percorso influisca sulle percezioni e sul benessere attraverso lo scambio energetico del substrato. Questo in sintesi è il senso della Geobiofisica.
Ma prima di tutto è meglio fare il punto su “dove siamo”:
3 geoCNRIschia è un edificio vulcanico di rocce vulcaniche potassiche2 formatosi per sollevamento emergendo dal Tirreno; la spinta tettonica principale diffusa in tutta l’isola è perciò dal basso verso l’alto; questa spinta tettonica è fortemente rimarcata dove sottoterra è presente acqua calda in pressione, come a Sorgeto, per l’effetto “pentola a pressione”.
L’isola è percorsa da spaccature ed è piena di crateri. Le spaccature sono faglie distensive, cioè fratture che allargano la crosta creando dei canyon e delle fessure profonde che permettono all’acqua di scendere in profondità e di entrare in contatto con i gas vulcanici caldi che la fanno risalire molto calda e in pressione sotto forma di “fumarole” e acqua termale. Naturalmente se le spinte che allargano i canyon sono ostacolate da altre analoghe spinte ma di opposta direzione il terreno che si trova in mezzo tende a piegarsi e a sollevarsi, così si originano delle compressioni e questo rende particolarmente articolato il paesaggio che di fatto è una specie di “fossile” di qualcosa che un tempo era simile ai Campi Flegrei. Perciò pur dominando il sistema distensivo dovuto alle faglie dirette, vi sono aree in cui vi è compressione e questo cambia lo stato di benessere di chi cammina sul percorso perchè l’informazione di compressione, in una situazione in cui si riceve molta energia, produce tensione muscol4 carta geolog it s angeloare e disagio.
Per quanto riguarda la tipologia delle rocce che si possono vedere, la carta geologica d’Italia, foglio 183-184, dice: “tufi trachitici più o meno stratificati, comprensivi di vari orizzonti pomicei; strati di brecce piroclastiche, tufiti“. Queste rocce sono tutte vulcaniche e alla spettrometria manifestano una cospicua cessione di energia detta “emittanza”.
La sinergia tra i vari fattori descritti provoca una situazione in cui il substrato geologico è in forte emittanza, cioè cede molta energia, soprattutto nella banda dell’infrarosso medio e vicino; noi in questa “banda” elettromagnetica siamo delle buone emittenti, ma anche delle ottime riceventi, e rispetto al terreno subiamo le conseguenze del suo scambio energetico essendo i nostri corpi delle masse infinitesimali al paragone con le geomasse.
Quindi a Sant’Angelo ricevendo molto infrarosso e varie altre frequenze ci si sentirà pieni di vita e di energia, ma per qualcuno (gli ipertesi) questo potrebbe essere anche troppo.
Il percorso percettivo è descritto in salita, nel senso da Sant’Angelo a Serrara, e destra e sinistra si intendono sempre riferite alla direzione di chi sale. Anche le immagini che illustrano il percorso sono riprese in questo verso.
La spiegazione è suddivisa in tratti energeticamente omogenei e nei punti di percezione riportati nella scheda.
Le percezioni descritte sono mediate tra un picnico e un leptosomico, ma entrambi con tendenza all’ipotensione, per cui in alcuni casi chi ha la tendenza a essere iperteso potrebbe trovare qualche discordanza tra la sua percezione di benessere o malessere e quanto spiegato.

Punto A della scheda: partenza del percorso dallo spiazzo antistante il negozio “da Tina” o dal cortile di Casa Garibaldi.
Primo tratto: da Casa Garibaldi al primo cancello grande in ferro sulla sinistra.
5 geol percorso Lasciata dietro Casa Garibaldi si potrà già sentire la presenza di una spinta dal basso verso l’alto; oltrepassata Casa Caterina si procede bene senza fatica; questa situazione si mantiene uguale fino alle Case sul tornante. C’è molta energia nel terreno e arriva quasi tutta da sotto i piedi, la sensazione è quella di camminare sul coperchio di una pentola a pressione in pressione (le fumarole fanno venire in mente questo esempio pensando a quando la pentola a pressione fischia emettendo il vapore), la si può sentire soprattutto se si chiudono un attimo gli occhi.

Punto 1 della scheda: slargo davanti alla prima cabina dell’acquedotto.
Guardando la carta geologica dettagliata, messa a punto dal geologo Aniello Di Iorio per le sue interessanti escursioni geologiche di gruppo2, si vede che sulla destra vi è la faglia responsabile delle “fumarole” che ha la direzione di spinta verso ovest, cioè verso la sinistra di chi sale, e che anche dall’altra parte, sul versante sinistro, c’è una faglia perpendicolare al mare, chiamata Cava Ruffano, che, come le successive, spinge verso ovest; quindi sul sentiero ci si trova in un sistema di spinte tettoniche con direzione ovest che finisce a Capo Negro. Perpendicolare a queste faglie arriva da Citara una lunga faglia con la direzione di spinta principale verso nord-est. Nella carta la faglia finisce prima di attraversare il nostro sentiero, ma nella realtà lo attraversa perché ad un certo punto si passa proprio in corrispondenza della linea di faglia che si fa sentire eccome.
8 prima cabina acquedottoInfatti dopo la curva, dove sulla destra inizia la parete rocciosa, in corrispondenza del cancello che chiude la prima “cueva”3 sulla sinistra, ecco che si arriva in corrispondenza diretta con l’emissione della linea di faglia; in particolare si sente forte il disturbo geologico davanti alle “cuevas” sulla destra vicine alla prima cabina dell’acquedotto. La linea di faglia, sebbene distensiva, ha un’emissione troppo forte che contiene frequenze a noi nocive, quindi stare esattamente in sua corrispondenza provoca allarme e malessere, cioè il corpo ci avvisa di toglierci di lì.

Secondo tratto: dalla fine della cabina dell’acquedotto al successivo cancello sulla sinistra.
Il tratto di sentiero fino al successivo cancello sulla sinistra è disturbato e facilmente irrita l’intestino. La direzione di spinta da dietro e verso destra in questo tratto di sentiero si combina con quella verso sinistra creando una forte tensione che si percepisce come malessere. Chiudendo un attimo gli occhi ci si accorge di piegarsi un po’ o di aver deviato il passo un po’ verso sinistra, come se ci arrivasse del vento da est e subito dopo succede il contrario: è cambiato il “vento”.

Terzo tratto: dal cancello al cancelletto in legno e ferro sulla destra fino allo spiazzo erboso sulla sinistra.
La percezione cambia oltre il cancelletto di legno e ferro sulla destra dove si sta un po’ meglio ma si è in compressione, con la spinta energetica che arriva oltre che dal basso anche da sinistra verso destra, dovuta alla spinta della faglia appena attraversata. Se si prova ad ascoltarsi ci si può sentire un po’ agitati o affannati e il respiro si accorcia. Subito dopo si inizia anche a far fatica a salire e non si sta più bene. Si vede nel vigneto sulla sinistra un albero di fico che ha incrociato i rami a causa della doppia spinta sia da destra che da sinistra: siamo sul crinale creato da due distensioni che si toccano sollevando il terreno e si ha spinta da destra e spinta da sinistra e una spinta risultante che va verso l’alto.

Punto 2 della scheda: spiazzo erboso sulla sinistra e cancello azzurro sulla destra con vista sulla spiaggia dei Maronti.
Arrivati allo spiazzo erboso che si apre sulla sinistra si sta meglio poichè vi è solo la spinta dal cancello blu ok copiabasso verso l’alto. Si può approfittarne per una breve sosta a guardare il panorama verso i promontori di Chiarito e Capo Negro, qui ci si riposa ma non ci si ricarica molto. Poco più avanti, sulla destra c’è un cancello azzurro che porta all’orto di Casa Bella Vista; da questo cancello si vede la spiaggia dei Maronti e Barano, e guardando il panorama si è su un punto di massima emissione energetica con la spinta dal basso e da sinistra. Qui si sta molto bene, il respiro si allenta e ci si rilassa pur sentendosi pieni di energia: carica energetica assieme a rilassamento muscolare significano un grande benessere. Dopo pochi minuti in questo punto non si dovrebbero più percepire le eventuali tensioni o i “dolorini” alle varie parti del corpo.

Quarto tratto: da Casa Bella Vista all’albero di mirto.
Proseguendo e oltrepassando le case la situazione si mantiene molto buona fino all’albero di mirto che fa da “tetto” al sentiero.

Punto 3 della scheda: sotto l’albero di mirto.
9 mirto
qui in corrispondenza del cancello vi è un cospicuo scorrimento sotterraneo di acqua fredda che causa uno stress ai reni raggelando l’organismo. Neapprofittiamo per percepire la differenza tra la cessione di energia delle rocce e delle faglie e l’assorbimento di energia (infrarosso) da parte dell’acqua. Scorrendo in una frattura della roccia l’acqua occupa uno spazio ben delimitato in larghezza e per la vorticosità del suo moto emette verso l’alto un campo magnetico a bassissima intensità che a noi e a molti altri viventi risulta molto nocivo, come quello che si trova sopra un cavo dell’alta tensione interrato, perciò abbiamo un sistema di “allarme” nelle surrenali che ci avvisa di non fermarci (ecco spiegato in poche parole un tipo di rabdomanzia). Ma questa volta ci si fermerà un attimo, solo per provare come si sta: si avrà un immediato effetto negativo alla schiena e si potrà essere punti da zanzare anche a mezzogiorno! Guardando bene si vedrà che sotto le fronde di questo alberello vi sono sempre molti insetti che volano in cerchio per ricaricarsi con il campo emesso dall’acqua sotterranea in scorrimento: a loro fa bene.

Quinto tratto: dall’albero di mirto, oltre la seconda cabina dell’acquedotto fino al tornante.
Oltrepassata la “cueva” sulla sinistra, chiusa con i detriti, si sta molto meglio ma si può avvertire una leggera spinta che proviene di fronte e ostacola la salita. Poco più avanti il sentiero è un po’ franato e si ha ancora la percezione di una spinta contraria al senso di marcia alla quale si aggiunge una sensazione di movimento verso valle, come se il terreno scivolasse lentamente in giù, sensazione che rende instabile il passo. È più una “tendenza”, un’informazione, che un vero e proprio micromovimento franoso reale. Si potrebbe percepire un disturbo al secondo e al quarto centro energetico del corpo, dovuto a questa configurazione geologica.
Dopo la seconda cabina dell’acquedotto si sta un po’ meno bene e si può avvertire che si sta attraversando una faglia che è disposta perpendicolare al sentiero.

11 franaSuperato il tornante si arriva al punto dove spesso c’è una piccola frana che scende da sinistra: è come vedere quello da cui la percezione ci aveva già messo in guardia! “potrebbe venir giù una frana” è quindi il messaggio che era stato inviato, e decodificarlo permette di fare attenzione e – nell’eventualità – di non essere colti di sorpresa (ecco spiegata in modo semplificato la funzione atavica di questo tipo di percezione nelle persone). Sulla destra si vedono gli strati di trachite inclinati di quasi 45° contro chi sale.

Sesto tratto: dal tornante all’affaccio sul canyon.
Dopo il tornante c’è ancora una spinta contraria a chi sale, si è un po’ ostacolati, manca una solida base sotto i piedi e si comincia a non stare più tanto bene. Passata la curva si sente invece la spinta dietro le spalle, ma appena completato il tornante la spinta torna ad essere contraria a chi sale e continua così fino a dove ci si affaccia sul canyon e su Serrara con una vista impagabile.

Settimo tratto: dall’affaccio sul canyon, oltre la terza cabina dell’acquedotto, fino al “ponticello” di legno.
Quando la vista si apre sulle case di Serrara ci si può fermare ad osservare il canyon. Qui la spintapanorama sulle rocce tettonica proviene da davanti e da sinistra, cioè dal costone che sorregge Serrara che si vede davanti. Questo punto di osservazione permette di notare l’incredibile varietà di colori della roccia. Il costone sotto Serrara è composto di roccia mista, grigio-verde e color sabbia, mentre sulla parete del canyon la roccia è violacea, piena di cavità e senza strati orizzontali, che invece sono ben evidenti nella parte di costone color sabbia sotto Serrara. Fino alla terza cabina dell’acquedotto si cammina con la spinta contraria ma senza troppa fatica. Dalla cabina dell’acquedotto in avanti si ha compressione, la spinta proviene di fronte oltre che dal basso, e si sta peggio.

Punto 4 della scheda: “ponticello” in legno con vista sul mare.
Ci si ferma sul “ponticello” si è all’inizio di una piccola “cava”, cioè di un canyon minore originato da una piccola faglia distensiva che si immette in una più grande. Entrambe le faglie si gettano poi in quella principale che arriva al mare passando dal parcheggio comunale. Si ha la sensazione di pericolo di scivolare giù perché si è su detriti di frana. Il pino marittimo che vediamo ce lo dice chiaramente con la sua inclinazione, che è molto diversa da quella che potrebbe essere provocata dal vento.

Ottavo tratto: dal ”ponticello” alla serranda dell’ultima “cueva” sulla destra.
Proseguendo, la salita è più faticosa, si continua a non star bene e si accentua la percezione della spinta da monte a valle, contraria a chi sale. Poco oltre, dove il sentiero si apre a sinistra sul dirupo, vi è una spinta che proviene da destra che porta quindi verso il dirupo e provo18 panorama dall'altoca un minimo senso di pericolo causando lieve malessere. Si gode però di uno splendido panorama: girandosi indietro verso sinistra si vede la Torre di Sant’Angelo con il porto e la baia fino a Chiarito. Mentre si guarda, la schiena si tende e inconsapevolmente ci si sforza di fare appoggio con i piedi. Per guardare più tranquillamente il panorama occorre arrivare fino all’ingresso dell’ultima “cueva” poco più avanti.

Nono tratto: dall’ultima “cueva” al cancello della casa al civico 1 sulla destra.
Salendo si fa sempre più fatica finché si arriva alla prima casa sulla destra. La spinta viene da davanti e questo tratto di sentiero è in compressione. É il tratto peggiore come sensazioni, ma ormai si è a Serrara.
Arrivati al primo cancello sulla destra nella scalinata (n. civico 1) si potrebbe provare un lieve disturbo al secondo centro energetico del corpo ma si è già entrati in un tratto in distensione.

Decimo tratto: dal cancello della prima casa alla chiesa.
Da qui in poi si noterà che non si fa più alcuna fatica a salire, infatti la spinta proviene da dietro la e serrara aranceto limoneto in bassonostra schiena e ci aiuta.
All’altezza dell’aranceto-limoneto (sulla sinistra parecchio più in basso della strada) si sta bene, vi è una leggera spinta dal basso verso l’alto come ovunque, ma il rilascio di energia da parte del terreno è più dolce.
Poco lontano, in corrispondenza con l’inizio della faglia del Ruffano, il geologo Di Iorio indica un “centro di eruzione presunto”.
Salendo un altro po’ si arriva alla chiesa.

Punto 5 della scheda: nella chiesa, zona del pavimento con il decoro tondeggiante centrale.
entriamo nella chiesa e ci rendiamo conto che nel suo interno si sta lievemente peggio che fuori, la zona centrale all’altezza del decoro tondeggiante sul pavimento è su una frattura dislocata della roccia in corrispondenza della quale si sta decisamente male; inoltre, voltandosi per uscire si ha l’impressione di essere in discesa con una pendenza che alla fine va verso destra uscendo; si ha un senso di urgenza ad uscire e di nuovo la percezione dell’instabilità del suolo.

Punto B arrivo del percorso: belvedere del bar Floreana.bar Floreana copia
Oltrepassato l’antico Palazzo Iacono e l’arco della torre, si gira a sinistra e si arriva nella piazza del belvedere; si cammina ancora fino al bar “Floreana” dove gustando una meritata spremuta di agrumi dell’isola si gode del panorama ampio e bellissimo, ma anche di un intenso scambio energetico in distensione con un rilascio di energia ottimale. Si starebbe seduti al belvedere per delle ore!

panorama dal Floreana copiaIl percorso percettivo è concluso: è durato circa un’oretta o poco più, forse un po’ di più del solito perchè in certi tratti si è camminato lentamente e assorti per percepire meglio e in altri posti ci si è soffermati.
La stanchezza fisica è però subito recuperata con le vitamine della spremuta e il relax “energetico” al belvedere.

Per tornare si farà in discesa la stessa strada, frenando un po’ all’inizio e prestando attenzione19 arrivo a casa garibaldinei punti dove il terreno sembra sfuggire sotto i piedi.
Dopo il primo affaccio scendendo sulla destra la camminata diverrà più regolare. Sarà interessante notare dove si deve frenare per la presenza di una spinta a favore e dove invece, pur in discesa, ci si sente frenati da una spinta contraria.
Arrivati infine all’altezza di Casa Garibaldi si starà di nuovo molto bene e ci si potrà rilassare e riposare.
L’esperienza di questa piccola camminata in mezzo ai fiori con l’attenzione allo scambio energetico ci avrà stancato un po’, ma anche eccitato, e avremo molta voglia di raccontarla o di confrontarci con chi l’ha fatta con noi.
Sicuramente ci si sentirà più sereni e contenti, e questo è già una gran bella cosa!
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Note:

1 E. Murolo, citato in “S. Angelo d’Ischia, storia, immagini, poesie” ed. a cura della Nuova Associazione Amici di S. Angelo

2 CNR Progetto Finalizzato geodinamica, modello strutturale tridimensionale “Structural Model of Italy” scala 1:500000

3 “Ausfluge mit dem geologen Aniello Di Iorio” – www.eurogeopark.com

4 chiamo “cuevas”, per associazione con quelle spagnole, le cavità scavate nel tufo come deposito attrezzi, ripostigli e forse anticamente anche come abitazioni temporanee che si incontrano frequenti lungo il sentiero e in altri luoghi dell’isola.

Ischia, Guide “perceptive” au parcours de Sant’Angelo à Serrara

Géologie Perceptive à Ischia
Guide ‘perceptive’ au parcours de Sant’Angelo–Madonnelle à Serrara Fontana jusqu’au Belvedere
de dr Pier Prospero, Berater (expert) du Forschungskreis für Geobiologie ’dr.Ernst Hartmann’ de Waldbrunn (Heidelberg)*

Le parcours piéton qui relie Sant’Angelo à Serrara est connu par tous ceux qui ont été au moins une fois à Sant’Angelo, le seul bourg de Ischia òu les voitures ne peuvent pas transiter, placé en une très belle position au sud de l’île; le bourg est composé par deux zones, une sur la mer avec un petit port, et l’autre en amont avec l’église, dite ‘Madonnelle’.
Le sentier qui conduit à Serrara, avec une dénivellation de 300 m environ, commence de ce haut coté du bourg.
Il s’agit de deux km de montée en lacets au milieu de toutes sortes de fleurs et plantes, même rares, avec des panoramas fantastique vers la mer et, en amont, roches volcaniques impressionnantes pour escarpements, fentes et couleurs.
La fréquentation de cette zone remonte au VIIIe siècle av. J.-C. par des colons grecques tandis que la formation des chemins qui relient la mer et les sources thermales aux villages sur la pente de l’Epomeo date du IVe siècle av. J.-C., pêut etre donc que le parcours dont on parle est trés ancien.
En 1937 le parcours est ainsi décrit: «du raccourci mal tracé et raide de masses de lave, de cailloux et d’aspérité du sol, une petite vieille porte le message jusqu’à Sant’Angelo et revient, infatigable, par le même sentier». (1)
La première fois que je suis allé à Sant’Angelo en vacance, il y a beaucoup d’anneés, le vieux chemin avait eté, depuis pas longtemps, nettoyé, pavé, muni de lumière, donc c’etait possible d’aller même le soir pour une promenade romantique et suggestive.
Malheureusement le défaut d’entretien et le manque de soins dans ces ans l’ont rendu sans illumination et avec des tronçons éboulés et inaccessibles, difficile dans certains parties; récemment il a été un peu arrangé en enlevent les materiaux éboulés et en le rendent plus facile; en revanche on a l’impression d’étre dans une forêt de plantes avec des fleurs fantastiques, qui, à cause de l’abondante énergie donnée par le terrain poussent luxuriantes. Et sûrement c’est en peu mieux de ce que c’etait en 1937.
Le ‘prix’ pour ceux qui abordent la montée est le belvédère de Serrara d’où on voit la côte de Capo Grosso après les Maronti, jusqu’à Capo Negro à l’ouest.
En plus dans le Bar Floreana on peut goûter un jus d’agrumes frais, bon et copieux.

La conformation géologique et les poussées tectoniques dues au volcanisme et aux failles, dans cette zone sont particulières et ‘fortes’; elles provoquent des sensations visuelles, mais aussi perceptives, particulières et intenses, et c’est assi un bon ‘prix’.
Après l’avoir parcouru beaucoup de fois aux cours des années, comparant avec ma femme les sensations que nous percevons au fur et à mesure qu’on montait, j’ai enfin pensé au sentier comme à un ‘parcours perceptif’ comme ceux que périodiquement nous proposons comme Istituto GEA pour faire comprendre qu’est-ce que c’est l’échange énergétique’ entre le territoire et les personnes.
Je l’ai donc parcouru plusieurs fois en prennant note sur mon ‘moleskine’ des sensations prouvées et des perceptions relatives aux poussées tectoniques, notes qui sont après devenues ce ‘guide’ un peu particulier.
Je suis sûr que beaucoup de visiteurs de Sant’Angelo savent qu’est-ce que c’est la rhabdomancie (ou sourcellerie), mais peut-être la perception et l’évaluation géobiophisique du terrain n’est pas encore très connue, particularité de l’Istituto GEA.
En renvoyant ceux qui veulent approfondir ce sujet aux autres articles qui abordent exhaustivement cette matière, je résume brièvement de ce’qu’il s’agit: la perception géobiophisique est une faculté humaine développée dans les gens en degrés différents; quelques-uns ont une vraie hypersensibilité qui les mets en mesure de s’apercevoir tout de suite et clairment des variations d’information qui arrivent par le champ magnétique terrestre ou par autres champs électromagnétiques telluriques, donc ils peuvent être pionniers et introduire même les autres à la perception de ces messages, non plus secrets, envoyès par le milieu géophisique dans le quelle on se trouve.
Il n’y a rien de magique ou ésotérique dans la perception géobiophisique, il y a seulement la conscience que la terre communique par messages électromagnétiques que, si on les écoute et on les décode, rendent la jouissance du milieu pleine et complète et peuvent transformer une promenade comme celle-ci dans une expérience «totale» qu’on oubliera pas facilement, et que donnera une grande satisfaction.
Celles que j’appelle «poussées» et je fais arriver de devant ou derrière ou de coté de ce qui marche, à la perception ont le même effet qu’aurait un vent plutôt fort. «Il s’agit de processus énergétiques invisibles mais pas pour ça on doit oublier que nous habitons une planète palpitante et vivante qui continue discrètement, à échelles temporelles surhumaines, de se relationner avec ses habitants: quelques’uns l’écoute et quelques’uns n’y fait pas attention» [prof. geol. Roberto Chiari].
La structure gèologique n’est pas immobile, congelée mais elle est ‘vivante’ et toujours en mouvement (pour la physique moderne on ne peut pas distinguer la notion de matière de celle de mouvement) même s’il s’agit de mouvements très lents, pas visibles, jusqu’au moment où ils se manifestent soudainement avec un éboulement ou un tremblement de terre: celles-ci sont les phases ‘aigues’ pendant les quelles, pour des brefs moments les mouvements se rendent manifestes (malheureusment avec toutes les conséquences négatives sur les oeuvres de l’homme); les mouvements des masses géologiques sont les ‘décharges énergétiques’ de l’énergie tectonique et peuvent être lents et constants ou rapides et sporadiques. Les ‘poussées’ que je viens de décrire sont des véritables résultantes de forces tectoniques (par exemple la résultante de deux forces tectoniques opposées est habituellement une force verticale vers le haut et donc crée un plie de la roche en relief: on a le même effet en poussant avec les doigts les deux côtés d’un papier l’un contre l’autre).
L’intention, en decrivant le sentier comme ‘parcours perceptif’, est de mettre à la disposition de ceux qui s’intéressent à cette expérience pas usuelle un ‘guide énergétique et perceptif’ au parcours de sorte que on puisse le parcourir avec attention aux informations énergétiques reçues du milieu même si un d’entre nous de l’Insitute GEA n’est pas présent à conduire les participants comme d’habitude pendant nos rencontres de Géologie Perceptive.
Précisément l’idée est de parcourir le sentier une première fois en allant et revenant de Serrara sans ce ‘guide’ mais seulement en silence et en se concentrant sur les sensations physiologiques et émouvantes qu’on éprouve quand on marche.
Rentrés, on devrait prendre note de ce qu’on a percevu, même les changements d’état d’âme, et après pas longtemps programmer de reparcourir le sentier avec ce guide dans la main.
Mais, avant de commencer le parcours pour la deuxième fois il vaut mieux faire le point sur ‘où nous sommes’. Ischia est un édifice volcanique de roches volcaniques potassiques[2] qui s’est formé pour soulèvement en émergeant du Mar Tirreno; la principale poussée tectonique diffusée dans toute l’île est donc du bas vers l’haut; cette poussée tectonique est fortement remarquée où de l’eau chaude en pression est présente dans la terre comme à Sorgeto.
L’île est parcourue par des fentes et elle est pleine de cratères. Les fentes sont des failles directes c’est à dire cassures qui écartent la crôute terrestre en créent des gorges et des profondes fentes qui permettent à l’eau de descendre en profondeur et d’entrer en contact avec les gaz volcaniques chauds qui la font remonter très chaude et en pression sous forme de ‘fumerolle’ et eau thermale.
Naturellement si les poussées qui écartent les gorges sont opposées à des autres poussées de direction opposée, il se forment des compressions du terrain qui se trouve au milieu et celui-çi il se plie et il se soulleve, comme le Mont Epomeo qui est entouré par failles dont la direction de poussée est opposée, ceci  rend le paysage de la zone particulièrement articulé.
Même si le régime extensif du aux failles normales l’emporte, il y a des zones dans les quelles on trouve compression et celà change l’état de bien-être de ceux qui marchent sur le parcours parce-que l’information de compression, même dans une situation dans la quelle on reçoit beaucoup d’énergie, produit tension musculaire et malaise.
En ce qui concerne la typologie des roches qu’on peut voir, la Carte Géologique d’Italie, feuille 183-184, dit: «tufs tràchytiques plus on moins stratifié, comprenants plusieurs horizons de pierre ponce; couches de brèches pyroclastique, tuffites». Ces roches sont toutes volcaniques et à la spectrométrie manifestent une cession considérable dite en italien ‘emittanza’ (émission énergétiques). La synergie entre les différents facteurs décrits provoque une situation dans la quelle le substrat géologique est en fort ‘emittanza’, c’est  à dire donne beaucoup d’énergie, la plus part dans la bande de l’infrarouge voisin et moyen; les êtres humaines en cette ‘bande’ électromagnétique, sont des bons emetteurs, mais même des excellents recepteurs et, en ce qui concerne le terrain, il subissent les conséquences de son échange énergétique puisque les corps sont des masses infinitémales comparés aux géomasses.

Donc à Sant’Angelo, recevant beaucoup d’infrarouge et plusieurs d’autres fréquences, on se sentira plein de vie et d’énergies, et pour quelqus’uns très hypertendu ça pourrait être même de trop.
Comme point de départ du parcours perceptif j’ai choisi Casa Garibaldi (point A) puisque c’est là que je loge pendant mes vacances et d’habitude c’est là que je commence ma promenade, mais comme point de rencontre et de départ c’est bien aussi l’endroit où la rue s’élargit au croisement entre la rue qui monte et celle à la gauche avec l’indication ‘Monte Zunta’ où on trouve le magasin d’alimentation ‘Da Tina’. Le parcours perceptif termine au ‘Belvedere’de Serrara (point B).
Serrara a le plus spectaculaire belvédère de l’île, qui donne sur Sant’Angelo et vers Forio avec une vue panoramique du Vesuvio, sur la côte de Sorrento avec Punta Capannella et sur Capri.
Le parcours perceptif est décrit en montée, dans le sens de Sant’Angelo a Serrara, et droite et gauche sont toujours rapportées à la direction de celui qui monte.
Même les images qui illustrent le parcours sont prises dans cette direction. A fin que la promenade devienne un parcours perceptif on doit marcher en silence, absorbés dans la recherche de percevoir les plus petites variations de respiration dues à la tension ou au relaxe du diaphragme, la fatigue faite en montant par rapport à la pente, les éventuelles tensions et détentes des muscles qui interessent les éventuelles endroits douloureux du corp (vertèbres cervicales, muscles faciales, dos, genoux, etc.). On devrais aussi marcher avec les genoux légèrement fléchis et le jambes jamais raides, en se soutenant sur les muscles et non sur les os.
Pour bien comprendre les effets du différent échange énergétique on devrait se connaître un peu, dans le sens de sa propre circulation énergétique mais, même si c’est la première fois qu’on y pense, il n’y aura pas beaucoup des problèmes à percevoir au moins les changements les plus manifests.

Çe dit, on part.

Laissée derrière nous Casa Garibaldi on pourra dejà resentir la présence d’une poussée du bas vers l’haut; après Casa Caterina on avance bien sans fatigue, cette situation sera la même jusqu’aux Maisons sur le tournant. Il’y a beaucoup d’énergie dans le terrain qui arrive presque toute du dessous des pieds, on a la sensation de marcher sur le couvercle d’une cocotte minute en pression (les fumerolles rappelent la cocotte quand elle siffle en dégageant la vapeur) on peut la percevoir surtout si on ferme les yeux pour un moment. Quand on regarde la carte géologique détaillée, mise au point du géologue Aniello Di Iorio pour ses intéressantes éxcursions géologiques en group, on voit que sur la droite il’y a la faille responsable des ‘fumerolles’ qui a la direction de poussée vers ouest, c’est a dire vers la gauche de ceux qui montent, et que même de l’autre côté, sur le versant gauche, il’y a une faille perpendiculaire à la mer, appellée Cava Ruffano, qui comme les successives pousse vers ouest; donc sur le sentier on se trouve dans un système de poussées tectoniques avec direction ouest qui termine à Capo Negro.
Perpendiculaire à ces failles une autre longue faille avec direction principale de poussée vers nord-est arrive de Citara. Sur la carte la faille se termine avant de traverser notre sentier, mais en realité elle le traverse parce-que à un certain point on passe en correspondance de la ligne de faille qu’on sent énergiquement. En effet après le virage, où sur la droite on trouve la paroi rocheuse, en correspondance de la grille qui ferme la première ‘cueva’ [3] sur la gauche, on arrive en la correspondance directe avec l’émission de la ligne de faille; notamment on sent fort le dérangement géologique devant les ‘cuevas’ sur la droite près de la première cabine de l’aqueduc. La ligne de faille, bien que détendue, a une émission trop fort qui contient même des fréquences nuisibles pour nous donc rester exactement en sa correspondance cause inquietude et malaise, c’est à dire le corp nous dit de laisser ce point.
Le tronçon de sentier jusqu’à la grille suivante sur la gauche est derangé et facilement irrite l’intestin. La direction de poussée de derrière et vers droite en ce tronçon de sentier se combine avec celle vers gauche en créant une forte tension qu’on percevoit comme malaise. Si on ferme les yeux encore un moment on s’apercoit de se plier un peu ou d’avoir devié le pas un peu vers la gauche, comme si du vent arrivait de l’est et tout de suite se passe le contraire: le ‘vent’ est changé.
La sensation change après la ‘porte’ en tôle sur la droite ou on est un peu mieux mais on est en compression, avec la poussée énergétique qui arrive du bas et même de gauche vers droite, due à la poussée de la faille qu’on vient de traverser. Si on essaye de s’écouter on peut se sentir un peu agités ou esoufflés et le souffle devient court. Tout de suite on commence même à peiner pour la montée et on n’est plus bien.
Quand on arrive à la clairière herbeuse qui se trouve sur la gauche on est mieux parce-que il’y a encore seulement la poussée du bas vers haut. On peut profiter pour une brève pause et regarder le panorama vers les promontoires de Chiarito et Capo Negro, içi on se repose mais on ne se recharge pas beaucoup.
Un peu en avant, sur la droite à la hauteur de la grille bleue de Casa Bella Vista où on a la vue de la plage des Maronti e de Barano, on a un point de très grande émission avec la poussée du bas et de gauche en regardant le panorama. Ici on est très bien, le souffle ralenti et on se détend mais on a beaucoup d’énergie: la charge énergetique unie à décontraction musculaire donnent un grand bien-être. On ne devrait plus percevoir les éventuelles tensions ou les petites douleurs du corp. On continue et après les maisons la situation se maintient très bonne jusqu’à l’arbre de myrte qui fait comme un ‘toit’ au sentier; ici en correspondence de la grille sur la gauche il y a un considèrable écoulement souterrain d’eau froide qui cause du stress aux reins en qui glace l’organisme. Nous profitons pour percevoir la différence entre la cession d’éneregie des roches et des failles et l’absorption d’énergie (infrarouge) de l’eau. En coulant dans une cassure de la roche l’eau occupe un espace bien délimité en largeur et pour son mouvement tourbillonnant dégage vers l’haut un champ magnétique de très faible intensité qui est très nuisible à l’homme et à beaucoup d’autres êtres vivants, comme ce qu’on trouve au dessous d’un câble électrique enterré, donc nous avons un système ‘d’alerte’ dans les surrenales qui nous dit de ne pas arrêter (voila expliqué un type de rhabdomancie). Mais cette fois on s’arrête en peu, seulement pour ressentir comment on est: on aura un immédiat effet négatif au dos et on pourra être piqué par des moustiques même à midi. Si on regarde bien on voit que au dessous des branches de ce petit arbre il y a toujours beaucoup d’insectes qui volent en rond pour se recharger avec le champ degagé par l’eau qui coule da la terre: c’est bien pour eux.
Après ‘la cueva’ sur la gauche, fermée par des dèbris, on est beaucoup mieux mais on peut percevoir une legère poussée qui vient en face et s’oppose à la montée. Un peu plus avant on a encore la perception d’une poussée contraire à la direction de marche à la quelle on ajoute une sensation de mouvement vers bas, comme si le terrain glissait lentement en bas, sensation qui rend le pas un peu instable. Après la deuxième cabine de l’aqueduc le sentier s’était effondrè; maintenant il a eté arrangé mais içi on est un peu moins bien et on percevoit encore un léger mouvement du terrain vers le bas; c’est une ‘tendance’, une information plutôt que un réel micromouvement ébouleux. On peut percevoir un trouble au deuxième et au quatrième centre énergétique du corp, causé par cette configuration géologique. Même la vésicule peut être irritée.
Après le tournant on arrivait à l’éboulement qui descend de gauche: c’etait comme voir ce dont la perception nous avait mis en garde! ‘un éboulement pourreait se passer’ c’est donc le message qui avait été envoyé, et le decodifier permet de faire attention et, dans l’éventualité, de ne pas être pris au dépourvu (voila expliqué la fonction atavique de cette sorte de perception dans les gens). Même ici le sentier a été arrangé et l’eboulis maintenant n’est plus là.
Après le tournant il y a encore une poussée contraire à ceux qui montent, on est en peu gêné, il n’y a pas une base solide au dessous des pieds et on commence à n’être plus bien.
Après le virage où il y a tous les poteaux arrachés on percevoit, au contraire, une poussée derrière les épaules, mais quand le virage est terminé la poussée tourne à être contraire à ceux qui montent. Quand la vue donne sur les maisons de Serrara en peut s’arrêter et observer les gorges. Ici la poussée tectonique vient de devant et de gauche, c’est à dire de l’arête qui soutient Serrara qu’on voit en face. Ce point d’observation permet de remarquer l’encroyable varieté de couleurs de la roche. L’arête au dessous de Serrara est composée de roche mixte, grise-verte et couleur sable, tandis que sur la paroi de la gorge la roche est violacée, pleine de cavités et sans couches horizontales, qui, au contraire, sont évidentes dans l’arête couleur sable au dessous de Serrara.
Jusqu’à la troisième cabine de l’aqueduc on marche sans fatigue, mais d’ici en avant on a compression et la poussée vient de en face (devant) et du bas. Au bout du mur de la cabine de l’aqueduc sur la gauche, par travers au sentier, il y a un autre coulement d’eau souterrain dans une cassure de la roche avec beaucoup d’eau froide; si on s’arrète quelque minute on s’aperçoit tout de suite que c’est pas bien pour les reins, stimule la vesicule et irrite l’intestin (en plus cause du dommage au prémier, deuxième et quatrième centre énergétique du corp). En poursuivant, la montée est plus fatigante, on est toujours pas bien et la perception de la poussée de haut vers bas continue contraire à ceux qui montent. Un peu plus loin, où le sentier se ouvre à gauche sur l’escarpement, il y a une poussée de droite qui pousse donc vers l’escarpement et cause une sensation de danger provoquant un léger malaise. On a pourtant un très beau panorama: tournant en arrière vers gauche on voit la Torre de Sant’Angelo avec le port et la baie jusqu’à Chiarito. Tandis qu’on regard, le dos se tend (les muscles du dos se tendent) et sans s’en rendre compt on s’efforce de faire appui avec les pieds. Pour regarder plus tranquillement le panorama il faut arriver jusqu’à l’entrée de la ‘cueva’ un peu plus avant.
Monter c’est de plus en plus fatigant jusqu’au moment quand on arrive à la première maison sur la droite. La poussée vient de devant et de droite et ce tronçon de sentier est en compression. Pour les sensations c’est le tronçon de chemin le plus mauvais, mais a ce point là on est à Serrara. En parcourrant l’escalier, arrivés à la première grille sur la droite probablement on sentira un petit trouble au deuxième centre énergétique du corp mais on est dejà entré dans un tronçon en détente. D’ici en avant on remarquera qu’on ne fait plus de fatigue pour monter. À l’hauteur de l’orangerie (sur la gauche plus en bas) on est bien, il y a une légère poussée du bas comme partout, mais la liberation d’énergie par le terrain est plus douce.
Un peu plus loin, au niveau du début de la faille du Ruffano, le géologue Di Iorio indique un «centre d’éruption présumé». En montant encore un peu on arrive à l’église: nous entrons et nous nous rendons compte que à l’intérieur on est moins bien que à l’extérieur, la zone centrale marquée par la décoration arrondie sur le sol correspond à une cassure disloquée de la roche en correspondence de la quelle on est vraiment mal; en plus, en tournant pour sortir, on a l’impression d’être en pente avec une inclinaison que au but va vers droite en sortant; on est pressé de sortir et on a encore la perception de l’instabilité du sol.
Après l’ancien Palazzo Iacono et l’arc de la tour, on tourne à gauche et on arrive à la place du Belvédère; on marche encore jusqu’au bar ‘Floreana’ où on peut goûter un merité jus d’orange de l’île et au même temps jouir du panorama très beau et de grande ampleur, mais même d’un intense échange énergétique en détente avec une optimale liberation d’énergie. On resterais assis au belvédère pour des heures.

Le parcours perceptif est terminé: il a duré environ une heure, peut-être un peu plus parce-que quelque fois dans certains tronçons on a marché lentement, pour mieux percevoir, et dans des autres endroits on s’est arrêté un peu. La fatigue physique est tout de suite retrouvée avec les vitamines du jus et le relax ‘énergétique’ au belvédère.
Pour rentrer on faira le même parcours en descente, freinant un peu au début et faisant attention au points où on dirait que le terrain échappe sous les pieds et le sentier est éboulé. Après le premier regard sur le panorama en descendant sur la droite la promenade devient plus régulière. C’est intéressant remarquer où il faut freiner pour la présence d’une poussée en faveur et où, au contraire, même en descente, on se sent freiné par une poussée contraire. Quand enfin on arrive à l’hauteur de Casa Garibaldi on sera de nouveau très bien et on pourra se relaxer et se reposer. L‘expérience de cette petite promenade parmi les fleurs avec attention à l’échange énergétique nous aura un peu fatigué, mais même excité, et nous aurons envie de la raconter ou de nous comparer avec ceux qui l’on faite avec nous. Sûrement on sera plus serein et content, et cela est déjà une belle chose.
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* Diplomé au cours pour «Geobiologische Berater», année 1999-2000

Notex au texte :

1)     E. Murolo. cité en ‘Sant’Angelo di Ischia, storia, immagini, poesie’ – ed. a cura della Nuova Associazione Amici di Sant’Angelo.

2)     CNR- Progetto finalizzato geodinamica, modello strutturale tridimensionale in scala 1:500.000 ‘Structural Model of Italy’.

3)     ‘Ausfuge mit dem Geologen Aniello Di Iorio’, – www.eurogeopark.com

4)     J’appelle,’cuevas’ pour association avec celles espagnoles les cavités creusèes dans le tuf comme dépôt pouyr les outils, débarass et peut-être, autrefois comme habitation temporaire, qu’on rincontre souvent dans le sentier et dans des autres endroits de l’île.

Ischia, ein spaziergang von Sant’Angelo nach Serrara: ein wahrnehmungsstreke

6 cartello serrara s angeloWahrnehmungsgeologie in Ischia – ein spaziergang von Sant’Angelo nach Serrara: ein wahrnehmungsstreke

Den Fußweg, der Sant’Angelo mit Serrara verbindet, kennen alle, die schon einmal in Sant’Angelo waren.  Sant’Angelo ist die einzige autofreie Ortschaft und ist in wunderschöner Lage am südlichsten Punkt der Insel gelegen. Das Dorf ist in zwei Teile geteilt. Ein Teil mit dem kleinen Hafen am Meer und ein zweiter oben am Berg mit der „Madonnelle“ Kirche. Dort im höheren bewohnten Teil des Dorfes beginnt der Weg, der direkt nach Serrara führt, mit einem Höhenunterschied von ca. 300m. Es ist ein 2-km-Serpentinenanstieg inmitten von Blumen und Pflanzen aller Art, auch seltenen Exemplaren, mit wunderschönen Ausblicken Richtung Meer. In der Höhe findet man vulkanische Gesteine, die durch ihre Vorsprünge, Spalten und Färbungen beeindrucken.
Diese Gebiete wurden schon seit dem 8. Jahrhundert vor Christus durch griechischen Kolonien bewohnt während die Bildung der Fußwege, die das Meer und die Thermalquellen mit den Dörfern an den Füßen des Epomeos verbinden, seit dem 4. Jahrhundert v.Chr. bezeugt sind. Es ist also möglich, dass die beschriebene Strecke wirklich schon sehr alt ist.
Im 1937 wird die Strecke so dargestellt: “durch die schroffen Lavamassen, Kieselsteine und Unebenheiten schlecht begehbare Abkürzung bringt eine Alte die Nachricht bis hinunter nach Sant’Angelo und kehrt, unermüdlich, den gleichen steilen Weg zurück1.
Als ich das erste Mal meinen Urlaub vor vielen Jahren in Sant’Angelo verbrachte, war der alte Weg kurz zuvor gesäubert, zugepflastert und beleuchtet worden, und so konnte man abends dort einen eindrucksvollen und romantischen Spaziergang machen.
Leider ist aufgrund mangelnder Wartung und der Nachlässigkeit der letzten Jahre der Weg jetzt nicht mehr beleuchtet und an manchen Stellen abgesackt, unwegsam und schwierig zurückzulegen. Anderseits bekommt man die Eindruck, sich in einem Meer von wunderschönen Blumen zu befinden, die dort dank der starken Energie, die vom Boden ausgeht, und der nicht geschnittenen Wiese außergewöhnlich üppig wachsen.  Es ist dennoch ein bisschen besser als 1937.
Die Entschädigung für den Anstieg ist der Aussichtspunkt Serraras, von wo man die Küste von Capo Grosso hinter der Maronti bis zum Capo Negro im Westen sehen kann. Außerdem kann man im Café einen frisch gepressten Saft trinken.
Die geologische Beschaffenheit und die durch Vulkanismus und der Verwerfungen verursachten tektonischen Schübe sind in diesem Gebiet besonders und „heftig“: Sie rufen besondere und starke sicht- und wahrnehmbare Empfindungen hervor und auch das ist eine gute Entschädigung.
Nachdem ich diesen Weg im Laufe der Jahre unzählige Male gegangen bin und meine Empfindungen während des Anstiegs mit denen meiner Frau verglichen habe, habe ich schließlich diesen Weg als „Wahrnehmungsstrecke“ gedacht, so wie die, die wir als GEA Institut vorschlagen, um deutlich zu machen, was ein „Energieaustausch“ zwischen dem Boden und Personen ist.
So habe ich die Strecke mehrmals zurückgelegt und meine Empfindungen und Wahrnehmungen, die mit den tektonischen Schüben zu tun haben, in meinen „Moleskine“ notiert. Diese Notizen sind nun ein etwas besonderer „Wanderführer“ geworden.
Ich bin davon überzeugt, dass viele der Besucher von Sant’Angelo sehr wohl wissen, was Rabdomanthie ist, während vielleicht die Wahrnehmung und geobiophysische Schätzung des Bodens, Besonderheiten des GEA Instituts, noch relativ unbekannt sind. Interessierte möchte ich an dieser Stelle an andere ausführliche Artikel über dieses Thema verweisen, da ich hier das Thema nur kurz zusammenfassen: die geobiophysische Wahrnehmung ist ein menschliche Fähigkeit, die in jedem Menschen in verschiedenen Stufen  entwickelt ist; manche haben eine echte Überempfindlichkeit, die ihnen sofort und deutlich erlaubt, Änderungen in der Informationsübertragung durch das Erdmagnetfeld oder andere tellurische Elektromagnetfelder wahrzunehmen; so können sie Vorreiter sein und andere in der Wahrnehmung dieser Botschaften unterweisen. Auf diesem Weg können sie die von der Erde gegebenen Nachrichten wahrnehmen, die nun nicht mehr geheim sind.
Die geobiophysiche Wahrnehmung hat nichts mit Zauberei oder Esoterik zu tun, sie gibt nur das Bewusstsein wieder, dass die Erde  elektromagnetische Nachrichten mitteilt. Wenn diese Nachrichten gehört und dekodiert werden, ist es möglich einen besseren und kompletten Umweltgenuss zu erleben und ein Spaziergang wie dieser wird in eine „absolute“ Erfahrung verwandelt, die man nicht einfach vergisst und auf die man am Ende mit großer Zufriedenheit zurückblickt.
Die Darstellung der Strecke als „Wahrnehmungsstrecke“ hat das Ziel, den Menschen, die neugierig auf diese ungewöhnliche Erfahrung geworden sind, einen kleinen „energetische und wahrnehmende Leitfaden“ der Strecke zur Verfügung stellen, so dass es möglich ist, den Weg mit der richtigen Aufmerksamkeit bezüglich der energetischen Übertragungen der Umwelt zu gehen, auch wenn kein Berater des GEA Instituts anwesend ist, wie es normalerweise in unseren Wahrnehmungsgeologie-Treffen der Fall ist.
Genauer gesagt, ist die Idee, die Strecke das erste Mal nach Serrara hin- und zurückzulaufen, ohne diesen Leitfaden gelesen zu haben, stillschweigend und nur auf  die physiologische und emotionale Wahrnehmungen während des Weges konzentriert. Nach der Ankunft sollte man sich von dem Wahrgenommenen Notizen machen, einschließlich der Änderungen der Gemütsverfassung. Kurze Zeit später sollte man den Leitfaden lesen und die Strecke mit ihm in den Händen neu gehen.
Doch bevor man die Strecke zum zweiten Mal begeht, sollte man sich besser deutlich machen „wo man ist“.
Ischia ist ein vulkanisches Gebäude aus kaliumhaltigen Vulkangestein2, das aus dem Tyrrhenischen Meer aufgetaucht ist. Der tektonische Hauptschub über die ganze Insel hinweg verläuft dadurch von unten nach oben und wo unterirdisch warmes Druckwasser liegt, wie in Sorgeto, ist der tektonische Schub stark hervorgehoben.
Die Insel ist von Spalten durchzogen und mit Kratern übersät. Die Spalten sind tiefe Verwerfungen, d.h. Brüche, die die Erdkruste verbreitern, Canyons und tiefe Spalten schaffen, wo das Wasser in die Tiefe fällt und dort mit vulkanischen heißen Gasen in Kontakt kommt, die sehr heiß und unter Druck als „Fumarolen“ und Thermalwasser aufsteigen. Wenn natürlich die Schübe, die Canyons verbreitern, durch anderen Schüben in Gegenrichtung behindert werden, entsteht dadurch ein Pressdruck des Bodens, der sich  hochhebt und sich, wie der Monte Epomeo erhebt, der von Verwerfungen von Schüben unterschiedlicher Richtung umgeben ist, was die Landschaft besonders bizarr gestaltet. Auch wenn das entspannende System durch normale Verwerfungen das Gebiet vorherrscht, gibt es auch zusammengepresste Gebiete und das ändert das Wohlgefühl des Spaziergängers, weil das vermittelte  Zusammenpressen Muskelspannung und Unwohlsein hervorruft, selbst wenn man viel Energie erhält.
Was die Zusammensetzung des sichtbaren Gesteins betrifft, besagt der geologische Plan Italiens auf Blatt 183-184: „mehr oder weniger geschichtete trachytische Tuffsteine mit verschiedenen Bimsqualitäten, Schichten von pyroklastischen Brekzien, Tuffgestein“. Dieses Gestein ist vulkanischen Ursprungs und die Spektrometrie zeigt, dass es stark Energie abgibt, die man „Ausstrahlung“ nennt. Die Synergie zwischen den verschiedenen dargestellten Faktoren erlaubt, dass der geologische Substrat eine starke „Ausstrahlung“ hat, d.h. viel Energie abgibt, meistens im mittleren und nahen Infrarotband. Im Rahmen dieses elektromagnetischen „Bandes“ ist der Mensch sowohl ein guter Sender als auch ein sehr guter Empfänger, und im Vergleich zum  Boden erlebt man den Energieaustausch, weil menschliche Körper unendlich kleine Massen sind verglichen mit Geomassen. Infolge des vielen Infrarotes und weiteren verschiedenen Frequenzen wird man sich in Sant’Angelo sehr vital und energiegeladen fühlen, doch für manche Hypertoniker könnte es auch zuviel sein.

Der Ausgangspunkt der Wahrnehmungsstrecke ist Casa Garibaldi (Garibaldis Haus – Punkt A), wo ich meine Ferien verbringe und normalerweise meine Spaziergänge beginne. Ein guter Treff- und Startpunkt ist auch die nahe gelegene Verbreiterung der Strasse an der Kreuzung der Straße bergauf und der Straße nach links mit dem Hinweis „Monte Zunta“, wo das Lebensmittelgeschäft „Da Tina“ liegt. Die Wahrnehmungsstrecke endet beim Serrara Aussichtspunkt (Punkt B). Serrara verfügt über den herrlichsten Aussichtspunkt der Insel, der auf Sant’Angelo und Richtung Forio blickt und von dem man den Vesuv, die sorrentinische Küste mit Punto Campanella und Capri sehen kann.
Die Wahrnehmungsstrecke ist ansteigend von Sant’Angelo nach Serrara beschrieben, d.h. rechts und links sind immer nach oben gerichtet zu verstehen, auch die Bilder, die die Strecke illustrieren, sind in diese Richtung aufgenommen worden.
Um ein Spaziergang einer Wahrnehmungsstrecke zu machen, muss man stillschweigend gehen und konzentriert sein, um die geringste Änderungen des Atems wahrzunehmen, die durch die Zwerchfellan- oder –entspannung hervorgerufen werden, die größte oder geringste Mühe während des Anstiegs, die eventuellen Muskelspannungen und –entspannungen, die besonders auf vorliegende Schmerzen (Halswirbel, Gesichtsmuskeln, Rücken, Knien,…) reagieren. Außerdem sollte man mit leicht gebeugten Knien und nicht mit steifen Beinen gehen und sich auf die Muskeln statt auf die Knochen stützen. Um die Wirkungen des energetischen Austausches gut zu verstehen sollte man sich ein bisschen kennen, bezüglich des eigenen Energiekreislaufes, aber auch wenn es das erste Mal sein sollte, dass man darüber nachdenkt, ist es kein großes Problem zumindest die sehr offensichtlichen Änderungen wahrzunehmen.
Jetzt kann man losgehen.
Kaum hat man Garibaldis Haus hinter sich gelassen, spürt man schon einen Schub von unten nach oben; nach Caterinas Haus schreitet man ohne Mühe bis zu den Häuser in der Spitzkehre weiter. Im Boden gibt es viel Energie und diese kommt vollständig von unterhalb den Füßen. Das Gefühl ist wie wenn man auf dem Deckel eines unter Druck stehenden Dampfkochtopfes geht (die Fumarolen erinnern daran, wenn der Dampfkochtopf pfeift und den Druck abgibt). Man kann diese Energie noch besser fühlen, wenn man die Augen für einen Moment schließt.
Wenn man die detaillierte geologische Karte betrachtet, die von Aniello Di Iorio für seine interessanten geologischen Gruppenexkursionen2  ausgearbeitet wurde, kann man erkennen, dass sich auf der rechten Seite die für die “Fumarolen” verantwortliche Verwerfung zu erkennen ist, mit der Schubrichtung nach Western, d.h. nach links für diejenigen, die aufsteigen, und dass sich auch auf der anderen linken Seite eine Verwerfung befindet, die senkrecht zum Meer steht und Cava Ruffano genannt wird und wie die nachfolgenden nach Westen schiebt; d.h. auf dem Weg befinden sich verschiedene tektonische Schübe in Richtung Westen, die bei Capo Negro enden. Senkrecht zu diesen Verwerfungen kommt von Citara eine lange Verwerfung mit Hauptschubrichtung nach Nordosten. Auf der Karte endet die Verwerfung bevor sie unseren Weg kreuzt, doch in Wirklichkeit überquert sie ihn, da man an einem bestimmten Punkt man auf die Linie der Verwerfung trifft, was man energetisch sehr wohl wahrnimmt. Tatsächlich, nach der Kurve, wo man auf der rechten Seite auf die Steinwand trifft, auf Höhe des Gatters, das die erste “cueva”zur Linken schließt, kommt man direkt auf die Höhe der Ausstrahlung der Verwerfungslinie; man fühlt besonders stark die geologische Störung vor den „cuevas“ auf der Rechten nahe der ersten Kabine des Aquädukts. Die Verwerfungslinie, selbst wenn sie entspannt ist, gibt zu starke Ausstrahlungen ab, die auch Frequenzen beinhalten, die für uns schädlich sein können, d.h. wenn man sich genau auf ihr befindet, können Angst und Unwohlsein hervorgerufen werden, mit denen uns der Körper mitteilt, sich von ihnen zu entfernen.
Der Wegabschnitt bis zum nächsten Gatter auf der Linken ist gestört und reizt leicht den Verdauungsapparat. Die Schubrichtung von hinten und nach rechts in diesem Abschnitt des Weges verbindet sich mit der nach links und schafft so eine starke Spannung, die man als Unwohlsein wahrnimmt.
Wenn man nun erneut die Augen einen Moment lang schließt, stellt man fest, dass man sich in bisschen neigt oder den Schritt ein bisschen nach links verlagert hat, so als ob der Wind aus Osten kommen würde und sofort danach geschieht dann das Gegenteil: der “Wind” hat gedreht.
Die Wahrnehmung ändert sich nach der „Blechtüre“ auf der Rechten, wo man sich etwas besser fühlt aber komprimiert ist, mit einem Energieschub, der nicht nur von unten sondern auch von links nach rechts wirkt, was an der soeben überquerten Verwerfung liegt. Wenn man versucht in sich hineinzuhören, kann man sich etwas aufgewühlt oder keuchend und kurzatmig fühlen. Gleich danach beginnt man schwerfällig mit dem Aufstieg und man fühlt sich nicht mehr wohl. Wenn man auf die Rasenlichtung gelangt, die sich auf der linken Seite bietet, fühlt man sich besser, weil nun nur noch der Schub von unten nach oben wirkt. Man kann dies für eine kleine Pause nutzen und das Panorama in Richtung der Vorgebirge von Chiarito und Capo Negro bewundern. Hier kann man sich zwar erholen aber man wird nicht viel neue Energie schöpfen. Etwas weiter, auf der rechten Seite, auf Höhe des blauen Tors des Casa Bella Vista, das einen Blick auf die Strände von Maronti und Barano erlaubt, kommt man an einen Punkte der maximalen Ausstrahlung durch den Schub von unten und von links, wenn man sich das Panorama ansieht. Hier fühlt man sich sehr gut, der Atem verlangsamt sicht und man erholt sich und fühlt sich energiegeladen: Energie laden und Erholung für die Muskeln bedeuten ein starkes Wohlbefinden. Man dürfte jetzt keine Spannungen oder kleinere Schmerzen an verschiedenen Teilen des Körpers spüren. Wenn man nun weiter- und an den Häusern vorbeigeht, bleibt die Situation weiterhin sehr gut bis zum Myrtenbaum, der dem Weg als „Dach“ dient; hier auf Höhe des Gatters auf der Linken befindet sich ein beträchtlicher unterirdischer Kaltwasserlauf, der auf die Nieren schlägt und den Organismus abkühlt. Wir nützen das aus um den Unterschied zwischen der Energieabgabe der Felsen und der Verwerfungen mit der Energieaufsaugung (Infrarot) des Wassers zu vergleichen. Da das Wasser in einer Felsspalte verläuft, benötigt es nur einen in Breite stark begrenzten Raum und durch seine vielen Strudel in seinem Verlauf gibt er nach oben ein schwachintensives Magnetfeld ab, was uns und anderen Lebewesen sehr schädlich erscheint, ähnlich dem, wenn man sich über einen in der Erde verlegten Hochspannungskabel befindet, daher haben wir eine „Alarmsystem“ in der Nebenniere, das uns darauf  hinweist nicht anzuhalten (und so haben wir in Kürze eine Art Rabdomantie erklärt).  Doch dieses Mal halten wir einen Moment lang an, nur um festzustellen, wie wir uns fühlen: man wird sofort eine negative Auswirkung auf den Rücken merken und man kann selbst zur Mittagszeit von Stechmücken gestochen werden! Wenn man genau unter den Zweigen dieses Baumes hinschaut, stellt man fest, dass dort immer unzählige Insekten ihre Kreise ziehen um sich mit der Energie des unterirdischen Wasserlaufes aufzuladen: ihnen tut das gut.
An der “Cueva” auf der linken Seite vorbei, die mit Geröll verschlossen ist, fühlt man sich gleich viel besser, aber man kann einen leichten Gegendruck von vorne verspüren, der den Aufstieg erschwert. Etwas weiter ist der Weg abgerutscht und man nimmt einen Schub gegen die Marschrichtung wahr, zu dem noch ein Gefühl von einer Talabwärtsbewegung hinzukommt, als ob der Boden langsam nach unten gleiten würde, ein Gefühl, was den Tritt unsicher werden lässt.
Nach der zweiten Kabine des Aquädukts ist der Weg erneut abgerutscht. Hier fühlt man sich nicht so gut und man spürt immer noch ein leichtes Abgleiten nach unten: es ist mehr eine „Tendenz“, ein Wahrnehmung als eine wirkliche abrutschende Mikrobewegung. Man kann Störungen im zweiten und vierten energetischen  Zentrum des Körpers empfinden, was auf diese geologische Formation zurückzuführen ist. Es kann auch sein, dass die Blase gestört wird.
Gleich nach der Spitzkehre kommt man zu dem Erdrutsch, der links abgeht: es ist, als ob man nun das vor sich sieht, was man vorher wahrgenommen hat und vor dem man gewarnt wurde! „die Erde könnte abrutschen“ ist also die versendete Nachricht, und wenn man sie entziffert, kann man Acht geben – und wenn nötig – wird man nicht plötzlich überrascht (und so wird in wenigen Worten die altehrwürdige Funktion dieser Art von Wahrnehmung erklärt)
Nach der Spitzkehre erfährt man noch einmal einen Gegenschub, wenn man aufsteigt, man ist etwas mühselig, es fehlt eine solide Basis unter den Füßen und man beginnt sich nicht sehr gut zu fühlen.
Nachdem man die Kurve mit den entwurzelten Pfählen hinter sich gelassen hat, spürt man einen Schub hinter den Schultern, doch sobald man die Kurve beendet hat, hat man den Schub wieder gegen sich.
Wenn sich der Ausblick auf die Häuser von Serrara richtet, kann man anhalten und den Canyon beobachten. Hier kommt der tektonische Schub von vorne und von links, d.h. von der Steilküste, die Serrara trägt, das man vor sich liegen sieht. Dieser Beobachtungspunkt bietet die Möglichkeit die unglaubliche Farbenvielfalt der Felsen zu erkennen. Die Steilküste unterhalb von Serrara besteht aus gemischten Fels, graugrün und sandfarben, während an der Wand des Canyons der Fels violettfarben ist, übersät von Aushöhlungen und ohne horizontale Schichten, was man hingegen im sandfarbenen Bereich der Steilküste unterhalb von Serrara erkennen kann.
Bis zur dritten Kabine des Aquädukts geht man mühelos, aber von da an erlebt man eine Stauchung und der Schub kommt von vorne und von unten. Am Ende der Mauer der Aquäduktkabine auf der Linken, quer zum Weg, befindet sich eine anderer unterirdischer Wasserlauf im Bruch mit viel kaltem Wasser; wenn man einige Minuten anhält, kann man sofort feststellen, dass er negativ auf die Nieren wirkt, die Blase in Bewegung setzt und den Verdauungsapparat stört (außerdem schadet er dem ersten, zweiten und vierten energetischen Zentrum des Körpers).
Wenn man nun weitergeht, ist der Aufstieg mühseliger, man fühlt sich immer noch nicht wohl und die Wahrnehmung des Schubes bergabwärts, d.h. gegen die Marschrichtung, wird immer stärker. Noch ein bisschen weiter, wo sich links am Weg ein Abgrund öffnet, nimmt man einen Schub von rechts wahr, der einen zum Abgrund drängt und somit in einen leichten Angstzustand versetzt und somit in Unbehagen.
Man kann allerdings ein wundervolles Panorama genießen: wenn man sich nach links umdreht, sieht man den Torre di Sant’Angelo mit dem Hafen und der Bucht bis nach Chiarito. Während man für das Panorama anhält, dehnt sich der Rücken und ganz unbewusst hat man Mühe mit den Füßen Halt zu finden. Um den Ausblick in Ruhe genießen zu können, sollte man bis zum Eingang der „Cueva“ ein Stück weiter vorne kommen.
Aufsteigend ist der Weg immer mühsamer bis man zum ersten Haus auf der rechten Seite kommt. Der Schub kommt von vorne und von rechts und dieser Teil des Weges ist in Kompression. Es ist das schlimmste Teilstück was die Empfindungen betrifft, aber nun ist man ja schon in Serrara angekommen.
Wenn man die Stufen weiter hinaufgeht und dann an das erste Gatter auf der rechten Seite kommt, wird man wahrscheinlich eine leichte Störung des zweiten energetischen Zentrums des Körpers fühlen, aber man ist nun schon in einem Abschnitt der Entspannung. Von nun an wird man merken, dass man keinerlei Schwierigkeiten mehr mit dem Aufstieg hat. Auf Höhe des Orangen- und Zitronenhains (zur Linken talwärts) fühlt man sich gut, auch wenn es noch einen leichten Schub von unten wie überall gibt, aber die Energieabgabe des Bodens ist jetzt sanfter.
Unweit, in Höhe des Anfangs der Verwerfung von Ruffano, gibt der Geologe Di Iorio ein„vermutetes Ausbruchszentrum“ an. Wenn man noch etwas ansteigt kommt man zur Kirche: wir treten ein und stellen fest, dass wir uns drinnen etwas unwohler fühlen als draussen, der zentrale Bereich, der vom rundlichen Dekor auf dem Boden gekennzeichnet ist, entspricht einem verschobenen Sprung im Felsen, wo man sich eindeutig schlecht fühlt; außerdem hat man beim Umdrehen zum Ausgang den Eindruck abwärts zu gehen mit einer Neigung nach rechts; man spürt das dringende Bedürfnis die Kirche sofort zu verlassen und man empfindet erneut die Unsicherheit des Untergrundes.
Hat man den antiken Palazzo Iacono und den Turmbogen hinter sich gelassen, dreht man nach links und kommt an den Belvedereplatz; noch weiter bis zur Bar „Floreana“, wo man sich verdienterweise einen frisch gepressten Saft der auf der Insel heimischen Zitrusfrüchte gönnen und gleichzeitig ein breites und wunderschönes Panorama genießen kann, aber nicht nur dies, sondern auch einen intensiven energetischen Austausch in Anspannung mit optimaler Energieabgabe. Man könnte hier Stunden sitzen und sich dieser Aussicht hingeben!

Die Wahrnehmungsstrecke ist hier zu Ende: sie dauerte ungefähr eine Stunde, etwas mehr als üblich, weil man in manchen Abschnitten langsam und gemächlich gegangen ist, um besser empfinden zu können und in manchen Punkten hat man etwas länger angehalten.
Die körperliche Erschöpfung wird aber sofort wieder mit den Vitaminen des Safts und dem „energetischen“ Ausruhen beim Belvedere aufgehoben.
Der Rückweg ist der gleiche, allerdings abwärts, der zu Beginn etwas abrutscht und man muss somit dort vorsichtig sein, wo der Boden unter den Füßen wegzurutschen scheint und der Weg verschüttet ist. Nach dem ersten Hinunterblicken auf der rechten Seite wird der Weg regelmäßiger. Es wird interessant festzustellen, wann man etwas abbremsen muss, da man den Schub nun von hinten bekommt und wann man, obwohl man abwärts geht, meint man wird von einem Gegenschub gebremst.
Wenn man schließlich auf Höhe des Casa Garibaldi angekommen ist, fühlt man sich erneut wohl und man kann sich nun entspannen und ausruhen.
Die Erfahrung dieses kleinen Spaziergangs inmitten der Blumen mit Aufmerksamkeit auf den energetischen Austausch wird uns zwar etwas ermüdet, aber sicherlich auch angeregt haben und wir werden sicher sehr gern davon zu erzählen oder unsere Empfindungen mit den Weggenossen auszutauschen.
Sicherlich fühlt man sich glücklicher und zufriedener, und schon das allein ist schon wunderbar!
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Anmerkungen:

1 E. Murolo, Zitat aus “S. Angelo d’Ischia, storia, immagini, poesie” (S. Angelo d’Ischia, Geschichte, Bilder und Poesie), herausgegeben von der Nuova Associazione  Amici di S. Angelo

2 CNR Projekt für die Geodynamik, dreidimensionales strukturales Modell “Structural Model of Italy” Maßstab 1:500000

3 “Ausflüge mit dem Geologen Aniello Di Iorio” – www.eurogeopark.com

4 “cuevas” werden so in Anlehnung an die spanischen Cuevas genannt, die Aushöhlungen im Tuffgestein als Werkzeug- Materiallager oder eventuell auch in Vorzeit als kurzfristige Behausungen gedacht, die man oft längs des Weges und an anderen Stellen der Insel finden kann.

DIE ENERGIE VON GAIA Geobiologie und Bioenergetics zum Verstehen der Energie des Planeten

TermografiaPianetaTerraDIE ENERGIE VON GAIA
Geobiologie und Bioenergetics zum Verstehen der Energie des Planeten

von dr Pier Prospero, Fachmann für Umwelthygiene und medizin auf Baubiologie angewandt, geobiologischer Berater. An die Artikelfassung hat Marilinda Residori – Psychologin, Spezialistin für bioenergetic analysis – mitgearbeitet.
aus “Wetter-Boden-Mensch, Zeitschrift fur Geobiologie” n. 3-4/1999

Das Verhalten der tellurischen Energie ist dem der anderen Energieformen sehr ähnlich, obwohl es einige Besonderheiten aufweist, die uns vermuten lassen, daß ein tellurisches Energiefeld an der Oberfläche durch zwei Grundeigenschaften empfunden werden kann: seine Intensität und die befordeten Informationen.
Unter einem olistischen Gesichtspunkt ist es unmöglich, die Realität als Zusammensetzung voneinander getrennter Sektoren zu betrachten; in jeder Analyse muß daher die Wechselwirkung aller mitspielenden Faktoren in Betracht gezogen werden. Die Schädlichkeit der befordeten Information und die Schädlichkeit der Intensität des tragenden Energiefeldes sind deshalb beide auf dieselbe Art und Weise und gleichzeitig in Betracht zu ziehen.
Die Lebensenergie des Planeten entlädt sich in Schwangungen oder Eruptionen, und manchmal geschieht das auf eine gewaltige Weise sowohl in Vulkanphänomene als auch in Plattenverschiebungen und in den darauffolgenden tektonischen Bewegungen, die sich in seismischen Kräfte umwandeln.
Wir, die Menschen, verfügen über einen Rezeptor/Dekodierer aller Energieformen, der sich in unserem eigenen Körper und in seinem Energiesystem befindet, und der kräftig und “weitreichend” ist; deshalb nehmen wir sehr deutlich die tellurischen Energieausstrahlungen auf, und manchmal können diese Energiefelder für uns schädlich sein, beispielsweise denn sie lösen Angst aus und versetzen den Organismus in panischen Schrecken. Das bedeutet, daß sie uns einen zu starken Streß verursachen.
In Geobiologie ist es sehr wichtig, diesen Begriff der Streßauswirkungen zu verstehen: H Selley1 behauptet in seinem Buch “Stress without Distress”, daß ein leichter, kurzandauernder, keine Angst herstellender Streß dem Organismus keine Schäden verursacht und positiv wirken kann, während ein Streß, der zu stark ist oder zu lange andauert, führt zur Angst: diese Situation erweist sich als pathologisch.
Der Streß erzeugt Angst als die Reaktion zu ihrem Anreiz mehr Energie benötigt, als die dem Körper für die Reaktion zur Verfügung stehende. Selley – Pionier der Streßforschung – beweist, daß jede Situation von überflüßigem Streß – unabhängig von der Ursachen – immer die gleiche Ereignissreihe auslöst, die er in folgenden drei Phasen beschreibt: die erste Phase, oder Alarmreaktion, verursacht Hyperaktivität der Nebennierendrüsen, Kontraktion des Thymus und der Lymphknoten und Entwicklung von Magenstörungen; die zweite Phase, oder Widerstandsphase: bei andauerndem Streß entwickelt der Organismus eine Anpassung zur Situation, indem er auf seine Energiereserve zurückgreift; die dritte Phase, oder Erschöpfungsphase: bei weiterhin andauerndem Streß verbraucht der Organismus seine Energiereserve aus und bricht der Körper bei einer Erkrankung zusammen.
Auch Alexander Lowen2 setzt die Studien Selleys durch die Entwicklung der Lehre von Wilhelm Reich in der bioenergetic analysis fort und vertieft das Thema des Stresses.
Lowen ist auch von der Bedingtheit der Situationen und der Verschiedenheit der Personen bewußt, und tatsächlich fragt er sich: warum erkranken einige Personen, während bei anderen Personen in ähnlichen Situationen geschieht das nicht? Die selbstverständliche Antwort dazu ist daß einige Personen über höhere Fähigkeiten verfügen, um die Situationen zu beherrschen…allgemein gesehen muß der Unterschied in der Quantität der verfügbaren Energie liegen. Die zweite Frage betrifft die Krankheitsform, die die Personen entwickeln…ihre (unterschiedliche) Charakterstruktur macht sie für bestimmte Krankheiten anfällig.
Nach Erklärung des energetischen Streßverlaufes können wir jetzt das Thema des tellurischen Stresses behandeln, der eine der möglichen Auswirkungen der tellurischen Energie darstellt, die von der geologischen und hydrogeologischen Strukturen ausgestrahlt wird, und zwar jene Auswirkung, die von der Geobiologie3 behandelt wird.
Auch der tellurische Streß kann leicht oder kurzer Dauer und damit von unserem Organismus erfolgreich verwendbar sein, oder zu stark oder andauernd und damit pathogen sein.
Aus der bereits unbestreitbaren Wirksamkeit der homöopathischen Mittel wissen wir, daß das Wasser Informationen aufnimmt und überträgt. Die erste und stärkste Information, die das unterirdische Wasser aufnimmt, betrifft den Status der tektonischen Energie des Gebiets, wo das Auffüllen stattfindet.
Das Wasser besitzt ein eigenes Energiefeld, das um den Grundwasser ausstrahlt, ungefähr auf die gleiche Weise, wie ein magnetisches Feld aus einem unterirdischen elektrischen Kabel ausstrahlt, d. h. hauptsächlich in senkrechter Richtung, und wird daher an der Oberfläche spürbar.
Wenn die memorisierte und befordete Information z. B. von Kompression ist, wird die vom Wasser ausgestrahlte Energie eine Message von Spannung an die Oberfläche – senkrecht über die Grundwasser – bringen, die Ursache vom tellurischen Streß für diejenigen sein wird, die in Kontakt dazu kommen.
Selbstverständlich können wir auch eine umgekehrte Situation haben, als die Informationen uns zu einer Besserung führen.
Bei gleicher Intensität der Energiestrahlung aus begrenzten Grundwasser kann deshalb ein unbehagliches Gebiet oder ein wohltuendes Gebiet vorkommen, je nach der Informationen, die das unterirdische Wasser mit sich bringt und zur Oberfläche sendet.
Hier liegt die Spezifizität der Geobiologie und der Kunst der Aufnahme, die auf die Ortanalyse angewandt wird: die besten Zonen erkennen, wo Schlafzimmer oder die Betten gestellt werden sollten, denn das Gebiet ist energetisch gesehen nicht gleichmäßig und die Auswirkungen der Aussetzung an der im Schlafzimmer wirkende tellurischen Energie sind sehr unterschiedlich, und gehen vom Wohlsein zum Ünwohlsein, bis zur Pathologie.
Die tellurische Energie hat viele Störfaktoren, aber im einzelnen vereint die Berücksichtigung der geologischen Verwerfung die geobiologische mit der geophysischen und  geopsychopathologischen Forschung. Das bedeutet außerdem, über tatsächlichen Dinge zu sprechen, die von den Geophysikern erforscht und gemessen werden, auf den Karten feststellbar sind, durch Geräte verzeichnet werden können und oft in der Landschaft sichtbar sind. Das bedeutet, über kräftige energetischen Ausstrahlungen und wirklichen Bewegungen der Erdkruste zu sprechen. Die Verwerfungslinien strahlen tatsächlich auch ein elektromagnetisches Feld mit Hochstintensitätsgrenzen im Ultraviolett und im Infrarot aus, und diese Strahlung wird durch die Luft- und Satellitenspektrometrie4 sichtbar.
Der Aufenthalt um Verwerfungslinien verursacht nicht nur ein höheres Erdbeben- und Mikroerdbebenrisiko, sondern auch eine Aussetzung auf ein zu starkes und daher schädliches tellurisches Energiefeld, da es einen überflüßigen Streß und überflüßige Adrenalinausscheidungen verursacht, die schließlich zu der oben geklärten Erkränkung des Körpers führen.
Wir sind alle voneinander verschieden, aber – wie schon durch den oben erwähnten Forschungsergebnisse erklärt – die Subjektivität der Antwort ist begrenzt und hängt hauptsächlich sowohl von der Zeit, die für die Erscheinung einiger Symptome benötigt wird als auch von dem Niveau der genetischen Gewohnheit an dem Anreiz ab.
Als der tellurische Anreiz extrem wird und sich in Aggression umwandelt, ist niemand mehr imstande, ihn zu ertragen und bei allen Menschen sind die Voraussetzungen vorhanden, die zu einer pathologischen Entwicklung führen.
Ähnlich wie es bei dem technischen Elektromagnetismus geschiet, ist die Intensität des energetischen Feldes einer Verwerfung je niedriger, desto höher die Distanz von der Quelle ist.
Das Sichentfernen von einer Verwerfungslinie führt zu einem Punkt, wo ihre Ausstrahlung einen Streß erzeugt, der von dem Körper ertragbar ist, d. h. einen Anreiz, der eine wohltuende Reaktion hervorruft.
Die Wirksamkeit des tellurischen Anreizes kann in den Sitten und Gebräuche und in den Verhaltensweisen ganzer Bevölkerungen verzeichnet werden, obwohl seine Auswirkung von dem Gesundheitszustand, von der genetischen Geschichte und von dem Lebensstil der einzelnen Personen abhängt.
Was die wissenschaftliche Forschung betrifft, ergeben sich bereits die ersten Versuche, das Problem zu behandeln, z. B. behauptet Persinger in einer seiner Forschungen, daß unter einem evolutionistischen und biochemischen Gesichtspunkt die geologischen Faktoren die menschlichen Verhaltensweisen beeinflußen… die bis jetzt zur Verfügung stehenden Beweise dafür und die begriffliche Leistungsfähigkeit der komplizierten Verbindung zwischen geologischen Faktoren und Denkvorgänge sind interessant genug, um die Forschung fortzusetzen.
Seine Forschung hebt hervor, daß bei einigen Gemeinschaften beträchtliche soziologischen Veränderungen, die sich dem Panik annähern, eine gewisse Zeit vor einem seismischen Ereignis vorkommen:    die Neigung zur Zunahme der ungewöhnlichen Verhaltensweisen in der Wochen und Monaten vor dem Erdbeben in einem Gebiet ist häufiger als man vermutet… all diese Analysen zeigen grundsätzlichen Veränderungen der menschlichen Verhaltensweisen, die in Gebiete vorkommen, die imminenter seismischen Ereignissen5 ausgesetzt sind.
Seiner Meinung nach besteht eine tiefe Verbindung zwischen dem menschlichen Verhalten und den geophysischen und geochemischen Anreize des Gebietes.
Aus dieser Voraussetzungen entstanden jüngst in den Vereinigten Staaten die ersten Universitätsfakultäten von wissenschaftlicher Geobiologie.
Aber unserer Meinung nach ist Geobiologie nicht nur eine Wissenschaft, sondern ist sie auch eine Kunst, die eine professionelle Anwendung in der baubiologischen Planung und in der Krankheitsvorbeugung erfordert. Solange die Wissenschaft uns keine wirklich wirksamen Geräte zur Verfügung stellt, die bei der Suche von tellurischen Energiefelder verwendet werden können, müßen wir auf die Wahrnemungsfähigkeiten einiger “überempfindlichen” Menschen zurückgreifen, die durch eine spezifische Ausbildung die unterschiedlichen Erdstrahlungen erkennen können, die in begrenzten Gebiete vorkommen. Aber auch nach der Schaffung von Forschungsgeräte kann nur die menschliche Empfindlichkeit den weiteren notwendigen Vergleich zwischen den festgestellten tellurischen Feldern und den Auswirkungen ihrer Energie und der von ihnen gebrachten Informationen durchführen, gleich wie es bei der Weinanalyse geschiet: die organoleptische Prüfung kann nie duch die biochemische Analyse ersetzt werden.
Deswegen ist diese Kunst der Wahrnehmung, die fast verloren gegangen war, wiederverwertet worden und in der Geobiologie als professionelle Hilfe für die Ortanalyse zur Vorbeugung der von dem Ort verursachten Pathologien eingeführt worden.
Aber wie kann man direkt, ohne technologischen Geräte, die Anwesenheit eines tellurischen Energiefeldes spüren und verstehen, ob seine Auswirkung wegen der zu starken Energieausstrahlung schädlich ist, oder ob die zu uns gebrachten Informationen für uns schädlich sind?
Eine Art, wie man direkt die tellurische Energie empfinden kann, und zwar ohne technologische Geräte, besteht darin, unsere “Bioenergie” empfinden zu lernen und unser energetisches System zu aktivieren, das der Rezeptor/Dekoder der zu uns von außen ausstrahlten Felder ist.
Im Laufe der Jahre habe ich meine persönliche Erfahrung in der bioenergetische Tätigkeit erweitert, um die Empfindungsfähigkeit und Sensitivität in der geobiologischen Forschung zu verfeinern. Durch diese Arbeit erlernte ich, die energetischen Verfahren des Körpers aufmerksam zu beobachten, und die Anwesenheit oder den Mangel, die Stagnation, den Block oder die Armonie des Energieflusses zu erkennen, die sich durch die Pulsation von Ausdehnung und Zusammenziehung zeigen.
Aus dieser Erfahrung habe ich die Änlichkeit zwischen was in dem menschlichen Körper geschiet und was in dem “Erdkörper” geschiet feststellen können.
Die bioenergetische Arbeit führt zur Entwicklung des Bewußtseins des eigenen Körpers und seiner energetischen Verfahren, und hier liegt der Unterschied zu jeder anderen physischen oder meditativen Tätigkeit.
Durch die Übungen von Bioenergetik6 von A. e L. Lowen ist es möglich, selbst zu erfahren, was Kompression, Streckung und Torsion bedeuten, die den Bewegungen der Verwerfungen entsprechen, die die Geologie als inverse, direkte und transkorrente bezeichnet, und es ist auch möglich bewußt zu werden, daß z. B. eine Position von Streckung anfänglich eine momentane Erleichterung erzeugen kann, aber falls sie länger dauert verursacht sie einen Streß, der von dem Körper durch eine Erhöhung der energetischen Ladung bekämpft werden muß, bis eine Entladung notwendig wird, die sich durch Muskelvibrationen oder durch “Eruptionen” von wirksamen Ausdrucksbewegungen: Schreien,  Schläge, usw. ausdruckt.
Aus der Lehre von Reich wissen wir, daß jede Mukelkontraktion ein Gefühl zurückhaltet: wenn wir wegen der Ausstrahlungen einer Verwerfung einen Streß erfahren, können wir auch mit Angstgefühle Kontakt nehmen, die mit einer chronischen Muskelspannung verbunden sind.
Besitzt man nur noch ein bißchen genetischer Neigung dazu, kann man durch das Verstehen der Lebensenergie des eigenen Organismus, ihres Flusses und ihrer Blöcke eine gute Wahrnehmung der tellurischen Lebensenergie haben.
Unser Mikrokosmos – der Körper – ist vielleicht nicht völlig zu dem Makrokosmos unseres Planeten vergleichbar, aber es ist trotzdem wahr, daß die Weisen und die aufgeklärten Geisten der Vergangenheit den Spruch “wie in der Höhe, gleich in der Tiefe” – “wie im Himmel, gleich auf der Erde” für gültig hielten, der menschliche Organismus ist daher Frucht und Spiegel der planetarien und kosmischen Organisation, und daher liefert die Erfahrung über unsere Energie ein sofortiges Verständnis der Ereignissen, die auf einer generellen – daher auch auf einer tellurischen – Ebene stattfinden.
Zwischen der Bioenergie des Körpers und der tellurischen Energie besteht eine starke Analogie, da beide meistens Erscheinung der Lebensenergie sind, und die Lebensenergie ihre “Gesetze” hat, die  in den alten Indien und China tiefgehend erforscht und kodifiziert worden sind; diese “Gesetze” ermöglichen, daß die Lebensenergie sich in den verschiedenen Situationen ähnlich verhält, durch die ewige Antwort auf dem Zyklus, der von Wilhelm Reich als Spannung-Ladung/Entladung-Entspannung hervorgehoben wurde und der als “kosmische Atmung” bezeichnet werden kann.
In diesem Zyklus ergeben sich bei Unterbrechung des Flusses energetische Blöcke und bei Hemmungen Stagnationen; die blockierte oder stagnierende Energie erzeugt immer in den Menschen ein energetisches Unwohlseinsgefühl, das eine psychophysische Krankheit verursacht, bis zur Pathologie.
Die natürlichen oder künstlichen Umwelte, die die energetischen Eigenschaften von Block oder Stagnation besitzen, verursachen pathologischen Auswirkungen in den Menschen, die in Ihrer Nähe leben.
Die Erde ist ein Superorganismus, und die Menschen stellen nur ein Teil davon dar (tatsächlich sind wir in der Erde, nicht auf der Erde) und wie die Bioenergie der Organismen, besteht auch die tellurischen energie aus einem Zusammenhang – in unterschiedlichen Mengen – von Elektromagnetismus, Anziehungs-Abstoßunsgskräfte und Lebensenergie.
Daher kann man verstehen, daß ein geobiologischer Berater durch Verwendung des physischen und energetischen Körpers als Antenne seine Energie gut kennen muß, um die tellurische Energie erkennen zu können und die davon abhängenden Auswirkungen der Anreizen und der Unausgeglichenheiten schätzen zu können.
In Geobiologie, um begründeten Untersuchungen auch unter dem biophysischen Gesichtspunkt der Ortanalyse durchführen zu können – d. h. als man die eigene energetische Überempfindlichkeit verwendet – muß man die diverse Reaktionen des eigenen Organismus erkennen, die aus den diversen  tellurischen Energieformen und aus den diversen Intensitäten und Aussetzungszeiten stammen.
Es muß auch das Bewußtsein der Wechselwirkung zwischen der eigenen spezifischen energetischen Charaktertipologie und den diversen tellurischen Strahlungsformen auf den Plan treten.
Die Gewohnheit sich selbst zu empfinden, um die eigenen Energie wahrzunehmen, und die Zentrierung als “Einwurzeln” in sich selbst führen zum “Empfinden” des Stresses aus der tellurischen Energieausstrahlung und zum Bewußtsein auch der positiven Situationen.
Der geobiologische Berater muß daher über ein gutes Gefühl des “Grounding”, d. h. des Einwurzeln verfügen: es ist nicht die mentale Projektion, sondern die Grundlage, die Würzel, die Verbindung mit der Erde, die uns ermöglicht, die Resonanz mit den energetischen Strahlungen des Planeten zu finden.
Die Erde ist ein lebender Planet, im wahrsten Sinne des Wortes, sie ist das gesamte Ökosystem, der weitreichendste lebende Superorganismus. Die Erde hat uns erzeugt und sie ist daher unsere “Große Mutter”, folglich kann ihr energetisches System nicht von unserem so verschieden sein, außer des spazialen und zeitlichen Ausmaßes.
Aus dem Bewußtsein des Körpers und seines energetischen Systems können wir auch die energetischen Dynamiken des Planeten und infolgedessen seine Auswirkungen auf uns verstehen.
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  1. Aus “Streß und Krankheit” von Alexander Lowen.
  2. Aus “Streß und Krankheit” von Alexander Lowen. Um die Lehre Lowens zu verstehen ist das Buch “Die Spiritualität des Körpers” Astrolabio Verlag, zu empfehlen; ein weiteres nützliches und einfaches Buch ist “Bioenergetics, Seele und Körper” von L. Marchino, Xenia Verlag.
  3. Die Auswirkungen der tellurischen energetischen Ausstrahlungen können folgende Eigenschaften aufweisen: neutral sein, als unser energetische Zustand unverändert bleibt; positiv sein, als unser energetische Zustand verbessert wird; oder negativ sein, als der energetische Zustand verschlechtert wird. In jeder geomorphologischen Einheit ist eine Grundausstrahlung vorhanden, die von den Materialien verursacht wird, die in dem Substrat enthalten sind, und die die Eigenschaften von Absorbtion oder Emission besitzen können. In dieser Grundausstrahlung sind auch Strahlungen oder Störungen vorhanden, die auf Verwerfungen, Zerbrechungen, begrenzte Grundwasser, Erzlager und weitere ortlichen geologischen Anomalien zurückzuführen sind.
  4. Die Spektrometrien erhält man durch Geräte, die die diversen Wellenlänge verzeichnen und in Nanometern messen: die häufigsten und bekanntesten sind die Geräte für die Infrarotstrahlen, aber noch nützlicher sind die Geräte, deren Empfang zumindest vom Ultraviolett bis zum Infrarot geht.
  5. Persinger M. A. “Geopsychology and Geopsychopathology: mental processes and disorders associated with geochemical and geophysical factors” 1987, HSA, Übersetzung von Mariagrazia Stringhini Ciboldi.
  6. Alexander Lowen und Leslie Lowen “Expansion und Integration des Körpers in Bioenergetics, Handbuch von praktischen Übungen, Astrolabio Verlag.

dal Forschungskreis für Geobiologie: cooperazione con gli amici dell’Istituto GEA

di Alfonso Becker, vice presidente del Forschungskreis für Geobiologie “dr. Ernst Hartmann” e.V.
da “Wetter Boden Mensch” n. 2/2013

cooperazione con amici italiani 1
l’articolo apparso sulla rivista “Wetter Boden Mensch”

La nostra idea di cooperazione con altre associazioni, che abbiamo da 25 anni, ha portato recentemente il nostro Istituito di ricerca “Dr. Ernst Hartmann” ad un nuovo incontro con l’associazione italiana “Istituto GEA Geobiofisca e Ambiente” (GEA Italia).
In retrospettiva si può notare che alcuni tra i fondatori dell’Istituto GEA avevano seguito già nel 1999 all’Odenwald un corso di formazione per la ricerca di scorrimenti d’acqua sotterranei con l’ing. Hans Schroeter (Wassersuchkurs 1).
Il dottor Pier Prospero, uno dei fondatori e presidente da molti anni dell’istituto GEA Italia, aveva poi seguito con successo la nostra formazione per diventare “consulente in geobiologia” e diversi altri corsi introduttivi.
Pier Prospero, finita la formazione presso il Forschungskreis, ha dato all’Istituto GEA Italia una scuola di pensiero conforme alle basi ideali elaborate dal dr. Ernst Hartmann.
Sul sito internet attuale dell’Istituto GEA Italia numerosi riferimenti riguardano l’opus del dr. Hartmann e i vari legami oggi esistenti tra le due associazioni.
Oggi l’Istituto GEA rappresenta per noi il primo riferimento in Italia per la Geobiologia.
Nonostante la maggior parte dei suoi membri siano attivi nelle regioni settentrionali italiane, vengono mantenuti numerosi contatti all’estero nei Paesi confinanti (Svizzera, Austria, Germania) ma anche fino alla Spagna. Personalmente vedo questo impegno attivo come indispensabile e promettente per una seria percezione del nostro messaggio da parte del pubblico.
Nel 2002 Walter Hesoun, il direttore della formazione del Forschungskreis di allora, accettò l’invito di GEA Italia a tenere un corso di base a San Felice sul lago di Garda.
Questo invito ha ricevuto recentemente un rinnovo da parte dei nostri amici italiani sul tema “La consulenza geobiologica secondo Dr. Ernst Hartmann”.
Come attuale direttore della formazione e vicepresidente del nostro Istituto ho volentieri aderito a questo invito. In seguito, alla fine del mese di marzo 2013 (22-24 marzo), 18 allievi hanno partecipato al seminario a San Felice del Benaco nella foresteria del convento “il Carmine”.
Come presente simbolico ho portato ai nostri amici italiani alcune documentazioni e presentazioni di PowerPoint, tutte elaborate nel senso del nostro fondatore Dr Ernst Hartmann, che possono servire a GEA Italia come materiale per le conferenze in pubblico.
Un grande piacere è stato per me vedere il serio interessamento da parte dei partecipanti, la cui metà era femminile. Inoltre i partecipanti mi hanno convinto per le loro conoscenze molto approfondite dell’arte della Geobiologia.
Basandosi su queste conoscenze e su quelle sull’analisi delle stanze nella consulenza geobiologica, i partecipanti hanno ottenuto nelle indagini di vene d’acqua dei risultati che corrispondevano con i fenomeni documentati negli alloggi del convento “il Carmine”.
Tale scambio amichevole del sapere teorico, delle esperienze pratiche, i suggerimenti personali e la disponibilità spirituale di ciascuno dei partecipanti, rende questo corso analogo agli altri eventi fatti dal Forschungskreis.
In questo senso, uno impara dall’altro, l’insegnante impara dallo studente e talvolta il ruolo dell’esperto potrebbe essere scambiato con quello dell’allievo.
Questo rappresenta l’atteggiamento adeguato nel modo di agire con l’energia che ci congiunge tutti insieme, cioè l’energia vitale.

I contatti fra amici devono essere coltivati inoltre anche tramite uno scambio intenso di informazioni e di novità. Perciò il gruppo che ruota attorno a Pier Prospero ha mostrato grande interesse per proseguire questa collaborazione. Per una prossima occasione è in richiesta un seminario sul tema della elettrobiologia con i metodi e le tecniche di analisi nella pratica.

Contatto con l’autore: Alfonso Becker, Wesostrasse 37, DE-76327 Pfinztal