Una scala di valutazione intuitiva al posto del conteggio delle “unità Bovis”

Alfred Bovis
Alfred Bovis

di Pier Prospero

Non utilizzando e non insegnando il conto delle “unità Bovis” nell’analisi geobiofisica dei luoghi e nei rilievi geobiologici propongo una diversa scala di valutazione che può servire agli Esperti per oggettivare la propria percezione dello scambio energetico del sito e la percezione dell’intensità del danno apportato da una zona di disturbo.
Nell’analisi geobiofisica è indispensabile determinare lo scambio energetico prevalente, cioè la matrice energetica del sito e questo si deve fare “ascoltandosi” e conoscendo le proprie reazioni alle diverse tipologie di scambio energetico del territorio. Se oltre a questo si vuole anche stabilire quanto impatta questo scambio energetico sul nostro benessere (in positivo o in negativo) allora si può utilizzare una scala di gradazioni di benessere e malessere che applicata come “domanda” in uno stato di adeguata concentrazione durante il sopralluogo permette di darsi una risposta proveniente dall’inconscio, non filtrata quindi dalle valutazioni degli aspetti razionali, scegliendo la “risposta” sulla quale si ha un sussulto, si prova un brivido, e facciamo girare il pendolo.

La domanda da porsi è: quale effetto ha su di me questo posto?

La risposta da scegliere è una delle sfumature della scala partendo dalla peggiore:

– è killer
– fa malissimo
– fa molto male
– fa male
– disturba molto
– disturba
– disturba appena un po’

– nessun effetto

– migliora appena un po’
– migliora
– migliora molto
– fa bene
– fa molto bene
– fa benissimo

Si tratta di una semplice scala per cui la sensazione provata viene definita come se si dovesse comunicarla.

Per l’analisi geobiofisica la prima “risposta”: è killer risulta superflua poiché difficilmente si incorrerà in questa situazione (se non si è finiti in un’area contaminata da radiazioni nucleari); la risposta è inserita per il rilievo geobiologico dove può invece presentarsi questa possibilità.

Infatti la scala si può utilizzare anche nel rilievo geobiologico per confermare l’individuazione delle zone di disturbo: una volta trovata la situazione ed evidenziate le zone di disturbo con i metri colorati o con i nastri adesivi colorati sul terreno o sul pavimento, si può effettuare un controllo della loro correttezza verificando quanto ci fanno male.

Basta aver provato in precedenza su posizioni sicure che effetto ci fanno e poi con l’esperienza il “catalogo” degli effetti rispetto alle zone di disturbo man mano si completa.

Ad esempio, ponendosi su un punto di massima attività del reticolo parallelo al nord (H) si dovrebbe ottenere “fa malissimo”; “fa molto male” o “fa male” a seconda della suscettività personale a quel tipo di disturbo. Analogamente dovrebbe succedere con un punto di massima intensità del reticolo diagonale (C). Se la risposta inconscia fosse invece “disturba” potremmo aver scambiato per un punto di massima intensità l’incrocio tra una “parete” del reticolo H o C con una “parete” del reticolo piccolo; in questo caso otteniamo la risposta adeguata alla “parete” del reticolo H o C ma non al punto di massima intensità quindi dovremo ricontrollare bene il lavoro fatto.

Naturalmente se ci poniamo sopra un quadrato di cartoncino rosso di 21×21 cm e ci chiediamo quale effetto ha su di noi quel posto c’è un rischio altissimo di auto-condizionamento nel selezionare la risposta sulla scala di possibilità.

Per ridurre questo rischio e rendere efficace la verifica occorre stare ad occhi chiusi, eliminare dalla mente l’immagine del cartoncino rosso (o della zona di disturbo trovata), aver pazienza e andare in una situazione di equalizzazione degli emisferi cerebrali in cui il sinistro non prevalga imponendo la sua conclusione “logica” ma si limiti a registrare la percezione del corpo in modo da renderla consapevole.

Vuol dire che non si può porsi sulla zona di disturbo trovata e chiedersi immediatamente che effetto ha su di noi per avere una risposta di verifica; occorre invece pazientare finché ci si sente di percepire quello che realmente ci comunica il posto, al di là di come lo abbiamo “chiamato” e di quello che abbiamo ritenuto giusto prima.

Un punto di massima intensità di un reticolo coincidente con la posizione di uno scorrimento veloce di acqua sotterranea o con una dislocazione locale della roccia potrebbe dare la risposta “è un posto killer“.

Infatti la somma dei due disturbi produce sulla persona irradiata una nocività con una capacità sinergica di colpire l’organismo che è superiore alla somma delle nocività dei due singoli disturbi, e questa nocività “esponenziale” potrebbe provocare una patologia con una probabilità molto elevata e in un tempo molto minore della media.

La stessa risposta la si potrebbe ottenere anche sulla linea di faglia di una piccola faglia distensiva dove solo 10 metri prima si aveva la risposta “fa benissimo”.

Occorre un po’ di esperienza nell’analisi dello scambio energetico per capire quando “fa benissimo” è una risposta di breve periodo, cioè vuol dire che in quel momento, permanendo poco tempo, la sensazione è che l’organismo tragga un grande vantaggio nello stare in quel posto, ma non si sa quanto tempo duri questo vantaggio prima di trasformarsi in un eccesso nocivo. Occorre provarci e “prendere nota” finché si capisce qual è il tempo per cui il posto fa benissimo senza andare in eccesso, ed è comprensibilmente necessario valutarlo nel caso di abitazioni o di posti in cui le persone soggiornino a lungo.

Bisogna ricordare che la troppa emittanza (cessione di energia da parte del substrato) fa male come la troppa assorbanza (assorbimento di energia da parte del substrato) ma lo farà in modi diversi poiché l’emittanza ci può mettere in contatto con altri tipi di frequenze oltre l’infrarosso, dall’ultravioletto alle microonde, quindi produrci una nocività percepibile come l’eccesso di yang (secco, surriscaldato, infiammato, contratto, rigido, ecc.) mentre la nocività di un’eccessiva assorbanza è legata all’assorbimento del nostro infrarosso (soprattutto quello termico) per cui può essere percepita come l’eccesso di yin (gelido, bagnato, flaccido, gonfio, ristagnante, ecc.).

Quello che avviene in realtà nell’organismo è che in corrispondenza delle zone di disturbo siamo irradiati da uno o più campi elettromagnetici naturali che hanno un effetto nocivo sulla funzionalità delle nostre cellule e del sistema di trasmissione delle informazioni, ma di questo restiamo inconsapevoli: nemmeno noi ipersensibili sentiamo la voce delle nostre cellule, la prima voce che ci arriva dal corpo è quella degli organi.

Purtroppo di solito quando una persona “sente” il malessere di un suo organo il danno può essere già avvenuto, ed essere anche grave.

Per questo è importante associare alla nocività percepita inconsciamente situazioni comprensibili come “mi sento gelido” anche se non rappresentano esattamente quello che ci succede fisiologicamente.

Vi invito a provare l’uso di questa scala di possibilità, alternativa a quella di Bovis, e a vedere se ne potete trarre vantaggio.

Inoltre vi sarei grato anche di eventuali critiche o consigli tratti dalle vostre esperienze.

 

 

Risoluzione del Parlamento Europeo del 27/05/2011 contro l’elettrosmog

QUANDO LE ISTITUZIONI EUROPEE CI INDICANO DI FARE QUALCOSA DI BUONO LE IGNORIAMO —

ASSEMBLEA PARLAMENTARE – CONSIGLIO D’EUROPA – RISOLUZIONE 1815 DEL 27 MAGGIO 2011 (1) —

1. L’Assemblea Parlamentare ha ripetutamente sottolineato l’importanza dell’impegno degli Stati membri a preservare l’ambiente e la salute umana dai rischi ambientali, come esposto in molti documenti, assemblee, dichiarazioni e protocolli fin dalla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e la salute la Dichiarazione di Stoccolma (Stoccolma 1972).

L’Assemblea si riferisce al suo precedente lavoro in questo campo, vale a dire la Raccomandazione 1863 (2009) sull’ambiente e la salute, la Raccomandazione 1947 (2010) sul rumore e l’inquinamento dovuto alla luce e più in generale, la Raccomandazione 1885 (2009) sulla stesura di un ulteriore protocollo per la  Conferenza Europea sui Diritti Umani, riguardante il diritto ad un ambiente sano e la Raccomandazione 1430 (1999) sull’accesso all’informazione, la partecipazione del pubblico alle decisioni che riguardano l’ambiente e la possibilità di accedere alla giustizia con la della Convenzione di Aarhus.

2. I possibili effetti sulla salute delle frequenze estremamente basse dei campi elettromagnetici emessi intorno agli elettrodotto e ai dispositivi elettrici sono oggetto di ricerca in corso e di importante dibattito pubblico. In accordo con l’OMS, i campi elettromagnetici di tutte le frequenze rappresentano una degli (inquinanti) più comuni ed in veloce aumento nell’ambiente, sui quali ansia e congetture sono diffusi. Tutte le popolazioni sono attualmente esposte a vari gradi ai campi elettromagnetici, i livelli dei quali cresceranno continuamente con gli sviluppi tecnologici.

3. La telefonia mobile è diventata comune nel mondo. Questa tecnologia wireless (senza fili) che si basa su una rete estesa di antenne fisse, o stazioni-base, trasmette l’ informazione mediante segnali a radiofrequenza. Nel mondo esistono più di 1.400.000 stazioni base ed il numero sta crescendo significativamente con l’introduzione della tecnologia di terza generazione.

Altre reti wireless che consentono accesso e servizi con internet ad alta velocità, come reti wireless locali, sono comunemente in crescita nelle abitazioni, uffici e in molte aree pubbliche (aeroporti, scuole, area residenziali ed urbane). Man mano che il numero delle stazioni base e delle reti wireless locali aumenta, aumenta anche l’esposizione della popolazione alla radiofrequenza.

4. Mentre i campi elettrici ed elettromagnetici a determinate bande di frequenze hanno effetti del tutto benefici che sono applicati in medicina, altre frequenze non-ionizzanti, siano esse estremamente basse, derivanti da elettrodotti o determinate onde ad alta frequenza usate nel campo dei radar, telecomunicazioni o telefonia mobile, sembrano avere più o meno effetti potenziali nocivi, non termici, ma effetti biologici su piante, insetti e animali come sul corpo umano anche quando esposti a livelli che sono al di sotto dei valori di limite ufficiali.

5. Riguardo agli standards o ai valori di soglia per le emissioni dei campi elettromagnetici di tutti i tipi di frequenze, l’Assemblea raccomanda che sia applicato il Principio ALARA o “tanto basso quanto ragionevolmente possibile” per entrambi i cosiddetti effetti termici e gli effetti a-termici o biologici delle emissioni o radiazione elettromagnetiche. Inoltre, dovrebbe essere applicato il Principio di Precauzione, quando la valutazione scientifica non permette di determinare con sufficiente certezza il rischio, specialmente dato il contesto di aumento della esposizione della popolazione, inclusi gruppi particolarmente vulnerabili come i giovani ed i bambini, che potrebbe portare a costi economici ed umani estremamente alti a causa dell’inerzia nel caso siano negati i primi segnali di allarme.

6. L’Assemblea si rammarica che, nonostante i ripetuti richiami al Principio di Precauzione e nonostante tutte le raccomandazioni, le dichiarazioni e un numero di proposte legislative e statutarie, ci sia ancora una mancanza di reazione ai rischi conosciuti o emergenti per la salute e l’ambiente e ritardi praticamente sistematici nell’adottare ed implementare effettive misure  preventive. L’attesa di prove cliniche e scientifiche di più alto livello prima di intraprendere azioni per prevenire rischi ben conosciuti può portare a costi economici e per la salute molto elevati, come nel caso dell’asbesto, il piombo nella benzina e il tabacco.

7. Inoltre, l’Assemblea nota che il problema dei campi o onde elettromagnetiche e le possibili conseguenze sull’ ambiente e sulla salute ha chiari paralleli con altri problematiche correnti, come le autorizzazioni per medicamenti, farmaci, pesticidi, metalli pesanti o organismi geneticamente modificati. E’ quindi chiaro che la necessità  indipendenza e credibilità) è cruciale per compiere una valutazione trasparente ed equilibrata del potenziale impatto negativo per l’ambiente e la salute umana.

8. Alla luce delle considerazioni di cui sopra, l’Assemblea raccomanda che gli Stati membri del Consiglio d’Europa

8.1. In linea generale:

8.1.1 intraprendano tutte le ragionevoli misure per ridurre l’esposizione ai CEM, in particolare alle radiofrequenze emesse dai telefoni mobili, e particolarmente l’esposizione dei bambini e dei

giovani che sembrano essere maggiormente a rischio per quanto riguarda i tumori alla testa;

8.1.2 riconsiderino le basi scientifiche per gli attuali standards di esposizione ai CEM fissati dall’ICNIRP, che hanno serie limitazioni ed applichino il principio ALARA (tanto basso quanto ragionevolmente possibile”, includendo sia gli effetti termici che quelli a-termici o biologici delle emissioni o radiazioni e.m.;

8.1.3 mettano in atto campagne di informazione e crescente consapevolezza sul rischio di possibili effetti nocivi a lungo termine sull’ambiente e la salute umana, specialmente indirizzate a bambini,  adolescenti e giovani in età riproduttiva;

8.1.4 pongano particolare attenzione alle persone “elettroipersensitive” intolleranti ai CEM e introducano misure speciali per proteggerle, compresa la creazione di aree libere dalle onde non coperte dalla rete wireless;

8.1.5 allo scopo di ridurre i costi, risparmiare energia, e proteggere l’ambiente e la salute umana, incrementino la ricerca su nuovi tipi di antenne, telefoni mobili e dispositivi DECT (cordless), ed incoraggino la ricerca a sviluppare telecomunicazioni basate su altre tecnologie che siano efficienti ma abbiano minimi effetti negativi sull’ambiente e la salute;

8.2. In relazione all’uso privato di telefoni mobili, telefoni DECT (cordless), WiFi, WLAN e WIMAX per computer ed altri dispositivi wireless come i BABY PHONES.

8.2.1 fissino soglie preventive per l’ esposizione a lungo termine alle microonde e in tutte le zone all’interno (indoor), in accordo con il Principio di Precauzione, che non superino gli 0,6 Volt/metro e nel medio termine ridurre questo valore a 0,2 V/m;

8.2.2 intraprendano appropriate procedure di stima del rischio per tutti i nuovi tipi di dispositivi prima di autorizzarli;

8.2.3 introducano chiare etichette che indichino la presenza di microonde o campi elettromagnetici, la potenza  trasmessa o il tasso di assorbimento specifico (SAR) del dispositivo e ogni rischio connesso con il suo utilizzo;

8.2.4 aumentino la consapevolezza dei possibili rischi per la salute dei telefoni DECT senza fili (cordless), baby monitors e altre applicazioni domestiche che emettono onde pulsate continue, se tutte l’ apparecchiatura elettrica è lasciata continuamente in standby, e raccomandino l’uso di telefoni fissi cablati in casa o, non potendo, modelli che non emettano continuamente onde pulsate.

8.3  Riguardo alla protezione dei bambini:

8.3.1 sviluppino con diversi ministeri  (educazione, ambiente e salute) campagne specifiche di informazione dirette a insegnanti, genitori e alunni per allertarli sui rischi specifici sull’utilizzo precoce, sconsiderato e prolungato di cellulari e altri dispositivi che emettono microonde;

8.3.2 per i bambini in generale e in particolare nelle scuole  nelle classi, si dia la preferenza a connessioni internet cablate, e regolino severamente l’uso dei cellulari da parte degli alunni nei locali della scuola;

8.4 Riguardo alla pianificazione delle reti elettriche e delle stazioni radio base per la telefonia mobile:

8.4.1. introducano misure nella pianificazione della città per tenere le linee elettriche ad alto voltaggio e le altre installazioni elettriche a distanza sicura dall’abitato;

8.4.2 applichino standards di sicurezza restrittivi per i sistemi elettrici a forte emissione nelle nuove abitazioni;

8.4.3 riducano i valori di esposizione per le antenne in accordo con il principio ALARA  e installino sistemi monitoraggio continuo e complessivo di tutte le antenne;

8.4.4 determinino i siti di ogni nuova antenna GSM, UMTS, WiFi o WIMAX non solamente in accordo con gli interessi degli operatori ma in consultazione con le amministrazioni locali e regionali, i residenti e le associazioni di cittadini;

8.5 Riguardo alla valutazione di rischio e alle precauzioni:

8.5.1 facciano valutazioni di rischio maggiormente orientate verso la prevenzione;

8.5.2 migliorino gli standards di valutazione del rischio e qualità creando una scala di rischio standard, imponendo l’indicazione del livello di rischio, considerando diverse ipotesi di rischio e la compatibilità con le reali condizioni di vita;

8.5.3 pongano attenzione e proteggano gli scienziati particolarmente prudenti;

8.5.4 formulino una definizione di diritti umani orientata al Principio di Precauzione e al Principio ALARA;

8.5.5 incrementino i fondi pubblici per la ricerca indipendente, tra l’altro attraverso sovvenzioni dall’industria e tassazione sui prodotti che sono oggetto di studi di ricerca pubblica per valutare i rischi per la salute;

8.5.6 creino commissioni indipendenti per la distribuzione dei fondi pubblici;

8.5.7 rendano trasparenti i mandati dei gruppi lobbistici coinvolti;

8.5.8 promuovano dibattiti pubblici a più voci ed in contraddittorio tra tutti i portatori di interessi, inclusa la società civile (Convenzione di Aarhus).
________________________________________

(1) Testo Adottato dalla Commissione Permanente, che agisce per incarico dell’Assemblea, 27 maggio 2011 (V. Doc. 12608, rapporto della Commissione Ambiente, Agricoltura e Affari Regionali, Mr. HUSS).

Geobiologia: casi e diagnosi di geopatologia nella prassi medica

UN INTERESSANTE ARTICOLO DI UN MEDICO DEL FORSCHUNGSKREIS FÜR GEOBIOLOGIE “DR. HARTMANN” SUGLI EFFETTI NOCIVI DELLE ZONE DI DISTURBO  —

di  Dr. Med. Jurgen Freiherr von Rosen  —
(tradotto dall’articolo apparso su Wetter, Boden, Mensch del “Forschungskreis für Geobiologie dr.Hartmann e V.”). —

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incrocio del reticolo energetico H in corrispondenza del corpo di chi dorme

Frequenza e diagnosi di carichi geopatogeni nella prassi medica
Il problema della presenza ed influenza di zone di disturbo in corrispondenza del sito in cui si dorme è molto discusso nell’ambito della classe medica. E’ appoggiato da coloro che praticano medicina olistica (naturopati, omeopati, ecc.) mentre è ostacolato dalla medicina ufficiale la quale lo reputa assolutamente inattendibile e paragonabile, almeno in parte, a pura ciarlataneria.? Come di solito succede anche in questo caso entrambe le parti adducono delle evidenze a loro favore e quel che mi ripropongo in questa sede è di individuare degli argomenti valutabili.

Quanto incide sulla salute di una persona il permanere in corrispondenza di una zona perturbata?
Basandomi sull’esperienza conseguita in questi anni, secondo la procedura naturopatica, gli episodi di malattia causati da questo problema sono circa il 60% delle malattie croniche, mentre per la medicina ufficiale la percentuale è solo del 20-30%. La significativa differenza tra i due dati secondo la mia opinione si spiega con il fatto che dormire in presenza di una zona perturbata incide in maniera significativa sulla persona tanto da far sì che di rado la malattia possa risolversi definitivamente. Normalmente nella diagnosi della malattia non viene neppure presa in considerazione la possibilità che le radici si possano ricercare in questa direzione ma, al contrario, sollevarne l’ipotesi scatena derisione e opposizione.?Perciò molte persone rimangono durevolmente sofferenti e non migliorano sebbene gli sforzi prodotti dai medici curanti nei loro confronti. Sovente, un gran numero di questi ammalati cronici insoddisfatti degli insuccessi delle terapie convenzionali si indirizzano alla medicina alternativa i cui specialisti in molti casi diagnosticano malattie procurate da stress tellurico. Quindi solo nel momento in cui si rimuovono le cause scatenanti la patologia, si è in grado di individuare la cura che può portare il paziente alla definitiva guarigione.?Secondo la mia esperienza lo stress tellurico dovrebbe essere considerato uno dei motivi cardinali nel successo della cura di malattie d’origine psicosomatica; altre cause come ad esempio uno stile di vita sbagliato, vengono al secondo o terzo posto. Ricordiamo tra questi l’eccesso di fumo, l’alimentazione e la sedentarietà senza dimenticare che vi sono anche altri tipi di stress psichici che giocano un ruolo importante quali la depressione, i problemi affettivi di coppia, le insoddisfazioni nel campo del lavoro, ecc.

In quali casi il medico ipotizza patologie da stress tellurico?
Ogni sintomo portato da un paziente al suo dottore può essere causato da questo problema e ciò accade soprattutto quando il suo letto è posizionato in corrispondenza di un’area perturbata ma anche nello studio o sul luogo di lavoro. Per esempio se uno studente è seduto in una zona di questo tipo potrebbe accusare una forte difficoltà a concentrarsi riducendo le sue possibilità di apprendimento. (………………….)
Di frequente insonnia e cattiva qualità del sonno sono i fastidi causati dal dormire in corrispondenza di aree perturbate; l’irrequietezza notturna dei bambini ne è un esempio e non di rado è una delle ragioni per cui non vogliono andare nel loro letto e dormire con i genitori. Infatti se la zona è perturbata troverete che questi bambini riposano sistemati da una parte oppure raccolti in cima o ai piedi del letto.?Un’altra indicazione della presenza di aree perturbate è l’astenia mattutina nonostante il sonno abbia avuto una durata sufficiente. Astenia è quando ci alza stanchi e di malavoglia, i tempi di ripresa sono piuttosto lunghi e si desidera ricorrere subito ad una bevanda nervina (caffè, tea) per riprendersi. In questi casi è legittimo supporre di subire l’influenza di uno stress tellurico non prima però di aver escluso altri motivi. Comunemente i medici consigliano i soliti esami quali urine, sangue, ECG, radiografie, TAC, ecc. dai cui esiti non risulterà nulla di irregolare e quindi, una maggiore irritazione (un malessere generale senza precise cause scatenanti) viene considerata nel migliore dei casi quale conseguenza di stress, conflitti personali, troppo lavoro e, nel peggiore, come disturbi immaginari.

Disturbi prodotti dallo stress tellurico
– Area del capo: disturbi al sonno, incubi, vertigini, emicranie, mal di testa, predisposizione a malattie infettive, nevralgie del trigemino, sindrome cervicale, disturbi circolatori (si riparte molto lentamente), problemi di concentrazione

– Area del petto: tosse recidiva, bronchiti, asma, aritmia cardiaca, dolori toracici

– Area dell’addome: gonfiori, flatulenza, spasmi, stipsi, pirosi, dolori allo stomaco, coliti, disturbi mestruali, disturbi all’appetito, disfunzioni sessuali

– Area delle gambe: dolori, crampi, irrequietezza delle gambe, gambe calde o fredde

– Area laterale: disturbi solo nella parte interessata

– Tutto il corpo: debilitazione o disturbi succitati

La malattia cronica si manifesta solitamente nella parte del corpo che ne è colpita?
Di solito, se la zona colpita è la testa, il disturbo conseguente sarà specifico ad essa e lo stesso accade quando la sintomatologia è riferita ad altri distretti corporei in quanto nella maggior parte dei casi i sintomi denunciati corrispondono alle perturbazioni ravvisate.?Per esempio una problematica relativa all’anca può essere causata da una corrispondente area di stress oppure un disturbo alle mani o alle braccia è possibile associarlo ad una perturbazione che interessa l’addome. E’ possibile quindi affermare che lo stress tellurico può influire fortemente sulle patologie legate alle varie parti del corpo, patologie alle quali la medicina convenzionale non è ancora in grado di dar rimedio.?I malesseri che le caratterizzano sono spesso cronici e, se all’inizio sembra di averli eliminati abbastanza rapidamente, rimanendo sotto l’influenza di un’area disturbata questi ritornano andando ad influire negativamente sulla qualità della vita. In conseguenza di ciò si ricorre alla visita medica in cui difficilmente viene scoperta la vera causa scatenante la malattia e debutta quasi sempre una terapia lunga anche anni e spesso priva di risultati positivi. Con il passare del tempo e la mancanza di risultati i farmaci ed i trattamenti aumentano di intensità e con essi gli effetti collaterali causando al paziente più danno che beneficio (medicinali antireumatici, anti infiammatori e anti dolorifici, tranquillanti, interventi, ecc.).

Qual è l’influenza delle zone di disturbo sull’organismo umano?
La teoria che segue è ancora un’ipotesi in quanto non è ancora stata definitivamente dimostrata però la percentuale delle probabilità che sia corretta è molto alta.?Ogni singola cellula che compone il nostro organismo possiede in stato di salute un carico elettrico di 90 mV (milli Volt); in caso di stati flogistici (infiammazione) il valore aumenta mentre si decrementa in stati degenerativi o cronici. La normale attività della cellula è caratterizzata dalla polarizzazione e depolarizzazione della sua membrana fattore importantissimo per il funzionamento della pompa sodio-potassio. ?Partiamo quindi dal presupposto che durante le attività giornaliere una parte delle cellule non si possa ripolarizzare completamente e che questa ripolarizzazione avvenga in condizioni normali durante la notte in stato di riposo. Nel caso in cui la zona letto si trovi su una zona geopatogena (o magnetica o elettrica) questa fase viene disturbata e le cellule che necessitano del processo di recupero non possono rigenerarsi. Nel caso in cui questo processo si protragga nel tempo è comprensibile come possa insorgere la malattia di organi o zone del corpo che vengono sottoposti a carichi costanti. Queste zone infatti non si possono rigenerare tanto da causare nel tempo delle malattie e la perdita della salute. E’ quindi chiaro che queste malattie possono essere eliminate solo eliminando la causa. In caso contrario la zona geopatogena influirà costantemente sulla parte malata. Per cui senza eliminazione della causa non si ha alcuna eliminazione della malattia, una frase che illumina solo pochi medici.

Come insorgono le malattie croniche?
La malattia non è solitamente determinata da una singola causa ma da diverse, per cui guarire significa andare a indagarne tutte le concause.?Il grande dilemma della medicina convenzionale è proprio questo considerando il fatto che il tipo di approccio meccanicistico utilizzato non permette di rapportarsi all’essere umano nella sua globalità ma in modo frazionato (gli specialisti in ogni settore e organo). Ormai lo standard della medicina è elevato e sempre più necessitano specialisti in ogni campo ma in realtà si avrebbe bisogno più di un medico generico in grado di valutare l’insieme della patologia tanto da poter sostituire in alcuni casi anche lo specialista.
Cause rilevanti delle malattie croniche (oltre all’influenza delle zone di disturbo o di campi elettromagnetici ELF) possono essere:

-generale rigidità di reazione

-disturbi psichici considerevoli

-sensibili disturbi dell’equilibrio Yin-Yang

-difficoltà di eliminazione delle tossine

-disturbi dell’equilibrio di base degli acidi

-allergie, soprattutto quelle alimentari, e malattie intestinali da fungo, spesso legate ad allergie

-amalgama con metalli pesanti, palladium

-alimentazione errata

-tossine fissate in vecchie cicatrici (malattie centrali secondo la Teoria dei Campi di Disturbo di Huneke)

-effetti costanti da problematiche ecologiche

-danni congeniti da patrimonio ereditario, traumi o altre malattie.

Quelle citate sono le problematiche più comuni ma che abbinate sono in grado di causare vari tipi di malattia. (………).
Dovrei aver così chiarito in maniera esauriente il problema delle influenze dell’irradiazione tellurica e la soluzione dei problemi di ricerca nella prassi medica. All’inserimento ufficiale di questo sistema di riferimenti si oppone esclusivamente la medicina ufficiale con la sua scarsa lungimiranza, i suoi dubbi e l’attiva negazione di queste problematiche.

Rabdomanzia: ricerca non convenzionale dell’acqua sotterranea. Abstract dallo studio di Hans-Dieter Betz del Dipartimento di Fisica dell’Università di Monaco di Baviera.

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La Geobiologia si basa sulla metodica di percezione rabdomantica e uno studio scientifico di ampia portata ha dimostrato che la rabdomanzia esiste e funziona, al di là di ogni illazione sulla “lettura della vegetazione” da parte dei rabdomanti. Lo studio dimostra precise individuazioni in zone aride prive di vegetazione di fratture della roccia contenenti acqua in scorrimento veloce, di conseguenza può a ragione essere utilizzata all’interno delle abitazioni.
Presentiamo qui la traduzione del “abstract” dello studio:

Prova sul campo delle metodiche rabdomantiche in zone aride

Abstract da: Hans-Dieter Betz  – Dipartimento di Fisica dell’Università di Monaco di Baviera, Coulombwall 1, Germania. Volume 9 Numero 1, pagina 1

Questo rapporto presenta nuove intuizioni nella scelta non convenzionale di localizzare riserve d’acqua contando sulla rabdomanzia e da parte di chi fa affidamento sulla prospezione rabdomantica.
L’efficacia di questo metodo è ancora giustamente discussa.

Ora, comunque, studi estesi sul campo – in linea con resoconti storici dimostrabili ed affidabili – hanno dimostrato che alcuni rabdomanti attentamente selezionati sono sicuramente in grado di scoprire faglie e fratture della roccia con relativa sveltezza e una sorprendente precisione in aree con formazioni rocciose cristalline o calcaree.

Una serie di progetti della Deutsche Gesellschaft Technische Zusammen Arbeit (GTZ) comprendenti questo tipo di prospezione è stato eseguito in zone aride con una alta percentuale di successo.

In particolare è stato possibile localizzare un gran numero di scorrimenti acquiferi sotterranei relativamente modesti in aree scarsamente popolate e perforare pozzi nei luoghi dove c’era necessità di acqua; la portata dei pozzi era modesta ma sufficiente per l’intero anno utilizzando pompe manuali.

Trovare o localizzare un numero sufficiente di fratture relativamente piccole utilizzando le tecniche convenzionali in tali zone aride avrebbe richiesto una quantità di tempo ben maggiore.

La validità del metodo utilizzato (prospezione rabdomantica) è stata esaminata sotto vari aspetti.

Da una parte sono state scelte aree con differenti caratteristiche geologiche e, dall’altra, le circostanze attinenti e i risultati del progetto sono stati attentamente esaminati da geologi esperti.

Finora né la considerazione critica di tutte le obiezioni possibili, né i tentativi di ragionamento hanno prodotto un chiarimento in ambito convenzionale per il successo dell’uso della tecnica rabdomantica.

Una conseguenza quale è stata corroborata da una quantità di specifici e controllati esperimenti e testi comparati.

L’andamento delle ricerche documentate è concordante con quello delle recenti scoperte scientifiche come, ad esempio, quelle di un istituto di Geologia svedese e dell’Università di Monaco di Baviera.

A patto che certe condizioni siano rispettate, i risultati ottenuti dimostrano che la rabdomanzia è una seria alternativa alle tecniche convenzionali per l’approvvigionamento idrico.

Da questi attuali esperimenti si può concludere che la probabilità di localizzare acqua sotterranea in certe situazioni idrogeologiche può essere significativamente elevata se sono state organizzate convenzionalmente squadre il cui funzionamento comprende il far uso addizionale di rabdomanti appropriatamente esaminati e selezionati.

Seguendo questi criteri, un modello di integrazione che è già stato testato su scala pilota in alcuni progetti presentati qui dal GTZ è stato discusso e proposto per un futuro utilizzo temporaneo.

L’alto numero di successi descritti in questo rapporto suggerisce la necessità di ulteriori prove specifiche per un utilizzo futuro, che potrebbero portare ad un chiarimento in ambito scientifico del fenomeno della rabdomanzia.

Allo stesso tempo vi è la possibilità di un vantaggioso trasferimento di conoscenze pratiche sulla ricerca delle risorse idriche.

Infine, a causa del suo risvolto biofisico, il problema potrebbe avere un’importanza a livello bionico.

In futuro un lavoro di ricerca dovrebbe mirare alla simulazione tecnica del bench di verifica, sull’effetto rabdomantico, che non è ancora spiegato, per creare una nuova e più effettiva procedura di misurazione.

E’ scomparso il fisico Emilio del Giudice, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, medaglia Prigogine 2009. L’Istituto GEA, che lo ha avuto come prestigioso docente, piange la scomparsa di un grande scienziato, uno dei pochi che capiva e apprezzava il nostro ambito di ricerca.

Del Giudice con docenti e allievi GEA
Il 31 gennaio 2014 è scomparso il fisico Emilio del Giudice, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’International Institute of Biophysics di Neuss in Germania, medaglia Prigogine 2009. –
Con Giuliano Preparata ha messo a punto la teoria dei “domini di coerenza” che sono alla base della “memoria dell’acqua”, in relazione ai medicinali omeopatici. Aveva collaborato con il premio Nobel prof. Luc Montagnier sugli stessi argomenti.
L’Istituto GEA, che lo ha avuto come suo prestigioso docente ai corsi di Analisi Geobiofisica e Geobiologica, piange la scomparsa di un grande scienziato, uno dei pochi che capiva e apprezzava il nostro ambito di ricerca.

Emilio Del Giudice

Nato a Napoli  il 1 Gennaio 1940
Laureato in Fisica all’Università di Napoli il 14/12/1961 con 110/110 e lode.
Specializzato in Fisica Teorica e Nucleare presso l’Università di Napoli nel Luglio 1965 con 70/70 e lode.
Borsista INFN nel 1961?62
Borsista MIP nel 1962?61 e 1963?64
Ricercatore INFN dal 1/6/1964 al 27/10/1970
Professore incaricato presso l’università di Napoli di:
a)   Teoria delle Forze Nucleari nel 1966/67
b)   Fisica delle Particelle Elementari nel 1967?68
c)   Fisica per Geologi nel 1970-71, 1971-72, 1972-73, 1973?74
Assistente Ordinario di Fisica Teorica presso l’Università di Napoli dal 1-12-1973 al 31-10-1976.
Vicepresidente della Fondazione Omeopatica Italiana dalla sua costituzione (marzo 1980). Il suo ruolo è stato quello di coordinatore e responsabile della ricerca scientifica. Docente della F.O.I. nella disciplina “Biofisica e le basi scientifiche dell’Omeopatia” dall’ottobre 1980.
Ricercatore INFN presso la Sezione di Milano dal 2?11?1976.
Visiting Scientist al MIT di Cambridge, Mass. (USA) – Center for Theoretical Physics dal 7-1-1969 al 31-5-1972.
Visiting Scientist al Nieis Bohr Institute di Copenhagen dal 1-9-1974 al 31-10-1976.
Interessi di ricerca:
a)   Fisica delle particelle elementari (fino al 1976)
b)   Fisica della materia condensata
c)   Fisica dei sistemi biologici

Del Giudice Vitiello e Montagnierda http://www.ilcambiamento.it/medicina del 1 Febbraio 2014
E’ morto a 74 anni il fisico Emilio del Giudice
di Giovanni Fez
Ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’International Institute of Biophysics di Neuss in Germania, medaglia Prigogine 2009 e negli ultimi anni prezioso collaboratore del premio Nobel Luc Montagnier negli studi sulla memoria dell’acqua che hanno avuto risonanza internazionale, Del Giudice aveva al suo attivo numerosissime pubblicazioni in ambito scientifico.
Grande esempio di rigore scientifico, di ricerca coraggiosa e sincera, di ironia e di pensiero profondo, il professor Emilio Del Giudice si è sempre fatto apprezzare anche per il suo esemplare concetto di coerenza e il suo sapere completo. ?Noto per le sue ricerche sulla fusione fredda realizzate insieme al compianto collega e amico Giuliano Preparata e per gli studi sulla memoria dell’acqua, Del Giudice aveva da poco partecipato ad un convegno proprio sulla memoria dell’acqua, insieme a Montagnier, a Roma su idea dell’Ordine dei Medici.
Da anni collaborava con il professor Giuseppe Vitiello, con il quale, sempre insieme a Montagnier, aveva di recente firmato alcuni articoli sul Journal of Physics riguardanti risultati straordinari ottenuti da esperimenti sulla capacità dell’acqua di trattenere e trasmettere informazioni. Al convegno di Roma a fine gennaio aveva preso parte anche il chimico Vittorio Elia.

…“Se ne è andato un maestro, uno scienziato con la S maiuscola, una persona eccezionale che per me era come un padre” ha detto Alberto Tedeschi, da anni collaboratore di Del Giudice, studi di ingegneria e una grande passione per la fisica, ideatore della tecnologia di biorisonanza olografica White. “La sua è stata una vita dedicata al sapere profondo della ricerca, il suo era un pensiero poliedrico, mitteleuropeo, alla scienza univa l’arte, la filosofia e la cultura, tendeva alla verità con impegno nella sua fondamentale  irrequietezza e vivacità. Ogni posizione era una nuova posizione, non “la” posizione”. E questo fa correre un abisso tra lui e gran parte di quegli scienziati accademici autoreferenziali o quelli per i quali le tecniche prendono ormai il posto dei concetti.
“Non vedeva nemmeno gli studi con Montagnier, seppur così prestigiosi e all’avanguardia, come una conclusione, ma come un punto di partenza. Magari un contentino per i media e la scienza tecnica, ma lui guardava ancora più avanti. Era uno scienziato assoluto, uno degli ultimi portatori della scienza vera. I suoi lavori sono ormai stati accettati a livello internazionale e questa strada non sarà abbandonata”. ?“Continueremo nella strada segnata insieme – ha spiegato commosso il professor Giuseppe Vitiello che insieme a Del Giudice aveva lavorato e firmato tanti lavori scientifici – Insieme avevamo anche lavorato sulla strada che ha portato Higgs ai risultati che gli sono meritatamente valsi il premio Nobel, malgrado le innumerevoli critiche ricevute nel corso della sua vita professionale”. E’ giunta anche l’attestazione di profondo cordoglio da parte di Luc Montagnier; con lui e Vitiello era in corso una ulteriore ricerca di cui presto saranno diffusi i risultati.

Elenco delle pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali

1) De Carvalho, Cortini, Del Giudice, Potenza, Rinzivillo, Ghigo, “Photofission of Bi, W and Ag from 300 to 1000 Mev”. Nuovo Cimento 32. (1964), 293?297.

2) Del Giudice, Galzenati. “On singular potential scattering I”, Nuovo Cimento, 38. (1965) 443-458

3) Del Giudice, Galzenati. “On singular potential scattering II”, Nuovo Cimento, 40A (1965) 739?747.

4) Del Giudice, Galzenati “Dispersive sum rules and low-energy limits” Nuovo Cimento. 52A  (1967) 606?616.

5) Ademolio, Del Giudice, “Non strong amplitudes in a Veneziano?type model”, Nuovo Cimento 63A (1969) 639?656.

6) Ademolio, Del Giudice E. “A simplified dual model for Lepton?hadron scattering” Lettere al Nuovo Cimento 2 (1969) 345?350.

7) Del Giudice, Veneziano, “Dua1 models, Porneranchuk term and crossing symmetry” Lettere al Nuovo Cimento 3 (1970) 363?368.

8) Del Giudice, Di Vecchia, “Characterization of the physical states in dual resonance models” Nuovo Cimento, 70A, (1970) 579?591.

9) Del Giudice, Di Vecchia, “Factorization and operator formalism in the generalized Virasoro model” Nuovo Cimento 5A (1971) 90?102

10) Del Giudice, Di Vecchia, Fubini, “General properties of the dual model” Annals of Physics 70, (1972) 378?398.

11) Del Giudice, Di Vecchia, Fubini, Musto, “Light cone physics and duality” Nuovo Cimento 12A (1972) 813?862.

12) Ademolio, Del Giudice, Di Vecchia, Fubini “Couplings of three excited particles in the dual resonance model” Nuovo Cimento 19A      (1974) 181-203

13) Ademolio, Brink, D’Adda, D’Auria, Napolitano, Sciuto, Del Giudice, Di Vecchia, Ferrara, Ghiozzi, Musto, Pettorino, “Supersymmetric strings and color confinement” Phys. Letters 62B (1976) 105-110.

14) Ademolio, Brink, D’Adda, D’Auria, Napolitano, Sciuto, Del Giudice, Di Vecchia, Ferrara, Ghiozzi, Musto, Pettorino, Schwarz “Dual String with color symmetry” Nucl. Phys. B111 (1976) 7 7?110.

15) Ademolio, Brink, D’Adda, D’Auria, Napolitano, Sciuto, Del Giudice, Di Vecchia, Ferrara, Ghiozzi, Musto, Pettorino, “Dual string models with non?abelian colour flavour svmmetries”? Nucl. Phys. B114 (1976) 297-316.

16) Del Giudice, Doglia, Milani, “Solitons in Biological Systems at Low Temperature” Physica Scripta 23 (1981) 307?310.

17) Del Giudice, Doglia, Milani, “Nonlinear Properties of Coherent Electric Vibrations in Living Cells”. Physics Letters 85A (1981) 402-404.

18) Del Giudice, Doglia, Dilani, “A Collective Dynamics in Metabolically Active Cells” Physica Scripta 26 (1982) 232-238.

19) Del Giudice, Doglia, Milani “Self-Focusing of Frohlich waves and cytoskeleton dynamics”  Physics Letters 90A (1982) 104?106.

20) Del Giudice, Milani, Webb, “A time consistent feature seen in the Raman spectra of metabolically active cells” Physics Letters 95A (1982) 257-259.

21) Del Giudice, Doglia, Milani, Vitiello, “Spontaneous Symmetry Breakdown and Boson Condensation in Biology”, Physics Letters 95A (1983) 508-510.

22) Del Giudice, Doglia, Milani, Fontana, “Raman Spectroscopy and Order in Biological Systems”. Cell Biophysics 6 (1984) 117-129.

23) Del Giudice Doglia, Milani, Vitiello, “A quantum field theoretical approach to the collective behaviour of biological systems”, Nuclear Physics B251 [FS 13] (1985) 375?400.

24) Del Giudice, Doglia, Milani, Smith, Webb, “Presence of lines in Raman spectra of living cells”. Physics Letters 107A (1985) 98-100.

25) Del Giudice, Doglia, Milani, “Rouleau Formation of Erythrocytes: a Dynamical Model”, Journal of Biological Physics 13 (1985) 57?68.

26) Del Giudice, Doglia, Milani, Vitiello, “Electromagnetic field and spontaneous symmetry breaking in biological matter”. Nuclear Physics B275 [FS 17]  (1986) 185-199.

27) Del Giudice, Doglia, Milani, Vitiello, “Spontaneous svmmetry, breaking and Electromaqnetic interactions in biological system” Physyca Scripta, 38 (1988) 505-507

28) Del Giudice,  Manka, Milani, Vitiello, “Non constant order parameter and vacuum evolution”. Physics Letters B206 (1988) 661?664.

29) Del Giudice, Doglia, Milani, Vitiello, “Coherence of electromagnetic radiation from living systems”, Cell Biophysics 13  (1988) 221?224.

30) Del Giudice, Preparata, Vitiello, “Water as a free electric dipole laser”, Physical Review Letters, 61 (1988) 1085-88.

31) Del Giudice, Doglia, Milani, Vitiello, Smith, “Magnetic flux quantization and Josephson behaviour in living systems”. Physica Scripta. 40 (1989) 786?71.

32) Bressani, Del Giudice, Preparata, “First Steps Toward an Understanding of ‘cold’ Nuclear Fusion” Nuovo Cimento, 101A (1989) 845?849.

33) Del Giudice, Preparata, “Superradiance. A new approach to coherent dynamical behaviors of condensed matter”. Frontier Perspectives 1(2), 16 (1190).

34) Del Giudice, Giuffrida, Mele, Preparata, “Superradiance and Superfluidity in ‘He’”, Europhysics Letters, 14,463 (1991).

35) Bressani, Del Giudice, Preparata, “What makes a crystal stiff enough for the Moessbauer effect?” Il Nuovo Cimento D14, 345 (1992).

36) Del Giudice, Giunta, Preparata, “Superradiance and ferromagnetic behavior”. Il Nuovo Cimento D 14, 1145 (1992).

37) Del Giudice, Giuffrida, Mele, Preparata, “Superfluidity in ‘He’”. Physical Review B43, 5381 (1991).

38) Del Giudice, Enz, Mele, Preparata, “Solid ‘He’ as an ensemble of superradiating nuclei”, Il Nuovo Cimento D15, 1415, (1993).

39) Del Giudice, Mele, Muggia, Preparata, “Quantum – Electrodynamical Coherence and Superfluidity in ‘He’”. Il Nuovo Cimento D15, 1279, (1993).

40) Del Giudice, Mele, Preparata, “Dickie Hamiltoniam and superradiant phase transitions”, Modern Physics Letters B7 (28), 1851 (1993).

41) Del Giudice E. “In conscience a no living matter frontier of coherence” Perspectives 3 (2), 16 (1993)iX.

42) Arani R, Bono L, Del Giudice E., Preparata G. “Coherence and the thermodynamics of water” International Journal 01 M0Genn

43) Del Giudice E., Galimberti A., Gamberale L., Preparata G., “Coherence in water: a origin of the tetrahedral coordination”? Modern Physics Letters B 9 (1995), 9.153, A

44) Del Giudice E., Grualdi C., Mangano G., Mele R., Preparata G. “Neutron stars and the coherent nuclear” – International Journal of Modem Physics D4? (1994)? 53 1.

45) Del Giudice E., Preparata G. “Coherent dynamics in water as a possible explanation of biological membranes” – Journal of Biological Physics. 210, (1.1994)105.

46) Del Giudice E., “Coerenza elettrodinamica nella materia” Il Nuovo Saggiatore 1?L?, n. 5?6 (1996) 66.

47) Del Giudice E., Mele R., Preparata G., Sanvito S., Doglia F., “A further took at waveguide lasers” IEEE Journal of Quantum Lectionics    34 (1998) 2401

48) Del Giudice E., “In Quantum theory the roots of tile, oneness of nive”  The Electron Journal of the Institute for Frontier Sciences 9 (1997)

49) Del Giudice E., Preparata G. “Electrochemical like barge actraction in magnetostable colloidal crystals” Modem Physics Le?LMrs  12 (1998)88

50) Del Giudice E., “in coherent dynamics in colloids as a KCV understand the properties of biological issues” Rivista Italiana di O. 4i9

51) Del Giudice E., Preparata G., Vielschmann M. “QED Coherence and electrolyte solutions” Journal of Electroanalytical Chemistry. 482(2000)

dal Forschungskreis für Geobiologie: cooperazione con gli amici dell’Istituto GEA

di Alfonso Becker, vice presidente del Forschungskreis für Geobiologie “dr. Ernst Hartmann” e.V.
da “Wetter Boden Mensch” n. 2/2013

cooperazione con amici italiani 1
l’articolo apparso sulla rivista “Wetter Boden Mensch”

La nostra idea di cooperazione con altre associazioni, che abbiamo da 25 anni, ha portato recentemente il nostro Istituito di ricerca “Dr. Ernst Hartmann” ad un nuovo incontro con l’associazione italiana “Istituto GEA Geobiofisca e Ambiente” (GEA Italia).
In retrospettiva si può notare che alcuni tra i fondatori dell’Istituto GEA avevano seguito già nel 1999 all’Odenwald un corso di formazione per la ricerca di scorrimenti d’acqua sotterranei con l’ing. Hans Schroeter (Wassersuchkurs 1).
Il dottor Pier Prospero, uno dei fondatori e presidente da molti anni dell’istituto GEA Italia, aveva poi seguito con successo la nostra formazione per diventare “consulente in geobiologia” e diversi altri corsi introduttivi.
Pier Prospero, finita la formazione presso il Forschungskreis, ha dato all’Istituto GEA Italia una scuola di pensiero conforme alle basi ideali elaborate dal dr. Ernst Hartmann.
Sul sito internet attuale dell’Istituto GEA Italia numerosi riferimenti riguardano l’opus del dr. Hartmann e i vari legami oggi esistenti tra le due associazioni.
Oggi l’Istituto GEA rappresenta per noi il primo riferimento in Italia per la Geobiologia.
Nonostante la maggior parte dei suoi membri siano attivi nelle regioni settentrionali italiane, vengono mantenuti numerosi contatti all’estero nei Paesi confinanti (Svizzera, Austria, Germania) ma anche fino alla Spagna. Personalmente vedo questo impegno attivo come indispensabile e promettente per una seria percezione del nostro messaggio da parte del pubblico.
Nel 2002 Walter Hesoun, il direttore della formazione del Forschungskreis di allora, accettò l’invito di GEA Italia a tenere un corso di base a San Felice sul lago di Garda.
Questo invito ha ricevuto recentemente un rinnovo da parte dei nostri amici italiani sul tema “La consulenza geobiologica secondo Dr. Ernst Hartmann”.
Come attuale direttore della formazione e vicepresidente del nostro Istituto ho volentieri aderito a questo invito. In seguito, alla fine del mese di marzo 2013 (22-24 marzo), 18 allievi hanno partecipato al seminario a San Felice del Benaco nella foresteria del convento “il Carmine”.
Come presente simbolico ho portato ai nostri amici italiani alcune documentazioni e presentazioni di PowerPoint, tutte elaborate nel senso del nostro fondatore Dr Ernst Hartmann, che possono servire a GEA Italia come materiale per le conferenze in pubblico.
Un grande piacere è stato per me vedere il serio interessamento da parte dei partecipanti, la cui metà era femminile. Inoltre i partecipanti mi hanno convinto per le loro conoscenze molto approfondite dell’arte della Geobiologia.
Basandosi su queste conoscenze e su quelle sull’analisi delle stanze nella consulenza geobiologica, i partecipanti hanno ottenuto nelle indagini di vene d’acqua dei risultati che corrispondevano con i fenomeni documentati negli alloggi del convento “il Carmine”.
Tale scambio amichevole del sapere teorico, delle esperienze pratiche, i suggerimenti personali e la disponibilità spirituale di ciascuno dei partecipanti, rende questo corso analogo agli altri eventi fatti dal Forschungskreis.
In questo senso, uno impara dall’altro, l’insegnante impara dallo studente e talvolta il ruolo dell’esperto potrebbe essere scambiato con quello dell’allievo.
Questo rappresenta l’atteggiamento adeguato nel modo di agire con l’energia che ci congiunge tutti insieme, cioè l’energia vitale.

I contatti fra amici devono essere coltivati inoltre anche tramite uno scambio intenso di informazioni e di novità. Perciò il gruppo che ruota attorno a Pier Prospero ha mostrato grande interesse per proseguire questa collaborazione. Per una prossima occasione è in richiesta un seminario sul tema della elettrobiologia con i metodi e le tecniche di analisi nella pratica.

Contatto con l’autore: Alfonso Becker, Wesostrasse 37, DE-76327 Pfinztal

Gli strumenti per la misurazione dell’intensità dei campi elettromagnetici

di Pier Prospero

Gli strumenti elettronici per la misurazione dell’intensità dei campi elettromagnetici tecnici per essere utilizzati da un E.A.G.L. in un’analisi del sito devono avere alcune caratteristiche altrimenti le misure ottenute sono molto lontane dalla realtà e non hanno alcun significato.
Devono innanzitutto essere professionali e questo comporta inevitabilmente un certo costo.
Poi possibilmente devono essere isotropici e “True RMS”, cioè devono avere tre sonde che misurano il campo sui tre assi e un software che permetta la lettura direttamente della risultante.
Inoltre dovrebbero avere il massimo di precisione alle basse intensità che sono tipiche delle analisi delle abitazioni. In ogni caso devono avere una soglia di sensibilità molto bassa in modo da fornire anche le misure delle intensità più lievi.
Normalmente ci vogliono 3 strumenti diversi:
uno con le sonde per il campo elettrico e il campo magnetico a 50 Hz;
uno con le sonde per il campo elettromagnetico in grado di misurare dalle emissioni delle radio private a quelle della telefonia cellulare;
uno per il campo elettromagnetico pulsato per misurare dal wi-fi ai radar.

Gli strumenti che fanno tutto di solito sono completamente inattendibili. Alcune case produttrici realizzano un “corpo” unico e diverse antenne e questa può essere una soluzione, ma raramente fa risparmiare qualcosa come invece dovrebbe.

Tralasciando le strumentazioni estremamente costose e spesso poco interessanti per noi per le sensibilità elevate e la precisione alle intensità più alte (come il PMM), abbiamo selezionato alcuni strumenti come esempi per un eventuale acquisto:

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è buono ma non ho trovato il prezzo che tuttavia dovrebbe essere abbastanza contenuto e concorrenziale.

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