SOGLIE adottate dall’Istituto GEA per la valutazione dell’intensità dei CEM

Per una valutazione corretta della situazione energetica del sito è indispensabile l’analisi della presenza e dell’intensità di eventuali campi magnetici tecnici dovuti al trasporto e all’utilizzo dell’energia elettrica e di eventuali campi elettromagnetici dovuti a trasmettitori e ripetitori di radio onde.
Il Parlamento Europeo nel 2011 ha emesso una raccomandazione agli Stati Membri in merito all’inquinamento elettromagnetico in cui chiede che i Paesi membri della UE  “intraprendano tutte le ragionevoli misure per ridurre l’esposizione ai CEM in particolare dei bambini e dei giovani che sembrano essere maggiormente a rischio per quanto riguarda i tumori alla testa“.
Chiede inoltre che i Paesi membri “fissino soglie preventive per l’esposizione a lungo termine alle microonde e in tutte le zone all’interno (indoor), in accordo con il Principio di Precauzione, che non superino gli 0,6 Volt/metro e nel medio termine riducano questo valore a 0,2 V/m … Riguardo alla protezione dei bambini sviluppino con diversi ministeri (educazione, ambiente e salute) campagne specifiche di informazione dirette a insegnanti, genitori e alunni per allertarli sui rischi specifici sull’utilizzo precoce, sconsiderato e prolungato di cellulari e altri dispositivi che emettono microonde; per i bambini in generale e in particolare nelle scuole e nelle classi, si dia la preferenza a connessioni internet cablate, e si regoli severamente l’uso dei cellulari da parte degli alunni nei locali della scuola“.
Questa Raccomandazione contiene le soglie più basse finora proposte ufficialmente per le radiofrequenze nei Paesi Occidentali, ad eccezione della soglia di 0,02 V/m proposta dal Governo di Salisburgo.
Ma un E.A.G.L. dell’Istituto GEA non può basare la sua valutazione rispetto al benessere dell’intensità di campo misurata in un sito sulle normative dei Paesi Occidentali e nemmeno solo su questa raccomandazione. Vediamo quindi quali sono le soglie, i limiti massimi da non superare, dell’intensità dei vari campi tecnici adottate dall’Istituto GEA:

Misurazione dei Campi Elettromagnetici Tecnici e valutazione dei valori riscontrati, soglie adottate dall’Istituto GEA
Meglio avere chiara anche la definizione di Tecnopatia: sono chiamate “tecnopatie”, o patologie da campi tecnici, le patologie dovute all’energia elettromagnetica artificiale (tecnologica) che spaziano dagli effetti della radioattività agli effetti termici delle microonde (morte della cellula per “cottura”), agli effetti non termici (stress cronico) dei campi elettromagnetici deboli e dei campi elettrici e magnetici a bassa frequenza; comprendono inoltre gli effetti dei campi tecnici statici elettrici e magnetici.

Per quel che riguarda il campo magnetico emesso dal trasporto, dalla trasformazione e dall’utilizzo della corrente elettrica alternata, i normali materiali edili non sono in grado di schermare le case dalla penetrazione del campo magnetico e in generale sono pochi i materiali che riescono a schermare le basse frequenze magnetiche: oltre al costosissimo Mu Metal, sono ora in commercio speciali leghe metalliche che schermano dal 60% a oltre l’ 80% di questo campo.
Se gli apparecchi che lo emettono non sono già schermati o predisposti per il massimo annullamento possibile del campo magnetico, la migliore difesa sta nella lontananza dalle fonti, infatti, l’intensità del campo decresce velocemente quando ci allontaniamo dalla sua sorgente (cavo, cabina di trasformazione, elettrodomestico, trasformatore) fino ad arrivare ad un certo punto in cui il campo non è più presente.
Se nelle vicinanze non vi è la presenza di elettrodotti, in un ambiente domestico con impianto a norma di legge e provvisto di punte di scarico a terra efficienti, in media si misurano valori di intensità di campo magnetico minori di 0,02 microTesla a seconda del carico presente in quel momento nell’impianto, valori per i quali si può dire che il campo non procura alcun disturbo.
Questo significa che in ambienti privi di dispersioni e con impianti eseguiti a norma di legge e a regola d’arte (o bioecologici) dovrebbe essere misurabile un’intensità massima non superiore a 0,02 microTesla.

Per quanto riguarda le teletrasmissioni (antenne trasmittenti) si ha una possibile nocività sia per la presenza di antenne trasmittenti radio-televisive, anche se poste ad una certa distanza, sia per la presenza di antenne radiobase di telefonia mobile, se poste nelle immediate vicinanze dell’abitazione. Inoltre si ha una nocività abbastanza alta per le emissioni di campi pulsati provenienti da apparecchi domestici come i telefoni cordless (tipo DECT) e gli emettitori Wi-Fi in quanto sono molto vicini alle persone, o da apparati esterni più potenti come i radar.
Gli edifici e i materiali edili in genere sono quasi trasparenti a questi campi, ma possono creare fenomeni di parziale riflessione, schermando un po’ soprattutto i campi in GigaHertz della telefonia cellulare.

Eseguire misurazioni di campi elettromagnetici tecnici, anche con strumentazioni sofisticatissime e precisissime, senza adeguati parametri di soglia di riferimento non serve a nulla.
La correttezza del valore di soglia adottato dall’operatore è molto più importante della estrema precisione della strumentazione, che comunque deve essere professionale e provvista di certificato di calibrazione altrimenti non si hanno valori reali. Strumenti senza queste caratteristiche tecniche danno valori di intensità di campo privi di significato poiché molto lontani da quelli reali.

I parametri di soglia indicano l’intensità limite di ciascun campo, oltre la quale il rischio di incorrere in una patologia diventa troppo alto oppure non è più bilanciato dai vantaggi dell’utilizzo di quella stessa tecnologia.
Le soglie che emergono dagli studi medici più accreditati, come quello del Karolinska Institutet di Stoccolma (l’Istituto che attribuisce i Premi Nobel) sono sempre molto più basse di quelle della normativa dei vari Paesi, ma sono spesso ancora molto più elevate di quelle considerate utili dalla Baubiologie tedesca o da singoli esperti quali il fisico teorico di rilevanza internazionale Emilio Del Giudice.

Valori di soglia adottati per l’elettrosmog
Normalmente i valori di soglia adottati dalle normative in vigore nei vari Paesi sono frutto di compromessi con gli interessi dei gestori dei servizi che si avvalgono di queste emissioni e hanno poco o niente a che fare con il benessere degli abitanti e la reale prevenzione delle patologie. Qui si fa invece riferimento ai valori di soglia indicati dal ricercatore tedesco Wolfgang Maes che sono utilizzati nella Bioarchitettura tedesca (IBN) e ai valori ritenuti opportuni dall’Istituto GEA.

Campo elettrico a 50 Hz (corrente industriale e impianto elettrico domestico)
per persone elettrosensibili e bambini
la soglia da non superare è di 1 V/m
per le abitazioni
comprese le aree dei letti si fa riferimento al valore di 5 V/m

valori suggeriti dall’istituto Maes.
Il campo elettrico a 50 Hz è relativamente il meno dannoso poiché nell’organismo agisce a livello più superficiale, sulla muscolatura e sullo strato connettivo mettendoli in tensione, ma non riesce ad influire a livello cellulare. Si assiste però a un dilagare della sindrome da elettrosensibilità con casi anche gravemente acuti per cui i valori ritenuti ottimali per la media della popolazione risultano invece molto dannosi per queste persone.

Campo magnetico a 50 Hz (corrente industriale, impianto elettrico domestico, elettrodomestici)
per
persone elettrosensibili e bambini si farà riferimento al valore limite di 0,02 microTesla

indicato dall’Istituto Maes.
Per le aree dei letti il valore limite è di 0,02 microTesla indicato per le zone-letto dall’Istituto Maes anche se l’assenza di campo magnetico tecnico alternato ad intensità normalmente misurabili è considerata la situazione ottimale poiché recenti ipotesi scientifiche sul funzionamento della membrana cellulare (prof. Emilio Del Giudice) indicano una possibile nocività del CM a 50 Hz anche per intensità molto basse, a partire da 0,02 microTesla.
Per le altre zone delle abitazioni il valore massimo è di 0,05 microTesla, valore di soglia che rappresenta nella realtà il migliore compromesso raggiungibile con la necessità di essere dotati di impianto elettrico e di elettrodomestici.
Per gli ambienti di lavoro si fa riferimento al valore massimo di 0,1 microTesla, soglia proposta dal prof. Wolfgang Maes.
La soglia di 0,2 microTesla, basata sulle indicazioni del Karolinska Institutet di Stoccolma è ritenuta troppo elevata per una reale salvaguardia della salute, soprattutto per i bambini.

Campo elettromagnetico da radioonde (teletrasmissioni)
si divide in campi lievemente pulsati (radiofrequenze e micro onde) e campi fortemente pulsati (cordless DECT e Wi-Fi). Inoltre abbiamo due diverse indicazioni, una per le abitazioni in generale e per i posti di lavoro, e una per le zone dove sono i letti. L’Istituto Maes ha introdotto anche una diversa indicazione tra le persone adulte sane e i bambini (le persone elettrosensibili sono equiparate ai bambini).

a) Campi lievemente pulsati (RadioFrequenze, MicroOnde, antenne trasmittenti radio TV e telefonia)
Per persone elettrosensibili e bambini
si fa riferimento al valore limite delle “Guidelines SBM 2008” che è di 0,02 V/m (sebbene sia ormai molto difficile poterlo misurare dal momento che il “fondo” è superiore quasi ovunque).

Per le aree dei letti si fa riferimento al valore limite di 0,14 V/m riportato nelle “Guidelines SBM 2008” indicate dal ricercatore tedesco W. Maes.
Per le altre zone delle abitazioni si fa riferimento al valore limite di 0,20 V/m indicato dalle ricerche indipendenti svolte dal neozelandese prof. Neil Cherry come limite ultimo di precauzione per la salute.
Di conseguenza si giudica essere assolutamente troppo elevato per una vera salvaguardia della salute il limite di 6 V/m del Decreto Legge 381 del 10/09/1998 e non vi si fa alcun riferimento. Analogamente per l’Ordinanza Federale Svizzera che pone la soglia a 5 V/m. E’ importante per la diffusione della consapevolezza della nocività dell’elettrosmog, ma è comunque una battaglia di retroguardia anche quella molto diffusa per portare i limiti ufficiali a 0,6 V/m, poiché per Maes si tratterebbe di “forte anomalia” cioè di forte nocività, e lo studio del prof. Neil Cherry è chiaro nell’indicare 0,2 V/m come limite massimo transitorio da abbassare gradualmente nel tempo fino a dieci volte di meno.

b) Campi fortemente pulsati (radar, UMTS, W-LAN, cordless DECT, Wi-Fi, ecc.)
Per persone elettrosensibili e bambini: per le “Guidelines SBM 2008” il valore con nessuna anomalia è di 0,1 microWatt/m2
Per le aree dei letti
: il valore limite è di 1 microWatt/m2
Per le altre zone delle abitazioni e per i luoghi di lavoro
: il valore limite è di 5 microWatt/m2 (debole anomalia 0,1 – 5 microW/m2 in “Guidelines SBM 2008”)

Radon
per la concentrazione di questo gas radioattivo nell’aria si adotta la soglia proposta dall’Istituto Maes e dall’IBN tedesco di 50 Bq/m3 (Bequerel per metro cubo). Si ricorda anche che la raccomandazione dell’EPA (Environmental Protection Agency) USA è di non superare 150 Bq/m3. Oltre questa soglia l’EPA ritiene che il rischio sia molto grave, tale da causare neoplasie con una probabilità molto elevata.

Riepilogo delle soglie GEA di salvaguardia del benessere rispetto alle misure strumentali  (in presenza di persone elettrosensibili la soglia da adottare è quella riguardante i bambini):

– campo magnetico a 50 Hz:
aree dei letti di bambini e adulti: 0,02 microTesla
abitazioni: 0,05 microTesla
luoghi di lavoro: 0,1 microTesla

– campo elettromagnetico tecnico
a) Campi a radioonde da trasmissioni radio-TV e da antenne radiobase di telefonia mobile:  

aree dei letti di bambini:         0,02 V/m
aree dei letti di adulti:             0,14 V/m
abitazioni e luoghi di lavoro:  0,20 V/m

b) Campi fortemente pulsati (Wi-Fi, UMTS, WLAN, DECT, radar, ecc.) risultano molto più nocivi, si fa quindi riferimento all’unità di misura specifica che indica l’intensità dell’impatto della potenza irradiata sull’unità di superficie:
aree dei letti di bambini: 0,1 microW/m2
aree dei letti di adulti e zone con presenza di bambini: 1 microW/m2
abitazioni e lavoro: 5 microW/m2

COMMENTO

L’inquinamento elettromagnetico all’esterno e all’interno delle case si divide in due tipologie: la dispersione di campo dovuta al trasporto e all’utilizzo della corrente elettrica e l’emissione di radiofrequenze e microonde.

Il primo tipo di elettrosmog è a 50 Hz ed è legato alla presenza di cavi dell’alta tensione (132 kW-230 kW-380 kW), media tensione (20 kW-10 kW) e tensione di utilizzo (380 V-230 V). Ad una distanza fissa l’intensità è proporzionale alla potenza dei cavi e al carico cui sono sottoposti (“amperaggio”).
L’impianto elettrico domestico avrà solo la potenza di utilizzo (380 V condominiale e 230 V domestica) ma vi sono anche gli utilizzatori come gli elettrodomestici e i trasformatori o, nel caso di un condominio, gli ascensori e le pompe per le caldaie.
Per questo tipo di elettrosmog si dovrà misurare l’intensità del campo elettrico e soprattutto quella del campo magnetico.
Per misurare l’intensità del campo elettrico a 50 Hz della corrente elettrica industriale si utilizza il Volt/metro.
Per misurare l’intensità di flusso del campo magnetico a 50 Hz della corrente elettrica industriale si utilizza il microTesla (mT) – la precedente unità di misura era il Gauss che ormai è obsoleta; non conviene quindi utilizzare strumenti che diano i risultati in Gauss o milliGauss.

Per il secondo tipo di elettrosmog si hanno due categorie: le emissioni dovute ad antenne trasmittenti esterne e le emissioni dovute ad apparecchi interni alla casa come cellulari, router wi-fi e cordless DECT.
Le radiazioni esterne sono quasi sempre di campo continuo, cioè non pulsate, a meno che non si tratti del wi-fi comunale.
Le radiazioni interne alle case invece sono di campo pulsato eccetto quelle emanate dai telefoni cellulari che però ad intensità nocive interessano non più di un metro e mezzo dal cellulare emettitore in chiamata o quando suona.
per misurare l’intensità di questi campi elettromagnetici si usa il Volt/metro che misura la loro componente elettrica, oppure il Watt su metro quadrato che misura la densità di potenza su un metro quadrato, oppure per questo tipo di misure, il microWatt su metro quadrato.
Le due misure si convertono con una tabella per cui si possono utilizzare entrambe, ma per i campi fortemente pulsati è consigliabile utilizzare uno strumento che dia le misure in microW/mq.
E’ bene sapere che i valori di intensità in microWatt/metroquadrato dei campi lievemente pulsati (telefonia, radio, televisioni, ecc.) non sono pragonabili a quelli dei campi fortemente pulsati (wi-fi, W-lan, radar, ecc.) per via della diversa nocività; le soglie per questi ultimi sono quindi molto più basse.

Se si misura l’intensità del campo campo elettromagnetico da teletrasmissioni nel nostro Paese normalmente si usa il Volt/metro e le soglie italiane in genere si esprimono in questa unità di misura; invece le soglie tedesche e di altri Paesi misurano la densità di potenza sull’unità di superficie e utilizzano quindi il Watt/metro quadrato.
Sugli strumenti tedeschi si troverà quindi questa misura o meglio il suo sottomultiplo microWatt/metro quadrato, perciò è utile disporre di una tabella di conversione.
La tabella messa a disposizione è una conversione da microW/mq a milliV/m, ma basta sapere che 1 milliV/m equivale a 0,001 V/m per avere i valori in V/m (es.: 100 microW/mq = 194 mV/m = 0,194 V/m da cui si ha che 0,20 V/m = 100 microW/mq).
Per i segnali non pulsati analogici (telefonia cellulare, radio-televisione, ecc.) i valori medi e i valori di picco non differiscono di molto e si può usare la misura in V/m, mentre per i segnali pulsati (wi-fi, cordless DECT, radar, ecc.) i valori di picco possono essere nettamente più alti di quelli medi ed è meglio usare la misura in microW/mq). Per esempio, la potenza di picco emessa dalla base di un telefono DECT può essere fino a 100 volte più alta della potenza media.
Nella valutazione delle misure si dovranno quindi considerare i valori medi per i segnali analogici e i valori di picco per i segnali pulsati.

Per la maggioranza delle abitazioni all’interno i valori medi di intensità delle radiofrequenze si attestano intorno ai 0,18-0,20 V/m e non eccedono 0,30 V/m.
Inoltre, per le abitazioni esposte a sorgenti di microonde, come stazioni radio base telefoniche, i valori medi molto raramente eccedono 1 V/m all’interno.
Il range di intensità che si può misurare in un appartamento, salvo casi particolari, va dunque da “0” (ma bisogna correttamente dire “inferiore alla sensibilità dello strumento”) a 1 V/m (3000 microW/mq).
Sulla base di un ampio numero di studi si evince che le intensità dei campi elettromagnetici nelle zone dedicate al riposo notturno devono essere quanto più basse possibile e comunque al di sotto di 0,05 V/m.
Ad es.: sulla base dei dati di questo studio Navarro 2004 il consiglio sarebbe di rimanere sotto a 0,02 V/m, soglia che è pari a una densità di potenza di 1 microW/mq, che è il valore di esposizione all’interno delle residenze proposto sulla base dell’evidenza empirica dall’Ufficio per la Salute Pubblica del Governo di Salisburgo nel 2002.
Livelli di intensità inferiori a 0,05 V/m (circa 6,5 microW/mq) all’interno delle case sono difficili da misurare in presenza di sorgenti di RF (stazioni radio base telefoniche o altre) nel raggio di alcune centinaia di metri, senza seri interventi di schermatura.

Si riportano infine per un confronto i valori di soglia stabiliti dall’Istituto W. Maes presi a riferimento dalla bioarchitettura tedesca e internazionale (Building Biology Guidelines) basati sul Principio di Precauzione:

campo elettrico alternato a 50 Hz
nessuna anomalia <1 V/m
debole anomalia 1-5 V/m
forte anomalia 5-50 V/m
estrema anomalia >50 V/m

campo magnetico alternato a 50 Hz
nessuna anomalia <0,02 microT
debole anomalia 0,02-0,10 microT
forte anomalia 0,10-0,50 microT
estrema anomalia >0,50 microT

radiofrequenze
nessuna anomalia <1 mW/mq (0,02 V/m)
debole anomalia 1-50 mW/mq (0,02-0,14 V/m)
forte anomalia 50-1000 mW/mq (0,14-0,60 V/m)
estrema anomalia >1000 mW/mq (0,60 V/m)

radiofrequenze fortemente pulsate
nessuna anomalia <0,1 mW/mq (0,006 V/m)
debole anomalia 0,1-5 mW/mq (0,006-0,04 V/m)
forte anomalia 5-100 mW/mq (0,04-0,20 V/m)
estrema anomalia >100 mW/mq (0,20 V/m)

fb-white scala di conversione da microw mq a millivolt metro

Indice ed altri elementi della Relazione da dare ai clienti

di Pier Prospero —

INDICE DELLA RELAZIONE —

 1.   Cenni generali sull’analisi della situazione energetica di un sito  —

Si spiega cos’è l’analisi geobiofisica e a cosa serve nell’ambito del mantenimento del benessere —

Si spiega cos’è l’analisi geobiologica e a cosa serve per il mantenimento della salute, cosa sono le zone di disturbo naturali e come intervengono sulla salute.

Si spiega l’impatto sulla salute dei campi tecnici (artificiali). Si riportano i valori di soglia adottati dall’Istituto GEA per l’elettrosmog

2.   Descrizione del sito in relazione all’analisi geobiofisica, geobiologica e tecnica

Si citano alcuni aspetti generali di Geologia, Geofisica e Geobiofisica per passare poi a descrivere gli aspetti particolari della geologia, della geofisica e della geobiofisica del sito analizzato.

Si descrive la mappa delle zone di disturbo individuate e si illustra la convenzione cromatica e la resa grafica dell’analisi geobiologica svolta.

Si commentano i risultati delle misurazioni dell’intensità dei campi tecnici rispetto alle soglie adottate e alla salute

3.  Valutazione della situazione rispetto alle zone di disturbo naturali e tecniche

Si dà una valutazione dello scambio energetico locale rispetto al benessere e alla salute.

Si analizza la situazione rispetto alle zone di disturbo naturali e tecniche presenti; si forniscono dei suggerimenti per una corretta disposizione dell’arredo.

Si sconsiglia l’uso delle cosiddette “schermature” sostenendo che si tratta solo di cose inefficaci con pretese “magiche”.

FIRMA dell’esperto e sue qualifiche
Si dice di appartenere al registro degli E.A.G.L. e si rinvia alla sua visione nel sito istitutogea.it; si dichiara di aderire al Regolamento Operativo proposto dall’Istituto GEA

Allegato
Si allega la Mappa delle zone di disturbo individuate nel sopralluogo

L’INDICE DELLA RELAZIONE di Pier:

1.   Cenni generali sull’analisi della situazione energetica di un sito
1.1.   L’analisi geobiofisica per la prevenzione degli effetti geopatogeni del luogo.
1.2.   L’analisi geobiologica, le zone di disturbo naturali e la salute.
1.3.   Le zone di disturbo dovute all’intensità di campi tecnici (artificiali) e la salute.

2.   Descrizione del sito in relazione all’analisi geobiofisica, geobiologica e tecnica
2.1.   Analisi Geobiofisica: individuazione dello scambio energetico locale.
2.2.   Analisi Geobiologica: individuazione delle zone di disturbo naturali.
2.3.   Analisi tecnica: misure dell’intensità dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.

3.   Valutazione della  situazione rispetto alle zone di disturbo naturali e tecniche
3.1.   Suggerimenti per una corretta disposizione dell’arredo.
3.2.   Le cosiddette “schermature”: solo cose inefficaci e con pretese “magiche”.
3.3.   Sistemi di controllo.


MODALITA’ DI REDAZIONE DELLA RELAZIONE DI UN’INDAGINE SULLA SITUAZIONE ENERGETICA DI UN SITO (GEOBIOFISICA-GEOBIOLOGICA-TECNICA)

1. La mappatura delle zone di disturbo individuate
La prima cosa da fare è “mettere in bella copia” la mappa delle zone di disturbo individuate nel sopralluogo.

Durante il sopralluogo saranno state riportate in una carta millimetrata dove avete tracciato i confini della stanza o del sito da analizzare in scala 1:50 (1 cm sulla mappa = 50 cm reali), non usate una scala minore per le abitazioni altrimenti è molto difficile riportare bene senza sovrapposizioni e confusioni quanto individuate sul posto (per i terreni è necessaria la planimetria in scala 1:100).

Questa bozza deve essere successivamente controllata e finita (ad es. controllare se la distanza tra un incrocio H e l’altro è di circa 2 m o 2,50 m, se le “pareti” dei reticoli mappati sono abbastanza perpendicolari tra loro, se i reticoli rispettano abbastanza il Nord, ecc.).

Le note successive sono intese ovviamente per chi non sia già un esperto utilizzatore di autocad.

La mappa rifinita su carta millimetrata deve essere riportata su lucido e poi fotocopiata in modo da dare al cliente una planimetria facile da capire e correttamente in scala (date una fotocopia a colori del lucido, il quale invece terrete per vostra documentazione: capita spesso che il cliente telefoni dopo un certo tempo chiedendo ragguagli di vario tipo).

Le zone da non occupare con letti o altre posizioni di lunga permanenza o relax sono colorate di rosso (dall’acqua, alle faglie, ai reticoli) per indicare pericolo. La distinzione standard nei vari colori si fa solo con i metri e i nastri adesivi o i segnalini mentre si è sul luogo per non confondersi*.

Alla fine del rilievo, prima di andarsene, ci si deve ricordare di levare tutto il nastro adesivo e tutti i segnalini in modo che i clienti non abbiano riferimenti e siano costretti a pagare (possibilmente subito e non alla consegna della relazione).

Sapendo che i propri clienti possono sempre chiedere l’analisi anche ad altri esperti e operare un eventuale confronto tra indagini diverse è meglio non scendere nei particolari nella mappa e non indicare nella relazione nello specifico a cosa sono dovute le zone di disturbo di origine geologica.
Che la zona di disturbo sia una dislocazione secca o che ci sia acqua che scorre al cliente non interessa molto: gli basta che la zonizzazione sia esatta e lo aiuterà la spiegazione generale sulle zone di disturbo che trova inserita all’inizio della relazione. Se non gli avete indicato se per voi c’era o meno l’acqua non sarà possibile all’eventuale successivo esperto smentirvi e farvi passare per incapaci agli occhi del cliente (di solito quelli esterni all’ambito di GEA sono abituati a cercare di “sputtanare” il più possibile tutti gli altri).

Con la suddivisione semplice in zone neutre e zone di disturbo si caratterizza meglio l’analisi Geobiologica come lavoro di prevenzione rispetto alla salute degli abitanti.

Una volta messa a punto e controllata bene la mappa si può passare alla relazione esplicativa.

2. La relazione
La relazione è un grosso “biglietto da visita” che si mette nelle mani del cliente ma che sarà fatto vedere ad amici e parenti di quel cliente ogni volta che parleranno degli spostamenti dei letti che hanno fatto o delle diverse scelte progettuali che hanno dovuto pensare. Quindi è un modo importante per ottenere altri clienti con il “passaparola” dovuto ai contenuti e alla “bella presenza” della relazione e della mappa.

E’ vero che l’importante è capire dove sono le zone di disturbo ed evitarle ma è anche vero che certe mappe, ad esempio quelle standard dei naturopati tedeschi, sono orribili a vedersi e creano repulsione.

Tutto gioca a favore o contro il fatto di essere chiamati o meno da altri clienti.

La relazione va pensata divisa in due blocchi fondamentali: una prima parte con la spiegazione generale e per sommi capi di cosa siano l’analisi geobiofisica, l’analisi geobiologica e le zone di disturbo, e una seconda parte con l’analisi e la valutazione di quanto emerso dal sopralluogo e il suggerimento delle eventuali posizioni da occupare  o delle modifiche da apportare all’arredo o alla progettazione. Devono essere “suggerimenti”, “consigli”, non obblighi poichè la vostra responsabilità di esperti incaricati dell’analisi geobiofisica-geobiologica-tecnica termina con la consegna della mappa delle zone di disturbo individuate. Le scelte successive sono di esclusiva pertinenza del cliente, ed eventualmente del suo tecnico  progettista (naturalmente questo vale solo se non siete voi stessi anche il tecnico progettista del cliente in quella occasione).
Gli “obblighi” si traducono in prescrizioni e le possono fare solo i medici.

Le considerazioni in merito ai campi tecnici si inseriscono nella relazione dopo l’analisi e la valutazione dei campi naturali.
Per le dispersioni di campi tecnici superiori alle soglie adottate dell’Istituto GEA il colore da utilizzare per evidenziare le zone da evitare è il giallo.

Uno schema per mantenere una certa chiarezza suddivide la seconda parte della relazione nei vari tipi di analisi svolte:

a) analisi geobiofisica
b) analisi geobiologica
c) misurazione dell’intensità dei campi tecnici

In questo caso la trattazione dei risultati ottenuti con il sopralluogo sarà distinta per tipo di analisi e per ciascuna analisi si forniranno analisi dei risultati, valutazioni, consigli.

E’ importante alla fine accennare fermamente all’inopportunità e all’inutilità dell’utilizzo dei vari sistemi di pseudo-schermatura.

Ogni altro cliente sottratto ai venditori di pseudo-schermature è un cliente potenziale per voi.

Mappa e relazione di un esperto EAGL devono dare il senso di massima professionalità e serietà, di massima lontananza dai modi new-age e di massima differenziazione dalla cialtroneria tipica degli altri geobiologi che al massimo danno uno schizzetto con due note a margine. Le nostre relazioni devono “assomigliare” a quelle di un geologo o di un altro professionista.

Molti anni fa un dirigente dell’ANAB ci disse che il prezzo della consulenza era da commisurare a quel che avremmo dato al cliente e ci fece vedere una relazione con molte mappe di un radiestesista che aveva analizzato una stanza da letto: c’erano 5 o 6 mappe di diversi “andamenti energetici” e una decina di pagine di spiegazioni e prescrizioni (che appunto vi invitiamo a non fare); questo materiale agli occhi del dirigente ANAB scusava un costo di più del doppio di quanto prendeva chi chiedeva di più dentro GEA ai tempi. Erano tutte scemenze, purtroppo, ma facevano scena e quindi “acquistavano valore”. E’ stata una lezione importante e da quella volta le nostre relazioni sono ben corpose anche se la mappa resta sempre una sola perchè non avrebbe senso dividere le varie tipologie di zone di disturbo in varie mappe dal momento che il cliente, o il suo tecnico, devono aver presente tutta la situazione per fare le loro scelte.
Oltre alla “bella presenza” ci vuole anche il contenuto, naturalmente, quindi occorre impegnarsi una prima volta per redigere la prima parte della relazione che si terrà uguale per ogni cliente e mettersi in mente che occorre anche produrre le analisi e le valutazioni di quanto trovato col sopralluogo: fa parte del lavoro per cui si è pagati, non si può non farlo.

______________________
* i colori “internazionali” (stabiliti dal FFG) per definire le varie zone di disturbo in geobiologia sia in fase di ricerca sia sulle mappe sono:
rosso per reticolo parallelo al nord (globale o di Hartmann)
verde per reticolo diagonale al nord (o di Curry)
blu per acqua che scorre
marrone per fratture o dislocazioni della roccia e linee di faglia

altri colori utilizzati solo nella disposizione dei metri o dei segnalini in fase di ricerca sono:
metro bianco e giallo o segnalino bianco o giallo per il reticolo piccolo
metro giallo per discontinuità non nocive nei materiali del substrato
segnalino nero per zone con informazione di morte

ESEMPIO DI GEOREFERENZIAZIONE DEL SITO ANALIZZATO
per la relazione da allegare alla mappa delle zone di disturbo individuate

di Marino Zeppa

Si propone qui un esempio della parte della relazione su un’analisi geobiofisica-geobiologica chiamata “georeferenziazione” cioè l’indicazione delle coordinate geologiche di riferimento dell’area dove è situato il sito analizzato:
Si propone di inserire l’immagine scannerizzata dell’area presa dalla carta geologica di cui si dispone e su questa immagine si facciano dei segni di evidenziazione in questo modo:

– un cerchio azzurro individua l’area in cui è ubicato l’edificio.
– Linee rosse continue, sono le faglie geologiche cartografate.

“L’area indagata è ubicata su un rilievo collinare che raggiunge circa i 320 metri di elevazione sul livello del mare, a circa 2,5 chilometri a Nord-Ovest dell’abitato di Odalengo Grande (vedi stralcio planimetrico della Carta Geologica d‘Italia – Foglio 57/Vercelli).”

La zona in oggetto:
“geologicamente è costituita da alternanze regolari di strati centimetrici di argille più o meno marnose verdognole e di sabbie ad elementi serpentinosi (Membro di Camagna, O 3-2) e da marne grigio-verdastre con frattura conoide, a stratificazione maldistinta, localmente alternate a livelli sabbiosi o arenacei (Marne di Antognola, M1 – O3);”

“a livello di giacitura degli strati si trova sul lato settentrionale di un anticlinale il cui asse è orientato Est-Ovest, al cui nucleo affiorano le litologie più antiche (Oligocene, Eocene).”

“Il fabbricato analizzato è situato proprio nella zona in cui avviene il contatto litologico, settore tra l’altro caotico dal punto di vista delle vicissitudini tettoniche dell’area più antica del Monferrato (terreni che hanno subito intense dislocazioni verticali durante le varie fasi tettoniche che hanno interessato la zona).”

“Dal punto di vista geofisico e per quanto riportato nei punti precedenti, l’edificio è ubicato in  un’area di significativa emissione energetica. “

UNA PARTE CHE E’ BENE INSERIRE SEMPRE:
L’analisi geobiologica, le zone di disturbo naturali e la salute
La ripetizione continua dell’esposizione all’irradiazione delle zone di disturbo diventa una fonte di infiammazione e stress per gli organismi coinvolti. Questa situazione di reiterazione si ha tipicamente per il posto in cui si dorme che spesso resta fisso per decenni. Fortunatamente nelle abitazioni sono sempre presenti “zone neutre” e solo in casi rari ed estremi l’intera estensione della casa può risultare coinvolta da una zona di disturbo (grandi faglie; estesi paleoalvei).
È stato condotto uno studio scientifico (“Fattore di rischio del sito, ricerca scientifica sul problema dell’influsso delle zone “rabdomantiche” sugli esseri umani”), finanziato dallo stato austriaco, per verificare se insorgono alterazioni alla salute con la permanenza in zone considerate “di disturbo” rilevate con indagini geobiofisiche. Questo studio, condotto dal medico prof. Otto Bergsmann, è molto importante poiché ha dimostrato che con la permanenza in queste zone di disturbo avviene una reale variazione dello stato ormonale (serotonina) e di altri parametri che coinvolgono lo stato di salute (24 parametri biologici analizzati su 985 persone con 6943 esami) tra cui la VES che conferma l’effetto infiammatorio. Le conclusioni cui giunge questo studio sono i più validi supporti scientifici alla asserita necessità di non permanere, almeno mentre si sta dormendo, in corrispondenza dell’irradiazione di microzone con caratteristiche disturbanti. Si riportano alcuni passi di queste conclusioni: – …In questo caso su 24 parametri o fenomeni analizzati, in 12 si era riscontrato un influsso molto significativo dovuto al luogo sul comportamento della regolazione, in 5 una tendenza, in 6 nessun influsso.  Per come è strutturata la nostra ricerca, la variazione di un solo parametro sarebbe già una prova dell’effetto del sito… L’effetto dei fattori ambientali sui sistemi di regolazione dell’organismo umano è senza dubbio suffragato da questo fatto… Se i risultati della ricerca sono catalogati e valutati in base alla significatività biometrica sono in posizione di primo piano il comportamento della Serotonina e della VES… La Serotonina si riduce nella zona di disturbo ed il suo precursore metabolico, il triptofano, si alza tendenzialmente. Questo può essere interpretato come un processo di compensazione… La serotonina è da un lato il neurotrasmettitore del sistema parasimpatico, che ha il compito di predisporre l’energia; d’altro lato, in questa sua caratteristica ha un effetto tranquillante per cui viene anche definita come un “sonnifero”. Dalle nostre ricerche non è possibile cogliere come e perché si arriva ad una riduzione della Serotonina. Bisogna prendere atto del risultato come di un fatto. Bisogna però anche tener presente che alcuni sintomi di eccitazione attribuiti all’effetto del sito, quali per es. insonnia, nervosismo, ecc. possono essere attribuiti alla carenza di Serotonina… l’iperattività è presente in caso di carenza di Serotonina … L’effetto del sito non dà luogo ad un processo che conduce inevitabilmente alla malattia. È piuttosto un fattore di rischio, il quale può intensificare l’effetto di diversi fattori patogeni… solo nell’interazione con questi altri fattori, il fattore di rischio dovuto al luogo può acquisire un’importanza patogena. … È certo che una delle misure (di prevenzione) più importanti è realizzare una condotta di vita flessibile con cui evitare da un lato lo stress prolungato dovuto alla permanenza in una zona perturbata e dall’altro lato ridurre i disturbi vegetativi. … Risulta quale conseguenza logica che il cambiamento del sito non può sostituire la terapia medica, ma può tuttavia essere di sostegno alla terapia medica.-
da:
Bergsmann dr. Otto, “Risikofaktor Standort, Rutengängerzone und Mensch”,  Facultas Universitäts Verlag, Wien 1990

DI SEGUITO TROVATE COME TRACCIA PARTE DELLA RELAZIONE DI PIER (se possibile cercate di riscrivere la vostra relazione con parole vostre, Pier è spesso molto prolisso):
La nocività dello scambio energetico del luogo:
se l’intensità dell’emissione o dell’assorbimento energetici del substrato geologico, o le informazioni dovute al substrato e trasportate dal campo magnetico terrestre, creano uno stress nelle persone si ha uno stress cronico, causato dal luogo, che provoca blocchi energetici o in carica o in scarica energetica; questa situazione normalmente è diffusa ad un’area abbastanza vasta del territorio che supera sempre le dimensioni della singola abitazione. Entro certi limiti le persone originarie del luogo si adeguano e sopportano meglio questo stress di quelle venute da altri posti. L’analisi geobiofisica permette di stabilire la prevalenza di assorbanza o di emittanza nello scambio energetico del luogo e di esprimere considerazioni sulla vocazione energetica del luogo. Inoltre permette di stabilire se la correlazione tra sito analizzato e abitanti è più o meno compatibile con la salute e il benessere.
La nocività delle singole zone di disturbo è data dalla permanenza all’esposizione all’irradiazione di una o più zone di disturbo locali o “microzone” quali scorrimenti di acqua sotterranea, linee di fratturazione o dislocazione delle rocce del substrato, faglie, punti di massima intensità dei reticoli energetici, ecc. questa esposizione provoca la “focalizzazione” che tenendo in continua irritazione una parte dell’organismo crea una ipertrofia immunitaria locale che causa autoaggressione e, alla lunga, esaurisce le difese immunitarie generali, permettendo così che si possano instaurare o aggravare le patologie che sono peculiari della genetica e della tipologia caratteriale della persona. Si può riscontrare anche l’insorgenza delle patologie proprio nei distretti corporei interessati dalle zone di disturbo che insistono sull’organismo a riposo, o – più raramente – le patologie si riscontrano negli organi legati energeticamente o per catena ormonale a quello irradiato.
Se si può fare una correlazione diretta tra l’insorgenza di una patologia e una determinata zona di permanenza questa zona si  definisce “zona geopatogena” o, come introdotto dalla Geobiologie tedesca, “zona di disturbo”.
L’evidenza clinica dei medici esperti in Medicina Tradizionale Cinese e in Medicina Funzionale dimostra che dormendo o sostando a lungo in corrispondenza delle zone di disturbo si altera notevolmente la normale funzionalità del sistema immunitario che instaura un’iperattività con autoaggressione nel settore irradiato e una corrispondente mancanza – fino alla caduta delle difese – in altri settori, il sistema immunitario quindi si squilibra fino ad arrivare al pericolo grave.
Altre fonti che possono creare stress e danni alla salute sono le emissioni elettriche, magnetiche ed elettromagnetiche tecnologiche, dovute cioè all’utilizzo della corrente elettrica e delle teletrasmissioni.
Per una valutazione corretta della situazione energetica del sito è indispensabile l’analisi della presenza e dell’intensità di eventuali campi magnetici ed elettrici tecnici dovuti al trasporto e all’utilizzo dell’energia elettrica e di eventuali campi elettromagnetici dovuti all’irraggiamento di trasmettitori e ripetitori di radio onde.
Eseguire misurazioni di campi elettromagnetici tecnici, anche con strumentazioni sofisticatissime e precisissime, senza adeguati parametri di soglia di riferimento non serve a nulla. La correttezza del valore di soglia adottato dall’operatore è molto più importante della estrema precisione della strumentazione, che comunque  deve essere professionale (isotropica e provvista di certificato di calibrazione) altrimenti non si hanno valori reali. Strumenti senza queste caratteristiche tecniche danno valori privi di significato molto lontani da quelli reali.
I parametri di soglia indicano l’intensità limite di ciascun campo, oltre la quale il rischio di incorrere in una patologia diventa troppo alto oppure non è più bilanciato dai vantaggi dell’utilizzo di quella stessa tecnologia.

Scendendo nel particolare del sito qui considerato, che si colloca nella collina appenninica di Reggio Emilia, l’analisi geobiofisica e l’analisi geobiologica sono state condotte con la percezione dovuta all’ipersensibilità dell’esperto, durante un sopralluogo in cui:
– è stato analizzato lo scambio energetico del substrato geologico e sono state valutate le sue  conseguenze sul benessere;
– sono state individuate le zone di disturbo naturali;
– sono stati rilevati i livelli di intensità dei campi tecnici (da corrente a 50 Hertz e da teletrasmissioni) con adeguate strumentazioni elettroniche professionali.

Inoltre, con strumentazione e cartografia, sono stati individuati i seguenti elementi:
–    Deviazioni del l’ago della bussola: con tripla bussola professionale non sono state rilevate deviazioni significative (> 4°) della direzione della bussola all’interno dell’abitazione rispetto alla direzione del campo magnetico statico terrestre rilevata all’esterno.
–    Geologia generale della zona: la situazione generale del substrato roccioso della zona, rilevata sulla mappa del CNR “Progetto Finalizzato Geodinamica: Structural Model of Italy“, è di circa 1500 metri di depositi alluvionali del Quaternario che compongono le colline moreniche a sud del Lago di Garda.    Calcari bioplastici, arenarie, limi e argille.
–    Geologia particolare della zona: la situazione geologica particolare del sito, rilevata sul Foglio 62 “Mantova” della Carta Geologica d’Italia, è di alluvioni sabbioso-ghiaioso-ciottolose dell’ “Alluvium” e del “Terrazziano”.
–   Situazione geodinamica della zona: la situazione strutturale (geofisica) della zona, rilevata sulla mappa del CNR “Progetto Finalizzato Geodinamica: Structural Model of Italy“, è caratterizzata dalla linea di spinta distensiva appena sopra il sito, a 500 metri in linea d’aria, che allarga verso sud.

Dall’analisi geobiofisica emerge che il sito è ubicato nell’ambito di influenza di un sistema di spinte principali che determinano distensione / compressione, di cui è percepibile il rilascio energetico.
L’assorbanza (assorbimento di energia elettromagnetica soprattutto nell’infrarosso vicino) è dovuta in parte minore all’humus e in parte maggiore all’acqua dell’acquifero diffuso e ai sedimenti, molto spessi, assieme alle rocce sedimentarie del substrato profondo.
L’emittanza (emissione di energia elettromagnetica in varie frequenze) è dovuta alla situazione generale del territorio che vede un movimento in distensione. Di conseguenza l’emittanza è dovuta principalmente all’emissione delle faglie. È / Non è presente una spinta dal basso verso l’alto.
Bilancio Energetico:
Alla percezione geobiofisica il bilancio energetico tra l’assorbanza e l’emittanza  è a netta prevalenza dell’emittanza. Il tenore energetico locale del substrato è perciò medio-alto.
Nel sito analizzato si ha la predominanza di emittanza e vi è un tenore energetico medio-alto, perciò il substrato cede abbastanza energia e le persone la ricevono acquisendo un “tono”.
Valutazione relativa all’analisi geobiofisica:
le aree geobiologicamente “neutre” nel sito analizzato sono comunque adatte alla permanenza prolungata, per la caratteristica di non intervenire troppo sull’equilibrio dell’organismo pur cedendo abbastanza energia. In questo caso sono vissute abbastanza bene da tutti, pur diversificandosi comunque le reazioni delle varie tipologie caratteriali alla permanenza nel lungo periodo. Infatti sono vissute molto meglio da persone ipotese o tendenzialmente ipotese, scariche, con una dinamica energetica personale in cui la carica energetica è sempre bassa e non trova sufficienti fonti per una naturale ricarica. Gli altri invece tendono ad agitarsi lievemente e, se non è presente un adattamento dovuto alla nascita nella zona, potrebbero avere problemi relativi al riposo notturno.
Il sito si trova in una situazione energetica generale che apporta/non apporta stress poiché il substrato geologico ha una cessione energetica eccessiva che è sfavorevole alle persone, crea o aumenta i blocchi energetici e può agitare o mettere in ansia. Inoltre in corrispondenza delle faglie vi sono emissioni di tipo ionizzante, anche se di intensità molto lieve, la cui pericolosità nel lungo periodo è sicura.
L’indagine geobiologica consiste nella mappatura delle zone di disturbo presenti nel sito ed è stata condotta percorrendo tutti gli spazi possibili; in questo modo sono state individuate le zone di disturbo prodotte in superficie dalle anomalie geologiche caratteristiche del sito e dai punti di massima intensità dei reticoli energetici; le zone di disturbo individuate sono state riportate in rosso nella tavola allegata. É importante sapere che le zone di disturbo naturali (escluse le linee di faglia) influiscono solo sulla loro verticale.
Nelle zone di disturbo è possibile sostare per periodi limitati senza subire effetti significativi nei momenti di attività e di veglia, ma non è possibile restarvi per un periodo prolungato o ripetere regolarmente l’esposizione per un certo tempo, come succede ad esempio dormendoci ogni giorno, senza incorrere in danni alla salute psicofisica, come dimostrato dallo studio del prof. Otto Bergsmann.  Il tempo necessario perché si arrivi ad una patologia ed il tipo di patologia che si può innescare variano secondo le caratteristiche genetiche e le tipologie caratteriali delle persone. Dormendo o sostando a lungo in corrispondenza delle zone di disturbo a tutti si altera notevolmente la normale funzionalità del sistema immunitario che nelle zone del corpo irradiate reagisce con infiammazione e instaura un’iperattività con autoaggressione (autoimmunità) mentre si ha una corrispondente carenza immunitaria, fino alla caduta delle difese, in altri settori del corpo; il sistema immunitario quindi si squilibra fino ad arrivare al pericolo dell’insorgenza di una patologia grave poichè nella porzione di corpo interessata l’irradiazione incrementa sensibilmente (o gli dà origine se non è ancora in atto) il processo di infiammazione-invecchiamento-degenerazione dei tessuti organici.
La planimetria allegata  è orientata a Nord e mostra il rapporto tra il sito e il Nord magnetico; si  può dedurne quindi il rapporto del sito con l’energia costituita dal campo magnetico statico terrestre ed anche con quella data dall’illuminazione solare. Nelle aree lasciate in bianco non vi sono disturbi elettromagnetici locali (zone di disturbo), quindi si ha una condizione relativamente “neutra”. In queste aree si progetteranno le posizioni di riposo e di relax, o di lavoro se di lunga permanenza (PC o altro). Vi potrà però essere una predominanza di emittanza (emissione energetica) o di assorbanza (assorbimento energetico) soprattutto nelle bande dell’infrarosso dovuta alle caratteristiche geologiche e geofisiche generali della zona. Questa predominanza determina la differenza di qualità delle diverse zone “neutre” rispetto al benessere provato nel permanervi.

Si utilizza qui la convenzione cromatica consigliata dall’Istituto GEA agli esperti inseriti nel Registro Professionale degli Esperti in Analisi Geobiofisica dei Luoghi curato dall’Istituto GEA:


Zone  lasciate
In bianco
 Zone neutre dove non vi è alcuna interferenza energetica oltre
alla situazione generale del luogo

Zone colorate
in Rosso
 Zone di disturbo di origine geologica e punti di alta intensità dei
reticoli energetici (eventuali zone di disturbo di fondo molto
estese = tratteggio rosso)

Zone colorate
in  Giallo
 Eventuali zone di disturbo dovute a emissioni elettromagnetiche
tecniche

Analisi tecnica: misure dell’intensità dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali.

Sono state effettuate:
– la misurazione strumentale dell’intensità del campo magnetico a 50 Hz, eseguita con EMDEX Mate (strumento a lettura triassiale – isotropico – con certificato di calibrazione e range di misura da 1 a 100 Hz),
– la misurazione del campo elettromagnetico da teletrasmissioni eseguita con Microrad HT310P (strumento isotropico con certificato di calibrazione e range di misura da 100 MHz a 2500 MHz)
– e la misurazione del campo da wi-fi o radar effettuata con HFW35C della Gigahertz Solutions (strumento anisotropico con certificato di calibrazione e range di misura da 2,4 GHz a 6 GHz).
Nella camera matrimoniale,
sul letto e in tutta la stanza all’altezza di chi dorme sul letto l’intensità media di campo magnetico a 50 Hz è di 0,02 microTesla; la misura massima è di 0,03 microTesla (soglia a 0,02 microTesla). Il campo emesso dalla radiosveglia scende sotto i 0,02 microTesla a 60 cm di distanza.
Per quanto riguarda le emissioni delle antenne trasmittenti (radiofrequenze e microonde) in corrispondenza dei cuscini del letto si sono rilevati valori medi di intensità di 0,19 V/m; i valori massimi misurati nella stanza sono di 0,30 V/m (soglia a 0,14 V/m).
L’intensità media dei campi compresi tra 2,5 e 6 GHz (WI-FI) è di 3,0 microW/mq e il valore massimo misurato è di 6,5 microW/mq (soglia a 1microW/mq).
Le zone di disturbo sono da evitare per mantenere il massimo benessere e in funzione di una permanenza non breve: infatti, rimanendo solo per pochi giorni in una situazione anche gravemente nociva non si va mai incontro all’insorgere di patologie; persone sensibili possono però accusare malesseri o non riuscire a dormire, situazioni che restano transitorie e che passano cambiando posto.
L’indagine geobiologica dell’ambiente ha messo in evidenza le zone perturbate presenti nel sito.
La misurazione strumentale dell’intensità dei campi magnetici ed elettromagnetici tecnici ha evidenziato eventuali zone di disturbo di origine tecnica.
Di conseguenza si è suggerita una posizione adeguata per i letti in modo da evitare l’irradiazione delle zone di disturbo durante il riposo.
Rispetto all’esposizione alle “pareti” dei reticoli (segnate sulla mappa con linee rosse o verdi che congiungono i punti di massima intensità) in genere si è del parere che arrechino solo un lieve disturbo e si possano quindi considerare alla stregua di una zona neutra. In questa sede per eccesso di precauzione si preferisce – quando è possibile – evitare che ne sia irradiata la testa di chi dorme, poiché per quanto bassa sia l’intensità di queste irradiazioni, potrebbe comunque essere disturbato il sonno. Inoltre, sempre per lo stesso principio di precauzione si preferisce evitare la corrispondenza delle “pareti” dei reticoli con zone del corpo già colpite da patologie. Perciò le zone suggerite per i letti sono scelte secondo le maggiori vulnerabilità delle persone interessate, cioè ponendo in zone completamente neutre le parti del corpo più sensibili o già affette da patologie.
Per quanto riguarda i campi tecnici la misurazione dell’intensità di Campo Magnetico a 50 Hz ha stabilito che nell’abitazione non è presente C.M. emesso da sorgenti esterne come elettrodotti, cavi condominiali sotto tensione, centrali di trasformazione o di rialzo, cabine di trasformazione locale.
Alla luce delle misurazioni fatte non emergono problemi nella permanenza nel sito rispetto ai campi elettrici e magnetici a 50 Hz.
Per quanto riguarda i campi elettromagnetici da radioonde e microonde (emissioni di antenne trasmittenti) l’intensità misurata supera appena la soglia nella camera matrimoniale.
Per quel che riguarda le emissioni del wi-fi si supera di molto la soglia, e vige la fondata convinzione che tale intensità di campo sia nociva, soprattutto per i bambini.
Per l’eccesso di campo magnetico a 50 Hz nella camera matrimoniale si consiglia di schermare l’origine del campo con uno dei seguenti prodotti industriali:
– Lamierino  (30 cm x tot metri) di lega ferromagnetica dolce “scudotech” della ditta Selite – vedere il sito  http://seliteskudotech.it/  – distributore: 0295343080
– Pannelli della ditta SATI – sito: www.sati.it – vedere nella homepage alla voce “schermature elettromagnetiche” il link “bassa frequenza”.
– Canaline e tessuti per abbattere il campo magnetico a 50Hz prodotti (anche su misura) dalla ditta: www.g-iron.it (vedi INNTEX ing. Marchesi) di Arezzo e facendo riferimento all’ing. Marco Alvelli (telefono 0575-381823).
Per l’eccesso di campo elettromagnetico dovuto alle antenne trasmittenti:
per rientrare nella soglia di 0,14 V/m nelle camere da letto è opportuno procedere alla schermatura delle finestre, punti dal quale penetra la maggior parte del campo, o meglio delle intere pareti esterne delle stanze disponendo delle tende schermanti scelte tra le seguenti sostanzialmente con la stessa resa intorno al 70% di schermatura:
– tessuto per la schermatura elettromagnetica elettrosmog-tex, Sati Italia, sito: www.sati.it – si può acquistare con un ordine alla e-mail ordini@elettrosmog-tex.com o al n. tel.  06 3340092
– tessuto schermante “Topas” in tessuto sintetico della Biologa in vendita presso Naturalia-Bau di Merano tel  0473 201272 – fax: 0473 201237 – e-mail: info@naturalia-bau.it – sito: www.naturalia-bau.it
tenda “Ideascudo” con il reticolo metallico largo 0,5×0,5 cm in tre versioni e colori del Gruppo Creamoda di Merate  (LC) – sito:   www.ideascudo.com

Occorre fare attenzione al fatto che le opere schermanti in presenza di un emettitore all’interno della casa come un apparecchio wi-fi o un telefono cordless funzionerebbero da “trappole” facendo rimbalzare il campo all’interno in tutte le direzioni con l’effetto di elevarne la nocività.
È necessario anche sapere che il telefono cordless, se non è un modello “ecoDECT”, emette dalla sua base un segnale anche quando non è utilizzato. I telefoni cordless DECT (tutti quelli recenti e quelli dati dalle compagnie) emettono un segnale pulsato in GigaHertz e la loro nocività è superiore a quella di un normale telefono cellulare. Se ne sconsiglia pertanto l’utilizzo.

Suggerimenti per una corretta disposizione dell’arredo
Le posizioni suggerite sulla mappa allegata rappresentano il miglior compromesso possibile con la situazione attuale poiché in una casa già costruita e arredata vi sono dei grossi limiti alla disposizione dei letti evitando le zone di disturbo, soprattutto di quelli matrimoniali.
Rispetto alla situazione evidenziata dall’analisi geobiologica e dall’analisi tecnica:
Nella camera matrimoniale tra le possibili posizioni del letto, la migliore è suggerita sulla mappa (linee continue = posizione attuale, tratteggio = posizioni consigliate). Nella posizione suggerita si fa in modo che il punto A si collochi al centro del letto non coinvolgendo nessuno dei due dormienti. Le posizioni delle teste delle persone dormienti sono prive di disturbi. La posizione suggerita rappresenta un compromesso compatibile con la salute. Per prevenire eventuali geopatologie il letto dovrà essere disposto evitando che i punti A, B, H il punto L e la zona di disturbo 1 coinvolgano le persone che dormono.

Consigli generali sul benessere abitativo
La stanza:
nelle stanze da letto l’utilizzo di tessuti naturali per le tende e per la biancheria del letto garantirà a chi dorme la minima dose possibile di cariche elettrostatiche e quindi di non subire il relativo disturbo;

la disposizione dei cavi  elettrici nelle camere dovrebbe seguire le pareti ed è necessario che non vi siano cavi o scatolette di derivazione dietro la testata del letto ad una distanza inferiore a 20-30 cm dalle persone. Eventuali trasformatori, o elettrodomestici con trasformatori, dovrebbero preferibilmente essere tolti dalle stanze da letto o comunque stare sempre ad almeno un metro dalle persone. I cavi dell’antenna televisiva non sono in grado di emettere un campo nocivo, ma è meglio se non vi sono televisori nelle stanze da letto per il loro accumulo di elettrostaticità anche da spenti, e perché spesso rimangono in stand by per cui emettono un notevole campo elettrico per tutta la notte.
I cavi telefonici non causano disturbi di entità rilevabile, ma non si dovrebbero tenere telefoni cordless  (con i relativi trasformatori) troppo vicini e tanto meno i telefoni cellulari sotto ricarica (trasformatore).
Wi-Fi e Telefoni cordless DECT: il wi-fi per il collegamento ad internet, secondo il gruppo tedesco Forschungskreis fur Geobiologie è un segnale pulsato che è molto più nocivo delle altre emissioni a pari intensità di campo.
Il 27 maggio 2011 il Parlamento Europeo, con la risoluzione n. 1815/2011, ha chiesto che i Paesi membri della UE “intraprendano tutte le ragionevoli misure per ridurre l’esposizione ai CEM in particolare dei bambini e dei giovani che sembrano essere maggiormente a rischio per quanto riguarda i tumori alla testa“, chiede inoltre che i Paesi membri “fissino soglie preventive per l’esposizione a lungo termine alle microonde e in tutte le zone all’interno (indoor), in accordo con il Principio di Precauzione, che non superino gli 0,6 Volt/metro e nel medio termine riducano questo valore a 0,2 V/m … Riguardo alla protezione dei bambini sviluppino con diversi ministeri (educazione, ambiente e salute) campagne specifiche di informazione dirette a insegnanti, genitori e alunni per allertarli sui rischi specifici sull’utilizzo precoce, sconsiderato e prolungato di cellulari e altri dispositivi che emettono microonde; per i bambini in generale e in particolare nelle scuole nelle classi, si dia la preferenza a connessioni internet cablate, e si regoli severamente l’uso dei cellulari da parte degli alunni nei locali della scuola

Le cosiddette “schermature”: solo cose inefficaci e con pretese “magiche”
Non bisogna dar credito ai tanti articoli e libri in cui si trovano informazioni errate sulle zone di disturbo e sui reticoli energetici; tali scritti molto spesso affermano sciocchezze, ad esempio che i reticoli si spostano ciclicamente oppure che si spostano per l’intervento di masse metalliche, che i punti di incrocio seguono le strutture metalliche dell’abitazione, eccetera, finendo sempre per dire che si possono annullare o schermare solo applicando vari “rimedi”. Questi “pareri”, che nulla hanno di oggettivo o di verificato nella pratica, sono tenacemente combattuti dal Forschungskreis “dr. E. Hartmann” proprio per gli insegnamenti in senso contrario del fondatore, il dottor Ernst Hartmann, di cui sono portatori gli attuali dirigenti che lavorarono direttamente con lui. Se si potesse escludere la deliberata volontà di far credere che lo spostamento del letto sia inefficace o superfluo per meglio vendere questi “strumenti antidisturbo”, nelle poche persone in buona fede  simili idee derivano dalla difficoltà di individuazione di questi reticoli energetici e dalla ignoranza dei fattori di confondimento che possono portare a sbagliare. Le molteplici esperienze di più di 40 anni di ricerca svolte in Germania, nonché le recenti ricerche dell’Istituto GEA in Italia, pur non avendo ancora spiegato l’origine dei reticoli energetici, hanno assodato in modo incontrovertibile due cose: la prima è che si tratta di una forma di elettromagnetismo naturale; la seconda è che la loro disposizione in un luogo è stabile nel tempo, salvo tensioni tettoniche forti e contrastanti in zone ad alto rischio sismico, che comunque per spostare i reticoli energetici devono produrre anche effetti rilevanti di spostamento del Nord magnetico. La possibilità che i reticoli energetici subiscano spostamenti è quindi in relazione con i fenomeni che producono deviazioni significative e verificabili del Nord magnetico in ampi tratti di territorio; perciò i reticoli energetici non risentono certamente della presenza di antenne metalliche o di tondini di ferro nella struttura dell’edificio, né tanto meno si spostano per lo “sforzo di volontà” di uno o più operatori, come sostengono alcuni radiestesisti nelle loro pubblicazioni e nei loro siti internet. Si tratta di campi elettromagnetici, perciò di campi che “convivono” con tutti gli altri campi elettromagnetici presenti nell’ambiente, naturali e tecnologici.
risulta ovvio che su questi reticoli energetici, così come sulle zone di disturbo prodotte dalla situazione geologica e idrogeologica non si può ottenere alcuna modificazione utilizzando disegni, simboli, cristalli, fiale, stuoie coprimaterasso, stuoie di sughero con fili di rame, “antenne” di varia natura, massi per “agopuntura della terra”, magneti, campi elettromagnetici per magnetoterapia, ecc., dovunque e in qualsiasi modo siano essi disposti.
L’unica cosa efficace e razionale da fare è evitare l’irradiazione di tali zone di disturbo, quindi si tratta di progettare l’arredo conoscendo la posizione dei punti di alta intensità (incroci) dei reticoli energetici e la posizione delle altre zone di disturbo in modo da evitarne l’irradiazione durante il sonno e il riposo (si ricorda che le zone di disturbo naturali – escluse le vere e proprie faglie – si comportano come “pareti” per cui irradiano solo sulla loro verticale e non ai lati, proprio come i cavi dell’alta tensione se interrati a profondità sufficiente).
Illusioni “magiche” e spese inutili: è assolutamente da evitare la disposizione nell’ambiente di oggetti strani, piastrine magnetiche, fialette, antenne, stuoie o altri strumenti che dovrebbero possedere le proprietà “magiche” di annullare (“assorbire”, “schermare”, “drenare e scaricare” ecc.) la presenza dei campi elettromagnetici naturali e artificiali (tecnici). Questi oggetti non solo si rivelano completamente inefficaci al proposito, quando non sono nocivi, ma sono anche inutilmente molto costosi.Tra questi oggetti quelli di derivazione radiestesica (piastrine, disegni, forme, antenne) si devono considerare come veri e propri “amuleti”. Le pretese sulla loro efficacia risultano perciò frutto di un inganno che sfrutta il pensiero magico per convincere all’acquisto. È facile dimostrare la completa inefficacia di qualsiasi “strumento antidisturbo” semplicemente svolgendo un’analisi del luogo in cieco, cioè senza vedere né sapere se ci sono di questi oggetti nell’ambiente da analizzare. In questa analisi tutte le zone di disturbo saranno sempre individuate con la loro stessa nocività, allo stesso modo che nell’analisi svolta in assenza totale di “strumenti antidisturbo”. Questa semplice esperienza, eseguita in modo corretto e controllato, è stata ripetuta più volte sia dal Forschungskreis “dr E. Hartmann” di Waldbrunn, sia dall’Istituto GEA, ed ha ottenuto sempre lo stesso risultato negativo: la conferma che gli “strumenti antidisturbo” non possono in alcun modo agire sui campi elettromagnetici naturali o tecnici. Un’altra categoria è quella degli strumenti con una reale emissione di campi magnetici o elettromagnetici, statici o a diverse frequenze e a bassa intensità (quasi sempre sotto forma di stuoie coprimaterasso con bande magnetizzate, ma anche sotto forma di veri e propri emettitori, completi di batterie). Questi strumenti non possono fornire alcuna schermatura dalle zone di disturbo, e sono in realtà strumenti magnetoterapeutici che, emettendo particolari frequenze, possono attuare una terapia (alla persona, naturalmente, e non all’ambiente circostante come spesso viene affermato) che dovrebbe aiutare il sistema immunitario a rimanere regolato. Però all’attuale stato dei riscontri non si può affermare che queste apparecchiature abbiano questo effetto, e non siano invece più probabilmente nocive, poiché le ditte produttrici non rendono disponibili né test né studi scientifici sugli effetti dell’utilizzo dei loro apparecchi, studi tanto più necessari in quanto la terapia elettromagnetica, come quella farmacologica, quando è protratta nel tempo può essere nociva o avere effetti collaterali nocivi. E alla fine, esponendo l’organismo ad un campo elettromagnetico con effetti reali ma non controllati, la possibilità che vi siano degli effetti nocivi purtroppo è abbastanza elevata. Inoltre se l’effetto è realmente quello di stimolare il sistema immunitario, dato che le principali e attualmente più diffuse patologie sono patologie autoimmuni, questa stimolazione di un sistema immunitario già autoaggressivo è di per sé un danno che – se protratto per lungo tempo – equivale a quello causato dall’esposizione alle zone di disturbo.
La soluzione migliore rimane sempre quella dell’ “adattamento intelligente” al luogo. Cioè quella di scegliere per dormire, riposare e studiare le zone neutre della casa e non quelle con la presenza di zone di disturbo.

 

 

Una scala di valutazione intuitiva al posto del conteggio delle “unità Bovis”

Alfred Bovis
Alfred Bovis

di Pier Prospero

Non utilizzando e non insegnando il conto delle “unità Bovis” nell’analisi geobiofisica dei luoghi e nei rilievi geobiologici propongo una diversa scala di valutazione che può servire agli Esperti per oggettivare la propria percezione dello scambio energetico del sito e la percezione dell’intensità del danno apportato da una zona di disturbo.
Nell’analisi geobiofisica è indispensabile determinare lo scambio energetico prevalente, cioè la matrice energetica del sito e questo si deve fare “ascoltandosi” e conoscendo le proprie reazioni alle diverse tipologie di scambio energetico del territorio. Se oltre a questo si vuole anche stabilire quanto impatta questo scambio energetico sul nostro benessere (in positivo o in negativo) allora si può utilizzare una scala di gradazioni di benessere e malessere che applicata come “domanda” in uno stato di adeguata concentrazione durante il sopralluogo permette di darsi una risposta proveniente dall’inconscio, non filtrata quindi dalle valutazioni degli aspetti razionali, scegliendo la “risposta” sulla quale si ha un sussulto, si prova un brivido, e facciamo girare il pendolo.

La domanda da porsi è: quale effetto ha su di me questo posto?

La risposta da scegliere è una delle sfumature della scala partendo dalla peggiore:

– è killer
– fa malissimo
– fa molto male
– fa male
– disturba molto
– disturba
– disturba appena un po’

– nessun effetto

– migliora appena un po’
– migliora
– migliora molto
– fa bene
– fa molto bene
– fa benissimo

Si tratta di una semplice scala per cui la sensazione provata viene definita come se si dovesse comunicarla.

Per l’analisi geobiofisica la prima “risposta”: è killer risulta superflua poiché difficilmente si incorrerà in questa situazione (se non si è finiti in un’area contaminata da radiazioni nucleari); la risposta è inserita per il rilievo geobiologico dove può invece presentarsi questa possibilità.

Infatti la scala si può utilizzare anche nel rilievo geobiologico per confermare l’individuazione delle zone di disturbo: una volta trovata la situazione ed evidenziate le zone di disturbo con i metri colorati o con i nastri adesivi colorati sul terreno o sul pavimento, si può effettuare un controllo della loro correttezza verificando quanto ci fanno male.

Basta aver provato in precedenza su posizioni sicure che effetto ci fanno e poi con l’esperienza il “catalogo” degli effetti rispetto alle zone di disturbo man mano si completa.

Ad esempio, ponendosi su un punto di massima attività del reticolo parallelo al nord (H) si dovrebbe ottenere “fa malissimo”; “fa molto male” o “fa male” a seconda della suscettività personale a quel tipo di disturbo. Analogamente dovrebbe succedere con un punto di massima intensità del reticolo diagonale (C). Se la risposta inconscia fosse invece “disturba” potremmo aver scambiato per un punto di massima intensità l’incrocio tra una “parete” del reticolo H o C con una “parete” del reticolo piccolo; in questo caso otteniamo la risposta adeguata alla “parete” del reticolo H o C ma non al punto di massima intensità quindi dovremo ricontrollare bene il lavoro fatto.

Naturalmente se ci poniamo sopra un quadrato di cartoncino rosso di 21×21 cm e ci chiediamo quale effetto ha su di noi quel posto c’è un rischio altissimo di auto-condizionamento nel selezionare la risposta sulla scala di possibilità.

Per ridurre questo rischio e rendere efficace la verifica occorre stare ad occhi chiusi, eliminare dalla mente l’immagine del cartoncino rosso (o della zona di disturbo trovata), aver pazienza e andare in una situazione di equalizzazione degli emisferi cerebrali in cui il sinistro non prevalga imponendo la sua conclusione “logica” ma si limiti a registrare la percezione del corpo in modo da renderla consapevole.

Vuol dire che non si può porsi sulla zona di disturbo trovata e chiedersi immediatamente che effetto ha su di noi per avere una risposta di verifica; occorre invece pazientare finché ci si sente di percepire quello che realmente ci comunica il posto, al di là di come lo abbiamo “chiamato” e di quello che abbiamo ritenuto giusto prima.

Un punto di massima intensità di un reticolo coincidente con la posizione di uno scorrimento veloce di acqua sotterranea o con una dislocazione locale della roccia potrebbe dare la risposta “è un posto killer“.

Infatti la somma dei due disturbi produce sulla persona irradiata una nocività con una capacità sinergica di colpire l’organismo che è superiore alla somma delle nocività dei due singoli disturbi, e questa nocività “esponenziale” potrebbe provocare una patologia con una probabilità molto elevata e in un tempo molto minore della media.

La stessa risposta la si potrebbe ottenere anche sulla linea di faglia di una piccola faglia distensiva dove solo 10 metri prima si aveva la risposta “fa benissimo”.

Occorre un po’ di esperienza nell’analisi dello scambio energetico per capire quando “fa benissimo” è una risposta di breve periodo, cioè vuol dire che in quel momento, permanendo poco tempo, la sensazione è che l’organismo tragga un grande vantaggio nello stare in quel posto, ma non si sa quanto tempo duri questo vantaggio prima di trasformarsi in un eccesso nocivo. Occorre provarci e “prendere nota” finché si capisce qual è il tempo per cui il posto fa benissimo senza andare in eccesso, ed è comprensibilmente necessario valutarlo nel caso di abitazioni o di posti in cui le persone soggiornino a lungo.

Bisogna ricordare che la troppa emittanza (cessione di energia da parte del substrato) fa male come la troppa assorbanza (assorbimento di energia da parte del substrato) ma lo farà in modi diversi poiché l’emittanza ci può mettere in contatto con altri tipi di frequenze oltre l’infrarosso, dall’ultravioletto alle microonde, quindi produrci una nocività percepibile come l’eccesso di yang (secco, surriscaldato, infiammato, contratto, rigido, ecc.) mentre la nocività di un’eccessiva assorbanza è legata all’assorbimento del nostro infrarosso (soprattutto quello termico) per cui può essere percepita come l’eccesso di yin (gelido, bagnato, flaccido, gonfio, ristagnante, ecc.).

Quello che avviene in realtà nell’organismo è che in corrispondenza delle zone di disturbo siamo irradiati da uno o più campi elettromagnetici naturali che hanno un effetto nocivo sulla funzionalità delle nostre cellule e del sistema di trasmissione delle informazioni, ma di questo restiamo inconsapevoli: nemmeno noi ipersensibili sentiamo la voce delle nostre cellule, la prima voce che ci arriva dal corpo è quella degli organi.

Purtroppo di solito quando una persona “sente” il malessere di un suo organo il danno può essere già avvenuto, ed essere anche grave.

Per questo è importante associare alla nocività percepita inconsciamente situazioni comprensibili come “mi sento gelido” anche se non rappresentano esattamente quello che ci succede fisiologicamente.

Vi invito a provare l’uso di questa scala di possibilità, alternativa a quella di Bovis, e a vedere se ne potete trarre vantaggio.

Inoltre vi sarei grato anche di eventuali critiche o consigli tratti dalle vostre esperienze.

 

 

Gli strumenti per la misurazione dell’intensità dei campi elettromagnetici

di Pier Prospero

Gli strumenti elettronici per la misurazione dell’intensità dei campi elettromagnetici tecnici per essere utilizzati da un E.A.G.L. in un’analisi del sito devono avere alcune caratteristiche altrimenti le misure ottenute sono molto lontane dalla realtà e non hanno alcun significato.
Devono innanzitutto essere professionali e questo comporta inevitabilmente un certo costo.
Poi possibilmente devono essere isotropici e “True RMS”, cioè devono avere tre sonde che misurano il campo sui tre assi e un software che permetta la lettura direttamente della risultante.
Inoltre dovrebbero avere il massimo di precisione alle basse intensità che sono tipiche delle analisi delle abitazioni. In ogni caso devono avere una soglia di sensibilità molto bassa in modo da fornire anche le misure delle intensità più lievi.
Normalmente ci vogliono 3 strumenti diversi:
uno con le sonde per il campo elettrico e il campo magnetico a 50 Hz;
uno con le sonde per il campo elettromagnetico in grado di misurare dalle emissioni delle radio private a quelle della telefonia cellulare;
uno per il campo elettromagnetico pulsato per misurare dal wi-fi ai radar.

Gli strumenti che fanno tutto di solito sono completamente inattendibili. Alcune case produttrici realizzano un “corpo” unico e diverse antenne e questa può essere una soluzione, ma raramente fa risparmiare qualcosa come invece dovrebbe.

Tralasciando le strumentazioni estremamente costose e spesso poco interessanti per noi per le sensibilità elevate e la precisione alle intensità più alte (come il PMM), abbiamo selezionato alcuni strumenti come esempi per un eventuale acquisto:

PER ALTA FREQUENZA
F-839 MISURATORE DI CAMPO ELETTROMAGNETICO DA 100kHz A 3GHz
visibile al link http://www.prismaonweb.com/Vendita_rilevatore_elettrom.htm

Sebbene questo misuratore sia uno strumento complesso e delicato, la sua solida struttura vi consentirà di utilizzarlo a lungo, rispettando le opportune istruzioni per il suo funzionamento. Sonda triassiale.
€ 1335,00 con IVA

  • Tester campo elettromagnetico a radiofrequenza.
  • Misurazione ampie gamme di frequenza, da 100 KHz a 3 GHz.
  • L’apparecchio EMF-839 è utilizzato per dispositivi a larga banda di monitoraggio del valore di campo elettromagnetico per un’ampia gamma di radiofrequenze.
  • Per le misurazioni di precisione, il misuratore è dotato di due sonde: EP-04L (Sonda da 100 KHz a 100 MHz) EP-03H (Sonda Alta Frequenza, da 100 MHz a 3 GHz). Unità: V/m, W/mq, mW/cmq.
  • La funzione di impostazione dell’allarme può avvisare l’utilizzatore se l’antenna di misurazione è troppo vicina a sorgenti di forti radiazioni: il dispositivo di segnalazione acustica suonerà per avvertire l’utilizzatore.
  • Funzione di memorizzazione del livello di picco per bloccare il valore di picco.
  • Funzione di memorizzazione dei dati per bloccare il valore di lettura corrente.
  • Interfaccia computer RS232.
  • Data Logger in tempo reale, orologio incorporato (ora-min-sec, anno-mese-data). Registrazione dati automatica o manuale, Logger 16.000 Dati.
  • Ampia gamma di regolazione tempo di campionatura da un secondo a 9 ore.
  • Custodia rigida molto resistente per trasporto.
  • LCD grande formato con regolazione contrasto, per adattarsi al miglior angolo di visione. Un circuito microcomputer consente funzioni speciali e offre un’alta precisione.
  • Alimentato da batteria 006P CC 9V o adattatore CC 9
    Accessori Inclusi: Manuale istruzioni, Sonda EP-03H, Sonda EP-04L, Memory card per EP-03H, Memory card per EP-04L, Custodia rigida per trasporto, Adattatore di alimentazione 9V CC.

EXTECH EMF misuratore di campo elettromagnetico da 10 MHZ a 8 GHz
copre tutto il campo necessario per le misurazioni
in vendita da Orione, Milano, via Moscova 27 – 026596553 – info@orionesrl.it

HF E35C   GIGAHERTZ SOLUTIONS  da 27 MHz A 3,3 GHz
€ 796,00  In vendita da Conrad:  www.conrad.it/ce/it/product
range da 0,1 a 2000 microW/mq
copre le necessità medie di misurazione.

TUTTI GLI STRUMENTI DELLA GIGAHERTZ SOLUTIONS SONO IN VENDITA DA Naturalia-BAU di Merano (BZ) CHE E’ IL RAPPRESENTANTE GENERALE PER L’ITALIA.
La valigetta di misurazione 3D dell’elettrosmog “Prof MK70-3D plus1.0” rappresenta l’offerta professionale. Tuttavia è bene confrontare i costi con l’acquisto di strumenti singoli anche presso altri rivenditori poiché i prezzi indicati sul sito non comprendono le tasse italiane.

HF E59B GIGAHERTZ SOLUTIONS  da 27 MHz A 3,3 GHz
€ 2070,65  In vendita da Conrad:  www.conrad.it/ce/it/productrange da 0,001 a 2000000 microW/mq
Professionale – ottimo per la sensibilità estremamente bassa (0,001 microW/mq)

PER CAMPI PULSATI – WI-FI, DECT e forni a microonde
Cornet WiSA 2.5 TRIBAND 
Da 2,3 GHz a 2,5 GHz  –  sonda isotropica

http://www.etesters.com/catalog/ -1400 Coleman Ave #C28 Santa Clara , CA 95050 United States
Email   sales@cornetmicro.com
è buono ma non ho trovato il prezzo che tuttavia dovrebbe essere abbastanza contenuto e concorrenziale.

PER CAMPO ELETTRICO E MAGNETICO A 50 Hz
NF A400 GIGAHERTZ SOLUTIONS  da 5 Hz a 400 kHz
€ 1396,69  In vendita da Conrad:  www.conrad.it/ce/it/product

CM sonda isotropica – True RMS – range da 0,001 a 19 microTesla
Professionale – ottimo per la sensibilità estremamente bassa (0,001 microTesla)

PER IL SOLO CAMPO MAGNETICO A 50 Hz
Enertech Consultants INC    EMDEX MATE      da 0,01 a 100 microTesla – true RMS – isotropico.
1 misura ogni mezzo secondo – sensibilità 0,01 microT – range 40 – 1000 Hz  con taratura a MATE copia50 Hz
Memorizza i dati: Minimum, Maximum, Standard Deviation, Percent of Time in Six Different Exposure Ranges, and Cumulative Exposure Time are the principle quantities displayed.
Ottimo per precisione e facilità d’uso; semplice software. La sonda è dalla parte della scritta “enertech”.
per info link a:         http://www.enertech.net/html/EMDEXMateSpecs.html
2950 dollari + dogana e IVA italiana (dagli USA si può prtar fuori uno strumento per tipo – es. 1 macchina fotografica, 1 cellulare, 1 portatile, ecc. come uso personale senza pagare nulla tenendolo nella borsa, quindi se conoscete qualcuno residente o che vi starà per qualche tempo potete chiedere che ve lo acquisti on line e il tempo di consegna dovrebbe essere 3-4 giorni, ma non deve spedirvelo via posta, solo portarlo con sè in volo; in questo caso vi costa 2950 dollari esatti).

PER RADON
per rilevazione istantanea
(minimo 1 ora, oltre quanto si vuole)

€ 1000 + IVA circa – in vendita su http://www.rsens.it/prodotti/
http://www.radonon.com/modulo-ordine-rstone.html